Bene bene, finalmente ce l'ho fatta
ad aggiornare...Scusatemi, ma sono stata assalita da un'improvvisa crisi. Una
di quelle in cui scrivi 2 righe e ne cancelli 6... -_-
Vi lascio alla fic, e vi ringrazio
ifinitamente per i commenti. Come al solito, sapete che io li ADORO, belli
o brutti che siano (beh, preferisco chiaramente i primi, ma se sono brutti
servono a migliorarsi ^_^).
Un ringraziamento particolare anche a
Valy_Chan che oltre a scrivere fic meravigliose, non vomit mentre legge la mia
XD
Un abbraccio,
Geko93 ^_^
Era una piovosa mattinata di metà
Gennaio. Yuffie rimaneva affacciata alla finestra, come sempre, mentre Vincent
era uscito per l'ennesima riunione.
Ormai c'era abituata. Lo
sentiva alzarsi la mattina presto ed uscire.
Poi, quando la ninja raggiungeva il
tavolino trovava il solito biglietto:
Torno questa sera, mi raccomando
non uscire per nessuna ragione. Se hai bisogno, chiamami.
A presto,
Vincent
Lo riscriveva ogni volta, ma le
parole erano sempre le stesse.
Quel giorno non lo aveva nemmeno
letto, quell'insignificante pezzo di carta. Tanto sapeva già cosa c'era
scritto.
Spostò lo sguardo dalle guardie che
sorvegliavano l'edificio alla pozza di neve sciolta dove giaceva la sua fascia.
Sospirò.
Davvero l'inverno stava svanendo
portando via con sé i momenti felici?
Si riscosse, appena sentì bussare
alla porta.
-Signorina Kisaragi sono io, mi manda
il Signor Valentine.-
-Ma che novità...- disse seccata,
andando ad aprire. Gli si presentò un ragazzino di circa 15 anni. Portava una
divisa azzurra e un cappellino del medesimo colore, al rovescio. Yuffie notò la
scia d'acqua che aveva lasciato per tutto il piano, visto il diluvio che
imperversava fuori.
Il ragazzo le porse il solito
sacchettino di carta giallo, stranamente asciutto.
-Grazie e arrivederci a domani!- concluse
il fattorino, dileguandosi.
La ninja richiuse la porta ed andò
direttamente in cucina, ad appoggiare il pranzo appena ricevuto sul tavolo.
Proprio lì di fianco, vi erano dei sacchettino uguali, che aveva ricevuto nei
giorni precedenti. Tutti mostravano ancora attaccato il bigliettino recante il
nome del cliente.
Valentine
Sbuffò, seccata. Quell'uomo era
davvero assillante. Le impediva di uscire di casa, circondava la casa di
guardie e le faceva ricevere ogni giorno il pranzo, nonostante sapesse che non
lo avrebbe mangiato dato che da molto tempo non aveva nemmeno fame.
Perché?
Perché così tante premure?
L'ultima cosa che voleva Yuffie era
proprio la sua carità.
Uscì, voltando le spalle ai
sacchetti.
Quando si fece sera, Vincent tornò a
casa, completamente fradicio. Si levò il mantello grondante d'acqua e lo lasciò
cadere pesantemente sulla sedia, facendolo sgocciolare sul pavimento.
Yuffie gli rivolse una rapida
occhiata, in attesa del suo solito saluto. Ma il suo sguardo non fu neppure
ricambiato, anzi, il pistolero si diresse silenziosamente verso il bagno,
sbottonandosi la camicia di pelle.
Il fatto che la ignorasse a sua
volta, la fece insospettire.
Udì la porta chiudersi a chiave e il
getto della doccia aprirsi. Rimase seduta sul divano a contemplare le ragnatele
negli angoli del salone, attendendo che uscisse Vincent. Non aveva
assolutamente intenzione di rivolgergli la parola, ma magari lui le avrebbe
spiegato cosa significava tutto quel silenzio.
Scosse la testa. Che pensiero
idiota...
Si lamentava delle sue attenzioni e
non le andava bene se non gliene rivolgeva.
Sbuffò, appoggiando la testa allo
schienale. Stava proprio delirando.
Il moro uscì dalla doccia ed andò in
camera a vestirsi. Poi tornò in salotto e si sedette vicino alla ninja che immediatamente
aguzzò l'udito in attesa di una parola, o anche una sillaba. Rimaneva ferma ed
impassibile, ma in realtà lo strano atteggiamento del suo coinquilino la
preoccupava. Tuttavia le sue, potevano anche essere preoccupazioni futili ed
infondate. In ogni caso, preferiva averne la certezza.
-Domani parti per Wutai - proferì
Vincent, mantenendo lo sguardo fisso al pavimento.
Yuffie spalancò gli occhi, senza
riuscire a trattenere il suo stupore.
Che diavolo voleva dire?
L'uomo si alzò senza aggiungere altro
ed andò in camera, infilandosi sotto le coperte e rimanendo a fissare la
parete.
Dalla sala non sentiva provenire
alcun rumore. Nessuna parola, nessuna lamentela. Silenzio. Solamente il
silenzio più totale.
Forse, pensò, era felice di
andarsene. Dopo ciò che le aveva fatto, era più che comprensibile che non lo
volesse più vedere...
Improvvisamente udì un fruscio di
lenzuola ed un tonfo. Poi dei singhiozzi sommessi.
Si voltò su un fianco, portandosi la
mano destra all'orecchio. No, non voleva sentirla piangere. Non di nuovo. Non
per colpa sua...
Yuffie si lasciò cadere pesantemente
sul divano, che ormai si era definitivamente sostituito al letto di Vincent
come giaciglio per la notte.
Si coprì malamente con il lenzuolo ed
abbracciò il cuscino, cercando di trarne conforto. Si sentiva sola, proprio
come le prime volte.
Odiava quel senso di malinconia che
la pervadeva quando le capitava di essere triste. Affondò il viso nel cuscino,
appena sentì gli occhi bruciare.
Non voleva piangere. Lei era una
ragazza forte.
-...no...no...- sussurrava, tra un
singhiozzo e l'altro, mentre prendeva a pugni lo schienale del divano.
A Wutai, si sarebbe dovuta prendere
le sue responsabilità, sposandosi di nuovo e partecipando alle riunioni tipiche
del posto.
Già si vedeva sul trono di
Imperatrice, a passare lunghe ed interminabili giornate a discutere di
argomenti futili e noiosi con i ceti più alti della società.
Sarebbe stata lontana da tutto. Da
tutti. Da Vincent.
Chi l'avrebbe protetta, allora?
Si asciugò le lacrime e inspirò
profondamente, cercando di riacquistare un ritmo di respirazione normale.
Afferrò il cuscino leggermente umido e si diresse in punta dei piedi verso la
camera da letto.
Il moro era lì, sdraiato. Sembrava
stesse dormendo.
La ragazza si avvicinò lentamente
alla sponda sinistra del letto e vi si coricò, cercando di far scricchiolare il
meno possibile le molle del materasso. Si voltò verso Vincent, ammirandone le
spalle larghe e la vita sottile; poi si avvicinò cautamente, ma appena sfiorò
con la mano la schiena il pistolero si irrigidì di colpo e si girò verso di
lei, allarmato.
Non l'aveva sentita arrivare.
-Scusa...- sussurrò Yuffie,
mortificata, ritirando il braccio.
Fu un attimo. Vincent le afferrò prontamente
il polso, attirandola a sé e stringendola con tutta la forza di cui era capace.
La Wutai si pietrificò, percependo quel contatto troppo ravvicinato con l'uomo
al suo fianco.
Pian piano si rilassò, facendo
scivolare le mani sotto le braccia del pistolero ed aggrappandosi alle sue
spalle per stringerlo anche lei a sua volta.
-Non voglio partire...- bisbigliò,
affondando il viso nell'incavo della spalla. -Ti prego, Vincent, ti prego...non
voglio partire...-
Il moro rimase in silenzio, posandole
una mano sulla testa per confortarla. Il corpo della ninja aveva iniziato a
contorcersi per i singhiozzi, e la sentiva chiaramente tremare.
E pensare che un tempo, si era
ripromesso che avrebbe fatto di tutto per non rivederla più così...