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Autore: CharlotteisnotReal__    18/02/2013    4 recensioni
«È bellissima.» Sussurrò Harry, poggiato al bancone del bar. «Divina.» Concordò Zayn, stravaccato sulla schiena del riccio. Erano come incantati, mai avevano visto una tale bellezza. Bambi e Margot erano entrate nel locale da un po' e mai i due ragazzi avevano distolto il loro sguardo dal loro tavolo. «Ha degli occhi stupendi.» Disse, sognante, più piccolo, Harry. «Già, e i suoi capelli così ribelli...» Il moro non riuscì a finire la frase che l'amico l'aveva bruscamente interrotto. «Ribelli?! - chiese sconcertato - Non so di chi tu stessi parlando ma io mi riferivo alla McGuinness.» Concluse poi. «Cosa? Io parlavo della Brown.» Sbottò Zayn. «Chi, Bambi occhi di ghiaccio?» Chiese, ancor più sorpreso il riccio. «Esattamente.» Rispose Zayn, leggermente irritato da quelle parole. Infondo sapevano tutti che Bambi Brown era una tipa dalla quale tenersi lontano, un gelida ragazza tanto bella quanto stronza, ma a lui piaceva proprio per quel suo lato graffiante. «Amico, quella è una stronzetta con la "S" maiuscola, sei fregato!»
Genere: Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Harry Styles, Liam Payne, Niall Horan, Un po' tutti, Zayn Malik
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 2



 

Quel giorno Liam doveva fermarsi a scuola e correre in segreteria, da Stacy perché, come concordato con i ragazzi, avrebbe dovuto dar sfoggio della sua bellezza, ed ottenere le informazioni necessarie ad Harry e Zayn.
«Ciao Stacy, come te la passi?». Chiese con un sorriso affabile stampato in faccia il ragazzo, poggiandosi alla scrivania, dietro la quale la cotta e stracotta Anastasia Jackson da poco lavorava.
In fondo Stacy non era niente male, era giovane per essere una segretaria, aveva da poco compiuto i ventun'anni quand'era stata assunta, ed era dotata di una matura
 intelligenza non chè di un corpo sinuoso, in più gli occhi chiari, i capelli neri e la spettinata frangetta sulla pelle lattea giovavano alla sua bellezza. 

«Bene, tu?». Aveva balbettato insicura come sempre, di fronte a Liam, la ragazza. Anastasia non era mai stata una di quelle ragazze timide tutta casa e chiesa, certo, aveva dei sani principi anche lei, ma non era di certo tipa da lasciarsi sopraffare da un bel faccino e un animo gentile, o almeno così era stato fino a quando non aveva incontrato Liam James Payne. «Non c'è male». Rispose con nonchalance il biondino, scrollando le spalle e incrociando le braccia sul bancone dietro il quale Stacy si ritraeva ad ogni centimetro che il ragazzo azzerava fra loro. «Ti avvicineresti un attimo?». Chiese divertito, sogghignando per l'espressione confusa e spaventata di lei.
La mora si ricompose, stirando con le mani la sua camicetta bianca e abbassandosi ancor di più la gonna che già le sfiorava il ginocchio, prima di avvicinare il suo volto a quello del ragazzo. «Avrei bisogno di un favore...». Quando il caldo respiro di Liam arrivò al suo orecchio Stacy si sentì il respiro mancare e la temperatura corporea salire a dismisura. «Dimmi pure». Aveva balbettato, questa volta certa che le gambe le avrebbero ceduto. «Non vorrei disturbare troppo il tuo lavoro - si allontanò il ragazzo, drizzandosi in piedi- ma avrei bisogno di sapere che corsi extra-scolastici frequenteranno Bambi Brown e Margòt McGuinness». Confesso lui, regalando alla dolce Stacy un sorriso dolcissimo, al quale proprio non si poteva dire di no. Quello stesso sorriso, infatti, lasciò che il cuore della mora si fermasse, colmando il vuoto delle ferite passate. «Aspetta che guardo». Aveva sussurrato pigiando esperta le affusolate dita sulla tastiera.
 
Liam, per un istante, quasi non la riconobbe e pensò che quella al computer fosse un'altra persona non la sua Anastasia. Il rossore sulle guance era sparito, e gli occhi sognanti avevano lasciato spazio ad uno sguardo brillante e sicuro, di quelli che ti lasciano di stucco ad una sola occhiata. Ma la signorina Jackson era fatta così, sensibile e femminea, più sicura e determinata con una tastiera sotto mano, che con il ragazzo che le piaceva ad un palmo dal naso.
«Fatto! -Esclamò compiaciuta dopo qualche manciata di secondi- la signorina Brown frequenterà il corso d'arte, mentre la McGuinness quello di musica». Sorrise poi al ragazzo, facendo sì che le gote riprendessero il loro rosso acceso, tipico di quando Liam era nei paraggi. «Grazie mille, Stacy. -Sorrise, sporgendosi nuovamente al bancone ed arrivando a stampare un rumorosa bacio sulla guancia della mora, del tutto spaesata- Sei la migliore!». E con la stessa velocità con la quale aveva rubato quel bacio alla segretaria scappo via, lasciando la povera Anastasia Jackson alle prese con le sue scartoffie d'ufficio ed il pezzi del suo cuore ancora da riassemblare.

 
Siobhan era uscita di casa soltanto perché era stata costretta da suo padre a portar Gaz, il loro ozioso, ma altrettanto dolce cane, fuori per la sua passeggiata pomeridiana, anche se lei sarebbe rimasta volentieri a casa. Non voleva incontrare nessuno, nessuno che andasse a scuola con lei o potesse conoscerla: ne aveva abbastanza di esser etichettata e derisa.
Persa nei suoi pensieri, non si era accorta che il pigro Gaz si era accasciato ai piedi della panchina più vicina, le aveva continuato a camminare da sola, fino a quando il cane non abbaiò riscuotendola dai suoi pensieri. «Gaz! - Lo rimproverò- Maledetta, pigra bestiaccia!» Gli imprecò contro, scocciata, tornando indietro sui suoi passi e sedendosi sulla panchina, sotto la quale il suo cane giaceva beato, schiacciando un pisolino o riposandosi solo.
La ragazza conosceva bene Gaz e le sue abitudini del tutto discutibili per un cane di appena quattro anni, aveva imparato a conviverci in quei pochi mesi all'anno che passava, durante la sua infanzia, ad Holmes Chapel e se c'era una cosa di cui era certa era che se quell'ammasso di pulci si sdraiava, niente e nessuno l'avrebbe smosso, se non la sua stessa volontà. Così, rassegnata all'idea che avrebbe trascorso li seduta gran parte del suo pomeriggio, estrasse dalla borsa uno dei tanti libri che aveva cominciato a legger in quei giorni e prese a divorarne le pagine.
«Ehilà, rossa!». Qualcuno, dall'altra parte della strada, l'aveva chiamata, distraendola dalla sua lettura eprocurandole fastidio. Quando Siobhan alzò la testa dal libro e vide la figura di Niall sbracciarsi per farsi notare, nonostante fossero a neanche due metri di distanza un sorriso divertito le si stampò in viso ed il ragazzo ne andò fiero, convinto che quel sorriso era dovuto a lui e non alla sua goffaggine. Il sorriso di Siobhan non era dovuto alla sua presenza, come lui credeva, bensì per la sua stranezza. Per la ragazza, Niall era strano e buffo come tutti gli irlandesi, a detta sua. La rossa chiuse il libro e lo sventolò icome cenno di saluto e Niall, incoraggiato, le si avvicinò, attraversando incurante la strada.
«Che ci fai qui?». Le domandò, sedendosi goffamente accanto a lei. «Ho portato Gaz a fare una passeggiata». Rispose tranquilla. «Gaz?». Domandò confuso il biondo. Siobhan si limitò ad annuire ed indicare con l'indice sotto la panchina sulla quale erano seduti. Niall, più confuso che mai, si guardò intorno prima di scorgere, al di sotto del suo sedere, il pigro alano. Improvvisamente il ragazzo scoppiò a ridere divertito, spaventando la povera rossa, che per poco non cadde dalla panchina. «Certo che ha capito tutto della vita lui!». Ironizzò, infilando la mano fra due assi in legno ed andando stuzzicare giocosamente il muso di Gaz con un dito. Il cane, troppo pigro per muoversi, fece finta di niente, restando inerme, ma starnutendo appena. «È troppo pigro e grasso, quasi quasi lo metto a dieta». Sorrise la ragazza, sapendo di aver offeso, forse un po' troppo la coscienza del pigro -ma non stupido- animale che, a quelle parole ebbe un brivido, al che scatto subito sull'attenti davanti ad una Siobhan divertita come non mai, seguita a ruota dalla risata contagiosa di Niall.
Capendo di essere stato preso in giro il povero Gaz torno a riposare, sotto la sua amata panchina, incurante delle risate del biondo.
«Sei troppo dura con lui - scherzo Niall- un vero irlandese ama gli animali». Concluse stuzzicando la ragazza che rispose prontamente e scontatamente: «Ma io non sono irlandese». Il ragazzo scoppiò in una fragorosa risata. «Cosa più del tuo nome può esser irlandese? Andiamo, ti chiami Siobhan!» Esclamò lui, prendendola un po’ in giro. «Le mie sono origini lontane». Disse, calcando fortemente l'ultima parola ed alzandosi dalla panchina. «Dove vai?». Domandò il ragazzo. «A casa, devo fare i compiti. Ciao». Così dicendo la rossa lo salutò, prendendo Gaz per il guinzaglio e trascinandolo, a fatica, verso casa.

 
Mentre i ragazzi ridevano e scherzavano in tutta allegria, davanti alla replica di una partita del Manchester che si erano persi, qualcuno aprì di colpo la porta di casa Styles, senza premurarsi di bussare o suonare il campanello. Quel qualcuno era Liam James Playne, che dopo aver salutato frettoloso Gemma, la sorella del suo amico, era corso a grandi passi su per le scale, raggiungendo la stanza di Harry ed entrandovi con gli stessi modi maleducati di poco prima. «Ehi, amico! Da quando non si usa più ricorrer alle buone maniere?». Lo salutò il riccio, battendogli una mano sulla spalla e facendogli notare la sua, ormai scontata, poca grazia. «Scusa, Hazza. Sai che non era mia intenzione». Si scusò il ragazzo, grattandosi il capo imbarazzato.  «Tranquillo, Payne. Allora, com’è andata con la segretaria?». Domandò Zayn, stravaccato ai piedi della poltrona sulla quale Louis sorseggiava disinteressato la sua birra, noncurante di non aver ancora l’età per bere. «Chi, Stacy dici?». Chiese Liam, come solito tardo di comprendonio. «E chi altri se no?». Domandò scocciato Harry, che nel frattempo si era andato a sdraiare sul suo letto ad una piazza e mezza invitando il biondo a far lo stesso. Liam assunse un espressione alquanto confusa a quelle parole, facendo così scoppiar a ridere Louis, che per poco non cadde dalla poltrona, rischiando di rompersi così anche la gamba buona, e lasciando un amaro sconcerto sul viso del riccio. Zayn, conscio della poca sensibilità di Harry nei confronti del povero Liam, intervenne in sua difesa, impedendo a commenti poco carini e gentili di uscire dalla boccaccia sfacciata di Harry Styles.
«Sì, con Stacy, Liam. Adesso raccontaci per favore». Sul viso del ragazzo si dipinse il sorriso sornione di chi si poteva dire fiero del proprio operato, si schiarì la voce e si lasciò cadere a terra. «Come ben sapete oggi son andato in segreteria e lì ho parlato con Stacy…». Liam venne bruscamente interrotto da Harry che, scocciato come al solito, aveva esclamato. «Sì, Liam, fino a qui sappiamo anche noi cosa è successo. Vai avanti, veloce!». Liam, senza badare troppo all’intervento del riccio, si preparò a proseguire, quando venne interrotto nuovamente da Zayn che, come sempre, parlava a sua difesa. «Andiamo, Harry! Lascialo finire di parlare!». Così i due ragazzi diedero inizio ad un vivace dibattito che confuse ancor di più le idee di Liam.
«Parlasse, Zayn, ma non parla. Temporeggia!». Sbottò il ragazzo. «Oh, Harry, sai che Liam ha i suoi tempi!». Replicò il moro. Ad ogni frecciatina che i ragazzi si lanciavano Liam voltava la testa prima in direzione di uno e poi in direzione dell'altro, per poi soffermarsi sula figura di Louis che, di fronte a lui, scuoteva la testa in segno di dissenso. Improvvisamente, quest’ultimo, batté le mani richiamando l’attenzione dei due. «Ragazzi, volete lasciarlo parlare?». Aveva esclamato, prima di ricomporsi e tornare ad ascoltare con poco interesse il discorso dei suoi amici e a sorseggiare la sua Corona. «Allora, stavo dicendo…». Liam provò nuovamente ad aprir bocca, ma non fece in tempo a finire la frase che venne interrotto dallo spalancarsi della porta.
«Salve, ragazzi!». Aveva esclamato Niall, entrando nella stanza ed accasciandosi di peso di fianco ad Harry, provocando così un sordo tonfo. «Che si dice?». Domandò poi lievemente turbato dagli sguardi truci che gli amici gli riservarono. «Liam stava cercando di dirci quel che Stacy gli ha detto a proposito della Brown e della McGuinness, ma viene continuamente interrotto». Esclamò divertito Louis, che trovava la cosa quasi comica, mentre sia Zayn che Harry si mordevano la lingua per evitar di controbattere. «Oh, scusa amico! Di' pure!». Esclamò Niall, spronando il ragazzo a parlare. «Bene. –Aveva esclamato rasserenato- Bambi frequenterà il corso di musica, mentre Margot quello di arte». Disse finalmente, senza interruzione alcuna. Harry e Zayn si scambiarono una veloce occhiata, prima di esultare come matti. «Vorrà dire che dovrò iniziare già da adesso a scaldare le mie corde vocali». Sorrise sghembo il moro, lanciando un’occhiata eloquente al riccio. «Non prima di avermi insegnato a disegnare». Gli sorrise di rimando Harry, lasciando che le sue graziose fossette comparissero sul suo viso.
Il due ragazzi parevano determinati al massimo, sapevano che presto le due bellezze sarebbero state loro, peccato solo che la sfortuna -o meglio lo scarso comprendonio di Liam- gli avesse giocato un brutto scherzo, fatale per il loro piano.



 

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«Ti avvicineresti un attimo?» 


 


Hola! :)
Inanzi tutto chiedo scusa per lo stato pietoso in cui posto il capitolo e per il ritardo con il quale lo faccio! çç
Beh, spero di essermi fatta perdonare con l'arrivo di Stacy (Zooey Deschanel) -che io personalmente A-D-O-R-O!- e con la scenetta -penosamente- comica fra Hazza e Zayn.
Per quanto riguarda il finale del capitolo credo siate rimaste sconcertate, ma vi chiedo di far attenzione e ricordarvi bene cosa vien detto da Stacy riguardo le due protagoniste ad inizio capitolo... :)
Ora, prima che mi dimentichi visto che sono già due capitoli che lo faccio Siobhan è sì un nome irlandese, e come tale ha una sua pronuncia, in questo caso va letto "Shivon" -da qui il soprannome "Sheevy" usato da Phill nel capitolo precedente-.
Ah, altra cosa, che ne pensate del banner? Spero che la mia NuvolaBlu non me ne voglia per averlo cambiato, ma ho da poco imparato a farli ed anche se questo non è il massimo me ne sono innamorata  :)
AHAH okay, ora me la filo!
Ringrazio chi legge, segue/preferisce/ricorda e chi recensisce la storia. 
Grazie mille! 

Un bacione, fatemi sapere che ne pensate!
Carlotta.

  
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