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Autore: Akisan    15/02/2013    9 recensioni
A volte il destino riserva sorprese mozzafiato, ricche di avventure e compagni formidabili.
A volte, invece, decide semplicemente di prenderti per i fondelli.
Così, senza neanche sapere bene il perché, Alex si ritrova suo malgrado a fare comunella con un Arrancar con seri problemi di gestione della rabbia, una ragazzina logorroica totalmente priva di buonsenso, e un individuo subdolo che, secondo lei, ha buone probabilità di discendere direttamente dal demonio.
Il tutto in un ambiente ricco di Hollow, gatti, sarcasmo allo stato brado e situazioni equivoche.
Mooolto equivoche.
Genere: Azione, Comico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Yaoi | Personaggi: Jaggerjack Grimmjow, Nuovo personaggio
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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(Aki si mette le cuffie e tira fuori una trombetta da stadio)

 PEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEE!

Grimmjow: «MA CHE  *censured*?!»

Aki: «Ok gente, i capitoli di cazzeggio sono finiti, portate di nuovo i vostri fondoschiena nella trama principale!»

Liz: «Eeh? Ma io mi stavo affezionando a questo arco narrativo!»

Aramis: «A chi lo dici…»

Alex: «Cazzeggio, dice lei… ma perché non la centra un meteorite in questo preciso istante?»

Aizen: «Mpf. Il meteorite cadrà esattamente dove e quando vorrò io, Risa Alex, né prima né dopo. Per il momento questa ragazza, malgrado sia un essere palesemente inferiore ed irritante, è marginalmente utile per la riuscita del mio piano, quindi le concederò il privilegio di vivere un po’ più a lungo»

Aki: «Ehm… grazie?» 

Aizen: «Lascia perdere. Essere ringraziato da un essere umano mi rovina la pelle»

Aki: «Me la ricorderò questa… comunque, mi avete sentita ragazzi, quindi piantatela tutti quanti di pomiciare, tu Liz posa subito il cappello di Urahara, tu Grimmjow agguanta i gattini e tu Aramis… cerca di essere un po’ meno una comparsa d’ora in poi, ok?»

Aramis: «… non si può fare uno strappo alla regola, per quel meteorite?»
 


 
Un gigantesco pacco di cioccolatini e un mazzo di rose rosse a Miyoku_chan per aver messo questa storia tra le ricordate, a Hina_smack, rucchan e _nuvola rossa 95_ per averla messa tra le seguite, a Ciacinski, JulesKurosakiUchiha, Nazori chan e YuaK per averla messa tra le preferite e a chi legge e basta. Buon San Valentino! (in ritardo)


 
Capitolo 32: In guerra e in amore non ci sono regole. Solo tanti, tanti Hollow.

 
Quel giorno Urahara non c’era.

Non era la prima volta, era già capitato che al mattino trovassero un suo biglietto in cui li informava che aveva delle commissioni da fare (sicuramente qualcosa di losco), che sarebbe tornato presto (balle), che non dovevano affatto preoccuparsi (di quello non c’era assolutamente pericolo) e che potevano anche mandare avanti il negozio da soli (ceeerto).

L’unico concetto che i loro quattro cervelli recepivano leggendo quel biglietto era:

Niente Urahara  → Niente controlloNiente lavoroCazzeggio

Quindi c’era poco da fare, il giudizio era unanime e la decisione presa: quello era un giorno di vacanza.

Grimmjow smontava l’edificio intero alla ricerca di qualcosa che potesse farlo ritornare come prima, Aramis si chiudeva in camera sua in compagnia di qualche rivista di dubbio gusto, di Alex affiorava solo un ciuffo bruno da sotto l’ammasso informe di coperte sotto cui si era rintanata, ignara del fatto che in cucina Liz approfittasse della sua distrazione per leggere i suoi manga sgranocchiando di nascosto i suoi amati biscotti al cioccolato.

Tutto filò liscio fino a mezzogiorno, quando lo stomaco brontolante, insieme all’insistenza con cui Al, il gattino grigio, aveva cominciato a giocare con i suoi capelli, costrinsero Alex a far emergere un braccio dal suo bozzolo di coperte per cercare a tentoni i suoi vestiti.

Ma dove diavolo erano finiti?

Maledizione, se li trovava di nuovo sopra all’armadio questa volta lo…

Ah, ecco, sentiva della stoffa.

Dunque… jeans, felpa… era vestita così il giorno prima?  

Cercò di metterli a fuoco sbirciando da sotto le coperte per non far entrare il freddo, poi rinunciò e li tirò nel suo rifugio, infilandoli alla cieca.

Stropicciandosi gli occhi arrancò fino al bagno, dove fece del suo meglio per ridarsi aspetto umano, lasciando Al a fare le fusa acciambellato sul suo futon.  

Mentre si lavava la faccia si chiese distrattamente dove fosse finito Ed, il gattino rosso.

Probabilmente era con Grimmjow: quel gatto infatti aveva sviluppato un’insana passione per lui, tanto da tendergli agguati da ogni possibile angolo ed anfratto, seguirlo praticamente ovunque ed arrampicarglisi addosso ad ogni occasione buona.

Affinità felina, forse?

Grimmjow, dal canto suo, malgrado la sua iniziale insofferenza a questo tipo di “attenzioni”, aveva finito col tollerarlo, anche se ogni tanto continuava a lamentarsi a gran voce dell’invadenza della sua nuova ombra pelosa.

Sotto sotto Alex era convinta che in realtà il temperamento predatorio ed insistente di Ed non gli dispiacesse affatto, ed era pronta a giurare di averlo sorpreso a dargli un paio di buffetti dietro alle orecchie in seguito ad un agguato ben riuscito alla ciabatta di Liz.

Orgoglio paterno?

Mah.

Alex si stiracchiò, portando avanti, armata di spazzola, la sua spietata campagna contro gli ultimi nodi ostinati.

Poi cominciò a risuonarle un allarme dentro alla testa.

Qualcosa non andava.

Un gelo improvviso le serpeggiò lungo la schiena, facendole venire la pelle d’oca.

Durò solo un istante, ma le lasciò una sensazione orribile addosso.

Lasciata cadere la spazzola uscì di corsa dal bagno e si precipitò in cucina.

Liz la guardò interrogativa.

«’he fussede?» chiese con la bocca piena di biscotto al cioccolato.

Su questo poi ne avrebbero fatto i conti più tardi.

«Spero nulla» le rispose guardandosi attorno nervosamente.

«Non ci contare troppo» la freddò Grimmjow, entrando alle sue spalle e scaricando senza troppe cerimonie Ed sul tavolo.

 Subito dopo fece la sua comparsa Aramis.

«Cos’è stato?» gli chiese Alex.

Ma la risposta non raggiunse mai le sue orecchie, perché in quell’istante vennero avvolti tutti e quattro dall’oscurità.

                                                                *

Barcollando nel buio, Alex si rimise faticosamente in piedi.

Accidenti a lei, ma perché non se n’era rimasta a dormire?

Ok, amico cervello, premiamo re-play e focalizziamo la situazione

Step one: si era sentita come se le fosse improvvisamente mancato il pavimento da sotto ai piedi, ed era rovinosamente caduta a terra.

Step two: dalla consistenza del terreno aveva compreso di non essere più nel negozio.

Step three: non vedeva niente, si sentiva oppressa da tutte le parti, come se la forza di gravità fosse improvvisamente aumentata, e sentiva un dolore sordo al centro del petto.

Step four: a poca distanza da lei Grimmjow sembrava in preda ad una sorta di delirio estatico, a giudicare dal tono isterico della sua risata.

Meno male che almeno lui trovava la situazione divertente.

Riepilogo: non ne aveva la più pallida idea. Dove diavolo erano finiti?

«Grimmjow? Si può sapere cos’è successo?»

«È tornato! Il mio potere è tornato! Sono uscito da quel fottuto gigai!» esclamò lui al culmine dell’euforia, e sottolineò la sua ultima affermazione estendendo un braccio e sparando di punto in bianco un Cero, che andò a perdersi nell’oscurità.

«Ma che…?» esclamò Alex con gli occhi sbarrati, e subito dopo si rese conto sbalordita che ciò che le stava pesando sulle spalle era la forza spirituale di Grimmjow.

Perfetto, le mancava solo più un Espada sguinzagliato ed in preda ad un delirio d’onnipotenza!

«Potresti rimandare a dopo i festeggiamenti e dirmi che diavolo è successo? E dove sono gli altri?» gli chiese a voce più alta, realizzando che in quello spazio buio c’erano solo loro due.

Se Grimmjow era ritornato ad essere un Arrancar allora lo stesso doveva valere per Aramis, eppure non riusciva a percepire la sua energia spirituale da nessuna parte.

Che lui e Liz non fossero stati risucchiati da ciò che aveva catturato loro, dopo tutto?

«Caja Negaciòn»

«Eh?»

«È uno strumento che Aizen ha consegnato a noi Espada per punire i nostri subordinati. Serve a intrappolarli in una dimensione alternativa senza via d’uscita» spiegò Grimmjow. «Quella roba che ci ha portati qui le somiglia un sacco»

Non suonava incoraggiante.

«Stai scherzando?! Stai dicendo che quindi ce ne staremo qui per sempre?»

«Certo che no! Quella roba serve ad imprigionare Arrancar di basso livello, a un Espada bastano poche ore per uscire!»

Alex tirò un sospiro di sollievo.

Finalmente una buona notizia!

“Potremmo non avere tutto questo tempo” gufò la voce di Aramis nella sua testa.

E te pareva.

Un ringhio da parte di Grimmjow l’avvertì che l’aveva sentito pure lui.

«Aramis! Dove siete? Come sta Liz?» esclamò Alex, guardandosi istintivamente ancora una volta attorno.

Un gesto inutile, dato che evidentemente non si trovavano lì.

Contieniti principessa, tutta questa ansia nei miei confronti è sconveniente, cosa penserà il tuo cane da guardia?”

Mentre Grimmjow si premurava di soddisfare ampiamente la sua curiosità con vocaboli che sicuramente gli avrebbero procurato un ergastolo in almeno più di un paese, Alex replicò a denti stretti: «Dimmi immediatamente come sta Liz, a fare il giullare ci penserai dopo»

Perché era circondata da pagliacci?

Rilassati, il coniglietto per ora sta bene, si è solo sbucciata le ginocchia”

Meno male… no, un attimo…

«“Per ora”?»

“…. ti consiglio di darti un’occhiata al petto, principessa”

Alex provò una sgradevole stretta allo stomaco.

La stessa di quando realizzava di trovarsi di nuovo in una di quelle maledette situazioni.

Quelle in cui non solo prima era convinta di trovarsi nei liquami fino alla vita, ma poi sarebbe pure arrivata la ciliegina sulla torta a farle comprendere che in realtà il livello le arrivava ben oltre le orecchie.

Che nostalgia!

Lentamente si portò una mano al punto in cui continuava a sentire quel dolore sordo, e ciò che sentì non le piacque per nulla.

«Ho…ho bisogno di luce» balbettò con voce improvvisamente roca.

No, non poteva essere…

Il tenue bagliore di un Bala si formò sul palmo sollevato di Grimmjow, e la sua luce rossastra illuminò la fredda, corta e spezzata catena che le spuntava dal petto.

Alex boccheggiò, e uno sgradevole intorpidimento cominciò a strisciarle lungo il corpo.

Poi, per la prima volta in diciassette lunghi anni di fidato servizio, il suo amato amico cervello minacciò seriamente di andare in black out.

Con suo sommo orrore si accorse di essere scossa da una risatina isterica che non riusciva in alcun modo a reprimere.

Merda, era sotto shock.

«Ha ha ha ha… sono morta!»

Principessa…”

«Quindi è così che finisce? Ha ha ha… Con io e Liz che diventiamo… ha ha… fantasmi in attesa di essere spedite all’altro mondo?»

“Calmati per favore”

«Ha ha ha… ah no, dimenticavo: sempre ammesso che prima non ci trasformiamo in Hollow sbavanti e privi della ragione!»

«Ohi!» esclamò Grimmjow, offeso.

Alex strinse i pugni fino ad affondare le unghie nei palmi.

No, così non andava affatto bene.

Non poteva degenerare così, stava sragionando, doveva controllarsi, impedire al panico di parlare al posto suo…

«Grimmjow, tirami uno schiaffo!» esclamò serrando gli occhi.

Detto fatto.

Ebbe appena il tempo di chiudere la bocca, giusto per evitare di mordersi la lingua.

Il colpo la mandò col sedere a terra, lasciandola senza fiato e con le stelle che esplodevano dietro alle palpebre chiuse.

“Mi ero scordata quanto facesse male essere colpita in faccia” constatò mesta, premendosi la mano sulla guancia dolorante.

E meno male che era stata abbastanza intelligente da non chiedere un pugno…

 «Ti sei calmata, finalmente?» chiese Grimmjow, con tono per nulla pentito o angosciato.

Anche su questo avrebbero fatto i conti più tardi.

 Alex si rimise in piedi, la mente ora decisamente più sgombra.

«Credo di sì. Grazie»

Priorità.

Era solo quella la parola a cui doveva pensare.

Ora la priorità era trovare Liz ed uscire da quel posto.

Al resto ci avrebbe pensato dopo.

                                                                *

Grimmjow la squadrò ancora una volta da capo a piedi, ma lei sembrava aver ripreso il solito controllo sulle sue emozioni e aveva smesso di massaggiarsi la guancia, che tuttavia si era tinta di un rosso vivo.

Merda, forse l’aveva colpita un po’ più forte di quanto avesse voluto.

Oh, pazienza, l’unica cosa che contava davvero era aver raggiunto il suo obiettivo, anche perché al momento non aveva proprio tempo da dedicare ad una crisi isterica: percepiva parecchi reiatsu sconosciuti là fuori, ed erano tutti in rapido avvicinamento.

Probabilmente gente in cerca di rogne.

Perfetto!

Era giusto impaziente di controllare che il gigai di quel maledetto Shinigami non avesse fatto danni o cose strane al suo potere, e visto che quel bastardo di Aramis non era nei paraggi, invece di massacrare lui di pugni si sarebbe accontentato di quei poveri idioti che gli stavano letteralmente correndo incontro.

Mentre l’entusiasmo che lo coglieva sempre prima di un combattimento cominciava ad incendiargli il sangue nelle vene, Alex si posizionò dietro di lui, schiena contro schiena.

«Forse avevi ragione su quella Caja comesichiama. Sono tutti Hollow»

Lui però non ne era più tanto sicuro.

Per quanto ne sapeva lui quell’oggetto era stato usato su pochi sfigati, e quelli che stavano arrivando… beh, di certo non erano pochi.

«Tsk, spero che almeno ne valgano la pena, dato che si sono presi il disturbo di venire fin qui a rompere le palle!»

Comparvero tutti nello stesso istante, circondandoli completamente.

Era un’accozzaglia omogenea di Hollow e Gillian, cosa che lo deluse profondamente.

Erano secoli che non partecipava a una battaglia seria, e questo era il meglio che il mercato poteva offrire?

Sul serio?

Oltretutto non avevano un’aria particolarmente astuta: se ne stavano lì a fissarli senza muovere neanche un muscolo, quasi come se ora che li avevano raggiunti non sapessero bene che farsene di loro.

Che palle!

Quegli imbecilli stavano già uccidendo la sua voglia di uccidere.

«Questi Hollow… sono strani» mormorò Alex alle sue spalle. «Non percepiscono se stessi come entità… è come se facessero parte di un’unica mente collettiva»

Beh, in ogni caso come mente non doveva essere molto sveglia.

Quel combattimento si preannunciava già come una noia pazzesca.

Va beh, sempre meglio di niente

In quel momento qualcosa si infranse nell’immobilità totale del gruppo, e un mormorio si sollevò da tutte le parti.

Ah, allora non erano di cartongesso dopotutto!

«Plus»

«Plus»

«Plus!»

«Un’anima Plus!»

Grimmjow imprecò.

«Ohi! Mi sa che questi vogliono fare di te la loro cena»

«Perché questa storia non mi giunge nuova?»

«Ad ogni modo cerca di non starmi tra i piedi, e vedi di non farti ammazzare!»

Detto questo scagliò in mezzo alla folla il Bala che ancora reggeva sul palmo.

Dopodiché si gettò nella mischia.

                                                               **

Liz riaprì lentamente gli occhi.

Si sentiva stordita e confusa, tanto che ci mise un po’ a capire che qualcuno la stava portando sulle spalle.

Sollevò faticosamente una mano.

«Sono diventata cieca?» mormorò toccandosi la faccia.

La persona che la stava trasportando ridacchiò.

«No coniglietto, è semplicemente troppo buio per i tuoi occhi»

Ah, Aramis!

Ecco di chi era quel profumo così appetitos….

No, un attimo, quello non era decisamente il momento adatto.

Magari su quanto fosse criminalmente buono il suo profumo ne avrebbero fatto i conti più tardi.

«Dov’è Alex?»

«Insieme a Grimmjow. Non preoccuparti, si stanno divertendo un mondo»

«Anche qui?!»

Ok che Alex ultimamente era riuscita a lasciarsi andare ben oltre ogni sua rosea previsione, ma non pensava che fosse diventata così spregiudicata…

Ah, era fiera di lei!

«… credo che tu abbia leggermente frainteso le mie parole» commentò Aramis, anche se dal suo tono Liz comprese che si stava divertendo.

«Sei tu che parli in modo ambiguo! Spiegati meglio!»

«Solo se prometti di spiegarmi poi bene in che modo esattamente il mio profumo ti sembra tanto appetitoso»

Liz si morse il labbro inferiore.

«Prima o poi te la farò perdere quest’abitudine di spiare!» gli giurò solennemente.

«Certo, come no»

Stipulato il loro accordo, per i minuti seguenti la aggiornò sulla loro situazione.

O almeno ci provò, dato che Liz continuava a bombardarlo di domande senza dargli il tempo di imbastire un discorso continuo.

«Dove siamo?»

«Chi ci ha mandati qui?»

«Dove sono gli altri?»

«Come faremo ad uscire?»

«Cosa mangeremo?»

«Cosa penserà Urahara se tornando non ci troverà?»

«Verrà a salvarci?»

«Forse abbiamo toccato qualcosa che non dovevamo?»

«Non sono troppo pesante?»

«Guarda che devi dirmelo se peso troppo»

«Cos’è questa catena che mi esce dal petto?»

Se continui così mi costringerai ad ipnotizzarti di nuovo, coniglietto” la interruppe mentalmente, dato che verbalmente aveva ottenuto scarsi risultati.

«Ah, visto che avevo ragione! Mi avevi davvero ipnotizzata l’altro giorno!»

Aramis sospirò.

Subito dopo la depositò a terra e si voltò verso di lei.

Dopo averle alzato il mento con un dito unì le labbra alle sue.

Liz sgranò gli occhi per la sorpresa, mentre le gambe le diventavano di gelatina.

«Ora credi di riuscire a rimanertene tranquilla per qualche minuto?» mormorò Aramis, appoggiando la fronte sulla sua.

Rossa come un peperone, Liz annuì.

«Brava ragazza»

                                                                        **

La baraonda che si sollevò era assordante.

Alex gettò un rapido sguardo a Grimmjow, che sembrava un bambino il giorno di Natale, e poi riportò l’attenzione alla sua situazione attuale.

Che non era esattamente rose e fiori.

Dopotutto non era la prima volta che affrontava degli Hollow, ma il massimo che le era mai capitato era di essere attaccata da due, massimo tre di loro per volta, e aveva sempre avuto qualche artefatto di Urahara ad aiutarla.

Ora invece si trattava di decine e decine mostri, dei quali oltretutto riusciva a malapena a distinguere i contorni.

Magnifico.

Tuttavia se la stava cavando.

Le scocciava ammetterlo, ma tutti quei giorni passati a farsi massacrare da Grimmjow e Aramis stavano dando i loro frutti.

Picchiandosi con Grimmjow aveva affinato la sua tecnica di combattimento, e, anche se ormai era chiaro che maneggiare una spada non sarebbe mai stato il suo forte, nel corpo a corpo aveva fatto enormi progressi.

Facendosi torturare mentalmente da Aramis invece aveva imparato ad usare il suo potere anche su se stessa: ora, oltre a rendere più resistenti gli oggetti, poteva fare lo stesso con il suo corpo, e con la dovuta concentrazione riusciva anche ad acuire i propri sensi.

Era una cosa che richiedeva un po’ di tempo, ma col passare dei minuti si accorse che gli Hollow non erano più solo delle forme indistinte, cosa che rese decisamente più agevole schivare i loro attacchi.

O prenderli a pugni in testa.

I Gillian tuttavia li lasciò a Grimmjow senza rimpianti: lui aveva bisogno di divertirsi, e francamente la loro altezza era un po’ fuori portata per lei.

Un po’ troppo, in effetti.

A proposito di Grimmjow: perché diavolo continuava a distrarsi per lanciargli delle occhiate?

Doveva concentrarsi sulla sua battaglia, non pensare a quanto fosse sexy il modo in cui lui si muoveva nel bel mezzo della mischia, accidenti!

Maledetti ormoni Arrancar, avevano finito per contagiare anche lei.

Nossignore, questa era una cosa che avrebbe dovuto subito mettere in chiaro col suo amico cervello: il proprio ragazzo intento a massacrare Hollow con schizzi di sangue che volano da tutte le parti NON è sexy!  

Mentre sfogava la sua frustrazione su uno sfortunato Hollow che aveva tentato di sorprenderla alle spalle, le si parò davanti la mole gigantesca di un Gillian.

Oh cazz…

«Grimmjow!» urlò con una certa urgenza nella voce.

«Che vuoi? Non vedi che sono impegnato?»

«Come lo batto questo pinocchione?»

«Tieni e non rompere!»

Alex si voltò, e fece appena in tempo a fare un salto indietro prima che Pantera si conficcasse al suolo dove un istante prima c’erano i suoi piedi.

«Idiota, stavi per ammazzarmi!» lo insultò, afferrando di malagrazia l’elsa della spada.

Oh certo, una spada.

Tra tutte le cose che avrebbe potuto fare per aiutarla, era riuscito a fornirle l’unica assolutamente inutile.

Giusto per non smentirsi mai.

Grazie mille, membro fondatore della società “Mille e uno modi per aiutare Alex a morire con fantasia”” pensò irritata.

Poi con suo sommo orrore il Menos cominciò a caricare un Cero.

Puntato dritto verso di lei.

Oh mer…

Doveva pensare in fretta a qualcosa, qualunque cosa!

Sentendosi inerme, si gettò una veloce occhiata tutt’attorno, alla disperata ricerca di qualcosa di leggermente più utile di quell’infernale pezzo di ferro, che nelle sue abili mani era utile più o meno quanto un bastoncino da lanciare al parco per farselo riportare dal cane.

Un momento… lanciare?

Ma certo!

Strinse la presa su Pantera fino quasi a farsi male, poi la sollevò sopra la testa e la scagliò con tutte le sue forze verso la testa del mostro.

La spada roteò su se stessa una, due, tre volte, ed infine andò a conficcarsi dritta in mezzo alla fronte del Menos, facendolo barcollare all’indietro e deviando il Cero verso l’alto.

Infine l’enorme corpo si schiantò a terra e si disintegrò completamente.

«Wow» mormorò Alex senza fiato.

Incredibile, aveva funzionato!

Alla faccia di tutti quelli che malignavano dicendo che lei e la spada avevano la stessa affinità di un gatto e una bacinella piena d’acqua!

Si diresse di corsa verso il punto in cui Pantera era caduta a terra e la raccolse, avvicinandosela al volto.

Ripensò a tutte le volte in cui se l’era ritrovata puntata contro, a tutte le volte in cui aveva rischiato che la infilzasse come uno spiedino.

Fin troppe, per i suoi gusti.

E ora invece era lei ad impugnarla.

La spada dal canto suo emanava un sacco di energia, quasi come se fosse anche lei stupita da quella nuova, inaspettata collaborazione.
 

 
 


Angolo delirazioni
 

Alex: «…. “pinocchione”?»

Aki: «È una citazione, ok?»

Alex: «Quindi è questo che intendevi con “tornare nella trama principale”? Liberare quei due? Rendere la tua protagonista un fantasma

Aki: «Uffa, metà di questo cast è gente morta, eppure guarda come sono arzilli!»

Liz: «In effetti da queste parti la morte ha degli effetti collaterali davvero interessanti…»

Alex: «Liz, quante volte ti ho già detto di non guardare il culo agli Arrancar

Aki: «Oh insomma, ora basta con le lamentele! Oggi è San Valentino, pretendo un po’ di romanticismo!»

Alex: «Veramente se continui così mi sa che questo capitolo verrà pubblicato domani…»

Aki: «Chissenefrega, io sto scrivendo adesso

Aramis: «Fai come dice, principessa. Potrebbe diventare pericolosa»

Liz: «Allora comincio io! Alex, guarda qua: ti ho fatto una torta al cioccolato!»

Aramis: «… ero sicuro che dovesse esserci qualcosa di diverso, in questa scena»

Aramis: «Tipo che dovrei essere io il destinatario»

Alex: «No. La torta è mia»

Liz: «Ma Aramis, io e te abbiamo già qualcosa da discutere. Non ti ricordi, quel discorso del profumo…»

Aramis: «Ora sì che si ragiona!»

(Aramis rapisce Liz!)

Grimmjow: «Ohi…»

Alex: «… che c’è?»

Grimmjow: «Questa storia di San Valentino è una cazzata, non aspettarti che mi metta a dire smancerie!»

Alex: «E chi ti ha chiesto niente!»

Grimmjow: «…»

Alex: «…»

Grimmjow: «Comunque… eri davvero sexy mentre uccidevi quegli Hollow. Soprattutto quel Menos Grande, con Pantera»

Alex: «…. altrettanto»

Grimmjow: «Ora dammi metà di quella torta»

Alex: «È una torta al cioccolato bianco a forma di cuore. Sicuro che la vuoi?»

Grimmjow: «… dammela e basta»

(momento tenerezza!)

Aki: «Cavolo, devo spicciarmi a trovarmi un ragazzo…»  

 

  
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