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Autore: Shayla_the_angel    11/02/2013    1 recensioni
Buon giorno care lettrici e cari lettori di EFP...che dire su questa mia nuova fic senza rivelare troppo? Non lo so. Ovviamente i protagonisti indiscussi sono sempre e solo loro (^^) e la loro storia si intreccia con quella di Clare, una ragazza particolare, con un passato difficile da dimenticare, soprattutto perché ci sono evidenti testimonianze di quel passato, che tornano a tormentarla ogni volta che guarda gli occhi azzurrissimi del bambino che dorme nel lettino accanto al suo. I titoli dei capitoli sono strettamente legati alla musica. Che so...potrebbero essere titoli di canzoni oppure frasi che magari mi hanno colpita o che semplicemente ci stanno bene...in ogni caso alla fine di ogni cap vi avviserò riguardo autore e canzone (almeno se non le conoscete le andate a sentire poi mi fate sapere =D)...poi che altro rivelarvi? Non saprei...vi chiedo perdono se verrà fuori una schifezza (il che mi sembra abbastanza probabile visto il mio umore da topo morto =D) e se, come al solito, Gustav avrà un ruolo piuttosto marginale. Mi impegnerò tantissimo per tenerlo in mezzo alla storia, ma ho letto pochissima roba sul suo conto e non so proprio come gestire il personaggio...vabbè...in ogni caso vi auguro buona lettura.
Genere: Sentimentale, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Tom Kaulitz
Note: nessuna | Avvertimenti: Incompiuta
Capitoli:
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Bene, eccoci al capitolo 45. Dunque, il nostro bel rastone si è dichiarato in piena regola. Wow!

Direi quindi di proseguire a passo lesto verso la conclusione di questa storia. Penso che saranno necessari tre o quattro capitoli, poi potremo chiudere questa fic che vi ha fatto attendere fin troppo :)

Let’s go! Belle fanciulle :D

 

45. Take me Home

 

Quella mattina mi svegliai stretta tra le braccia di Tom. Mi strofinai gli occhi con una mano e subito mi riscossi dal torpore del dormiveglia.

Osservai l’anello che avevo al dito. Era semplicissimo e nel contempo meraviglioso. Un'unica pietra splendente e luccicante montata su un sottile anello in oro bianco.

Sorrisi e chiusi gli occhi godendomi quel momento di pace e serenità. Mi sarei sposata. Michail avrebbe finalmente avuto un padre degno di questo nome.

In quel momento mi alzai di scatto. Michail! Era già tardi e non aveva ancora reclamato il suo pasto.

Tom si svegliò di scatto a causa del mio brusco movimento.

«Che succede?» biascicò ancora addormentato.

«Il bambino!» esclamai.

«Lo abbiamo lasciato in nursery ieri. Stai tranquilla amore» rispose lui tirandomi a sé.

«Ma non possiamo lasciarlo lì tutto questo tempo».

«Amore, sono solo le 7 di mattina. Stai tranquilla. Riposa ancora un’oretta poi andremo a prenderlo» rispose lui baciandomi sul collo.

Chiusi gli occhi godendomi quel momento di pace.

Tom cominciò a baciarmi con maggiore passione. Mi voltai verso di lui e cercai le sue labbra.

Avevo fame di lui, fame dei suoi baci. Volevo sentirmi sua in ogni senso.

---

Fare l’amore con Tom mi rendeva viva. Mi faceva capire cosa fosse la vita, cosa fosse l’amore. Mi rendevo conto di quanto fosse prezioso ogni respiro che facevo.

Rimasi abbracciata a lui per un tempo indefinito, poi lo baciai e mi alzai avvolgendomi nel lenzuolo.

«Mi faccio una doccia poi vado a prendere Michail» dissi scostandomi i capelli dal viso.

Tom annuì e con il suo solito ghigno mi osservò mentre andavo verso il bagno.

Dopo un quarto d’ora ero vestita e pronta per andare dal mio bambino.

Anche Tom si era vestito e mi aspettava.

Una volta scesi nella Hall trovammo Michail che era diventato la mascotte delle giovani che lavoravano per l’hotel.

La receptionist richiamò tutte all’ordine quando ci vide arrivare.

«Signori, il bambino è stato bravissimo» disse con fare professionale.

«Spero non vi abbia disturbate questa notte» dissi, chinando il capo.

«Penso che abbia fatto strage di cuori a giudicare da come lo guardano le ragazze» aggiunse Tom.

«È un bambino meraviglioso!» esclamò una giovane, portandoci il piccolo.

Sorrisi entusiasta mentre il mio cucciolo tornava tra le mie braccia.

«Hai fatto il bravo piccolino?» domandai.

Tom mi poggiò una mano sulla schiena poi andammo in sala da pranzo a fare colazione.

---

Fu una giornata meravigliosa. Visitammo Parigi in lungo e in largo. Passeggiammo lungo la Senna, salimmo sulla Tour Eiffel, visitammo la Basilica del Sacré Coeur, la Sainte Chapelle. Su mia esplicita richiesta entrammo al cimitero di Père-Lachaise dove visitammo illustri tombe come quella di Jim Morrison o quella di Oscar Wilde.

In quel cimitero avevano trovato il riposo anche personaggi come Cyrano de Bergerac, Abelardo ed Eloisa, Molière, Chopin, Bizet, Honoré de Balzac e Maria Callas.

Fu un’emozione senza pari.

Una volta tornati in albergo preparammo le valige. Era ora di rientrare e dare la bella notizia a casa.

Come per ogni viaggio, fu triste e malinconico ritrovarsi sulla via di casa, anche se ogni minuto che passava ci avvicinava sempre più alla data delle nozze, che avremmo fissato con l’aiuto degli altri.

Da bravo cavaliere Tom portò le valige più pesanti, poi si avvicinò al tavolo della reception e pagò la stanza.

«Spero che la vostra permanenza sia stata piacevole» disse la giovane.

«Certamente signorina. Merci Beaucoup» disse Tom.

Fu spassoso sentirlo parlare in francese e anche la receptionist trattenne un sorriso in rispetto del cliente.

Una volta a bordo del TGV mi permisi di chiamare Lydia.

«Hey! Come va?!? Com’è andata la giornata di S. Valentino?» chiese.

«Ciao Lydia, tutto bene. Voi come state?» risposi io con maggiore pacatezza.

«Tutto ok! Ho interessantissime novità da raccontarti ma aspetto che torniate indietro. A proposito quando tornate?!?»

«Siamo partiti adesso. Per le 15 più o meno dovremmo essere lì. Ce la fate a venire a prenderci?» chiesi.

«Ma certo!!! Georg! Stanno tornando! Alle tre riusciamo ad andare in stazione?!?» strillò.

Avvertii un flebile sì, seguito dalla voce di Bill.

«Tornano?!? Allora rivedrò Michail! Mi è mancato tanto! Dai andiamo a prenderli!» gridò.

«BILL! Zitto un secondo! Mancano ancora cinque ore, quindi stai tranquillo. Clare tesoro, saremo lì. A quanto pare saremo lì tutti quanti. Ci sentiamo più tardi ok? Intanto godetevi quel poco di tranquillità che vi rimane. Un abbraccio».

«Ciao Lydia, a dopo. Grazie» risposi ridendo.

Tom nel frattempo stava giocando con Michail che se ne stava seduto buono buono sulle sue ginocchia.

Presi la macchina fotografica e scattai una foto di loro due. L’espressione di Tom era meravigliosa. Sembrava fosse incatenato allo sguardo del bambino.

«Hey cucciolo, guarda che la mamma ci fa le foto» disse, voltando il piccolo verso di me, e mettendo il suo viso affianco al suo.

Michail si voltò e cominciò a sbavare sulla faccia di Tom, il che mi fece ridere talmente tanto che dovetti abbandonare l’idea di fare una fotografia.

«Ahahahahahaha! Miky amore, vieni dalla mamma» dissi asciugandomi le lacrime e porgendo le braccia al bambino.

Subito si protese verso di me e si fece stringere al petto.

Porsi un fazzoletto a Tom che si ripulì la faccia.

«Questa proprio non me l’aspettavo. Volevi mangiarmi?» domandò cominciando a solleticare il piccolo.

Michail rise e scatenò la nostra ilarità.

Il viaggio fu piacevole, attraversammo panorami meravigliosi e anche Michail rimase tranquillo.

Una volta arrivati alla stazione scendemmo dal treno.

M’immobilizzai all’istante nel vedere quante ragazze c’erano ad aspettarci urlanti.

Subito Tom mi tirò indietro e gli Stuart addetti al nostro vagone ci aiutarono a rientrare.

«Perdonateci signori. Non pensavamo ci sarebbe stata una tale folla» dissero.

Dopo qualche istante vidi venirci incontro un uomo dalla pelle olivastra e con gli occhiali da vista.

«Saki!» esclamò Tom con un sorriso.

«Sono venuto a darvi una mano. Bill e gli altri non si sono potuti nemmeno avvicinare alla stazione».

Michail cominciò a piangere, spaventato da quel trambusto.

«Ssst amore, tranquillo» dissi, cullandolo.

«Signorina, io sono Saki. Sono la guardia del corpo di Tom e suo fratello».

«Molto piacere. Io sono Clare e lui è Michail» risposi sorridendogli.

L’uomo si guardò intorno.

«Mmm credo che sarà un’impresa ardua. Voi due, prendete i bagagli e portateli fuori da qui, insieme alla carrozzina. Signorina Clare le chiedo di coprire il bambino meglio che può, più che altro per evitare che lo fotografino. Non si sa mai a chi potrebbero finire in mano quelle foto e di pazzi ce ne sono in giro fin troppi. Indossi anche questi» disse porgendomi un cappellino da baseball e un paio di occhialoni da sole.

Tom mi cinse le spalle con un braccio e mi coprì con il suo giaccone.

«Rannicchia la testa verso il mio petto e andrà tutto bene» mi disse baciandomi.

Saki si frappose tra noi e la folla urlante e ci scortò verso il furgone in cui ci aspettavano tutti, valige comprese.

Bill rapì immediatamente Michail che fu contento della nuova sistemazione.

«Bentornati!» esclamarono tutti.

Georg mise in moto e ci allontanammo dall’orda di pazze urlanti che mi avevano angosciata.

«Com’è andata a Parigi?» chiese Lydia.

«Benissimo! Io e Clare ci sposiamo!» esclamò Tom.

Tutti s’immobilizzarono, Georg inchiodò in mezzo alla strada scatenando la furia degli altri autisti.

«Ma sei serio?» chiese il bassista.

«Io lo sapevo già!» disse Bill con un sorriso sornione.

 

Eccoci qui. Terminato anche questo :) sono felice di aver trovato una recensioncina nonostante i secoli passati :) grazie memi881.

Spero che questo capitolo ti piaccia.

Ho faticato come una pazza a trovare il nome di Saki. Lo avevo rimosso dalla memoria. Ho dovuto rileggere una vecchia fic. ^_^

Il titolo del capitolo arriva da “Take me home Country Roads” di John Denver.

Mi piace da morire come canzone e credo che rifletta bene l’idea del viaggio.

Vi lascio un pezzetto del testo e della sua traduzione così potrete concordare con me :) un abbraccio affettuoso a tutte, e al prossimo capitolo.

Country Roads, take me home          Strade di campagna, portatemi a casa

To the place I belong                         Ai luoghi che mi appartengono

   
 
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