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Autore: Nocturnia    14/02/2013    6 recensioni
Perché la crudeltà di San Valentino non risparmia nessuno a Gotham: neppure i mostri che lei stessa aveva generato
Genere: Introspettivo, Malinconico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Harley Quinn, Joker, Mr Freeze, Poison Ivy, Un po' tutti
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Disclaimer: Bruce Wayne, Selina Kyle e tutti gli altri personaggi appartengono a Bob Kane, alla DC Comics e a chi detiene i diritti sull'opera. Questa storia è stata scritta per puro diletto personale, pertanto non ha alcun fine lucrativo. Nessun copyright si ritiene leso. L’intreccio qui descritto rappresenta invece copyright dell'autrice (Nocturnia) e non ne è ammessa la citazione altrove, a meno che non sia autorizzata dalla stessa tramite permesso scritto.


"L'amore è l'egoismo in due."

- Stanislas de Boufflers -

L'amore che chiedi

#1 biglietto

È un mazzo di rose sfiorite quello che stringi tra le mani.
È un cuore vivo, pulsante, sanguinante quello che ti regala un incubo a occhi aperti: ogni notte.
Hai la pistola in pugno e gocciola ancora tutto quel plasma, quel crudo veleno da cui non puoi - non vuoi - liberarti.
"Mi ami?"
Il pagliaccio ti omaggia con un sorriso asimmetrico, quasi scanzonato.
"Conosci la storia dello scorpione e della rana, Harley?"
vorresti urlare la conosco.
"La conosci, Harley?" insiste, frugandoti la pupilla contratta.
Crolli in ginocchio, lasciando scivolare via lacrime e pezzi di cuore.
Ti sfiora i capelli, disegnandoci un filo scarlatto.
"Allora: c'erano una rana e uno scorpione. La rana doveva attraversare il fiume e lo scorpione si offrì di aiutarla, caricandosela sul dorso..."
Chiudi gli occhi, aspettando la puntura di uno scorpione letale e impietoso: uno scorpione che non poteva sfuggire alla sua natura di uomo e clown.
Di te, solo le briciole d'una rana sciocca e innamorata.

#2 biglietto

"Buon San Valentino, Barbara."
È gentile Dick.
È una mano calda sulla schiena e un sorriso rassicurante durante la cena.
Parla e parla, divorando ogni pietanza come se fosse l'ultima.
Ti è sempre piaciuto questo suo essere così...aperto.
Cresciuto all'ombra di un pipistrello schivo e brutale, Grayson è l'incedere feroce del predatore e il volto pulito dell'equilibrio.
Gli orecchini che ti ha regalato splendono tra i riflessi sanguigni dei tuoi capelli, rimandando l'immagine di una donna bellissima e morbida.
"Ti aiuto?"
Non c'è traccia di pietà nelle sue parole, eppure ti senti così grande, così...scomoda.
"No, grazie Dick." gli appoggi la fronte sul braccio, sorridendogli "Ce la faccio."
La carrozzina scivola con facilità tra un tavolo e l'altro, ma l'imbarazzo - l'umiliazione - è la stessa della prima volta.
Fa male: ha sempre fatto male.
Quando arrivate a casa, ti accoglie con un mazzo di dalie e un bacio dal sapore salato delle tue lacrime.
Sospiri sulle sue labbra, desiderandolo con un'intensità quasi palpabile.
Fa l'amore con te al buio, perché conosce - comprende - l'agonia di un corpo spezzato.
L'agonia d'un cuore intrappolato in una prigione di carne e ossa.

#3 biglietto

È un rullio continuo e fastidioso nella testa.
È un ronzio alternato, una corrente incostante e vibrante.
La bilancia ha perso il suo braccio e ora penzola tristemente da una sola parte.
La pioggia continua a cadere, un manto d'acqua pigro e troppo fitto per vedervi attraverso.
Spazzi il tribunale con uno sguardo assente, distratto, mentre la moneta continua a cadere, ancora e ancora.
La fissi, ma il risultato è sempre lo stesso: testa.
Una parte di te, quella di sinistra, vorrebbe infuriarsi e scendere per le strade di Gotham sparando, giusto per irritare un po' quel pipistrello arrogante e traditore.
Sospiri: lei non avrebbe voluto così.
Ti alzi, incrociando le mani dietro la schiena e scrutando quel buco senza fondo che era Gotham.
E' vestita a festa, la puttana, ma a te regala sono gli avanzi, gli scarti: le cose fatte a metà.
Chini il capo, promettendoti che questa sarà l'ultima volta, l'ultimo tentativo.
Fai schioccare le dita e la moneta ruota nell'aria, depositandosi poi sul tuo palmo aperto.
Scopri i denti in un sorriso amaro: testa.
Controlli le pistole al tuo fianco e rivolgi un ultimo sguardo alla sua foto, capelli bruni e tutta la testardaggine d'una vera femmina tra i suoi lineamenti distesi.
Ti prendi un momento solo per te, prima d'uscire e tornare a essere 'lo sfregiato' o, come simpaticamente ti avevano ribattezzato, 'Due Facce'.
La moneta ruota ancora, ma il risultato pare non cambiare mai.
Forse, alla fine, era davvero lei il lato giusto della medaglia, la libra equa d'ogni sentimento.
Il giudizio inappellabile di un cuore che era bruciato troppo in fretta: assieme al tuo.

#4 biglietto

Ha sempre avuto questo odore nauseabondo Gotham?
Puzza di decadenza e polvere, il marcio d'una città che si sta decomponendo dall'interno.
Vomita uomini per le strade, ma a te paiono solo fantocci di carne e sangue.
Un fiordaliso ti sfiora il polso, in una carezza delicata e soffice.
Sorridi.
Loro ti capiscono: ti hanno sempre capita.
Sospiri: San Valentino è un lago di sangue per i tuoi poveri figli.
Vengono recisi, violati, usati e poi buttati.
Digrigni i denti in un lugubre crick crick, lasciando fiorire un lilium dai petali rossastri e il nucleo purpureo.
Gocciolano i tuoi figli, piangendo per la sorte dei loro fratelli.
Appoggi le mani alla finestra della vecchia fabbrica, osservando Gotham e la sagoma di un pipistrello nel cielo.

"Dovresti proprio trovarti un fidanzato, fattelo dire Pam."

Serri le palpebre in un moto di stizza, mentre una pianta carnivora schiude la bocca in un ruggito irato, facendosi specchio dei tuoi sentimenti.
Selina era solo una gatta stupida e troppo presa da un topo con le ali per accettare la verità: lei non poteva - non voleva - amare.
Era come i suoi figli Poison Ivy, un fiore bellissimo a cui avevano strappato la primavera troppo presto.
Ti eri lasciata scivolare lungo il muro, abbracciando un rosa appena germogliata.
Forse, questo che era tutto l'amore che avresti mai ricevuto: e, per adesso, poteva bastare.

#5 biglietto

Sei il Re d'una distesa di ghiaccio e morte, fiocchi sottili come lacrime e il freddo d'un amore anestetizzato.
Dietro una teca di ricordi e vetro giace il tuo cuore, un pugno di cavità ferme da troppo tempo per essere ancora autentiche.
Mormori il suo nome e diventa solido nell'aria quello squarcio di passato, tra le ciglia cristalli di sale e occhi ciechi.
Nora Fries è un corpo vuoto e una stilla tra le pareti della tua mente, un pungolo sottile come l'inverno e altrettanto doloroso.
Non hai paura del gelo e appoggi le mani sulla superficie della capsula, depositandovi un leggero bacio dal sapore della neve.
Gotham brilla di mille luci e di troppi fuochi per poter essere definita davvero 'casa'.
È il calore di una candela appena accesa, un nastro per un regalo speciale, oppure il baluginio d'una ilarità condivisa.
Chiudi gli occhi e la rivedi tutta quella luce, capelli biondi e sorriso sempiterno.
Chiudi gli occhi ed è un filo traslucido a sporcarti la guancia, ustionandoti con un calore estraneo.
Fuori, la notte sta quasi per finire: dentro, un cuore incapace di schiudersi.

#6 biglietto

"Perché tutti si fanno regali? Che razza di giorno è?"
Bruce appoggia una custodia in velluto blu sul tavolino, lasciando brillare la collana al suo interno.
"Non sarà mica per quella ladra, vero?"
Rotea gli occhi al cielo il pipistrello, guardando supplice Alfred.
Il maggiordomo nota l'occhiata, ma ignora la richiesta d'aiuto, uscendo dalla stanza con un sorriso sottile sulle labbra.
Bruce sospira, ma non ti risponde ancora, togliendosi la giacca e poi la camicia.
"È San Valentino, Damian. A Gotham, come nella maggior parte del mondo occidentale, è uso comune considerarlo il giorno degli innamorati."
Interdetto, incroci le braccia al petto.
"Quindi?"
Bruce inspira profondamente e cerca qualcosa nell'armadio.
"Quindi, quando raggiungerai l'adolescenza, che tutte le divinità ci aiutino, capirai che ci sono alcune festività gradevoli oltre quelle che ti ha insegnato tuo nonno."
Aggrotti le sopracciglia, ancora più confuso.
"Quando ero con mia madre, l'unica cosa che abbiamo mai celebrato è stato il ritorno del nonno dalla Fossa di Lazzaro. Oh, certo: anche quando ho ucciso il mio primo uomo."
Bruce espira rumorosamente.
"Damian..."
Sfiori con lo sguardo il filo di smeraldi che emerge tra le ombre della stanza, socchiudendo la bocca per un sospiro sfibrato.
Percepisci l'iride artica di Bruce sulla tua pelle, ma è a Talia - madre, mentore, nemica - che vanno i tuoi pensieri.

"Scegli, Damian: o la causa, oppure tuo padre."

Bruce ti poggia una mano sulla spalla, ma la scacci come si fa con gli insetti particolarmente fastidiosi.
"Vado a giocare a scacchi con Alfred: sia mai che un maggiordomo mi batta con le sue mosse da quattro soldi."

 "Vattene, uccellino, prima che ti spezzi le ali. E non mi importa niente se poi corri dal tuo paparino."

Stringi le dita in un pugno chiuso, abbassando il capo.
Alfred ti porge un biscotto e dispone la scacchiera, mentre senti la porta della caverna aprirsi.
Ci sarà mai spazio per te, Damian?

Non lo so.

E decidi che San Valentino è solo l'ennesima buco nel cuore.


Nota dell'autrice. Per chi approdasse prima su questa che sull'altra, vi rimando al nucleo originale di questa piccola one-shot di San Valentino, ovvero L'illusione del cuore.
   
 
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