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Autore: Phanty_Minnie    15/02/2013    7 recensioni
...Per alcuni quindi ero la puttana repressa…per altri ero l’angelo innocente. Io…non ero nessuno dei due...[cap-1]
2min
Genere: Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Quasi tutti
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Avevo ancora gli occhi chiusi, lentamente stavo abbandonando il dolce sonno. Sapete quel momento in cui stai per svegliarti ma non del tutto? Quel momento in cui non sai se quello che senti è la realtà o frutto di un sogno che ti sta abbandonando? Ecco, era così che mi sentivo. Una strana sensazione, piacevole, che in quei giorni non avevo mai avuto in quei determinati momenti. Cercai nella mia mente, cercai di riacquistare il tatto, l’olfatto, l’udito ma non la vista, gli occhi erano ancora stancamente chiusi. Poi lo percepii…percepii quella sensazione a me nuova…era calore. Ma non solo fisico…si, le mie braccia sentivano un corpo caldo stretto al mio è vero, l’udito sentiva il calore di due cuori che battevano quasi all’unisono, l’olfatto sentiva l’odore dolce di un caldo sospiro sul mio viso, ma il calore che sentivo era nell’anima. Decisi di aprire lentamente gli occhi, non convinto se fosse realtà la moltitudine di emozioni che in quel momento mi stavano esplodendo dentro. E poi lo vidi, lui, Minho, con gli occhi chiusi, con il viso a pochi centimetri dal mio, con il corpo stretto al mio. Lo guardai, ripresi il senso della vista e lo misi a fuoco. Persi il respiro, come un flash tutto quello che successe il giorno prima mi investì senza pensare al mio povero cuore che iniziò a battere all’impazzata. Era bello, lui era bello, ed io ero innamorato di quella bellezza che vedevo solo io, non quella fisica, ma di quella interna. Quella che captavo in un suo sguardo, in un suo sorriso, in un suo gesto. E non me ne accorsi, non mi accorsi che proprio in quel momento quei grandi occhi scuri mi stavano fissando e che quel sorriso era solo per me.

“Buongiorno Taemin-ah”

Quella voce, quella sua espressione, così diversa dai giorni precedenti così infernali. Trattenni il fiato, poi lo rilasciai lentamente. Lo strinsi più forte e nascosi il viso sul suo petto ispirando il suo profumo, aderendo a quel corpo che tanto mi era mancato. Lo sussurrai quasi

“Buongiorno Hyung…”

E con una mano mi accarezzò la nuca, per poi alzarmi il viso lentamente e scrutarmi nel profondo

“Che succede Taemin-ah?”

Sembrava preoccupato, ed io sorrisi della sua espressione. Scossi la testa per quanto possibile in quella posizione e cercai di trovare le parole giuste

“Niente Hyung è che…non mi sembra possibile. Questi giorni sono stati l’inferno, mi svegliavo distrutto, mi sentivo morire, e adesso, da un momento all’altro mi sveglio così, qui, abbracciato a te…devo…devo solo abituarmi…”

Sorrise appena, con gli occhi socchiusi, sembrava passare con lo sguardo ogni singolo centimetro del mio viso, ma d’altronde lo stavo facendo anche io. Iniziò ad accarezzarmi lentamente i capelli, mentre la sua voce roca dopo il sonno si abbassò di qualche tono

“E perché? Infondo è già capitato di abbracciarci e dormire insieme in passato no?”

Già, era successo più di qualche volta, ed io da cieco che ero non mi rendevo conto quanto nell’inconscio fossero importanti per me quei momenti, quei contatti fisici con lui. Annuii lentamente e mi morsi il labbro inferiore spostando lo sguardo. Dovevo averne la conferma, dovevo avere la conferma che quello che era successo la sera prima era tutto reale. Così sorrisi ancora e parlai più a me stesso che a lui, anche se il mio tono era perfettamente udibile

“Si Hyung è vero…ma prima non facevamo questo…”

Mi presi mezzo secondo ed avvicinai le mie labbra alle sue timoroso di scoprire che mi ero immaginato tutto. Invece neanche due secondi dopo sentii la sua mano dietro la testa avvicinarmi alla sua, e schiudere le labbra mordendo le mie per approfondire quel bacio. Si…era tutto vero…tutto maledettamente vero. Quel bacio era ossigeno per me, e se avessi potuto lo avrei fatto durare all’infinito. Era un lento assaggiarsi, esplorarsi, perdersi nei nostri respiri, nelle nostre bocche incollate che si muovevano come se seguissero una stessa identica musica, un lento per l’esattezza. Senza accorgermene incrociai le mie gambe con le sue, stringendo la sua maglietta tra le dita. Dio, avrei voluto assorbirlo, non lasciarlo andare, farlo diventare parte integrante del mio corpo, della mia anima e del mio cuore…no, degli ultimi due già c’era. Uscii un mugolio involontario dalle mie labbra, mi vergognai a morte, sentii il suo sorriso tra le mie labbra, ma non feci in tempo a dire nulla che

“Yaaahhh santo cielo siamo in pieno giorno, datevi un contegno! E Taemin, trattieniti, non li voglio sentire i tuoi versetti!”

Lo strilletto acuto di Kibum ci fece sobbalzare, ci strappò dal nostro mondo. Neanche realizzammo la situazione, automaticamente ci staccammo, Minho si alzò di scatto seduto sul letto, io mi nascosi con le coperte fino al naso, probabilmente di una tonalità di rosso non esistente in natura. Kibum se ne stava con le mani sugli occhi e la testa bassa, come un bambino in punizione, la sua voce uscì ovattata tra le dita

“Siete presentabili?”

Minho sbuffò ed alzò leggermente il tono di voce tra l’esasperato e l’infastidito

“Kibum, ci stavamo solo baciando!”

In quel momento ci fu un momento di silenzio. Io alle sue parole squittii imbarazzato, Kibum lentamente abbassò le mani dal viso con il volto soddisfatto, Minho sembrò irrigidirsi delle sue stesse parole. Forse era stupido da pensare, ma detto così, ad alta voce, sembrava la cosa più normale del mondo anche per lui, che da quello che aveva detto il giorno prima in preda al suo crollo emotivo, non sapeva come gestire. C’era poco da girarci intorno, io ero un ragazzo, lui era un ragazzo, e di certo non avremmo avuto vita facile, anzi, eravamo stati già fin troppo fortunati. A quei pensieri mi si strinse lo stomaco…come avremmo fatto con tutto il resto del mondo? Cosa avrei fatto quando sul palco avrei avuto voglia di baciarlo, o di guardarlo. Il fan service non bastava, c’era un limite anche a quello, quindi avrei lottato contro me stesso per contenermi. Ma in quel momento i miei pensieri furono sostituiti dal sorriso di Kibum e dalle sue braccia incrociate in petto quasi spazientito, infine dalla sua voce dolce

“Quindi alla fine ce l’avete fatta brutti idioti che non siete altro…”

Scosse la testa con quel sorriso perenne sul viso, era proprio la mia umma. Sentii gli occhi pizzicare ma mi trattenni, lentamente abbassai quel lenzuolo che avevo usato come protezione e mi sedetti anche io. No, con loro non avevo bisogno di proteggermi da niente. Sorrisi a mia volta, mentre i miei occhi si posarono sul profilo di Minho. Fissava un punto indefinito, sembrava pensieroso ma con il viso rilassato e tranquillo. Non rispondemmo a Kibum, continuò lui per noi

“Bene…vado a dare la buona notizia agli altri, così potremmo riprendere a respirare tutti ok?”

Fece per uscire, ma poi si bloccò sulla porta e ci rivolse un sorriso tanto smagliante quanto furbo

“E non vi stavate SOLO baciando, sembravate due scimmie in calo-“

Minho lo bloccò urlando il suo nome, mentre gli tirava dietro un cuscino che Key schivò con grazia prima di sparire dalla nostra vista. Divenni di nuovo rosso in viso, e mi portai una mano sulla fronte disperato. Ci fu un secondo di silenzio in quella stanza ormai solo per noi e dopo esserci guardati scoppiammo a ridere. Sospirai poi per prendere fiato e senza pensarci buttai li quella domanda

“Hyung, che intendevi ieri con tutto il discorso che sei confuso e che non sai come fare?”

Forse ci ero arrivato da solo alla risposta, ma volevo saperlo, volevo sapere tutto quello che pensava di tutta la situazione, delle aspettative e delle paure che aveva. Mi guardò mordendosi un labbro, per poi abbassare lo sguardo. Non mi rispose, sembrava titubante, così mi avvicinai lentamente, sedendomi un po’ più vicino a lui su quel letto ormai sfatto, poggiando la testa sulla sua spalla. Sospirai e sussurrai quella domanda

“E’ perché sono un ragazzo vero? Perché lo siamo entrambi…”

Un altro secondo di silenzio, poi il suo “si” sussurrato. Annuii leggermente e chiusi gli occhi perso dai miei pensieri. E se non ce l’avesse fatta? Se avesse avuto paura? Se si fosse accorto che in fondo non ne vale la pena? Iniziai a giocare nervosamente con un pezzo di lenzuolo senza accorgermene, finchè non sentii la sua mano prendere la mia. Alzai la testa e fissai le nostre dita che automaticamente si intrecciarono.

“Taemin…”

Alzai lo sguardo su di lui, e la suo espressione rilassata fu in grado di sciogliere ogni mio dubbio, il suo sorriso era così sincero che non mi importava niente di tutto quello che avremmo dovuto passare, ma lui iniziò a parlare tranquillamente

“E’ normale che quello che provo mi spiazzi un po’, e sono spaventato a morte…”

Tremai leggermente aspettandomi il peggio, fece una pausa ed iniziò a fissare le nostre mani intrecciate

“Ma non ho problemi con me stesso…non più. Quando…quando poco fa ho aperto gli occhi…sai qual è stata la prima cosa che ho pensato?”

Scossi leggermente la testa, stringendo involontariamente di più la sua mano

“…ho pensato che  per i miei occhi vedere per prima cosa il tuo viso appena sveglio è la cosa più giusta e perfetta che ci possa essere…e che per tutte le mattine di questo mondo dovrebbe essere così…”

Sussultai e trattenni il fiato. La sua mano ormai era stritolata dalle mie dita, i nostri occhi ora erano fissi gli uni negli altri. Il cuore pompava ad una velocità inaudita, io…io non sarei mai stato in grado di dire cose del genere…io che ho urlato, scalciato e procurato solo guai in quei giorni, non sarei stato capace di esprimergli quello che provavo con delle semplici parole. Poi sorrise ancora, e continuò concludendo

“Quindi…io lo so che per la maggior parte delle persone questo non è giusto, ma per me lo è. Non mi importa se dovremmo nasconderci, se dovremmo essere forti…lo facciamo insieme. Tu sei con me, Taemin?”

Sorrisi come un ebete, il labbro ormai era massacrato dai denti, le mani fremevano. Mi avvicinai al suo viso lentamente, fissandolo negli occhi. Sussurrai sulle sue labbra, prima di baciarlo

Sarangheyo Hyung…”

Ed erano le uniche parole che potevano esprimere quello che sentivo, anche se in fin dei conti neanche quelle bastavano. Passammo mezz’ora a baciarci, a prenderci in giro, a picchiarci, a giocare su quel letto prima di deciderci a scendere dagli altri. Nel momento in cui stavamo per varcare la soglia del salotto dove erano tutti i miei Hyung, ci guardammo e con un assenso silenzioso incrociammo le nostre mani. Entrammo dando un buongiorno generale, Jinki stava stravaccato sul divano, mentre Kibum e Jonghyun seduti al tavolino con due tazze fumanti davanti. Ci risposero quasi in coro e titubanti ci sedemmo davanti quei due, notando che le nostre tazze erano state già riempite e ci aspettavano pronte per essere consumate. Appena seduti però, Jonghyun sbuffò e passò una banconota a Kibum controvoglia. La mia umma sorrise e gliela strappo dalle mani sventolandogliela davanti mentre gli parlava con voce acuta e soddisfatta

“Visto? Te lo dicevo che entro una settimana si sarebbero messi insieme…”

Jonghyun alzò gli occhi al cielo e si riempì la bocca con due o tre biscotti, rispondendogli scocciato

“Tsk non vale però! Tu ci vedi troppo lungo con quegli occhi da gatto che ti ritrovi!”

E kibum rispose gonfiando le guance, quasi offeso da quella frase

“Yah! Guarda che è con te che si è confidato Taemin, quindi avevi un ottimo vantag-….E NON PARLARE CON LA BOCCA PIENA SCIMMIONE!”

Jonghyun si guadagnò un pugno sul braccio, ed io e Minho ci guardammo allibiti. Minho parlò per me, puntando minacciosamente in cucchiaino verso di loro, assottigliando gli occhi ma non riuscendo a nascondere un mezzo sorriso

“Voi…avete scommesso su di noi???”

Ci fu un secondo di silenzio, poi l’alzata di spalle di Kibum e Jonghyun che rispose con un semplice “ovvio”. Scoppiammo a ridere tutti e cinque, compreso Jinki che dal divano stava seguendo la scena. Era la mia famiglia, non c’è nient’altro da aggiungere. Poi Onew si avvicinò, e mentre le risate andavano scemando, prese quel discorso tanto atteso, con però la sua tipica dolcezza e leggerezza di sempre

“Io però…direi che al manager è meglio che non diciamo niente, siete d’accordo?”

Mi sentii morire ma non volli rovinarmi l’atmosfera, così sorrisi e sia io che Minho annuimmo. Poi jonghyun si alzò e come se niente fosse disse quella frase prima di sparire in cucina con la sua tazza vuota

“Ah, e attenti al fan service, c’è differenza con un “concepire un figlio sul palco”, ok???”

Dire che di nuovo mi sentii andare in fiamme il viso è dire poco, Minho lo ammonii ma alla fine ridemmo tutti di nuovo. Stavo bene…tremendamente bene. Ero nel mio mondo, tra i miei pensieri felici, tanto che non mi accorsi del telefono che squillò nel dormitorio. Poco dopo Jinki ci informò che all’ultimo momento dovevamo partecipare ad una premiazione, e che i due giorni di vacanza sarebbero stati posticipati. Così, presi alla sprovvista iniziammo tutti a prepararci, mentre io non mollavo un attimo Minho. Ci baciavamo velocemente tra la scelta di una maglietta e l’altra, ci abbracciavamo mentre cercavamo gli accessori, scherzavamo e giocavamo mentre ci cambiavamo gli abiti. tutto era come prima, se non meglio. Mi fiondai su di lui in un attacco a sorpresa mentre era piegato nell’armadio per cercare un paio di pantaloni, facendolo cadere rovinosamente a terra. Io scoppiai a ridere tenendomi la pancia, mentre lui mi fulminò con lo sguardo. Poi fu un secondo, si alzò con uno scatto e mi spinse verso la porta, la chiuse e mi intrappolò con il suo corpo su di essa. I suoi gomiti poggiati ai lati del mo viso, il suo corpo con solo gli slip addosso incollato al mio. Gemetti prima per la botta leggermente dolorosa e poi squittì rendendomi conto della situazione. Avvampai e cercai aria a più non posso, mentre un solo brivido mi percorse tutto il corpo e mentre i nostri occhi si scrutavano.

“Taemin-ah, non si fanno certi scherzi…avrei potuto farmi male”

La sua voce era canzonatoria, ed io ridacchiai avvicinandomi di poco alle due labbra, mentre con le mani tremanti arrivai a cingere la sua schiena nuda

“Neache questi scherzi si fanno Hyung…mi stai facendo male…”

Sgranò gli occhi preoccupato, biasciando uno “scusa” e fece per allontanarsi. Ma io lo bloccai, e me lo tirai addosso più stretto di prima, sospirando poi per quel contatto

“…ma non sai Hyung che dolore piacevole che è…”

Ci fissammo per un istante, poi il suo sorriso e le sue labbra sulle mie. Mi sentivo sovrastato da quel corpo che mi bloccava con le spalle alla porta, protetto, e dio solo sa quante altre mille sensazioni di piacere. Il bacio inizialmente era lento, dolce come quello della mattina, poi senza accorgercene diventò famelico. I movimenti successivi furono del tutto involontari. Mi alzai sulle punte, gli cinsi il collo con le braccia ed alzai una gamba all’altezza del suo fianco, a cingerlo, mentre il suo bacino si spingeva sul mio. Mi staccai da quella labbra sospirando pesantemente, poggiando stancamente la fronte sulla sua. Divenni rosso dall’imbarazzo per il gesto ed il piccolo gemito che uscii dalle mie labbra, stavo perdendo la ragione. Il suo corpo era calore puro, ed il fatto che stesse solo in boxer non aiutava, tutti i miei istinti stavano prendendo il sopravvento. Il suo respiro si confondeva con il mio, ma prima che razionalmente potessi abbassare la gamba, la sua mano scese fino a prendermela e lasciarla li dov’era. Spinse ancora con in bacino, ed il fiato mi mancò mentre esalavo quell’appellativo quasi squittendo

“H-hyung…”

Era una preghiera che la smettesse, mentre a quel gesto strinsi di più le mani tra i suoi capelli. I miei occhi erano fissi sulle sue labbra, mentre le avvicinava di nuovo per poi però deviare la traiettoria e poggiarsi delicate sul mio collo. Sospirai chiudendo gli occhi, mentre sentivo il suo respiro pesante su di me, i suoi baci ed i suoi piccoli morsi. La situazione alla parte bassa del corpo non era delle migliori, e mi stavo vergognando da morire. Quando poi spinse di nuovo il bacino sul mio e sentii che anche a lui qualcosa stava crescendo in mezzo alle gambe, quella parola mi uscii senza volerlo in un sospiro

“Oddio…”

Mi portai una mano sulla bocca e strinsi gli occhi, sentivo le gambe molli, e se una di queste non fosse stata arpionata al suo fianco con la sua mano a tenerla su, mi sarei tranquillamente lasciato cadere a terra. E fu proprio quello che successe

“MINHO IL BAGNO E’ LIBERO, SBRIGATI CHE SIAMO IN RITARDO!”

La voce di Jonghyun oltre la porta sulla quale ero schiacciato ci fece sobbalzare, Minho si allontanò di scatto mentre io, perso il suo sostegno e con una scarica di adrenalina notevole in corpo, stavo per accasciarmi a terra. Mi prese velocemente sostenendomi, mentre con uno scatto infilò un paio di Jeans con una smorfia, calcolando il problemino che aveva in basso, come me tra l’altro. Io non so come riuscii a buttarmi sul letto e a coprirmi con il lenzuolo, mentre in quell’esatto istante Jonghyun spalancò la porta. Si affacciò rimanendo con la mano sulla maniglia ed aprì bocca per parlare, per poi aggrottare le sopracciglia, scrutarci e richiuderla. Notai un secondo la situazione…io probabilmente rosso come un peperone che mi stringevo convulsamente la coperta tra le dita, Minho con i capelli arruffati a torso nudo, con le mani spazientito sui fianchi ed il respiro pesante che si poteva notare dal veloce alzarsi ed abbassarsi del petto. Poi la voce di Jonghyun

“…mi sa che da adesso in poi bisogna bussare nella vostra camera prima di entrare, eh?”

Sghignazzò velocemente, poi concluse

“Ok, vado, ciao, scusate”

E si schiuse la porta alle spalle con un tonfo pesante. Attimi di silenzio…poi Minho si avvicinò al letto e con una risata cristallina ed un sospiro si buttò a peso morto di schiena su di me, che iniziai a ridere insieme a lui. Si lasciò scappare uno “Dio, è impossibile!” e poi spensierato rise ancora. Con una mano gli accarezzai lentamente i capelli, facendogli socchiudere gli occhi rilassato

“Scusami Taemin, non so cosa mi sia preso…”

Sorrisi e gli tirai leggermente i capelli per farmi guardare, quando incontrai i suoi occhi scossi la testa ed abbassai il tono di voce

“Ti stai scusando perché ti sei fermato, vero?”

Lo vidi irrigidirsi e sospirare piano forse colpito da quelle mie parole. Si morse un labbro e con uno scatto si alzò farfugliando qualcosa come “devo prepararmi o facciamo tardi” ed io rimasi a ridere da solo come un ebete del suo improvviso imbarazzo. La cosa tragica in quel momento però, era il problemino che avevo tra le gambe. Minho avrebbe presto risolto con una doccia fredda, ma io? Sbuffai e cercai una posizione più comoda ma niente, nonostante l’interruzione, la sensazione di lui addosso a me era ancora vivida, ce l’avevo ancora sulla pelle. Mi girai su un fianco, dando le spalle alla porta chiusa e mi portai le coperte fino a coprire il naso. Sospirai ancora e strinsi le gambe. No, non era possibile, ed il suo profumo tra quelle lenzuola non aiutava. La mano si mosse da sola, mi accarezzai lentamente una gamba, quella che lui aveva tenuto stretta al suo fianco, passai per la pancia sotto la maglia e mi accarezzai lascivo da sopra i pantaloni. Mi morsi un labbro pensando a quanto sbagliato fosse quello che stavo per fare, ma non ce la facevo più. Leggermente più deciso feci scivolare una mano nei pantaloni ed iniziai a muoverla lentamente. Pensai a Minho tutto il tempo, al suo corpo, ai suoi sospiri, ai suoi occhi alla sua bocca. Morsi il cuscino per non emettere nessun suono, mentre il piacere cresceva e i movimenti si fecero più veloci. Dovevo essere veloce, Minho poteva tornare da un momento all’altro. Fu quando il ricordo del suo bacino che premeva contro il mio mi venne a far visita, che mi liberai singhiozzando e tremando, trattenendo il respiro finchè l’onda del piacere non si placò. Poi rimasi immobile per qualche secondo, lasciai andare il cuscino tormentato dai miei denti e cercai di riprendere il respiro.

“Che fai, ti sei addormentato?”

La voce di Minho mi fece sussultare, velocemente tolsi la mano dai pantaloni e cercai di venir fuori da quelle lenzuola come se niente fosse

“Eh si Hyung, s-stavo per addormentarmi…”

Aggrottò le sopracciglia e fece per avvicinarsi

“Tutto bene? Ti senti male? Sei rosso in viso…”

Squittii vergognandomi a morte e cercai come meglio potevo di uscire da quella stanza

“S-si Hyung faceva caldo sotto le coperte….vado….vado a finire di prepararmi, ok?”

Non aspettai la sua risposta e scappai letteralmente in bagno. Appena mi chiusi la porta alle spalle sospirai…ed iniziai a ridere da solo. Si, risi come un idiota perché tutta quella situazione era semplicemente assurda. Da che a Minho non pensavo minimamente sotto quel punto di vista, mi sono ritrovato nel suo letto a toccarmi pensando a lui e a quel contatto che non avrei mai potuto immaginare fino al giorno prima. Mi lavai velocemente e scesi poi in salotto dove gli altri mi stavano aspettando. Minho mi sorrise ed intrecciò la sua mano nella mia come fosse una cosa normale ormai, anche se erano passate poche ore da quel passo che avevamo fatto insieme. Sembrava essersi bevuto la balla del “caldo sotto le lenzuola”. Quando però scendemmo per raggiungere la macchina che ci avrebbe portato al programma, le nostre mani furono costrette a sciogliersi, facendomi già da subito scurire in viso. Poi però, una volta seduti sull’automobile, il suo viso si avvicinò al mio e mi sussurrò all’orecchio quella frase

“Ah…magari la prossima volta chiudi la porta a chiave…”

Trattenni il respiro, lui si allontanò ridendo, a me uscì uno squittìo forse un po’ troppo acuto che attirò l’attenzione degli altri, il viso in fiamme. Mi aveva visto? Avevo il cuore a tremila, ma anche un insana eccitazione dovuta da non so cosa. Cercai di riprendere il respiro, Minho se la rideva, potevo vederlo con la coda dell’occhio, gli altri fortunatamente non dissero nulla. Quando arrivammo al programma la sua frase mi rimase impressa nella mente, ma cercai di essere più professionale possibile seguendo la costumista e la truccatrice alla mia postazione. Come sempre, mi conciarono come una ragazza degna di nota, aggiungendo ai capelli qualche molletta laterale e dei boccoli. Ma stranamente…non mi dava più fastidio. Mi avvicinai all’entrata sul palco, dove gli altri mi stavano aspettando. Appena arrivai lo sguardo di Minho mi incenerì letteralmente, mi scrutò dalla testa ai piedi, e potei vedere bene il suo pomo d’Adamo alzarsi ed abbassarsi. Mi morsi un labbro e mi avvicinai a lui, in attesa che ci chiamassero per entrare. Cercai di esprimermi con il tono più ingenuo che potessi avere e gli sussurrai quella domanda

“Come sto?”

Sorrise, aprì la bocca per rispondere ma una voce alle nostre spalle lo interruppe

“Sempre più signorina, eh Taemin-ah?”

Era di nuovo qualche addetto alle luci o roba del genere, io tremai e vidi Minho stringere i pugni e scurirsi in viso. L’avevo già visto quello sguardo, precisamente quando stava per spaccare la faccia a quel ballerino. Senza farmi vedere gli sfiorai il polso e lui mi guardò nero in viso. Scossi leggermente la testa con sguardo supplichevole, per chiedergli in modo silenzioso di lasciarlo stare. Sembrò rilassarsi un pochino, poi sorrise. Guardò il “signore” che gentilmente aveva fatto quella battuta e sempre scherzando gli rispose però a tono

“Già, peccato che è un uomo…”

Calcò sull’ultima parola ed io gli sorrisi. Poi abbassò il tono di voce e si avvicinò leggermente guardandomi negli occhi

“…il MIO uomo…”

Tremai e sorrisi, reprimendo una fottutissima voglia di baciarlo li, davanti a tutti. Per fortuna il presentatore ci annunciò, e noi salimmo sul palco. Ballammo, cantammo, ed io di tanto in tanto guardavo Minho, lui guardava me, e spesso fu una tortura limitarsi a quello. Eravamo felici, eravamo insieme. Quando ci consegnarono il premio, ci fu un’esultanza generale, noi due ci abbracciammo più del dovuto, ma nella confusione, nessuno stava facendo caso a noi. Ci guardammo cullati dalle urla, dalla musica assordante e dai coriandoli che scendevano dal soffitto dello studio. Poi di nascosto gli strinsi la mano, e quella frase uscì da sola

“Abbiamo vinto…”

Mi guardò e sorrise, c’eravamo solo noi, in una bolla di sapone. Mi rispose, lentamente

Taemin-ah, abbiam vinto…”

E nessuno dei due si riferiva a quella coppa, a quel premio…no, ognuno di noi si riferiva a noi, a noi due, a noi due soltanto. 








Duuuuunque eccoci qui...che posso dirvi? CHe si, questo è l'ultimo capitolo della stoira MA...grazie ai preziosi consigli di 
IceQueenJey (ti adoro ragazza u.u) sono arrivata alla decisione che ci sarà un'altro capitolo con la loro "prima volta" :3
Dunque che dire...io non so come ringraziarvi, ringraziare chiunque abbia letto o recensito, posso dirvi che ho altre cose in cantiere, tra cui questa --->
 http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=1591207&i=1 che non è nient'altro che una PWP (mi hanno detto che si dice cosi xD) sempre 2min, senza nessuna pretesa, avevo solo bisogno di svagarmi un po :3 spero che questo capitolo "finale non vi abbia deluso, non so ancora come ringraziarvi, spero di sentirvi presto <3 un bacione 
  
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