家族 (Kazoku) means family.
Let it snow.
“Aaah, adoro la neve…”
Shinpachi sorseggiò il tè con una certa serenità. Piùttosto giustificata, considerando la consapevolezza di Kagura fuori a giocare nella neve (o più precisamente a rotolarcisi sopra) assieme a Sadaharu.
Aveva già calcolato tutto: tutte le reali possibili fonti di distruzione iperattive erano ad un raggio di distanza accettabile, nulla poteva causare danni. Ma per sicurezza fra un sorso e l’altro dava sempre un’occhiata furtiva a Gintoki, che però era pigramente steso sul divano in dolce compagnia del suo Jump, e non accennava a volersi muovere neppure per andare in bagno.
“Aaaah, adoro la neve…” ripetè l’apprendista samurai, dopo aver fatto un altro lungo sorso di tè.
A Shin la neve piaceva. Si ricordava che quando era piccolo e nevicava suo padre lo prendeva sulle spalle e sua sorella costruiva un enorme pupazzo di neve e giocavano insieme. Insomma, gli procurava ricordi piacevoli e dolci come la bevanda che stava sorseggiando.
“Ehi, Shinpachi. Vai a chiamare quei due mostriciattoli, o si ammaleranno tutti e due.”
Il ragazzino si alzò, un po’ tediato dal fatto di aver ricevuto un ordine manco fosse uno schiavetto, ma intenerito dalle premure semipaterne di Gin celate dietro i suoi soliti modi bruschi.
Aprì la finestra e si affacciò al balcone con naturalezza, finchè non gli balzò in mente di non essere in una situazione facile come credeva.
Aveva dimenticato un dettaglio sostanziale: i capricci di Kagura.
Altro che premure, quel dannato di un Gintoki mandava sempre lui ad affrontare i compiti più ingrati.
“Ancora presto per rientrare! Io per niente stanca! E Sadaharu ancora voglia di giocare!”
“Ti ho già detto” ripetè Shin sospirando con aria affranta “che rischi di ammalarti, Kagura…”
“Io no delicatina come te, occhialetto verginella!”
Quello era troppo. “TACI, MOSTRICIATTOLO ROSA!” urlò il giovane samurai sull’orlo di un declino mentale.
“Adesso basta, Kagura! Entra dentro o ti prenderai un raffreddor-“
Non riuscì a finire la frase.
L’ultima cosa che vide fu il bianco candido della sua adorata neve, poi più nulla.
“Hai davvero esagerato, mocciosa. Adesso chi ci preparerà la cena?”
“Io ho solo tirato a occhialetto innocua palla di neve.”
“Peccato che la tua ‘innocua palla di neve’ fosse grande quanto Sadaharu, piccola ritardata!”
“Non ho fatto apposta!”
“Dovevi stare più attenta, lo sai che Shinpachi è delicato!”
L’oggetto della questione se ne stava appollaiato sul divano avvolto in una coperta, con un termometro in bocca, una borsa dell’acqua calda sulle gambe e un raffreddore da far spavento.
Non aggiunse nulla alla conversazione, bastò un violento starnuto ad esprimere tutto il suo disappunto.
“Scusa, Shinpachi…” mugolò Kagura, pentita.
Shin tossì due volte, prima di dare un unico segno di vita: “Aaaah, io odio la neve…”
Proprio mentre disse quella frase, fuori si mise a nevicare nuovamente.
ANGOLO DI DICCHAN
Scrivo questi capitoli senza senso così, per far sapere al mondo che sì, per me sono la cosa più adorabile del mondo. SI VOGLIONO BENE, SI'! *impazzita*
Chiedo perdono, forse è un po' OOC, ma sono impedita.
Spero di caricare i prossimi capitoli al più presto che saranno più lunghi e spero anche più divertenti di questo.
Il genere varia un po' da capitolo a capitolo così come forse il rating, ma solo leggermente, non temete: non passo dagli unicorni alle risse sanguinose.
Spero qualcuno abbia la buona volontà di seguirmi in questa idea aberrante.
Al prossimo capitolo, e grazie a chi ha letto!