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Autore: YeahBuddy_OneD    15/02/2013    3 recensioni
Non capivo il motivo di tutta quel euforia. Perché dei ragazzi dovrebbero essere felici di rimanere chiusi in un castello a studiare per tutto l’anno? Forse i professori appena entri da quel portone ti lanciano un incantesimo che ti fonde il cervello per farti studiare di più?
Niall-NuovoPersonaggio / Larry 
Genere: Avventura, Fantasy, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Niall Horan, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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La Partita



Girare. Era questo quello che facevo all’incirca da una ventina di minuti buoni. Giravo una pozione refrigerante che, come si può dire…non si refrigerava!  Pozioni insieme ad arti oscure probabilmente, erano le due materie che odiavo di più. Ma il mio odio, più che altro, era incentrato nell’incapacità di andare bene in quei corsi, non nella materia stessa.
Mi ci impegnavo, ma era come se il mio cervello non volesse assimilare questi due piccoli concetti che mi stavano distruggendo l’esistenza.
Il professor Green stava passando per i banchi ed io guardavo intimorita quella strana poltiglia nera che in realtà sarebbe dovuta essere di un argento brillante.
-Non ti è riuscita?
Sussurrò Zayn accanto a me. Sì, quello era l’unico corso che seguivo insieme a Zayn Malik. Non era alla fine tanto male, o almeno finchè non facevo l’imbecille e quando non c’era vicino a lui il suo gruppetto di fan.
Io di risposta al moro feci di no con la testa. Poi alzai lo sguardo e vidi il prof che piano piano si avvicinava verso di noi. Presa dal panico comincia a gettarci le peggio poltiglie che mi capitavano a tiro per dargli un colore più decente. Non aveva idea di quale intruglio stavo combinando, ma peggio di quello obrobrio che avevo sotto gli occhi, non c’era di peggio.
Zayn mi guardò prima con la coda dell’occhio e poi spalancò gli occhi vedendo quello che stavo facendo. Riempivo il calderone con ogni cosa che mi capitava sotto mano: crine di unicorno, bava di orco,radici di baobab volante.
Alla fine le mie mani agitate furono bloccate da altre due.
-Si può sapere cosa stai facendo?!
Disse  bisbigliando con gli occhi spalancati, come se stessi diventando pazza.
-Cerco di salvarmi il culo!
Risposi decisa.
-Te lo stai facendo da sola invece!
E lasciò le mie mani, poi mi diede un leggero colpetto con il fianco  e  mi fece spostare da davanti al mio pentolone e lui si mise al mio posto. Guardò il mio banco di lavoro che in quel momento era in uno stato a dir poco catastrofico.
-Cha casino!
E allargò le braccia in segno di sconfitta per poi ribbutarle giù sui suoi fianchi con un rumore secco. Poi con mani esperte cercò di salvare il salvabile. Cominciò a inserire ingredienti fino a quel momento a me a dir poco sconosciuti. Guardai la ricetta che avevo sull’enorme libro che avevo davanti gli occhi per vedere se stava seguendo bene la formula.
-Aspetta! Qui c’è scritto di spezzare in due, non di triturare!
Lui alzò lo sguardo da quello che stava facendo e mi guardò con uno sguardo che intendeva “Fai fare le pozioni da uno che le sa fare”
Io quindi abbassai la testa imbarazzata e me ne stetti zitta ad osservare tutto quello che faceva. Poi alzai lo sguardo verso il professore che stava a pochi banchi da noi.
-Sbrigati!
Gli dissi isterica.
-Zitta! Che sono io qui a fare tutto il lavoro! Ho quasi finito!
Disse sussurrando mentre continuava a mischiare i vari ingredienti. Fissavo prima lui e poi il professore, lui e il professore, lui e il professore, senza sosta.
Green era sempre più vicino ed io ero in piena crisi. La punizione per degli alunni che si aiutavano nelle pozioni erano -5 punti alla casa di entrambi.
Poco prima che il professore si potesse avvicinare al nostro tavolo sentì un sospiro di sollievo e mi volta i di scatto verso il moro che si stava passando una mano sulla fronte sussurrando un “finito”.
-Malik! Ellis! Cosa state facendo?
-N-n-nulla professore, stavamo solo vedendo se….a sì! Ci stavamo scambiando solo un parere su come erano venute le nostre due pozioni.
Diedi una pacca con il piede a Zayn per fargli capire ciò che stavo dicendo. Il professore ci guardò strano e poi si sporse verso i nostri due calderoni. Li osservò con attenzione. I suoi soliti occhietti da talpa stavano osservando attentamente ogni sfumatura d’argento che c’era nelle nostre pentole. Alzò lo sguardo stranito quando notò che nei nostri, forse sarebbe meglio dire nei procedimenti di Zayn, non c’era nullo di sbagliato.
Ci osservò attentamente prima di proseguire per la sua strada facendo uscire dalla sua bocca un enorme sbuffo. Poi si diresse verso la sua enorme scrivania e ci voltò le spalle.
-La lezione è finita, potete andare.
Disse decisamente. A quelle parole ogni alunno prese velocemente ogni loro libro per poi spostarsi dalle loro postazioni. Mi abbassai per prendere dal sottobanco il quaderno degli appunti che ero sempre solita portarmi dietro, anche se alla fine c’erano solo disegni fatti nei momenti di noia.
-Non c’è di che!
Alzai lo sguardo verso il moro che aveva appena parlato.
-Non pensavo che a voi Serpeverde piacesse essere ringraziati.
La mia mente era stata riportata al giorno in cui durante le ripetizioni con Harry venni violentemente sbattuta contro il muro della biblioteca.
Mi alzai con la schiena fino al suo livello. Quello alzò ed abbassò le spalle.
-Dipende. Se ci vogliamo sentire potenti, bhè, in quel caso direi che ci piacciono molto i ringraziamenti.
Disse cominciando a incamminarsi verso l’uscita.
-Allora in questo caso dovresti essere lodato?!
-Ovviamente! Ho appena preparato una pozione refrigerante in meno di cinque minuti,  mi sembra dovuto almeno un enorme elogio!
Disse con un accenno di sfrontatezza, gesticolando teatralmente con le mani.
-Mi scusi vostra maestà per non averla ringraziata abbastanza per il suo gesto eroico!
Risposi teatralmente mentre portavo una delle mie mani sulla mia fronte.
Al moro scappò una piccola risatina. Nel frattempo arrivammo al cortile della scuola, dove in quel momento si trovavano la maggior parte degli studenti. Tra le undici e mezzogiorno quel luogo era pieno di ragazzi che si prendevano una pausa dalle prime tremende ore di studio. Il moro si poggiò al muro vicino all’entrata mentre io mi misi davanti a lui poggiando i libri sul piccolo davanzale sotto l’arco della porta.
-Non vedo l’ora di vederti giocare oggi.
Uscì di punto in bianco. Io rimasi un attimo attonita ricordandomi che giorno era quello.
-Oh…
Malik mi fisso alzando un sopracciglio facendo scappare un ghigno dalla sua bocca.
-Te ne eri dimenticata, vero?
-Non è che me ne ero dimenticata…
Risposi sbuffando poggiandomi sulla colonna proprio di fronte a lui.
-E’ che ero finalmente riuscita a togliermelo dalla testa.
Alzai lo sguardo al cielo, notando che era una bellissima giornata e che almeno il tempo non sarebbe stato un ostacolo quel giorno.
-Andrai bene, cerca solo di non pensarci e reagisci di istinto.
Ammise alzando le spalle come se fosse la cosa più semplice al mondo. Per me invece sarebbe stata un’enorme sfida. Riuscivo benissimo a giocare a Quidditch, ma se qualcuno mi guardava era la fine. Tremavo, entravo nel pallone e finivo per non prendere nemmeno una palla.
Tutto questo era accaduto anche nel mio primo allenamento in squadra avvenuto circa una settimana fa. La situazione era così degenerata che Josh mi aveva dovuto portare in spogliatoio per farmi un discorsetto sull’ansia e la calma durante il gioco.
-Poi giocherai contro Niall, e devo dire che mi godrò altamente lo spettacolo.
-Ah, che bello allora. Almeno se farò una figuraccia non lo farò direttamente davanti a te!
Il moro si staccò Dal muro mettendosi le mani nelle tasche dei pantaloni
-Intanto tesoro se farai una figuraccia… oggi la farai anche nella prossima partita in cui io e la mia squadra vi mangeremo piccoli e indifesi tassi.
Alzai un sopracciglio mentre mi avvicinavo a lui con aria strafottente.
-Non lo sai che i tassi mangiano i piccoli serpenti?
Il moro si avvicinò ancora di pù a me facendomi trovare con il mio petto addosso al suo.
-Quelli piccoli non quelli grossi.
E fece un sorrisetto beffardo con un alto della bocca.
-Dopo la gara di oggi, stai pur certo che ti ricrederai.
Dissi avvicinandomi di più a lui per poi spingerlo via da me con la mano.
Presi velocemente i libri che avevo poggiato e mi diressi vero il lungo corridoio che portava all’interno del castello.
-Ho una strana sensazione di dejavu!
Disse facendosi scappare una risatina. Io mi ricordai improvvisamente della prima volta che gli parlai e di quello che avevo fatto.
-Si pero non mi hai ancora detto che ho le palle!
Gli urlai girandomi di scatto sogghignando. Lui abbasso lo sguardo e lo rialzò.
-Questo lo vedremo dopo la partita dolcezza!
-Fottiti Malik! E non chiamarmi dolcezza!
Gli urlai da alcuni metri di distanza. Avevamo attirato gli sguardi di alcuni alunni che passavano per quel corridoio.
-Va bene…dolcezza!
Io di riamando alzai il dito medio prima di girarmi di scatto e andare verso la prossima lezione.
 
Cercai di seguire attentamente nelle ultime ora di lezione, anche se mi era molto difficile. La verità era che in quel momento avevo la testa completamente la testa tra le nuvole,letteralmente. Non pensavo altro che alla partita ,a come sarebbe andata, a come avrei reagito ad ogni ostilità a se avrei fatto punti o se ne avrei subiti. Sarebbe stata la mia prima partita e soprattutto sarebbe stata contro i Grifondoro, o meglio la cosa che mi importava e che sarebbe stata contro Niall.
Forse era questa la mia paura, quella di fare figuracce davanti a lui piuttosto che davanti agli altri compagni di scuola. Era solo la sua l’opinione che mi importava e quella di nessun altro.
Dopo la gara nel lago, ci eravamo visti di rado. Io avevo i pomeriggi occupatissimi a causa degli allenamenti extra a cui decidevo di andare insieme a Josh e anche lui era sempre occupato con la squadra e i vari corsi pomeridiani che frequentava. A sentire lui i genitori lo avevano costretto a fare minimo due corsi pomeridiani poiché a quanto pare neanche lui era un asso nelle materie mattutine e perciò volevano fargli guadagnare crediti con le materie pomeridiane.
Io a mio malgrado non frequentavo nessun corso pomeridiano, anche se la Cooman ogni volta che la incontravo per i corridoi mi pressava con i suoi soliti “Come stai cara? Perché non vieni a divinazione oggi?”
Non mi andava di offenderla, cosi le rispondevo sempre che quel pomeriggio avevo da fare e che sarei andata la prossima volta. E alla fine non ci andavo mai.
Tutti i miei pomeriggi li passavo a pensare a cose senza senso, si proprio come oggi. La mia mente si andava ad indagare su pensieri sconnessi e privi di qualunque senso logico. Ma quel giorno dovevo rimanere lucida, dovevo concentrarmi su la sfida che si sarebbe scontrata davanti a me fra poche ore.
 
Era l’ora era finalmente giunta l’ora. Camminavo lentamente per il piccolo sentiero pieno di alberi che mi avrebbe portato di fronte al campo. Gli alunni che venivano a vedere la partita venivano fra una ,mezzora e perciò mi ritrovai a camminare vero il campo da sola.
Appena uscita dalla piccola stradina non vidi nessuno, pensai subito che fossero già entrati nello spogliatoio e infatti non mi sbagliai. Neanche arrivai all’entrata che già si sentivano delle voci maschili cantare cori di incoraggiamento alterante a frasi sconce. Che si potava dire erano ragazzi e solo in quel momento mi resi conto che per tutta una stagione avrei dovuto sopportare tutto quello.
Entrai titubante nello spogliatoio dove c’erano chiaramente due porte. Su ognuna di esse c’era scritto il nome della casa che ci alloggiava per la giornata. Di solito anche durante gli allenamenti quello a destra veniva usato dai Tassorosso e Serpeverde, mentre quello a sinistra da Grifondoro e Corvonero. Controllai comunque per essere scritta le targhette e come al solito entri in quello a sinistra. Appena entri un odore di dopobarba mi investì completamente, dalla testa ai piedi. Era pieno di ragazzi in divisa da quidditch o senza maglietta che continuavano a darsi spintoni e pacche sulle spalle. Non mi scandalizzava il fatto che fossero senza maglietta o senza pantaloni. Ero sempre cresciuta con amici maschi, quei pochi che avevo, anzi l’unico che avevo che poi si è rivelato essere un totale stronzo, quindi non mi scandalizzavo piu di tanto. O almeno non mi scandalizzavo quanto si scandalizzavano loro. Appena entrai sentì gli occhi di tutti su di me anche se avevo cercato in tutti i modi di non farmi vedere. Mi chiedevo i l perché avessero fatto lo spogliatoio maschile e femminile collegato. Ma probabilmente la risposta la sapevano solo Godric Grifondoro e compagnia bella!
-Ehi Ellis, che fai i cambi con noi?
Era quel genio di Samuels che non la smetteva di rompere i coglioni.
Lo guardai con un sorrisetto viscido prima di poggiarmi al piccolo muro che divideva la parte di spogliatoio femminile da quello maschile.
-E’ vero Andy, forse tu dovresti cambiarti con me, visto che di maschio hai ben poco!
Partì uno sgomento generale alle parole di Josh che erano risuonate per lo spogliatoio seguito da battutine del tipo “Te l’ha fatta!” “Segui il consiglio del capitano!”
Lo guardai ringraziandolo mentalmente. Lui recepì subito il concetto e fece un cenno con il mento alzandolo e abbassandolo. In quei momenti lo vedevo come un fratello più grande, anche perché era l’unico punto di riferimento che avevo all’interno della squadra. Mi trattava come una sorellina minore e mi difendeva da quei piccoli commenti degli altri giocatori che potevano darmi fastidio, e non gliele sarò mai abbastanza grata.
Mi misi velocemente dietro al muro per cambiarmi. Sapevo benissimo che dovevo sbrigarmi, visto che mi trovavo in uno spogliatoio con ben dieci ragazzi in piena crisi ormonale. Mi svestii e mi misi velocemente la divisa. Prima di infilarmi i guantone, fissai attentamente la piccola cicatrice che avevo sulla mano sinistra. Non la si notava bene, solo se si fissava attentamente la parte della mia mano tra il pollice e l’indice. Sorrisi solo al pensiero di come me l’ero fatta.
 
Erano i miei primi giorni con una bacchetta in mano e senza pensarci aprì il primo libro di incantesimi che avevo a casa e cominciai a provarli tutti senza successo, fin a che non dissi uno strano incantesimo e dalla punta della mia bacchetta cominciarono ad uscire scintille piccole e grandi. Una di quelle si andò a poggiare sulla mia mano, facendo formare quelle strana cicatrice a sette punte.
 
  La sfiorai delicatamente con la punta delle dita, poi ci misi sopra il guantone marrone chiaro di cuoio che avevo poggiato sulla panca di fronte a me.
-Paura?
Sentì dire da una voce dietro di me. Mi voltai prima di vedere Josh poggiato all’entrata di quel piccolo spazio di privacy.
Io annuì leggermente, mettendomi seduta sulla lunga panca che avevo alle spalle.
Quello non sembrò convinto della mia risposta. Infatti si avvicinò a me e  mi si sedette accanto.
-Andrai bene. Cerca solo di non pensare a tutte quelle persone che ti guardano.
Mi mise una mano sulla spalla, io avvertita da quel gesto lo guardai in viso.
-Pensa solo a quei tre anelli e ai vari bolidi che ti potrebbero arrivare addosso. Per il resto non c’è nulla di cui preoccuparsi.
Mi scosse leggermente prima di farmi alzare.
Uscimmo da quello spogliatoio da una tendina che era poggiata infondo allo spogliatoio. Oltre quella c’era una seconda sala, enorme.
I muri erano coperti da vari tessuti che portavano i colori e gli stemmi di entrambe le squadra che si dovevano scontrare. Su entrambi i muri laterali c’erano degli enormi appendi scopa con tutti i manici poggiati sopra. Vicino a quelli delle enorme panche di legno decorato con lo stemma di Hogwarts intagliato finemente sul poggia schiena.
Ogni tanto si vedevano dei tavolini su cui erano poggiati delle brocche di vetro con dell’acqua.
In quella sala, non c’eravamo solo noi Tassorosso, dalla parte opposta alla nostra, C’era una seconda porticina, da cui uscivano i giocatori avversari. Il mio sguardo fu attirato da un biondino che uscì per ultimo dagli spogliatoi, che ancora si stava infilando la maglietta.
Improvvisamente alzò lo sguardo e lo puntò su di me. Mi fece un cenno con una mano e mentre stava per dire qualcosa entrò dalla porta di fronte a noi che conduceva sul campo il professor McWilliams, il professore di volo del primo anno e arbitro nelle partite.
Sbatte le mani due volte per attirare l’attenzione di tutti i presenti.
-Bene ragazzi. In posizione!
In qualche secondo ci dividemmo in due file, divisi per squadra. Ognuno di noi aveva il proprio scopa in mano. Niall mi fece segno di andare con lui per ultimi.
Appena arrivata in fondo misi il manico di scopa in mezzo alle mie gambe salendoci sopra.
-Pronta a perdere?
Mi sfidò guardandomi.
-Pronto a ricadere in acqua?
Fece un sorrisetto e si avvicino di un paio di passi accanto a me. Prese una ciocca sfuggita alla coda e me la mise dietro l’orecchio. A quel toccò sentì migliaia di brividi percorrermi la schiena e il battito cardiaco accelerare. Poi avvicinò lentamente la bocca la mio orecchio; il suo respiro si andava a infrangersi sulla mia pelle che ormai era ricoperta di pelle d’oca.
-Ci vediamo alla premiazione del Grifondoro, principessa.
Sussurrò lentamente. Potei sentire un pizzico di sfida nel suo tono, ma anche qualcosa di più profondo che in quel momento mi sfuggiva totalmente.
Prima che potessi controbattere la fila davanti a me cominciò a muoversi e  di conseguenza anche io mi diedi una piccola spinta con i piedi facendo alzare la scopa.
Prima che potesse partire, il biondo mi lanciò un occhiolino e poi spiccò il volo.
Uscimmo volando dal tendone e ci ritrovammo all’interno del campo. Centinaia di ragazzi erano appostati sulle gradinate e urlavano per la vittoria di una squadra. Anche i Corvonero e i Serpeverde che in quella partita non avrebbero giocato, presero le  parti di una delle due squadre.
Ci mettemmo a circa cinquanta metri da terra gli uni di fronte agli altri. La tensione era altissima, sentivo chiamare dal pubblico vari nomi tra cui il mio e quello di Niall. Riconobbi la voce di Louis, ma non ci feci molto caso. Continuavo a guardare senza muovermi gli avversari davanti a me. Strinsi il manico di scopa dalla tensione, poi buttai un’occhiata s Niall, che mi fece un occhiolino di rimando. Quel piccolo gesto affievolì la mia frustrazione, ma non la mia determinazione.
La voce del Professor MacWilliams ci fece guardare tutti a terra.
-Devine, Cullen, voglio un gioco pulito.
Disse ai due cercatori delle squadre, che si trovavano pochi metri più in basso rispetto a noi. I due annuirono e con questo gesto il professore aprì il piccolo cofano di legno e ne fece uscire i bolidi e il boccino e subito dopo lanciò la pluffa in aria permettendo l’inizio del gioco.
 
I giocatori sfrecciavano da una parte all’altra del campo, e cercavano di passarsi la pluffa. Io mi tirai fuori da quel subbuglio di scope mettendomi ad un lato remoto del campo, facendo segno a Tyler che aveva in  quel momento la palla in mano di passarmela, quello mi vide e prima che riuscisse a lanciarla un giocatore di Grifondoro gli diede una gomitata facendogli perdere la palla. Quella poi venne afferrata la volo da un secondo giocatore dei Grifondoro che  la passo velocemente ad un suo compagno più avanti che stava lentamente avanzando verso i tre anelli.
Io inclinai la testa in avanti per prendere uno scatto e andare a fermarli. Senza rendermene conto, Tassorosso era riuscita ad intercettare la palla e uno dei miei compagni me l’aveva passata, avendo notato che ero molto vicino alla difesa avversaria e libera. Senza pensarci due volte presi uno scatto e andai verso i tra anelli. Il difensore cercò di fermarmi, ma senza successo, tirai velocemente il pallone verso il cerchio da 10 punti. Pensavo di avercela fatta, ma la pluffa venne subito intercettata e bloccata dal portiere.
La partita andò avanti, nessuna delle due squadre decideva ad avere una vantaggio netto sull’altra. I punteggi erano sempre 10-10; 25-20; 25-30 e la situazione non sembrava cambiare. Le squadre erano troppo bilanciate e tutti speravamo in un intervento repentino dei cercatori.
Josh e Sean rincorrevano il boccino da più di mezz’ora e i battitori, tra cui Niall, allontanavano bolidi di continuo, soprattutto dai capitani.
La palla mi ritornò improvvisamente di nuovo in mano, io essendo in quel momento in difesa cercai di avanzare un po’ con la pluffa arrivando persino a metà campo,schivai un bolide che mi stava venendo addosso, ma in quel momento accadde qualcosa.
Passai velocemente la palla all’ala, ma lo stesso bolide di pochi secondi prima ritornò su di me. Io come prima lo schivai, ma il secondo bolide mi venne improvvisamente addosso facendomi cadere dalla scopa. Sentì uno sbigottimento generale, quando con entrambe le mani riuscì a tenermi al manico di legno. Avevo paura, ogni ma cellula del mio corpo tentava di darmi una spinta per risalire, ma ogni tentativo era vano.
La mia paura aumentò quando le mia mani scivolarono dal legno e persi la presa. Un urlò si levò dalla platea. La riconobbi come la voce di El.
Il vento sfrecciava tra i miei capelli, ma prima che potessi davvero pensare che fosse la fine una mano afferrò il mio braccio. Alzai gli occhi per vedere chi mi aveva salvato. E’ la mia pura più totale si trasformò in stupore appena vidi due paia di occhi azzurri piegarsi dallo sforzo per tenermi attaccata alla sua mano. Emise dei piccoli gemiti a causa dell’enorme forza che stava impiegando.
-Ginny! Tieniti a me!
Io annuì e cercai di salire dietro di lui, ma non ci riuscì. Non riuscivo più a tenere la presa, così come lui. La sua mano scese di colpo dal mio avambraccio al mio polso.
Mi scappò un gemito di dolore. Dalla sua bocca contorta uscirono vari versi.
-Ti prego, resisti!
Urlò facendo voltare tutti i presenti in campo.
-Niall…
Non riusci a finire la frase che uno dei due bolidi che mi erano precedentemente venuti addosso colpì la fine della scopa di Niall, facendogli mollare la presa sulla mia mano.
Le mie dita scivolarono dal suo polso e poi dalla sua mano. Sentì il vuoto sotto di me e la presa di Niall venire totalmente meno.La sua stretta che mi faceva sentire protetta non c'era più. Una lacrima solitaria scese dal mio occhio destro.
Mentre cadevo giù chiusi gli occhi sperando fosse solo un sogno e che mi risarei svegliata nel mio letto, ma realizzai che non lo era quando sentì qualcuno urlare il mio nome e dopo, buio.







Spazio Autrice: Vorrei chiedere di nuovo umilemte scusa per l'inaccettabile ritardo! Vi prego non mi uccidete e credetemi se per me scrivere questo capitlo è stata una vera  e propia impresa! 
Comuque non sono qui a giustificarmi, ma nìbensì a presentarvi un capitolo Svolta come si suon dire. Si! Perchè da qui succederanno tante cose nuove e sopratutto vorrei annunciarvi che il prossimo capitolo sarà fatto da un POV molto particolare e per me sarà un vero piacere scriverlo e ,che dio mi aiuti, pubbliccarvelo il prima possibile!
Sinceramente questo capitolo non mi piace particolarmente a differenza di altri, ma state pur certe che da ora in poi comincia la vera storia.
Vorrei oltrtutto ringraziare tutte quelle che RECENSISCONO/SEGUONO e hanno messo nelle PREFERITE e  RICORDATE la storia!! Non vi ringrazierò mai abbadtansa per il vostro supporto.
Un bacio grande, G.
  
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