[ In fondo, pensò, non è così male. Io muoio, nessuno si dovrà più
preoccupare per me… ma non aveva fatto i calcoli di tutta la gente che l’amava,
la stimava e le voleva bene.
No, non era ancora arrivata la sua ora. Un giorno, forse, ma non quello.
]
Sbatté le palpebre più volte. Dove diavolo era finita?
Non lo sapeva, sentiva solo tanto dolore alla spalla destra. Provò ad allungare
un braccio per tastarsela, ma non poté fare niente, aveva le braccia legate.
<< Buon giorno mocciosetta… >> La salutò
un uomo, con i capelli biondi e gli occhi verde acido, passandole davanti.
Soana non rispose, sebbene avesse la bocca libera.
Moriko le sorrise. Le mise davanti una ciotola rustica
di legno, con dentro un liquido tutt’altro che invitante. Soana trattenne un
conato di vomito a stento.
<< È inutile che fai la schizzinosa mocciosa.
Starai qui molto tempo, non è il caso che quando arriveranno ti trovino morta
di fame. È insensato fare l’eroina. >> Spiegò con un sorriso per niente
rassicurante l’uomo. Soana fece una smorfia stizzita. Accettare quel cibo
sarebbe equivalso a dipendere del tutto da quelli lì, e lei non dipendeva da
nessuno.
Rimase seduta composta immobile. Lo sguardo alto e
fiero. Non si sarebbe mai e poi mai abbassata a mangiare quella roba.
XXX
<< Dobbiamo fare qualcosa. >> Continuava a
ripetere Trunks, camminando avanti e indietro nella sua camera.
Nihal aveva passato tutta la notte a piangere. Si
sentiva persa senza la sua sorellona. Ogni tanto si fermava, sussurrava il nome
della sua gemella, poi ricominciava a piangere. Videl era seduta su uno dei
quattro letti, la testa in mezzo alle ginocchia, che si dondolava disperata
quanto Nihal.
<< Sì, sono d’accordo. >> Esplose ad un
certo punto Goten. Saltò in piedi e si mise al fianco dell’amico.
<< Voi non potete fare nulla. Tocca a me… tocca
a me… >> Sussurrò Videl, tenendosi le mani piantate sulle tempie.
<< Videl… non sei sola… non devi affondare tutto
da sola, lo sai… >> Gohan le si avvicinò e la tenne stretta tra le sue
braccia. Lei strusciò la testa sul suo petto per cercare un po’ di forza, poi
un fulmine le passò nella mente.
<< Nihal, tesoro, riusciresti a metterti in
contatto con tua sorella? >> Chiese con un soffio la ragazza, stringendo
i pugni fino a quasi conficcarsi le unghie nella carne.
Nihal la guardò con gli occhioni viola spalancati, per
poi annuire debolmente.
<< Credo di sì… >> Rispose sussurrando.
Videl si alzò in piedi e andò dalla bambina.
<< Allora fallo, cerca di capire il più
possibile, okay? >> Le mise una mano tra i capelli lisci. La piccola si
asciugò le lacrime e chiuse gli occhi.
Tutti in quella camera rimasero con il fiato sospeso a
fissare quella bambina seduta a gambe incrociate a terra e con le mani giunte.
Dopo qualche minuto, sul volto della bambina si aprì
un sorriso. Spalancò gli occhioni viola e guardò negli occhi tutti i presenti
in quella camera.
<< Sta bene. Sta su delle montagne, ma non sa
bene dove. Ha detto che ogni tanto si farà sentire. >> Raccontò, sempre
con il sorriso sulle labbra. I presenti tirarono un profondo sospiro di
sollievo, rincuorati.
<< Dobbiamo andare a cercarla. >> Borbottò
Kyra. Gli altri annuirono.
<< Sì! Avete ragione. Vado a dirlo alla mamma.
Aspettatemi qui. >> Angel si alzò in piedi e uscì dalla stanza, prendendo
a correre per i corridoi.
<< Se le fanno qualcosa giuro che li ammazzo. >> Ringhiò Trunks. Kyra e Videl lo guardarono
dolcemente. Gli sorrisero. E quando il bambino si accorse di quello che aveva
detto, diventato tutto rosso, Kyra gli scompigliò i capelli lilla.
<< Le vuoi proprio bene… >> Gli sussurrò
la bionda, sedendosi a terra accanto a lui. Il bambino distolse lo sguardo,
però annuì. << La troveremo. Stai tranquillo. >> Continuò,
mettendogli una mano sulla spalla. Di nuovo, lui annuì.
Dopo poco arrivò Angel tutta trafelata.
<< Mamma ha detto che manderà i suoi uomini
nelle ricerche. Ci ha proibito di intervenire. >> Ansimò. Evidentemente
aveva corso per allontanarsi dalla madre urlante. Videl divenne dura in volto.
Nessuno, neanche sua madre, le avrebbe impedito di salvare quella bambina.
<< Non mi importa. Io vado lo stesso. >>
Disse infatti duramente. Kyra sorrise e le si avvicinò.
<< Io sono con te. >> Si alzò e le prese
la mano per farle forza. Dopo di lei anche gli altri si unirono a Videl
nell’impresa di salvare la bambina.
Uscirono compatti dalla stanza, per dirigersi
all’osservatorio al quarto piano.
La stanza era circolare, le pareti tempestate di luci
e una parte di parete era trasparente.
<< Qui c’è tutto quello che ci può servire.
>> Annunciò solennemente Angel, andando ala parete trasparente. <<
La cosa bella è che nessuno può sapere che siamo qui dentro se non entra
direttamente in stanza. >> Continuò, mettendo una mano sul vetro.
Videl prese una cartina e si sedette dietro alla
scrivania in mezzo alla saletta. Chiamò tutti attorno a lei.
<< Allora. Montagne… ci sono sia ad est che a
nord. Dovremo dividerci. Trunks, Goten, Chris e Gohan, voi andrete a nord. Io,
Angel, Nihal e Kyra andremo a est. Partiamo appena dopo pranzo, capito.
>> Dettò con il sangue che le ribolliva nelle vene. Non vedeva l’ora di
andare a salvare quella bambina. Se fosse stato per lei, sarebbero partiti
anche in quel momento, ma capiva che avevano bisogno di riposarsi. Gli altri
annuirono. La cartina davanti a lei era molto dettagliata. A est si estendeva
la prateria verde e sconfinata fino ad arrivare ad un muro di roccia. A nord
invece, dopo un bosco, il deserto, uno dei più piccoli della loro terra fino a
delle montagne isolate da tutto.
Era mattino presto, circa le 6 e come previsto
dall’avvenimento della sera prima, nessuno era riuscito a chiudere occhio. Dopo
aver riposto accuratamente la cartina in un cassetto della scrivania, scesero a
fare colazione nella sala da pranzo. Mangiarono in silenzio, cosa che sorprese
non poco gli altri pochi presenti nella sala. Si dileguarono appena i piccoli
sayan ebbero finito di mangiare l’ultima brioches.
<< Io non voglio più aspettare. >> Sbottò
Nihal, incrociando le braccia al petto.
<< Dobbiamo riposare. E poi stai tranquilla,
starà bene tua sorella. È una bimba forte. >> Provò a convincerla Videl.
<< Ma io sto bene! Non ho bisogno di dormire!
>> Ribatté la bambina. Per dimostrare la sua teoria si alzò in volo e
descrisse un ampio cerchio in aria. << Hai visto?! >> Strillò
quando fu più o meno a 4 metri d’altezza. Videl scosse la testa e le diede,
effettivamente, ragione. Nessuno ce la faceva a resistere. Mandò Angel nelle
cucine a prendere delle provviste, e quando tornò, le divisero in due sacche.
Una che avrebbe trasportato Chris, l’altra Angel.
<< Siamo pronti. Se la troviamo, vi avverto io.
Ci siamo? Buona fortuna! >> Videl si alzò in volo, seguita dalla sorella
e dai due bambini. Presero subito il nord, senza guardarsi indietro. Solo un
urlo distolse la Figlia dalla sua missione.
<< VIDEL SCENDI SUBITO! NON POTETE ANDARE A
CERCARLA! >> Era sua madre. Videl andò avanti, voltandosi solo un
secondo.
- Perdonami, ma non posso.
– Per quel secondo che incrociò gli occhi grigi della madre, le sorrise, per
poi tornare a guardare avanti a sé, puntando l’indice verso il punto dove
dovevano andare.
<< A destra, adesso! >> Urlò, girando
proprio mentre le altre tre la seguivano. Erano pronte a tutto pur di salvare
Soana.
XXX
<< Te lo dico per l’ultima volta, mocciosa.
Dimmi in quanti sono! >> Intimò Moriko con in mano un coltello, puntato
alla gola della bambina, che però sembrava non essere spaventata minimamente.
Infatti non rispose. Rimase immobile a fissare un punto indistinto oltre la
spalla dell’uomo, sapendo che da lì a qualche ora sarebbero arrivati i suoi
amici.
<< DIMMELO! >> Urlò furiosamente l’uomo,
spingendo il coltello sul collo candido di Soana. Lei non rispose e non si
mosse minimamente.
<< Moriko… ci serve viva. Stai calmo. >>
Intervenne Alarek, seduto tranquillamente su una sedia rustica in legno. I
gomiti appoggiati al tavolo e gli occhi marroni fissati in quelli gialli della
bambina. Dovette ammettere che era un osso piuttosto duro per la sua età.
<< Non ce la faccio a stare calmo con questa che
non parla. Non avevi detto che sarebbe stata una passeggiata scoprire in quanti
erano? >> Strillò il biondo, lanciando il coltello dall’altra parte della
stanza, infuriato e impotente.
<< Sì, l’avevo detto, ma io mica lo sapevo che
questa qui era un osso duro. >> Rispose mestamente l’altro, fissando
sempre negli occhi la bambina, che aveva sorriso quando il coltello era andato
a piantarsi nella parete di fronte a lei.
<< Dovevamo prendere l’altra allora. >>
Ribatté Moriko, andando a riprendersi il coltello e sedendosi su una sedia.
<< Sarebbe stato inutile. Siamo gemelle.
>> Disse con tono calmo Soana, ben sapendo che li aveva spiazzati
completamente.
<< Allora ce l’ hai la voce mocciosa! >>
Urlò Moriko, fissandola negli occhi e lucidando il suo fidato coltello con un
panno bianco macchiato.
La bambina sorrise innocentemente.
<< Stiamo facendo progressi. Vai a prendere
l’acqua al fiume, qui vicino. Sta finendo la scorta. >> Rispose in tono
normale Alarek, indicando la porta con il capo. Moriko uscì sbattendo la porta.
XXX
<< Soana! Mi ha parlato! >> Strillò ad un
certo punto Nihal, fermandosi di colpo, gli occhi sgranati e il sorriso sulle
labbra.
<< Che ti ha detto? >> La incoraggiò
Videl, affiancandola. La testa le pulsava, il cuore le batteva forte, il
respiro mancava… tutti segni d’impazienza.
<< Che vicino alla loro casa c’è un fiume, l’ ha
detto Alarek. E poi mi ha detto che sono due idioti e ha cominciato ad
insultarli. >> Rispose cominciando a saltellare. Avete mai visto una
bambina di cinque anni saltellare in aria mentre vola? No? Beh, era quello che
stava facendo Nihal nel bel mezzo della sua contentezza. Svolazzava da una
parte all’altra, sorridendo e canticchiando.
<< A nord non ci sono fiumi vicino alle
montagne. Dobbiamo avvertire gli altri di raggiungerci. >> Esclamò Kyra,
che con la sua memoria fotografica, aveva ricordato che nella cartina non
c’erano segnati fiumi verso nord. Videl annuì e mandò un messaggio veloce ai
ragazzi, che dopo qualche minuto arrivarono da loro.
<< Che succede? >> Le chiese Gohan
affiancandola.
<< Nihal ha sentito Soana. Ha detto che c’è un
fiume vicino a loro. E a nord non ci sono fiumi vicino alle montagne. >>
Spiegò lei. << Allora, andiamo? Stiamo per entrare nella prateria.
>> Continuò urlando. Con una mano, guidò tutti dietro di lei.
Resisti, piccola. Stiamo arrivando.
XXX
Moriko era seduto davanti a lei, immobile e la fissava
negli occhi, curioso di vedere quanto avrebbe resistito.
<< Si può sapere che cosa diamine stai
combinando? >> Lo rimbeccò l’altro uomo, squadrandolo dall’alto al basso.
<< Voglio vedere fino a quando cede. È da ieri
sera che non mangia. >> Rispose con un sorrisetto di sfida lui, non
distogliendo neanche un secondo lo sguardo da quello di Soana. Effettivamente,
la bambina cominciava a sentire un certo languorino. Cominciava ad aver fame.
Ma aveva deciso di aspettare. Nel giro di poco sarebbero arrivati tutti a
prenderla, sì, Trunks e gli altri. Soprattutto Trunks. Non aveva ancora ben
chiaro il motivo, ma per quanto a volte lo volesse eliminare dalla faccia della
terra, riusciva ad ammirarlo profondamente. Ed era la persona che le mancava di
più in quel momento. Oltre alla sorellina. Chiuse gli occhi e inspirò
profondamente. Avrebbe resistito. Assolutamente, ad ogni costo.
XXX
<< Il fiume! >> Urlò ad un certo punto
Angel, sbattendo meno violentemente le ali nere. Planò dolcemente sulla piana
verde. Si era lentamente fatto mezzo giorno, la traversata era stata lunga e
faticosa. Nihal era stanchissima, ogni secondo chiudeva e riapriva di scatto
gli occhi costringendosi a tenerli aperti. A metà tragitto era quasi caduta a
terra per quanto era stanca. Chris le si era messo sotto e quando la piccola
era caduta, si era trovata a sonnecchiare sulla schiena della possente aquila
reale.
Tutti atterrarono in quella piana.
<< Credo che adesso sia meglio procedere a
piedi. Non lontano da qui c’è un lago, ma non c’erano case. Adesso dobbiamo
solo seguire il corso del fiume fino alla sorgente. >> Spiegò Videl,
facendo fare spaventosi crack alle spalle e alle gambe. Scattò
in avanti, camminando a passo marziale immediatamente seguita dagli altri. La
salita era sempre più ripida. I sassolini le scricchiolavano sotto i pedi, era
stanchissima. Ma non poteva arrendersi. Non poteva arrendersi proprio in quel
momento. Arrancò con la sola forza della disperazione e della rabbia che
muoveva i suoi passi calibrati sulle rocce. Nihal, che nel frattempo si era
svegliata, era la seconda della fila, con gli occhi troppo grandi e troppo
innocenti per sopportare oltre quell’agonia.
Camminarono per circa due ore. In lontananza si
cominciò a notare una casetta di legno, e Videl cominciava a sentire la sempre
più debole aura della bambina. Un’incudine di angoscia le si appoggiò
pesantemente al petto, schiacciandola sotto il suo peso. Non quella bambina!
Aveva patito talmente tanto… cominciò a correre, saltando tutto quello che le
si parava davanti. Quando si trovò davanti alla porta in legno della casetta,
la spalancò con un calcio rabbioso.
<< Videl! >> Strillò con la voce colma di
gioia la bambina dai capelli rosa, legata come un salame appoggiata stancamente
ad una parete.
Videl le sorrise radiosa, poi venne raggiunta dalla
gemellina che si fiondò sulla sorella, abbracciandola.
<< Sei arrivata, finalmente. >> Mormorò
Moriko, con il coltello nella cintura, lucente e inquietante che pendeva dalla
stringa di pelle che gli teneva i pantaloni.
<< Taci. >> Sibilò lei in risposta. Era
talmente arrabbiata che non riusciva a parlare. << Nihal, porta via
Soana. >> Nihal senza battere ciglio annuì e tirò in piedi la gemella.
Quando si trovò di fronte alla porta, però, una voce talmente familiare la
bloccò.
<< Dove credi di andare, tu? >> Sissi non
portava più i suoi soliti vestiti da bambinetta, ma un paio di pantaloni e una
maglietta, come una guerriera.
Nihal posò Soana a terra, delicatamente, per poi
voltarsi con il volto contratto dalla rabbia verso la bambina.
<< Stalle lontana. >> Ordinò con la voce
incrinata. Slegò la sorella e le indicò la porta, dicendole di uscire. Soana
annuì riluttante ed uscì dalla porta. Si scontrò immediatamente con degli occhi
azzurri. I suoi occhi azzurri. Si lanciò con forza verso il bambino
che l’afferrò al volo, stringendola forte.
<< Che bella riunione di famiglia. >> Una
nuova voce in intromise nell’atmosfera quasi felice, facendo contrarre la
mascella ad Angel che si voltò di scatto verso di lei.
Una ragazza dai capelli castani a spazzola e dagli
occhi nocciola stava applaudendo con svogliato interesse alla scena.
<< Che diavolo ci fai tu qui, Fang? >>
Chiese con gli occhi bicolore ridotti a fessure.
<< Non mi presenti neanche? Piacere di
conoscervi, io sono Fang, sorella di Erin e Sissi. >> Sorrise e si
avvicinò ad Angel, che aveva cominciato a ringhiare. Prese velocemente un
pugnale che le pendeva dalla cinta e glielo lanciò in pieno volto. La nuova
ragazza non si mosse e lo afferrò con due dita. << Non sei cambiata per
niente, Angelo. Sei sempre impulsiva e poco femminile… >> Continuò,
facendo cadere il pugnale a terra, sorridendo beffardamente alla ragazza
davanti a lei.
<< Stai zitta! >> Urlò Angel, con il
sangue che le ribolliva nelle vene. Di solito era sempre controllata, ma quella
ragazza le faceva perdere la memoria su tutto quello che le aveva insegnato
Nelgar. Fang aveva circa un paio d’anni in più di lei, e il loro odio era
antico, da quando tutte e due erano ancora nella tenera età dai 10 ai 12 anni.
<< Comincio a capire perché lui
abbia deciso di stare con me piuttosto che con te… >> Continuò
imperterrita l’altra, avvicinandosi a lei. Angel non ci vide più e si scagliò
contro di lei, con gli occhi rossi assetati di sangue e accecati di rabbia.
<< Cosa vuoi da me? >> Chiese, pur sapendo
già la risposta, Videl a Moriko che le si avvicinava inesorabilmente.
<< Il tuo potere. Per la mia bambina. Lei merita
di essere regina. >> Gli occhi della ragazza si spalancarono e si
trasformò nella Figlia, accecata da tutti i sentimenti che provava in quel
momento. Una visione fugace di se stessa al suo matrimonio e della bambina che
giocava con il robottino, per poi lasciare spazio a tutto l’odio che provava
nei confronti di quell’uomo.
Poco lontano da loro, nel retro della casa, Nihal e
Sissi si stavano affrontando in un battaglia all’ultimo sangue. I capelli
biondo cenere della bambina spiccavano in alto, come degli spuntoni, e gli
occhi azzurri erano ridotti a due spilli. Mentre Sissi dava fondo a tutte le
sue armi, Nihal si divertiva sempre di più. Adorava combattere, anche quando si
allenava con Goten.
Qualcuno gli picchiettò la spalla, lui si voltò appena
in tempo per schivare un pugno dritto in faccia. Gohan davanti a sé si trovò un
uomo di stazza abbastanza grossa, quasi calvo ma con un’agilità da non
sottovalutare.
<< Chris, dai da mangiare a Soana, non ce la fa
più. >> Dettò il moro, schivando un secondo pungo dritto al suo occhio
destro.
Tra i due si inscenò una lotta all’ultimo sangue,
mentre Chris tirava fuori dallo zaino, delle provviste da dare alla bambina,
che effettivamente sembrava stremata.
I due bambini le stavano davanti come due guardie del
corpo, mentre Kyra si fiondava sulla porta.
<< Eh no carina, tu stai fuori. >> Lesy le
si parò davanti, tendendo una mano davanti a sé. Anche tra le due, si inscenò
una lotta tra tirature di capelli e colpi bassi. Kyra si trasformò in serafina,
scrocchiando il collo.
Videl non ci vedeva più dalla rabbia. Si scagliò
contro l’uomo urlando, ma questi si spostò all’ultimo momento, facendola andare
a sbattere contro al muro.
<< Dov’è Erin? >> Gli chiese ansimante,
passandosi la lingua sulle labbra. Un sapore conosciuto le punzecchiò la
lingua. Sangue. Evidentemente quando aveva sbattuto contro il muro si era
tagliata. Sentì il sapore del suo sangue invadergli la gola e andare giù, fino
allo stomaco già ribollente di suo. Quel gusto strano la inebriò e si lanciò con
più foga verso l’avversario, che parò il pungo.
<< Al sicuro. Aspetta che io le porti il tuo
potere. E per farlo, devo avere la tua testa. >> Sibilò, per poi
lanciarle il coltellino all’altezza del collo che lei schivò facilmente.
E così… è questa la mia fine? Combattere contro un uomo per salvarmi la
pellaccia? Si chiese rabbiosamente, mentre indirizzava un pugno
nello stomaco dell’uomo.
Uscirono nel prato fuori dalla casa. Tutti erano
impegnati a combattere contro qualcuno. Anche Goten e Trunks si erano dati da
fare, lottando contro due ragazzi di una quindicina d’anni.
La battaglia era in atto, tutti lottavano contro tutti
per salvarsi la pelle, fino a quando uno scossone attraversò da capo a capo la
montagna, facendo cadere tutti a terra.
<< Cos’è stato? >> Urlò Videl alla sua
amica, che si stava ancora scannando con Lesy. La bionda sgranò gli occhi, ma
non fece in tempo ad avvertire la sua migliore amica che Moriko le aveva già
piantato il solito coltellino nell’incavo tra la spalla e il collo. Kyra si
fermò immediatamente, tappandosi la bocca con entrambe le mani.
Da tutt’altra parte, Alarek scattò in una risata
gioiosa, brillante di pura follia.
<< È finita! La Figlia è stata uccisa! >>
Alzò le mani aperte al cielo, facendo voltare di colpo Gohan, che vide in quel
momento la sua ragazza cadere in ginocchio a terra. il sangue che le sgorgava
dalla spalla le stava inzuppando i vestiti. Moriko le tese il collo tirandola
per i capelli, e gli posò il pugnale appena estratto sulla gola.
<< NO! >> Gohan creò una sfera di energia
e la scagliò con rabbia sull’uomo che barcollò all’indietro.
<< Non ti immischiare ragazzino! È scritto nel
destino che questa ragazza dovesse morire. Io sto compiendo il mio dovere.
>> Gli intimò l’uomo, riavvicinandosi alla ragazza stesa a terra senza
forze.
<< Non la toccare. >> Gli rispose il
ragazzo correndo verso di lui. Alarek era ancora troppo impegnato a girare su
se stesso con le palme alzate, per accorgersi che il suo avversario se n’era
andato.
Gohan scivolò sotto la ragazza, mettendosi la testa di
Videl sulle gambe. Le accarezzò dolcemente una guancia ormai quasi bianca. Alzò
di scatto la testa e fissò gli occhi neri in quelli verdi dell’uomo. Appoggiò
il capo della ragazza a terra dolcemente e si alzò. La furia negli occhi neri.
In un secondo, una scarica esplosiva dorata lo avvolse, trasformandolo in Super
Sayan, per poi lasciare delle piccole scariche elettriche percorrergli tutto il
corpo. Mosso dalla disperazione cieca, si scagliò sull’uomo con mosse scoordinate.
Gli altri componenti della squadra, stesero i propri
avversari e si misero ad osservare Gohan. Sembrava una furia, attaccava alla
cieca, mandando a segno meno colpi di quelli che incassava.
Chris si avvicinò lentamente a Videl, pallida e con il
respiro affannoso. Si inginocchiò accanto a lei, e le sollevò la testa. Mise
una mano aperta sulla ferita alla spalla, mentre l’altra le teneva la testa
alzata.
Kyra non aveva occhi che per la sua amica. Le sue
lacrime le rigavano il volto, gli occhi sgranati e la bocca tappata dalle mani.
Si alzò barcollando, si accasciò vicino alla sua amica e di fianco al suo
ragazzo che stava cercando di fare il possibile per lei. Le prese la mano, la
strinse forte, mentre alcune delle sue calde lacrime cadevano sul viso quasi
bianco di Videl. Non poteva evitarlo. Era talmente disperata che le sembrava di
essere sola con lei, la sua migliore amica e la sua bambina. A stento si
accorse di un lieve movimento nella sua mano.
Le lacrime dei serafini hanno molte proprietà curative, tra le quali,
ridare la vita a persone morte da poco tempo.
Ricordando quello che l’anziana che l’aveva allevata
le diceva sempre, si asciugò con il dorso della mano una lacrima, per poi
metterla delicatamente sulla bocca rosa pallido dell’amica.
Molto lentamente, questa aprì i grandi occhi azzurri
innocenti. Si guardò un attimo intorno, per poi posare lo sguardo sulle due
persone che le stavano chinate sopra. Chris sorrideva, mentre con la mano
cercava di curare la ferita alla spalla. Kyra con il sorriso sulle labbra rosse
si chinò sull’amica e l’abbracciò forte.
<< Dove sono? >> Chiese in un sussurro
Videl, provando ad alzare la testa, ma abbandonando immediatamente la missione,
ricadendo malamente a terra.
<< Gohan! Gohan è viva! >> Strillò la
bionda, alzando la testa ad incrociare lo sguardo azzurro del ragazzo.
<< NOOOO! Deve morire! >> Alarek, appresa
la notizia, si fiondò sulla ragazza ancora stesa a terra. Kyra si alzò di
scatto e, con il vestitino bianco macchiato di terra, si mise davanti a lei,
piantando le mani sui fianchi.
<< Dovrai passare sul mio cadavere. >>
Annunciò, ammiccando. Si sentì un risolino da terra, segno che Videl aveva
riso.
<< Togliti ragazzina. Il destino deve compiersi.
Se non per mano Moriko, per mano mia. >> Ribatté, indirizzandole un pugno
in pieno viso, che però non andò a segno. Kyra rispose con un calcio al mento,
alzando solo la gamba. Poi, abbassandola, la appoggiò sulla schiena di Alarek.
Angel era ancora a combattere con Fang.
<< Dimmi la verità. Ti rode che stia con me,
vero? >> Le sibilò all’orecchio, quando le loro lame si incontrarono.
Angel la spinse via con rabbia.
<< Cosa te lo fa pensare? >> Le rispose,
roteando la spada tra le sue mani, sorridendo.
<< Il fatto che tu mi odi. >> La mora
sorrise nuovamente, per poi accanirsi di nuovo verso la ragazza davanti a lei.
Un altro accozzamento agghiacciante di spade.
<< Anche tu mi odi se è per questo. >> Si
mise a girare in tondo, squadrando l’avversaria di vecchia data.
<< Sai, tu e tua sorella siete identiche. Da
quanto mi dice Erin, anche Videl è impulsiva, attaccabrighe, e maschiaccio. La
tua coppia sputata. >> Anche Fang prese a girare in tondo, roteando con
il polso la lunga spada.
<< Non parlare di mia sorella. Non la conosci
neanche! >> Ringhiò Angel, puntandole addosso la punta della sua spada.
<< E tu non conosci Nelgar. Altrimenti sapresti
che lui non ti ama. Non sei il suo tipo. >> Con un cozzare di lame, Fang
abbassò la spada della mora, fissandola negli occhi rossi.
<< E lo saresti tu? >> Rise divertita per
quella battuta, per tornare immediatamente seria. << Ma non farmi ridere.
>> Si scagliò di nuovo contro la ragazza davanti a lei e ricominciò il
solito cozzare raggelante di spade, fatte incontrare con tanta furia da
rischiare di spezzarsi.
Videl continuava a stare sdraiata. Non aveva la forza
di alzarsi in piedi, non in quel momento. Si sentiva debole e scossa da tremoli
brividi lungo la schiena. Era troppo debole.
Con enorme forza di volontà, alzò la testa e vide il
suo ragazzo che combatteva contro Moriko. Doveva essere lei, non lui. Spostò lo
sguardo su Chris, chino su di lei, con la mano aperta sulla sua spalla. Lui le
sorrise incoraggiante.
<< Vedi di riprenderti in fretta sai? Abbiamo
bisogno di te. >> Spiccio e diretto come solo lui sapeva essere.
<< Vedrò cosa posso fare. >> Sorrise e si
abbandonò completamente alla mano che le sorreggeva la testa.
Era talmente stanca. Ma sapeva che non poteva finire
così. C’era ancora qualcosa che doveva fare, sapeva che non poteva rimanere
sdraiata a farsi curare. Sbuffò, poi con un salto si mise in piedi, in piena
forza. Fece tipo un po’ di riscaldamento per le gambe addormentate, poi si
diresse a passo marziale verso Moriko. Scostò Gohan, sorridendogli, per
trovarsi faccia a faccia con quell’uomo. Si fissarono negli occhi, poi a
sorpresa, Videl gli piantò qualcosa in pancia. Un pugnale che aveva preso prima
di andare a cercare Soana. Guardò gli occhi verdi spegnersi di vita davanti a
lei, e provò un piacere immenso. Moriko si accasciò sulla sua spalla senza
vita. Lei lo fece cadere a terra con malagrazia.
Dopo due secondi davanti a lei apparve sua madre.
<< Videl! Cosa diamine è successo qui? >>
Ansimò stanca per la lunga distanza percorsa.
<< Nulla mamma. L’ ho solo ammazzato. >>
Rispose non curante la ragazza, ravvivandosi i capelli corti con una mano.
Jodel rimase un attimo interdetta.
Proprio dietro alla regina si stava materializzando
qualcuno. Il volto e il corpo ricoperto di fumo.
Dopo, si fece vedere. Era una donna, bellissima, con i
lineamenti duri e fanciulleschi, gli occhi azzurri e limpidi, i capelli
neri-blu.
<< Finalmente sei arrivata, figlia mia. >>
Esordì la nuova arrivata, facendo voltare di scatto Jodel e facendola
arretrare.
<< Chi sei? >> Chiese confusa Videl,
guardandola negli occhi.
<< Io sono tua madre, Shayne, la Dea della
Morte. >> Videl sgranò gli occhioni limpidi per poi squadrare la donna da
capo a piedi.
<< Io non mi chiamo Shayne… sono Videl. >>
Riprese la ragazza, incrociando le braccia al petto.
<< Quello è il tuo nome da mortale, figlia mia.
Tu ti chiami Shayne, Principessa della Guerra. >> Tuonò la donna alzando
le braccia lunghe e magre al cielo.
<< Ma… ma… >> Balbettò confusa.
<< Devi scegliere. Venire con tua madre nella
nostra dimora e diventare immortale, o perire con i tuoi assurdi compagni
mortali. Ma sappi, che se con me avrai la tranquillità, rimanendo mortale ti
addosserai tutte le colpe del mondo e sarai costretta a salvarlo. >>
Videl guardò prima la donna, poi i suoi amici, poi di
nuovo la donna. La cosa che desiderava di più al mondo era la tranquillità, la
normalità di una vita normale in una casa normale, per sempre.
Ma dall’altra parte, non poteva abbandonare i suoi
amici. Le uniche persone che l’avevano capita ed aiutata. Non poteva lasciare
Kyra, la sua migliore amica e la persona più importante al mondo per lei. Non
poteva abbandonare Gohan, l’unica persona che avesse mai amato. Non poteva
abbandonare Chris, il suo migliore amico e grande incoraggiatore. Non poteva
abbandonare la sorella, aveva ancora troppe cose da imparare da lei. Non poteva
lasciare le due gemelle, erano come figlie per lei. E non poteva lasciare i due
bambini, che le davano tanta gioia. No, non poteva.
Aveva deciso.
<< Ho deciso, madre. >> Tutti rimasero con
il fiato sospeso.
<< Ebbene? >> La incalzò la Dea,
avvicinandosi già alla figlia.
<< Resto mortale. >> Annunciò,
affiancandosi a Gohan e abbracciandolo. Lui la guardò negli occhi e si chinò a
baciarla. La Dea la fissò negli occhi trucemente, come una madre rifiutata dalla
figlia, poi alzò le braccia e il viso al cielo, chiudendo gli occhi. Videl si
strinse di più al suo ragazzo.
<< Allora, sarai costretta a servirlo e a
salvarlo per sempre, fino a quando non morirai! >> Ululò la donna,
chiudendo le mani a pugni. Fissò bene gli occhi della figlia, odiandola con
tutta se stessa.
Kyra ingoiò un groppo di saliva e si avvicinò a Chris,
terrorizzata.
<< Accetto le condizioni, madre. Rimango qui,
con i miei amici e il mio ragazzo. E non sarai di certo tu a farmi cambiare
idea. >> La ragazza sorrise beffarda, decisa più che mai a rimanere sulla
Terra. Certo, si era resa conto che aveva appena rifiutato l’offerta più
allettante della sua vita. Sapeva che non avrebbe mai avuto una vita normale,
come le altre ragazze, senza diatribe per la testa, senza avere la
consapevolezza di dover salvare il mondo… sapeva che non avrebbe avuto un
attimo di tranquillità. Ma non le importava. Se per essere tranquilla doveva
abbandonare Gohan, Kyra e tutti gli altri, era molto meglio rifiutare l’offerta
e tanti saluti.
<< Molto bene. Ma ricorda. Le tue colpe
graveranno sui tuoi figli, anche a loro verrà assegnato l’increscioso compito
di salvare questo inutile pianeta. Ricordalo sempre, non puoi più tornare
indietro, Shayne. >> Detto questo, la donna venuta dal cielo scomparve,
volando sempre più veloce e sempre più in alto.
<< NON MI CHIAMO SHAYNE! >> Strillò Videl,
prima che sua madre scomparisse completamente dalla sua vista.
<< Wow, ragazzi… >> Balbettò Kyra, ancora
sotto shock. Guardò la sua migliore amica e in lei riconobbe, nei suoi grandi
occhi azzurri, innocenti e bellissimi, tutta la decisione che aveva in corpo.
Sapevano tutti quanto Videl desiderasse una vita come le altre.
Contemporaneamente tutti le si strinsero attorno e l’abbracciarono, facendola
sentire al sicuro.
<< Muori. >> Sibilò Angel a Fang, che
rideva, come per prenderla in giro.
<< Credi davvero che io non desideri la stessa
sorte per te? >> Le rispose inviperita la castana, lanciandosi su di lei
con un fendente laterale, che Angel schivò, con il fiato corto. Il
combattimento corpo a corpo andava avanti ininterrotto da quando si erano
rincontrate.
<< Mai quanto me, credimi. >> Agilmente,
con un piede bloccò la lama dell’avversaria a terra e le calciò in viso,
colpendola in pieno. I tacchi le solcarono una guancia, macchiandola di una
nuova cicatrice. Cominciò a perdere sangue, che cadeva in piccole ed eleganti
gocce sul terreno smosso dalla scossa di prima.
<< Mi hai ferito, ragazzina. Dovrai pagare con
la vita questo affronto. >> Sillabò Fang, mutando gli occhi a due fessure
velenose. Si erano odiate. Si odiavano. Si odieranno sempre. Nemiche per la
pelle. Nemiche per Nelgar. Angel si tastò il ventre. Portava l’erede del loro
odio in pancia. Una creatura nata da un amore forse mai esistito e mai
ricambiato.
Vide con la coda dell’occhio un luccichio alla sua
destra e si scansò appena in tempo per evitare un pugnale dritto alla tempia.
La loro battaglia continuò, fatta di fendenti laterali, pugnali lanciati e
parole affilate, fino a che Angel non cadde a terra, inciampata su una radice
troppo visibile.
<< Alla fine, ha vinto la più forte. >>
Sibilò Fang, abbassandosi al viso di Angel. Le schiacciò il petto con uno
stivale. I loro occhi così diversi erano incatenati in una morsa di ferro.
<< E non mi riferisco solo a questo. >> Sussurrò Fang, ad un soffio
dall’orecchio della nemica. Angel sorrise a forza, poi, con uno sforzo enorme,
storse il piede della ragazza e la fece cadere.
<< Adesso basta. È finita. >> Ringhiò una
voce alle loro spalle. Videl si ergeva in tutta la sue esile figura, che
risultava comunque imponente e spaventosa, dietro di loro con le mani sui
fianchi.
Angel e Fang scattarono in piedi, chiudendo i pugni
davanti ai propri petti.
La nuova Eroina si mise in mezzo alle due ragazze.
<< Fang, tuo padre è morto. Mia madre sta
cancellando la memoria a Sissi e ad Erin, poi toccherà a te. Angel, stai bene?
>> Prima fissò la castana, con astio misto a compassione, poi guardò la
sorella con un sorriso.
<< Sì, perfettamente direi. Allora, la sfida è
finita. Ho vinto. >> Angel sorrise, mentre Jodel le arrivò dietro e le
puntò un unghia alla gola.
<< Non costringermi a farlo, Fang. >> Le
sillabò la donna all’orecchio.
Videl ed Angel risero, genuinamente e spontaneamente.
Si abbracciarono e cominciarono a saltellare come delle bambine felici. Si
unirono anche agli altri, tutti felici che fosse tutto finito.
Videl era contenta, come non lo era da qualche
settimana. Finalmente era finito tutto. Lei era libera, la sua vita poteva
avere un seguito. Certo, sarebbe stato un seguito del tutto movimentato, senza
un solo momento di calma, ma c’erano i suoi amici e il suo Gohan.
Tornarono nella casa di Videl e solo allora lei si
accorse di quanto le era mancata la sua camera, i suoi robottini da
disintegrare… tutta la sua vecchia vita le era mancata terribilmente. Non era
ancora entrata in casa che vide suo padre lavorare alla porta, che aveva
sfondato Vegeta. La ragazza gli corse incontro e lo abbracciò forte. Amava suo
padre. Amava la sua gelosia, amava il suo fare l’orgoglioso, amava tutto di
quell’uomo che le aveva dato tutto. Una scossa al terreno la fece cadere in
braccio al padre. Si scambiò uno sguardo complice a tutti i suoi amici e
sorrise. Si alzò, fece fare un inquietante crack a tutte e 10 le dita e
alzò lo sguardo sui suoi amici e compagni d’avventura.
<< Andiamo a prendere a calci in culo qualcun
altro. >> Sorrise e si alzò in volo seguita immediatamente dagli altri,
che ridevano. Angel, Chris, Kyra, Gohan, Nihal, Soana, Goten e Trunks dietro di
lei la seguivano come un capo.
Atterrarono tutti delicatamente sulla collina della
navicella. Si guardarono intorno, per poi notare un robot grande come una casa.
Era imponente e spaventoso, e per un poco li fece tremare.
<< La Terra sta per essere distrutta! Tremate
davanti a me! >> Gracchiò una voce da una piccola sfera in cima a tutto
il corpo.
<< Okay, testa a palla. Fatti avanti. >>
Lo apostrofò Videl, inarcando un sopracciglio sarcastica.
<< Come osi piccola insolente! Non lo sai tu chi
sono io? >> Rispose la voce da ranocchia.
<< Ehi! È mia sorella. >> La difese Angel,
parandosi davanti alla sorellina. i sayan si trasformarono, Chris chiamò la sua
aquila, Kyra spalancò le sue candide ali. Erano tutti pronti. Pronti per
salvare la Terra, pronti a tutto. Angel si trasformò nel bellissimo e temibile
Angelo Nero, sguainando la spada. Tutti si voltarono verso Videl, che sembrava
valutare la situazione. L’aria era piena di tensione. Palpabile, si poteva
tagliare con un coltello. Alla fine alzò un dito.
<< Tocca a noi, ragazzi. >> Sorrise e si
cambiò in Figlia. si scagliò sul robot con tutta la furia che aveva in corpo. E
credetemi… ce n’era veramente tanta nel suo corpicino perfetto.
Ed ecco, signore e signori…. È finita! Cioè, non ancora.
Manca l’epilogo e mi tolgo dalle balle! (meno male! NdVoi, che già esultate,
con bottiglie di gazzosa in mano e preparando la radio per la festa) Oui madame
e monsieur. Ho finito e vi lascerò in pace con DG per un po’. ^^ ed ora, appena
tornata dal mare, ieri, ecco l’ultimo capitolo!!
Ringraziamenti:
ary22: Sono tornata dal mareeeeeeee!!! ^^
ho aggiornato tardi… ma il mare ha chiamato e non potevo non rispondere. Bene,
come ti sembra quest’ultimo? Fammi sapere, kissoni
chiara46: Bene, eccoti accontentata, belli
che finiti quei due e la piccola Soana finalmente a casa. ^^
Tara: Perdono per il ritardo. Ma
l’importante è aggiornare, no? Vero? Non guardarmi come se volessi ammazzarmi,
non è colpa mia, giuro! ^^ come t’è sembrato? Tvb
Cavolovai: AMICA MIA! Sono tornata ieri, ma
mio fratello aveva assediato il computer e non ho potuto fare ieri. Si è
risolto tutto. Soana di nuovo da Trunks, Angel arrabbiata e Videl che compie il
suo destino. Tutto come predetto, no? ^^ oki, ora devo andare. Bacioni mia
collega preferita. ^^
Finito. ragazzi, che lunga sta storia… ^^ ci vediamo poi
al prossimo capitolo, l’epilogo. È già scritto, non vi preoccupate, aggiornerò
al più presto! E non starò inattiva per molto. Ho già in cantiere una nuova
storia, sull’Originale questa volta.
Bacioni a tutti
Barbycam.