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Autore: Jeo 95    12/02/2013    4 recensioni
Prendete Naruto, e trasformatelo in una ragazza: Naruko.
Aggiungete un amico un pò pigro, un rivale impassibile, un infanzia difficile, un sogno da realizzare e mille difficoltà per raggiungerlo.
Ecco la mia personalissima storia, su cosa sarebbe potuto succedere se Naruto fosse stato una lei.
Spero molto che vi piaccia, mi raccomando di lasciare anche qualche commento, anche negativo se serve per migliorare ^.^
Un bacio a tutti e a presto!
Jeo 95
Genere: Avventura, Azione, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Naruto Uzumaki, Sasuke Uchiha, Shikamaru Nara, Un po' tutti
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Naruto prima serie
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'The Legend of Naruko'
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NARUKO: L'INIZIO DELLA LEGGENDA
 
 


CAPITOLO 16– MOMENTO CRITICO! SECONDA PROVA DURANTE LA GUERRA!

 


Li stavano inseguendo, lo potevano percepire.

Era sempre più vicino e presto li avrebbe raggiunti, allora si che sarebbero stati guai per loro.

Con Gaara in quelle condizioni non potevano certo permettersi uno scontro con l’Uchiha, li avrebbe certamente annientati, quindi restava soltanto la fuga.

Correre senza mai fermarsi, correre e sperare che non li prendesse.

- Non possiamo continuare così Kankuro, presto ci prenderà!-

Temari aveva ragione, lo sapeva bene anche lui, tuttavia non avevano altra scelta, in quel momento la loro priorità era Gaara e ciò che sarebbe successo se non avesse riacquistato subito il controllo.

- Lo so, ma che possiamo fare? Gaara è un pericolo più grande ora!-

Nonostante fosse svenuto ed estremamente debole, il minore dei fratelli Sabaku no, a detta dei maggiori, restava un pericolo troppo grande.

- Allora cosa proponi? Se ci prende sarebbe comunque un problema no?-

Il ragazzo si fermò di colpo, con un piano in mente, così non perse tempo e lo espose alla sorella.

- Prendi Gaara e continua a correre.- e le porse il rosso.

Temari passò il braccio del fratellino attorno al suo collo, per poi afferrarlo per la vita con l’altra sua mano.

- E tu che farai?-

Nonostante lo sgridasse spesso, teneva al fratello e non voleva che gli capitasse qualcosa di male.

- Tenterò di rallentarlo, tu intanto vai.-

A malincuore, la bionda dovette cedere, ma pregò affinché Kankuro non perisse nello scontro.

“Ti prego Kankuro, non morire…”

Vedendo la sorella ed il fratellino sparire fra gli alberi Kankuro sospirò per poi voltarsi, pronto a ricevere l’Uchiha, ignaro di una presenza che da dietro l’albero lo stava spiando.

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- Ma dove cavolo si è cacciato quel teme?!-

Era da un pezzo che correvano, e ancora non c’era traccia di Sasuke da nessuna parte.

E ora Naruko, impaziente di natura, stava perdendo la poca pazienza di cui si era armata per quella missione così delicata quanto importante.

Di una cosa era certa, appena avrebbero ritrovato Sasuke, lo avrebbe preso a calci, poco ma sicuro.

- Smettila si chiamare Sasuke-kun in quel modo! Lui non è affatto così!-

Ovviamente Sakura si opponeva con tutta se stessa al modo in cui la bionda si rivolgeva al suo amato, ma ora come ora, a Naruko importava poco dei rimproveri della rosa.

- Lo chiamo come mi pare quel baka! Appena lo becco, gliela faccio passare io la voglia di fare l’eroe!-

- Calmati seccatura, cerchiamo di restare lucidi e pensare ad un piano perché qui ci stanno inseguendo.-

Shikamaru aveva notato subito la presenza di qualcuno alle loro spalle, e se quelle due non avessero litigato tutto il tempo, probabilmente, se ne sarebbero accorte anche loro.

Lo insospettiva invece il fatto che Pakkun, in quanto dotato di super udito ed olfatto, non se ne fosse reso conto prima.

- Vedo che finalmente qualcuno se n‘è accorto, allora non siete poi tutti così stupidi.-

Il commento del cane non piacque a nessuna delle due ragazze, sentitesi chiamare in causa, ma il Nara non diede tempo loro di esprimere qualche lamentela.

- Dunque te ne eri accorto, perché non ce l’hai detto? Uffi possibile che ci debbano sempre essere delle seccature? Naruko basta e avanza.-

Sussurrò l’ultima parte, ma la biondo lo sentì comunque e fulminò il compagno con lo sguardo.

- Io devo solo portarvi da Sasuke, non farvi da balia, siete ninja, allora utilizzate i vostri sensi.-

Non c’era che dire, quel cane ricordava un po’ Shikamaru, lo pensò subito la bionda, meno faceva e più era contento.

- Ehi cervellone, allora che facciamo con i tizzi dietro di noi?-

Non rispose alla domanda della bionda, ma iniziò a riflettere, cercando di pensare alla strategia migliore per fermare i loro inseguitori.

Improvvisamente si fermò, talmente in fretta che Naruko per la sorpresa rischiò di cadere dall’albero.

- Ma sei matto? Perché ti fermi così all’improvviso?!-

- Perché ho un piano. Vuoi due andate avanti, qui ci penso io.-

- SCORDATELO NON TI LASCIO INDIETRO!!!-

Sakura sobbalzò per il tono usato da Naruko, duro e di rimprovero, così diverso da quello solare e scherzoso che utilizzava sempre.

Sembrava estremamente seria, come la rosa non l’aveva mai vista, come nessuno, esclusi pochi, l’aveva mai vista.

- Non c’è tempo per discutere, dovete aiutare Sasuke e questi tipi non ci lasceranno andare tanto facilmente. Fidati di me, in fondo sono un genio.-

- Non esiste! Io mi fido di te, ma sai come la penso! Chi abbandona un amico non è degno di essere un ninja, AMI RIFIUTO DI LASCIARTI INDIETRO!!!-

Sakura la vide tremare, se per la rabbia o per la consapevolezza che Shikamaru aveva ragione non seppe dirlo, ma capì che quella per la biondina era una scelta difficile.

I suoi due compagni avevano bisogno di lei, entrambi, ma poteva aiutarne solamente uno e doveva scegliere.

Non poteva permettersi di sprecare chakra in copie, per Gaara o chiunque si sarebbe trovata davanti aveva bisogno della massima energia, per cui era obbligata a scegliere.

Una cosa che mai avrebbe voluto fare.

- Non farmi questo Shikamaru, non voglio scegliere uno di voi…-

Un sussurro, una speranza, una preghiera, in quelle parole dette con voce tremante dall’unica persona che mai si era lasciata intimorire prima di allora, Sakura non potè che avvertire il bene che Naruko voleva al suo team.

No, non bene.

Era qualcosa di più, un affetto che univa lei, Kakashi e i due mori, qualcosa che nessuno avrebbe mai potuto spezzare, l’amore di una famiglia.

Perché in quel team così casinista e sgangherato, in quel team in cui non c’era giorno senza che qualcuno litigasse, Naruko aveva finalmente trovato una famiglia.

Shikamaru le sorrise mesto, avvicinandosi e scompigliandole affettuosamente i capelli.

- Non ti chiederei mai di scegliere, questa è una strategia di squadra, tu devi soltanto fidarti di me ok? Ti prometto che non morirò, ma tu vedi di fare altrettanto.-

Naruko sospirò rassegnata, per poi regalare uno dei suoi migliori sorrisi al Nara, prima di tornare nuovamente a correre dietro a Pakkun affiancata da Sakura.

Il moro non si lasciò sfuggire però l’augurio che le aveva fatto la biondina prima di voltarsi per correre.

Sorrise e si preparò all’attacco, quel giorno avrebbe dovuto davvero impegnarsi per non rimanere ucciso dai suoi avversari.

Una gran seccatura, ma per la sua Naruko questo ed altro.
 
 
- Sei sicura che possiamo fidarci a lasciarlo solo?-

Sakura espresse il suo dubbio su quel gesto tanto avventato, ma il sorriso sicuro di Naruko la rasserenò.

- Tranquilla, quando quello usa il cervellone che si ritrova, nessuno lo può battere.-

Aveva la massima fiducia nel compagno, e sapeva che sarebbe tornato da loro sano e salvo.

Ora il problema però era Sasuke, doveva concentrarsi principalmente su di lui in quel momento.

“Aspettami teme, non azzardarti a perdere sai? Solo io posso batterti!”

Con questo pensiero aumentò il passo, sperando di raggiungere l’Uchiha prima che fosse troppo tardi.

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Finalmente l’aveva raggiunto, il suo avversario.

Merito di Shino che aveva trattenuto il marionettista che si era messo sulla sua strada.

Voleva a tutti i costi finire il suo combattimento con Gaara, ma ora non era più tanto convinto.

Certo un avversario tanto forte non lo si incontra spesso, ma c’era qualcosa di diverso in quel ragazzo.

Poco prima, quando l’aveva raggiunto, sembrava al minimo delle forze sorretto dalla sorella e impossibilitato a compiere anche il più piccolo dei movimenti.

Ma era tutta un’illusione.

Tempo pochi secondi e si era trasformato in una creatura mostruosa assetata di sangue, del suo sangue.

Una creatura che lo aveva attaccato senza esitazione, e che aveva costretto alla fuga anche la sua stessa sorella.

Davanti a lui non c’era un ragazzo, ma un mostro deformato, che di Gaara aveva ben poco.

La sabbia gli ricopriva gran parte del corpo, facendogli perdere gran parte della sua umanità, se non tutta quanta.

Ormai aveva ben poco di umano, e Sasuke non riusciva più a tenergli testa.

Neanche con il segno maledetto.

Gli si era attivato quasi per caso, preso da un impeto di rabbia, ma era servito a ben poco, poiché Gaara lo stava distruggendo.

Letteralmente.

Ora si trovava a terra, steso su uno spesso ramo di una quercia vicino al lago poco fuori Konoha, schiacciato da quello stesso potere che prima gli aveva ridato forza e vigore, ma che si stava prendendo la sua giovane vita.

E il pugno di sabbia del rosso gliel’avrebbe strappata, se non fosse stato per un qualcosa che si era frapposto fra lui ed il colpo, o meglio, qualcuno.

- SASUKEEEE!!!!-

Un pugno potente e deciso colpì in pieno volto l’essere di sabbia, che fu scaraventato contro un albero, ma che si rialzò inerme.

Davanti a se, il moro vide soltanto la chiama bionda di Naruko che gli dava le spalle, prima di sentire una seconda voce di fianco a lui.

- Sasuke-kun stai bene?-

Riuscì a riconoscere la voce dolce e preoccupata di Sakura che lo stava aiutando a rialzarsi e che lui tentò di scartare senza successo.

- Si tutto bene, ma voi che ci fate qui?-

- Kakashi-sensei ci ha mandate ad aiutarti pensava che…-

- Non ho bisogno del vostro aiuto! Andatevene quel mostro è troppo forte per voi!-

Prima che potesse anche solo pensare di staccarsi da Sakura, che al momento era l’unica che lo teneva in piedi, un sonoro ceffone gli infiammò la guancia, senza che ebbe il tempo di realizzare nulla.

Naruko era infuriata, lo si leggeva dai suoi occhi celesti sempre allegri che ora era l’ira ad avere il controllo su di lei.

Lo afferrò violentemente per il colletto, ignorando le proteste della rosa sul fatto che fosse mal ridotto e che non si reggesse in piedi.

- MA CHI CAZZO TI CREDI DI ESSERE TU?!?!-

Non seppe cosa risponderle, per la prima volta Sasuke Uchiha si ritrovava spiazzato dalla durezza di quegli occhi che lo attiravano così tanto.

- TI CREDI FORSE INVINCIBILE SOLO PERCHÈ KAKASHI-SENSEI TI HA ALLENATO?! BE CARO MIO HAI PROPRIO PRESO UN GRANCHIO!!-

- Naruko-chan ti prego…-

- No Sakura, il ragazzo deve capire che non può fare sempre di testa sua, quando si è parte di un team bisogna agire in squadra e non di testa propria.-

Pakkun zittì la rosa, che decise di non intervenire. Era una questione tra compagni di team e lei non centrava.

- TI AVVISO, NON AZZARDARTI MAI PIÙ A FARE UNA CAZZATA DEL GENERE O GIURO CHE PRIMA TI SALVO IL CULO POI TI AMMAZZO CON LE MIE MANI HAI CAPITO?!?! E SE PER CAUSA TUA SUCCEDERÀ QUALCOSA A SHIKA GIURO CHE NON VIVRAI ANCORA MOLTO!!!-

Lo scaraventò nuovamente tra le braccia della rosa, per poi girarsi verso il rosso, furente come non mai.

- Sakura ti affido il teme, io me la vedo con Gaara.-

Saltò già dall’albero, ma nessuno potè vedere lo sguardo della bionda, altrimenti avrebbero notato la trasformazione dei suoi splendidi zaffiri celesti, in due rubini color sangue.

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Una barriera.

Una stupida barriera lo separava dai suoi fidati ninja, dal suo amato villaggio e dai suoi concittadini.

Bloccato su quel maledetto tetto mentre la sua gente soffriva, tutto a causa dello stesso uomo che lo aveva rinchiuso.

Per di più lo stava obbligando a combattere contro i suoi predecessori, un atto che da parte di Orochimaru si sarebbe dovuto aspettare.

Ma lui era il terzo Hokage, e non si sarebbe lasciato battere tanto facilmente.

- Vuoi dirmi cosa vuoi Orochimaru?!-

Il ninja serpente fissò l’ex sensei con sguardo furbo, presagio per nulla positivo.

- Ci sono molte cose che voglio, distruggere Konoha, Sasuke Uchiha…il libro.-

All’Hokage partì un brivido lungo tutta la schiena, il terrore dipinto negli occhi, probabilmente da un momento all’altro avrebbe fatto un infarto a quella rivelazione.

Come poteva quell’essere meschino sapere del libro?

- Che cosa sai?! PARLA!!!-

- O nulla di più di ciò che sai anche tu, ovvero che con quel libro si possono ottenere dei poteri stupefacenti, ma che solo gli eletti lo possono avere. Guarda caso sia il libro che l’eletto sono qui a Konoha.-

Sarutobi fissò truce l’ex allievo, rimpiangendo di non averlo ucciso anni or sono, quando ne aveva avuta l’occasione.

- Purtroppo non so ancora chi sia ne dove sia finito quel libro, ma stà pur certo che chiunque sia passerà presto dalla mia parte!-

- Non contarci lurida serpe, nessuno dei miei alleati passerà con te, o almeno non finchè avrò vita!-

E attaccò il Sennin con tutta la forza che gli era rimasta in corpo, se avrebbe dovuto soccombere lo avrebbe fatto lottando.

- A questo c’è rimedio.-

E Orochimaru non aspettava altro.

Si lanciarono l’uno contro l’altro, facendo cozzare tra di loro i kunai, provocando delle scintille infuocate.

Tobirama, all’ordine di Orochimaru creò un immensa onda gigante, così che travolgesse Sarutobi, ma quest’ultimo con una potente tecnica della terra la bloccò.

Più difficile fu fermare l’arte del legno di Hashirama, suo creatore ed unico utilizzatore, con la quale generò un intera foresta, che per poco non stritolò l’Hokage in una morsa fatale.

Ma il fuoco brucia il legno, per cui bastò utilizzare la palla di fuoco suprema per sfuggire alle piante stritolanti.

Nonostante le sue abilità però, il Terzo restava comunque in svantaggio, ed era in seria difficoltà.

Uno scontro duro ed inimmaginabile, colpi di spada che si alternavano a altrettanto incredibili Jutsu.

Dalla sua, l’eremita dei serpenti aveva sia lo Shodaime che il Nidaime Hokage, mentre Sarutobi aveva evocato il possente Enma, il re dei primati.

Il Sandaime era veramente nei guai, eppure doveva pur esserci una soluzione, per il bene del villaggio e del nuovo eletto, lui la doveva trovare!

- Sai sensei, c’è anche un'altra cosa che mi interessa.-

Orochimaru fermò per un momento la battaglia, rivelando un altro dettaglio a Sarutobi. Visto che stava  per morire, volle concedergli una spiegazione.

- E sarebbe?-

Non abbassò neanche per un attimo la guardia, c’era poco da fidarsi.

Due parole. Bastarono quelle a riaccendere la scintilla del combattimento dell’Hokage, che con tutto se stesso di lanciò contro i suoi nemici, rinvigorito da una forza che un uomo della sua età non dovrebbe più possedere.

Riuscì ad immobilizzare i due Kage precedenti, componendo velocemente dei sigilli che avrebbero messo la parola fine a quella sfida per sempre.

- Non te la farò toccare nemmeno con un dito Orochimaru, con questa tecnica metterò fine alla tua vite e a tutti i miei errori.- 

Un enorme Shinigami viola apparve dietro Hiruzen, in tutto il suo orribile splendore e la sua imponenza.

Aveva attivato il sigillo maledetto, una tecnica a che anche Orochimaru temeva, e alla cui vista la serpe tremò.

- MALEDETTO SARUTOBI CHE VUOI FARE?!?!?!-

Hiruzen rise alla faccia terrorizzata della serpe, ma non perse tempo ed agì.

Sigillò dentro di se le anime dei suoi predecessori, che lo ringraziarono per la salvezza donata ai loro spiriti, poi caricò il suo ex allievo.

Orochimaru tentò in tutti i modi di spostarsi, ma Enma, nonostante contrario all’utilizzo di quella tecnica, lo bloccò per aiutare Sarutobi.

Ed il terzo colpì le braccia della serpe, agganciandosi a lui tramite il collegamento del sigillo ed iniziando ad estrarre l’anima dal corpo già pallido dell’uomo.

Ormai era in trappola, ma si sa, un serpente diventa ancor più aggressivo se messo alle strette.

Con i suoi occhi gialli Orochimaru individuò la Kusanagi, la sua fidata spada, che era finita non molto lontano nello scontro con Sarutobi.

Sorrise sadico, prima di richiamarla a se con le dita, nonostante le sentisse sempre meno, e far si che trapassasse l’Hokage, da parte a parte.

Il vecchio sputò sangue, mentre dalla ferita in petto il liquido rosso iniziò a scendere sempre più copiosamente, mentre la spada premeva sempre di più per sfondargli il torace.

Ma non avrebbe mollato, non avrebbe permesso a quel pazzo di prendere ciò che voleva, specialmente lei.

Sarebbe morto comunque a causa del sigillo, ma avrebbe portato Orochimaru con se.

Per il suo villaggio, per i suoi concittadini, per i suoi predecessori, per la sua famiglia, e per la sua adorata Naruko.

Sorrise rivolgendo il suo pensiero alla biondina che non aveva mai perso il sorriso, nonostante il male che quel villaggio le aveva fatto.


Inizio Flashback

- Nonno guarda ho fatto un disegno!-

Una bimba bionda sui 5 anni gli si avvicinò, un foglio con su un bel disegno ed un sorriso orgoglioso in volto.

L’Hokage ricambiò il sorriso, prendendo tra le mani il foglio e osservandolo con estremo interesse, posando poi una mano sui capelli della bambina e scompigliandoli affettuosamente, che intanto lo guardava impaziente di un parere.

Le guance rosse e gli occhi che le brillavano, fecero risaltare ancor di più il sorriso che le illuminava il volto.

- Bravissima Naruko-chan, sei molto brava a disegnare.-

Lei rise al complimento, andando poi a sedersi sulle ginocchia del nonno e riprendendo il disegno tra le piccole manine.

- Guarda nonno, siamo io e te!-

Rise solare.

- Lo vedo, siamo proprio noi, ma cosa stiamo facendo?-

Aveva capito subito che erano loro, ma non aveva compreso a pieno cosa stessero combinando.

- Mi stai incoronando Hokage nonno!-

Rispose lei, come fosse la cosa più ovvia del mondo, mentre il erzo sgranò gli occhi.

- Vuoi diventare Hokage?-

Lei annuì convinta.

- Già, così tutti vedranno come sono forte e mi accetteranno per forza.-

Sorrise, ma il sogno che aveva appena dichiarato di voler realizzare fece inumidire gli occhi del vecchio, commosso ed orgoglioso della determinazione e dal buon cuore della bambina.

Altri al suo posto avrebbero odiato il villeggio, mentre lei voleva sforzarsi per farsi accettare così com’era, senza odio o rancore verso le persone che la trattavano male dalla sua nascita.

Hiruzen notò un altro disegno, e quando lo guardò bene non potè che sgranare gli occhi.

Cosa significava?

- Naruko, chi è questo?-

Le chiese, mostrandole il foglio.

La biondina lo guardò, per poi sorridere felice e arrossire un po’.

- Quello è il fratellone buono. Lui mi vuole tanto bene.-

Nonostante il sorriso che le dipingeva il volto, Hiruzen si sentì inquieto, continuando a ripensare al bambino dagli occhi rossi del secondo disegno.

Poi sospirò e, si disse, finche lei è felice, va tutto bene.

Fine Flashback


Il dolore lancinante provocato dalla Kusanagi lo risvegliò dai dolci ricordi in cui era piombato e si impose un contegno.

Non poteva ancora abbandonarsi alla morte, doveva resistere, e trascinare Orochimaru nell’oscurità con se.

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- GAMABUNTA RESISTIIII!!!-

- CI STÒ PROVANDO COSA CREDI?!?!-

Se prima aveva qualche dubbio, ora ne aveva la piena certezza, e Gamabunta le aveva anche dato la conferma: Gaara era un Jinchuuriki come lei.

A quanto pare, era il contenitore dell’Ichibi, il tasso Monocoda, che ora aveva il pieno controllo del rosso.

Per questo Naruko era stata costretta ad evocare Gamabunta, ma anche quest’ultimo stava avendo non pochi problemi contro il Biju, in fondo era sempre una creatura demoniaca.

Inizialmente aveva, per sbaglio, evocato Gamakichi, il figlio del re dei rospi, salvandolo anche da una brutta fine e probabilmente assicurandosi i favori del rospo più grande.

Quando lo aveva evocato, il re non ne voleva sapere di aiutarla, ma quando aveva saputo che le doveva la vita del figlio le cose erano cambiate subito.

Ora si trovava sulla testa del rospo, mentre tentava di parare una zampata del tasso, nel mentre lei provava a svegliare Gaara in modo che ricacciasse indietro il Biju.

Gli occhi di Naruko, comunque, non avevano ancora abbandonato il color rubino caratteristico di quando si arrabbiava, chiaro segno che ancora non si era calmata.

Quel tasso ti stà mettendo alle strette è?

L’ironia della volpe non l’aiutava di certo, ma sicuramente lo faceva per creare un apertura nel cuore di Naruko e prendere il controllo di lei.

”Taci! Nessuno ti ha chiesto nulla!!”

Ma era un impresa tutt’altro che facile, anche se arrabbiata, l’ostinazione che la contraddistingueva non erano facili muri da far crollare.

- Ehi biondina dovremmo sbrigarci, sento che non hai più molto chakra e non potrai tenermi qui ancora per molto!-

- E allora cerca di tenerlo fermo Gamabunta! Non riesco a raggiungerlo altrimenti!!-

- È una parola, non ho ne denti ne unghie con cosa lo blocco?!-

La situazione era critica, e ormai non sapeva più che fare.

A nulla erano serviti i suoi tentativi di chiamare Doton e chiedergli aiuto, il drago della terra non aveva risposto.

“Doton dove sei? Ho bisogno del tuo aiuto!”

Tentò ancora, ma stavolta vi fu una risposta, anche se non era certo da chi si aspettava lei.

Doton non può aiutarti durante una prova, devi cavartela da sola.

Si distrasse un secondo, sorpresa di sentire una nuova voce, una distrazione che le fu fatale.

Con la cosa il tasso l’allontanò dal rosso, procurandole un taglio sulla gamba, dal quale iniziò a scorrere il sangue, caldo e rosso come non lo era mai stato.

- Cazzo che male!- imprecò, rialzandosi sulla testa del rospo.

Barcollò un po’, ma ritrovò presto la stabilità e l’equilibrio.

Si pulì il sangue che le colava dal labbro, passandosi una mano sulla coscia e constatando la natura del taglio; lungo ma non profondo, poteva ancora combattere.

Se ti butti sul Biju in questo stato non ne uscirai viva.

“Chi sei stavolta?”

Ormai aveva capito che era uno dei draghi, e immaginava anche di sapere chi.

Suiton, padrona dell’acqua.

Aveva indovinato.

“Bene, allora anche questa è una prova? Avete scelto davvero un pessimo momento per mettermi sotto esame.”

In quanto a tempistica, quei draghi erano davvero pessimi, la esaminavano sempre nei momenti peggiori.

Sei troppo agitata e piena di rabbia per combattere, se continui così morirai senza poter salvare i tuoi amici.

Mentre avveniva la conversazione nella mente della bionda. Gamabunta tentava di tener fermo il tasso di sabbia, creando occasioni per Naruko di agire.

Ma la biondina non faceva nulla.

- Ehi baka vedi di muoverti! Non so quanto resisterò.-

- Gamabunta prendi tempo, devo trovare una soluzione!-

Detto ciò riprese la sua conversazione mentale, convinta che Suiton avesse la risposta.

“Tu sai come potrei fare?”

La risposta stà dentro di te, ma con la mente in quello stato non la troverai mai.

“Che vuoi dire?”

Quando i tuoi occhi riprenderanno il colore dell’acqua, la soluzione ti apparirà. Fai come l’acqua, sempre calma e pura, ma che al momento giusto sa essere distruttiva e impetuosa.

Non credeva di aver ben capito cosa intendesse il drago dell’acqua, ma se in ogni prova doveva immedesimarsi in un elemento, stavolta avrebbe provato ad essere acqua.

Respirò profondamente, cercando di isolarsi da tutto il resto, ignorando i ringhi e le urla, ignorando di essere su un enorme rospo in  movimento.

C’erano soltanto lei ed il battito del suo cuore.

Niente dolore, rabbia, guerra o altro, solamente i battiti calmi e regolari del cuore che le martellava nel petto.

E quando riaprì gli occhi, ormai tornati azzurri, ebbe un lampo di genio degno di Shikamaru.

- Gamabunta presto, allontanati più che puoi.-

Senza alcuna spiegazione, il rospo fece un salto altissimo, distanziando di vari metri il tasso della sabbia.

- Allora si può sapere che ti è preso ora?-

- Hai detto che non riesci a bloccarlo perché non hai a disposizione ne denti ne artigli vero?-

- Esattamente, se ne fossi provvisto riuscirei a farti avvicinare molto più facilmente.-

Naruko sorrise.

- Bene, allora che ne dici di usare la Henge no Jutsu insieme?-

- Sei matta per caso?! Hai troppo poco chakra non puoi farcela!!-

Ma la bionda sorrise, più carica che mai.

- Non preoccuparti per me, basta che tu una volta trasformato tenga fermo quel bestione per un paio di secondi. Possono bastare.-

Il re dei rospi non sembrava molto convinto del piano, ma decise di fidarsi e accettò, anche se dovette mettere la biondina a conoscenza di un particolare.

- Va bene, ma sappi che io non sono per niente bravo nelle trasformazioni, quindi credo che toccherà a te effettuare la tecnica.-

- Non c’è problema! Però sbrighiamoci altrimenti finiremo davvero male.-

Entrambi si misero in posizione, le mani congiunte nei sigilli corretti e col chakra che fluiva al massimo.

Ma Naruko sapeva che il suo da solo non sarebbe bastato, sarebbe morta prima del completamento della tecnica, per cui stavolta aveva bisogno d’aiuto.

“Aiutami! Solo questa volta, ho bisogno di te! Ti prego, Kyuubi-chan…”

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- Ma quella è davvero Naruko-chan?-

Sakura non riusciva a credere hai suoi occhi.

La biondina prima aveva tenuto testa ad un Gaara semi trasformato, poi, quando il rosso era diventato un enorme tasso di sabbia, lei aveva evocato un enorme rospo rosso che sapeva utilizzare le tecniche di spada.

Ora si preparavano ad eseguire chissà quale tecnica, ma di sicuro lo scontro stava volgendo al termine.

“Ma quanto è diventata forte?”

Questo era quello che pensava Sasuke, che ora riusciva a reggersi in piedi, mentre osservava combattere la sua compagna di team, meglio di quanto lui non avesse fatto.

- Credi che ce la farà?-

Le parole della rose gli arrivarono alle orecchie, ma non si voltò a guardarla, troppo concentrato ad osservare la biondina.

- Non lo so, ma spero di sì.-

Tutto ciò che potevano fare era aspettare in silenzio, pregando che la bionda riuscisse dove l’Uchiha aveva fallito.

E poi la videro.

Il rospo venne avvolto da una nuvola di fumo bianco, quando si diradò, al posto dell’anfibio vi era una creatura dalla folta pelliccia rossa, gli occhi rossi e nove code che svolazzavano dietro di lei.

Lunghi denti aguzzi messi in mostra in un ringhio che ricordava un sadico sorriso, gli artigli lunghi e affilati ben piantati nel terreno.

Davanti a loro si presentava la Kyuubi no Yoko in tutto il suo terrificante splendore.

- M-Ma quella…-

Sakura sgranò gli occhi, terrorizzata quanto sorpresa, stringendosi al braccio di Sasuke in cerca di un sostegno.

Anche il moro però era rimasto sotto schok, non aspettandosi una tecnica del genere da parte di Naruko.

Che avesse imparato a controllare la Kitsune1?

- Come ci è riuscita?- lo chiese più a se stesso che ad altri, ma Pakkun, anch’egli stupito, riuscì a rispondergli.

- Non so dove tenesse una riserva di chakra del genere, ma è una trasformazione davvero perfetta.-

Solo alle parole del cane i due ninja si accorsero che, effettivamente, era impossibile che la Kyuubi sprigionasse così poco chakra, nonostante fosse comunque una quantità elevata, un Biju di quel livello doveva essere molto più potente.

- Vuol dire che quello è il rospo trasformato? Ma che cos’ha in mente di fare Naruko-chan?-

- Non lo so, stiamo a vedere che succede.-

Pakkun non potè rispondere a Sakura, per cui non restava loro altra scelta se non restare a guardare, ansiosi e preoccupati per le sorti della bionda.

Anche Sasuke, nonostante cercasse di non darlo a vedere, era in ansia per l’Uzumaki, e in cuor suo sperò ne uscisse tutta intera.

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- GAARA SVEGLIATIIIII!!!-

C’era quasi, ancora un passo e l’avrebbe raggiunto, avrebbe potuto fermare tutta quella follia che stava dilagando intorno a loro, partita dalla disperazione di un ragazzo che non aveva trovato altra via d’uscita se non quella di abbandonarsi alle tenebre.

Perché lei lo sapeva, Gaara era come lei.

Isolato da tutti, senza qualcuno che ti voglia bene ed odiato da tutti.

Era quello il loro destino, la loro maledizione; la maledizione dei Jinchuuriki.

Ma lei non si era arresa, aveva lottato ed ora iniziava ad avvertire un cambiamento nel villaggio, seppur lieve, ma avrebbe fatto si che cambiasse definitivamente.

Perché lei era fatta così, ed avrebbe aiutato anche Gaara ad uscire da quel limbo oscuro.

Gamabunta, con le sembianze della volpe, si era aggrappato con tutta la forza che aveva al tasso, affondando nelle sue carni di sabbia denti ed artigli, premettendole così di avvicinarsi al rosso senza problemi.

Ormai non aveva più chakra in corpo, era stanca ed affaticata, ma avrebbe svegliato il rosso a qualunque costo.

Con le ultime forze si diede una potente spinta, scagliandosi contro il ragazzo della sabbia e dandogli una potente testata.

Il sangue corse veloce sul viso di ognuno, rigandolo come se piangessero calde lacrime di quel liquido vermiglio fuoriuscito dalle ferite.

Gaara spalancò gli occhi per il dolore, riprendendo coscienza di se e tornando alla normalità.

Sia il tasso che Gamabunta scomparvero in una nuvola di fumo, ed i due Jinchuuriki ormai privi di chakra iniziarono a precipitare nel vuoto, rischiando una brutta caduta.

- NARUKO!-

Sasuke avrebbe voluto correre a prenderla per impedirle di cadere, ma i residui dell’ardua battaglia di prima gli limitarono i movimenti.

- Merda!-

Imprecò impotente, mentre osservava la compagna che continuava a precipitare.

- Oh no Gaara.-

Anche Temari osservava il fratello precipitare, stupita che qualcuno fosse riuscito a batterlo.

I due caddero al suolo, anche se meno pesantemente del previsto grazie alle chiome degli albori che avevano attutito la caduta.

Stesa a pancia all’aria, Naruko sorrise, fiera della sua vittoria.

- H-Ho….perso….ucc…idimi.-

Sentì Gaara sussurrare quelle parole, ma scosse la testa in segno negativo.

- No.-

- Per…chè? Chi…perde…socc…ombe…ed io…sono…stanco di…viv…ere…in…questo modo…fa un….favore….a tutti…e uccidimi.-

- Mori..resti per…la felicità…di altri…senza…averla provata..? N-non…devi…farlo! C’è sempre…qualcosa…per cui… valga la pena…di vivere…-

- Ma cosa… ne vuoi sapere…tu?-

L’avrebbe urlato, ma non aveva più forze ormai.

Naruko riuscì a voltarsi verso di lui, e regalò al rosso un sorriso dolce e sincero, uno di quelli che Gaara non aveva mai visto o ricevuto in vita sua.

Lacrime salate iniziarono a solcarle il viso, mischiandosi alla terra e al sangue, ma quel sorriso non si spense.

- Perché anch'io…sono come te…-

Gaara sgranò gli occhi, non potendo credere che qualcuno fosse veramente come lui, che avesse passato quello che aveva passato lui.

- Non ave…vo nessuno…e tutti mi…odiavano…ma non mi sono…arresa…ed ora ho tante persona…per cui vale…la pena di viere… sono certa che…anche tu…hai qualcuno di importante….per cui vivere…-

Per la prima volta, anche il viso di Gaara fu solcato dalle lacrime, quelle gocce salate che rispecchiavano la sua fragilità di ragazzo dal passato difficile, che nascondeva il dolore con la freddezza, dietro una maschera d'impassibilità.

Lei lo aveva capito, e per un attimo, alle parole della bionda, le immagini dei suoi fratelli e del maestro Baki gli avevano attraversato la mente, capendo così che qualcuno da proteggere ce l’aveva pure lui.

Perse i sensi con il dolce sorriso di lei nella mente, poco dopo anche Naruko si addormentò, sfinita.

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Riaprì gli occhi a fatica, le palpebre ancora pesanti pregavano per restare ancora chiuse.

Una luce accecante la costrinse a serrare le palpebre, quando finalmente si era decisa a svegliarsi.

Dopo un po’ si abituò a quella luce e riuscì a mettere a fuoco ciò che la circondava.

Ancora un po’ intontita, si accorse solo dopo di essere nello stesso luogo bianco e pieno di luce in cui apparivano i draghi.

- Doton? Ci sei?-

Provò a chiamare.

- Sono qui padrona.-

Si voltò, trovando a pochi metri da lei il grande drago della terra.

- Doton! Quante volte te lo devo dire di non chiamarmi in quel modo?-

Sorrise, avvicinandosi al drago e poggiano una mano sul muso scaglioso.

Fluttuava nell’aria, come se quel posto non avesse un terreno, e indossava una fascia bianca che le avvolgeva il seno ed una lunga gonna bianca con un vistoso spacco laterale.

Non fece troppo caso all’abbigliamento insolito, che probabilmente aveva sempre avuto in quel luogo ma di cui non si era mai curata, quanto alla nuova presenza che sentiva vicino a lei.

- Brava mi congratulo, sono molto rari quelli che passano la seconda prova.-

Si girò, notando la presenza della padrona dell’acqua poco distante da lei.

- Vuol dire che ho superato anche la seconda prova?-

Suiton annuì.

- Hai messo da parte i sentimenti negativi, l’odio, la rabbia, e hai calmato la mente, trovando una soluzione efficace e vincente.-

- Pochi sono i puri di cuore che non si lasciano dominare dai sentimenti negativi, tu sei una di quelli.- intervenne Doton.

Da prima confusa, Naruko sorrise, abbracciando il drago d’acqua con felicità.

- Vuol dire che d’ora in poi ci sarai anche tu vero?-

Si riferiva al fatto che avrebbe potuto contare anche sul suo aiuto, in caso di necessità, ma anche il fatto di avere una nuova amica la esaltava.

Il drago blu annuì, chinandosi e fissandola negli occhi.-

- D’ora in poi sarò sempre con te, mia giovane padrona dal cuore puro.-

Naruko sorrise, percependo i poteri dell’acqua fluire dentro di lei.

- Sono così felice, ma smettetela di chiamarmi padrona, non mi piace.-

Come Doton prima di lei, anche Suiton rimase confusa da quell’affermazione, ma quando vide Naruko avvicinarsi a loro e sorridere, non potè che ricambiare.

- Noi siamo amici, e d’ora in poi saremo sempre insieme.-

Si accoccolò vicino ai draghi, lasciandosi cullare dai loro profumi fusi insieme; il pungente odore dell’erbetta fresca e quello salino del mare.

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Quando riprese coscienza la prima cosa che sentì, fu un lancinante dolore in tutto il corpo, che le impediva di muoversi.

Poi un odore familiare le arrivò alle narici, anche se il suo povero cervello ci impiegò un po’ a mettere a fuoco la situazione in cui si trovava.

Quando realizzò di essere sulle spalle dell’Uchiha, beatamente sdraiata sulla schiena del compagno, non potè evitare di arrossire leggermente, alzandosi di scatto e rischiando di far cadere entrambi.

- Ben svegliata dobe, possibile che anche da appena sveglia riesci a combinare dei guai?- la canzonò il moro.

- C-Che sta succedendo?! Perché sono sulla tua schiena teme?!-

- Perché eri svenuta e ferita, così Sasuke-kun ha pensato di portarti fino al villaggio.-

La voce con cui Sakura, accanto a loro, lo disse non la tranquillizzò, anzi se possibile le mise ancora più ansia.

- A-ah, bene ora però sono sveglia, QUINDI METTIMI GIÙ!!!

Si dimenò il più possibile, tentando si scendere da quella posizione imbarazzante, ma Sasuke non la voleva lasciare.

Un movimento di troppo le fece rimpianger di non essersene stata buona.

- Stà buona dobe! Sei messa male, non riesci neanche a muoverti da sola, quindi zitta e buona. Stavolta sarò io ad aiutarti.-

Forse per il dolore forse per la stanchezza, Naruko decise di ascoltare l’Uchiha e si rilassò.

Le parole del compagno l’avevano fatta arrossire senza che neanche lei se ne accorgesse, ma poi sorrise grata.

“Forse vuole farsi perdonare per quello che ha combinato?”

Non ne era certa, ma sicuramente quello era un buon inizio.

Ritornati al villaggio, semi distrutto ma senza più segni dei ninja che li avevano attaccati, cercarono i loro compagni ovunque.

Li ritrovarono nei pressi dell’arena e, appena li vide, Naruko iniziò a sbracciarsi dalla schiena dell’Uchiha per farsi vedere, felice che i suoi amici stessero tutti bene.

Quando li raggiunsero però, le facce con cui li accolsero non le piacquero per nulla.

Quei visi scuri, alcuni con gli occhi gonfi e rossi colmi di lacrime, non presagivano niente di buono.

Scese dalle spalle dell’Uchiha e si avvicinò a Shikamaru, che in mezzo a quel gruppo era stato l’unico a farsi avanti.

- Che succede? Cosa sono quelle facce?-

Il Nara non sapeva proprio come dirglielo, ma a salvarlo ci pensò Kakashi.

- Naruko, non è facile da dire, ma…-

Neanche il copia-ninja, di solito freddo ed impassibile, riusciva a dire quelle parole guardando gli occhi cerulei della ragazza.

- Che c’è sensei? Mi stà spaventando.-

Sospirò, decidendo che tanto prima o poi l’avrebbe saputo comunque.

- Il terzo Hokage………è morto.-

Sakura scoppiò in lacrime a quelle parole, Sasuke si pietrificò, entrambi sconvolti da quella spaventosa verità.

La terra le sparì da sotto i piedi e gli occhi le si svuotarono completamente, diventando inespressivi.

Pian piano le lacrimi iniziarono a scorrerle, senza che neanche se ne accorgesse, mischiandosi alla pioggia che pian piano aveva iniziato a cadere dal cielo, anche lui in lacrime per quella triste verità.

Naruko però non aveva, non voleva, realizzare quelle parole che ancora le rimbombavano nella mente.

“Morto………?”
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 









Note:
1- Kitsune: per chi non lo sapesse è volpe in giapponese ^.^











Nel prossimo capitolo:

La guerra ha lasciato il segno nel villaggio ed in Naruko che ancora non può credere alla morte di quello che per lei era sempre stato un nonno.
Riuscirà a risollevarsi?
Intanto, il problema del nuovo Hokage busserà alle porte del concilio dei saggi, che ripiegherà su Jiraya, ma l’eremita è di tutt’altro parere; chi sarà incoronato Godaime Hokage?
Per finire, due uomini misteriosi riescono ad entrare a Konoha, con un chiaro obbiettivo in mente; chi saranno? E cosa vorranno?
Le risposte al prossimo capitolo!!! Mi raccomando non mancate.
  
 





























*Note Autrice*
Ok, potete pure uccidermi per aver fatto morire il terzo, me ne vergogno pure io, ma era così che doveva finire.
Poi se volete lanciarmi i pomodori per quelle schifose scene di battaglia da cui dovrò tenermi alla larga perchè non sono proprio capace di farle, servitevi pure sono a vostra disposizione per insulti e torture varie. >.<
Piccolo avviso: questa storia è quasi finta! XD
O x meglio dire, la prima parte della storia è quasi finita, perchè le avventure di naruko non si concludono certo qui!
Ci saranno ancora tre o quattro capitoli prima della fine, poi si inizierà il seguito.
Vi faccio un piccolo spoiler: la seconda parte riguarderà un viaggio, ma credo che tutti bene o male abbiano capito a cosa mi riferisco XD
Ringrazio che mi segue, specialmente chi recensisce,
un bacio e a tutti e grazie!! Alla prossima! <3
Jeo 95 =3
   
 
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