Alcune delle
mie vittime hanno trovato il coraggio di rivolgermi questa domanda:
“Perché
lo fai? Perché uccidi?”
Le mie
scuse sono sempre o “Perché mi diverte”
o “Perché ne ho voglia”, ma la
verità è
ben altra.
La verità è che io sono
innamorato di lei.
Della Morte.
La Morte
è una giovane coi capelli lunghi nerissimi e gli occhi color
delle tenebre.
È
bellissima.
Indossa
sempre un lungo vestito nero, con ricamate delle croci argentate.
Spesso
sulla
sua spalla è appollaiato un corvo dal becco affilato come
una lama.
Lei mi
fa visita ogni volta che le offro un’anima, ogni volta che
uccido.
Mi guarda
e mi sorride, e nello stesso istante spegne una vita.
Ed ogni
volta io mi innamoro di più.
Ho capito
che se la mia vittima rimane sospesa tra la Vita e la Morte lei resta.
Aspetta
fino a che non è ora, fino a che quella persona non si
arrende.
Per questo
ho preso l’abitudine di torturare, prima di uccidere, per
poterla vedere più a
lungo.
Per ammirare la sua bellezza. La Morte è bella,
sì.
Già
dalla
prima volta è riuscita a stregarmi, ad incantarmi.
Ho chiesto
a Phinks, a Kuroro. Loro non riescono a vederla, quando uccidono.
Che
sfortunati...
La Morte
è la creatura più bella ed affascinante che abbia
mai visto, ma anche la più
pericolosa e letale. So perfettamente che la Morte inganna, ma lo sa
fare come
nessun altro è capace. Nemmeno quel mentitore di Hisoka, con
le sue doti di
illusionista.
Aspetto solo
lei...
“Su, quanto
ci metti ad arrivare? Sei in ritardo.”
E lei arriva,
coi suoi lunghi capelli neri e i suoi occhi color delle tenebre.
Il corvo
gracchia e vola sullo schienale della sedia accanto a me,
appollaiandosi su di
esso. Adoro i corvi, sono il mio “animale totem”:
mi assomigliano.
Un uccello
di quella specie sarebbe il mio perfetto compagno animale.
Lei invece
mi viene vicino e mi sorride.
Lo stesso
sorriso che mi rivolse la prima volta.
Un sorriso
che farebbe rabbrividire qualsiasi essere umano, ma che a me piace da
morire. Come
lei. Anche lei mi piace tanto, troppo.
-Hai un’altra
vita da offrirmi, Feitan?-