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Autore: giuliasvoice    12/02/2013    0 recensioni
Dal prologo:
"Mi avvicino all’uomo ripromettendomi di non fare più favori Nicole. “Salve” dico per attirare la sua attenzione. L’uomo si volta, mi si blocca per un attimo il respiro e vedo passare sul suo volto la stessa espressione che doveva esserci in quel momento sul mio mentre vengo trasportata indietro dai ricordi a qualche anno prima, al mio ultimo anno di liceo."
Genere: Commedia | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Liam Payne, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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CAPITOLO 2

Dopo il tempo sprecato a cercare la segreteria decido che è meglio chiedere a qualche studente come trovare l’aula di letteratura.
Al suono della campanella che segna la fine della prima ora decine di studenti si riversano fuori dalle aule. E io comincio a scrutare ogni volto alla ricerca di qualcosa o meglio, qualcuno.
Ammetto che, stupidamente, una parte di me sta cercando il ragazzo di stamattina. Liquido il pensiero con fastidio, non sono il genere di ragazza il cui cervello è unicamente occupato dal genere maschile e il fatto che questo ragazzo, dopo un breve incontro senza importanza sia di nuovo nei miei pensieri mi infastidisce non poco.
Cerco di nuovo di scacciare il pensiero e quando, qualche istante dopo, lo vedo poco lontano, mi avvicino sorridendo, giustificandomi con l’idea che è bene che lo ringrazi. Non sono una maleducata, no?
“Ciao” dico impacciata cercando intanto un modo di cominciare la conversazione.
Lui mi fa un mezzo sorriso, alzando appena un angolo della bocca e non riesco a fare a meno di pensare di nuovo che è davvero carino. “Hey”
“Volevo soltanto ringraziarti per stamattina, insomma, per l’aiuto” dico sistemandomi gli occhiali, gesto che generalmente faccio quando sono nervosa.
“Non c’è problema” risponde alzando la mano e agitandola come a voler liquidare la faccenda come qualcosa di poca importanza.
Sto per chiedergli dove posso trovare l’aula di letteratura ma mi blocco, con la bocca semiaperta in procinto di pronunciare la domanda. È un ragazzo, non la piantina della scuola!
Lui sembra non accorgersi di nulla. “Beh, ora devo andare”dice dopo alcuni secondi di silenzio facendo qualche passo all’indietro “Ah, quasi dimenticavo” aggiunge mentre sta per voltarsi. “Non so il tuo nome”
“Karen” dico arrossendo, di nuovo senza una ragione.
“Allora ciao Karen” dice alzando una mano in segno di saluto.
Rimango qualche altro secondo a fissarlo poi scuoto la testa, irritata e comincio a guadarmi intorno per cercare qualcuno a cui chiedere informazioni.
Odio chiedere informazioni alle persone, per qualche strana ragione mi fa sentire mi fa sentire un’idiota, e poi andare in giro a chiedere informazioni a tutti gli studenti su come raggiungere questa o quell’aula è come stamparsi sulla fronte la scritta “studentessa nuova” a caratteri cubitali, che è quello che sto cercando di evitare.
Metto da parte questi pensieri perché chiedere a qualcuno è l’unica cosa che posso fare se non voglio vagare tutta la giornata per i corridoi e ricomincio a guardarmi intorno.
Vicino agli armadietti ci sono delle coppie che stanno tranquillamente pomiciando come se quello non fosse l’affollato corridoio di una scuola. Nella mia vecchia scuola probabilmente sarebbe arrivato qualche professore o qualche bidello (magari brandendo anche una scopa o qualche attrezzo del genere) a urlare che non era il luogo per fare cose del genere ma qui nessuno sembra farci caso.
Scarto quindi a priori quei ragazzi, sono troppo occupati come d’altronde sembrano tutti in quel corridoio.
C’è chi approfitta di quei pochi minuti per ripassare per l’ora successiva, chi parla con gli amici e chi corre per andare chissà dove.
Continuo a guardarmi in giro domandandomi a chi potrei chiedere finché non vedo un ragazzo da solo vicino ad un armadietto che non sembra stare facendo nulla di importante per quanto non riesca ad vederlo bene essendo parzialmente nascosto dall’anta dell’armadietto aperto.
Mi avvicino. “Scusami” dico toccandogli piano la spalla.
Lui si volta con un sobbalzo e vedo il suo viso, teso in una smorfia quasi spaventata appena si era girato, distendersi in un’espressione più rilassata per poi assumere uno sguardo interrogativo. “Ehm…ci conosciamo?” chiede squadrandomi discretamente con gli occhi castani che incorniciati da qualche ciocca di capelli neri che gli scendono sulla fronte.
“No. Volevo soltanto sapere dov’è l’aula di letteratura con la professoressa…” mi interrompo per guardare il foglio con l’orario delle lezioni, dove era scritto anche il nome dei rispettivi professori. “con la professoressa Hammer” concludo tornando a guardarlo.
“È al secondo piano” dice “Comunque sto andando lì, ho la sua lezione adesso. Se vuoi puoi venire con me” Conclude imbarazzato mentre un lieve rossore gli colora le guancie.
“Certo, grazie” rispondo sorridendo.
“Ok, aspetta un secondo” dice voltandosi verso l’armadietto e prendendo un grosso tomo: Letteratura inglese dal 1800 a oggi. Lo mette nello zaino che ha sulla spalla e da un colpo all’armadietto che si chiude con il tipico clangore del metallo.
“Comunque io sono Karen” dico porgendogli la mano. Lui la stinge con delicatezza. “Zayn”
“Così, ti sei appena trasferita”dice Zayn poco dopo. Non riesco a capire, dal tono, se la sua volesse essere una domanda di circostanza o una semplice affermazione così mi limito a rispondere “Già”.
Lui rimane silenzioso per il breve tragitto che ci separa dalla classe, tenendo lo sguardo basso e le mani nelle tasche dei jeans, è una delle persone più timide che abbia mai incontrato.
Arrivati in classe lo vedo prendere posto quasi in fondo all’aula che è già occupata da qualche studente e dalla professoressa seduta dietro la cattedra. Appena varco la soglia si volta e sorride “Buongiorno” dice “Mi avevano detto che sarebbe arrivata una nuova studentessa. Cole se non sbaglio, Karen Cole. È giusto?” chiede continuando a sorridere. Io annuisco. “Molto bene, può prendere posto…” si interrompe per guardare l’aula che oramai si era riempita quasi del tutto alla ricerca di un posto libero “Ecco, lì vicino al signor Malik” dice indicando Zayn. “Se alla fine della lezione volesse fermarsi qualche minuto con me, vorrei discutere del programma in modo che possa controllare se ci sono argomenti che ha già trattato o se qualcosa le manca”
“Certo” dico annuendo prima di andarmi a sedere nel posto vuoto accanto a Zayn. Sta scarabocchiando qualcosa sul quaderno ma appena giro lo sguardo verso di lui lo chiude di scatto e lo spinge via poi si volta verso di me con un sorriso imbarazzato e abbassa lo sguardo.
Inarco un sopracciglio, perplessa dallo strano comportamento di Zayn ma non indago oltre. Prendo un quaderno e una penna dalla borsa e comincio a fare qualche scarabocchio insensato nell’attesa che cominci la lezione.
La mia mente comincia a vagare e va inevitabilmente a…a…non so nemmeno il suo nome e penso di nuovo a lui!
Mi sento come la protagonista di qualche storiella per ragazzine, io non sono così! Mi sono sempre fregiata di essere una ragazza atipica dal  punto di vista sentimentale. Non sono il tipo da sogni rosa e sospiri perciò di nuovo penso a quanto il mio comportamento sia inspiegabile.
Il pensiero di quel ragazzo mi irrita ancora. Involontariamente stringo la penna e scarabocchio violentemente il foglio. Vedo con la coda dell’occhio Zayn lanciarmi un’occhiata perplessa e girare frettolosamente lo sguardo notando che mi ero accorta del suo sguardo.
Strappo dal quaderno la pagina, ormai inutilizzabile e comincio ad ascoltare la lezione che mi accorgo solo ora essere cominciata da qualche minuto.
La professoressa Hammer ha una voce molto acuta e, anche mentre spiega ha modi e toni gentili. Vedo la maggior parte degli studenti stranamente attenti alla lezione. Mi giro verso Zayn e vedo che non sta seguendo, ha di nuovo il quaderno davanti e sta disegnando. È solo uno schizzo fatto a penna di una città, e sullo sfondo si intravede una struttura appuntita, la Tour Eiffel a Parigi.
“È bellissimo” dico senza riuscire a trattenermi.
Lui si volta sobbalzando e chiude il quaderno con violenza. “Grazie” dice con un tono quasi arrabbiato. Mette il quaderno in cartella che sposta tra le sue gambe e il banco e per il resto della lezione rimane con lo sguardo fisso sulla professoressa. Sembra una statua di cera.
Alla fine della lezione chiude rapidamente la cartella ed esce dall’aula senza dirmi una parola.
Rimango basita per il suo comportamento ma ammetto anche un po’ dispiaciuta nonostante trovi assurdo che mi dispiaccia per il comportamento di una persona con cui ho scambiato poco più di una decina di parole.
Mi alzo sospirando, mi sembrava strano che stesse andando tutto bene.

 
 
Salve :)
Beh…ecco Zayn, questo capitolo serviva principalmente a presentare lui. Inizialmente il pezzo con la sua entrata in scena doveva essere più breve e dovevo inserire in questo capitolo altre cose ma alla fine è uscito così :P
Spero comunque che il capitolo vi sia piaciuto e non sia stato noioso (?). Recensite se vi va e fatemi sapere come vi è sembrato :D
P.S.: Scusate per il titolo del capitolo, mi rendo conto che non è un granchè ma sinceramente non avevo altre idee...
  
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