‘Ma piantala!’, si era allontanato, stizzito, ‘io non leggo queste cose!’
‘PE favore, TANK’, la bimba dai biondi codini aveva un’espressione triste, ‘io NO so leggere’
Si era guardato intorno, nervoso, sbuffando. Infine, si era seduto accanto a lei, vicino al fuoco.
‘Dammi qua!’, le aveva tolto il libro dalle mani poi, accorgendosi della presenza del padre, ‘non sa nemmeno leggere!’ aveva detto, quasi per giustificarsi.
Le aveva raccontato la fiaba della bella addormentata e, un’oretta dopo, li avevano trovati addormentati, lei con la testolina sulla spalla di lui.
Se Bulma aveva trovato la scena molto tenera, Vegeta non ne era stato affatto entusiasmato. Anzi. ‘E’ un cattivo presagio’, aveva detto.
Solitamente, alla Capsule Corp. o c’era una marea di gente, o nessuno. Marron aveva cenato e pranzato lì tantissime volte, ma in occasioni di feste o particolari avvenimenti; a volte, facendo da babysitter a Bra, si era fermata a pranzo ma…era diverso. Perché allora lei era solo un’amica, una conoscente…e poi…quelle poche volte che era successo, avevano mangiato soli, lei, Trunks e la piccola. Ora no. Ora c’era Bulma. Ma Bulma non era poi un gran problema. Il problema era…
Era seduta di rimpetto a Vegeta. La cosa peggiore che le potesse capitare. Da piccola, ne era stata sempre spaventata. Mai una volta che l’avesse guardata, neanche di sfuggita. Mai. Crescendo, sentendo le parole estasiate del fidanzato e della sua sorellina, aveva cominciato a pensare che quell’uomo dovesse essere in privato l’esatto contrario di come si mostrava in pubblico ma, ora che se lo trovava davanti…non riusciva a vederlo in maniera diversa rispetto al passato. La scrutava ora, questo si, da capo a piedi. Con sguardo serio e attento, senza proferir parola o lasciar trasparire un qualche sentimento. Lei guardava dritto nel piatto, cercando di incontrare quegli occhi scuri il meno possibile, non potendo fare a meno di notare la somiglianza con Trunks: i colori erano diversi, ma i lineamenti quasi identici.
‘Allora, cara’, Bulma pensò bene di interrompere quel silenzioso scambio di occhiate, ‘hai già deciso cosa fare, ora che hai finito il liceo?’
‘Uhm, no…’, balbettò, ‘ancora non lo so…’
Bulma sorrise. ‘Be’, nel frattempo potresti stare un po’ alla Capsule Corporation, no?’
Una manina si alzò. Da quando si era iscritta a scuola, Bra aveva preso quest’abitudine: non interveniva se non le era accordato il permesso.
‘Ma mica volete fare già un figlio?’
Trunks scoppiò a ridere. Marron non fiatò.
‘Non ridere!’, s’infervorì, ‘guarda che io lo so che i bambini nascono quando ci si bacia e voi due vi baciate sempre!’
‘Tesoro!’, Bulma la guardava con aria minacciosa.
‘Scusa, mamma’, si rimise a mangiare, ‘ma loro non possono fare già un figlio…perché…papà non li vuole bambini per casa! E’ vero, papà?’
Tutti sapevano, in realtà, che l’unica a non voler ALTRI bambini per casa era proprio Bra. Vegeta, comunque, non rispose.
 
Si erano addormentati, seduti sul divano, Bra in braccio a Trunks. La piccola aveva chiesto al fratello di leggerle una fiaba e…ecco il risultato. Avevano dormito davvero profondamente, ma un rumore aveva poi svegliato Marron.
Aprì piano gli occhi e vide Vegeta prendere tra le braccia la piccina, delicatamente, per non disturbare il suo sonno. Avrebbe finto di essere ancora addormentata, ma era troppa tardi: era stata scoperta.
‘A questo punto ti conviene svegliare anche lui’, le disse, a bassa voce.
‘Oh, no, non fa niente’, si affrettò a dire, ‘posso aspettare’
Quella frase, quel ‘posso aspettare’, lo colpì. Gli ricordò quanto Bulma avesse aspettato lui. Quanto quell’aspettare fosse stato indispensabile nella loro relazione.
Si allontanò, per portare la piccola nella sua cameretta.
 
 
‘Allora vado ad accompagnare Marron e torno…dopo cena!’
Si era svegliato, finalmente. Dopo ben tre ore.
Bulma e Bra sa stavano salutando con baci e abbracci.
La bionda ragazza guardò verso Vegeta. ‘Arrivederci!’
‘A presto’, proferì, con aria volutamente vaga. Ma colpì tutti. Già era raro che salutasse, un ‘a presto’, poi, non s’era mai sentito.
Trunks sorrise, quando si ritrovarono soli.
‘Brava, Marron’, i suoi occhi brillavano, ‘hai conquistato anche papà’