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Autore: ScandalousLaRabiosa    22/02/2013    3 recensioni
Dedicata alla passione per questo anime mia, di Sutcliffe_Beast e di Cyborg18 Fanning. Mi scuso, ma l'ho cancellata per sbaglio! :P
Fede, Elena e Marta vengono erroneamente catapultate nel mondo di Dragon Ball e dovranno mettercela tutta per tornare nel loro mondo, ovviamente con l'aiuto dei nostri eroi! ;D
Genere: Avventura, Comico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Goku, Nuovo personaggio, Vegeta
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Paralizzata.

Nessuna parola esprimeva meglio il suo stato in quel momento.

Proprio per la paura che le creava la consapevolezza di ciò che stava per succedere: stava per morire.

E niente e nessuno avrebbe potuto impedirlo, perché tutti erano feriti e il suo nemico era cento, se non mille, volte più veloce di lei.

Non cercò nemmeno di rannicchiarsi su se stessa, o a pararsi le mani di fronte al viso, o ad urlare, perché sapeva che sarebbe stato tutto inutile.

Rimase solo lì a fissarlo, immobile e con gli occhi sgranati.

Il braccio dell'alieno scattò come una molla, velocissimo e letale, e nella traiettoria disegnata dalla sua parabola era compreso anche il suo bacino.

Il colpo stava arrivando, lo vedeva molto chiaramente, quasi fosse tutto a rallentatore, mancava pochissimo, nemmeno un metro.

L'angolazione della sua visuale cambiò sempre alla stessa velocità con cui vedeva ciò che succedeva intorno a sé: si abbassò talmente tanto da evitare di essere colpita, sentendo il contatto freddo con il pavimento di pietra e la pelle calda che bruciava contro di esso mentre ci scivolava sopra.

C'era qualcosa che le premeva le braccia e una buona parte del corpo, qualcosa che stava gocciolando sopra di lei, qualcosa che era completamente diverso dalle immagini che aveva prima nella mente del suo nemico.

Sentiva la testa vuota, le orecchie che fischiavano, il cervello completamente scollegato dagli occhi, tanto che ci mise del tempo, che a lei parve interminabile, a capire cosa fosse successo: Gohan aveva fatto un balzo felino, con la sua super velocità saiyan, l'aveva afferrata per la vita, facendola piegare in due, per poi così farla rotolare sul pavimento per sfuggire dalle grinfie dell'alieno . Ora era sopra di lei, pallido e con un'espressione agonizzante sul volto. Le sue braccia tremavano.

Una goccia scarlatta cadde sulla fronte di Elena, e anche l'ultimo tassello del puzzle andò al suo posto: Gohan era ancora ferito dagli artigli del mostro e la sua schiena non aveva smesso di sanguinare, inzuppando così i suo vestiti.

Allora tutto riprese il solito ritmo, tornò a ragionare con lucidità, il cuore a battere all'impazzata carico di adrenalina e a riavere la solita attività.

-GOHAN!- urlò preoccupatissima, mentre il ragazzo soffocava un gemito ad occhi serrati.

-Stai bene, vero?- le chiese, senza aprire gli occhi.

-Ovvio che sto bene, ma tu...!

Il ragazzo le accarezzò una guancia, ammutolendola, con un tenero sorriso.

-Meno male, non me lo sarei mai perdonato se ti fosse successo qualcosa!

Elena si mise a sedere, facendo spostare il ragazzo.

-Ma tu sei ferito gravemente! Come diavolo ti è saltato in mente di fare un balzo così per salvarmi la vita? Hai già la schiena mezza spezzata, non ti puoi gettare anche in un atto così folle!

Il ragazzo, alzandosi in piedi, si esibì in una smorfia di dolore. Quelle ferite non era affatto uno scherzo...

-Ora vedi di stare indietro. Non so quanto potremo essere d'aiuto, ma non puoi combattere in quelle condizioni.- lo avvertì rapidamente mettendosi in piedi di fianco a lui.

-Mi dispiace, Elena, ma proprio non posso.

Il ragazzo strinse i pugni e con un ringhio basso esplose in una luce dorata che per un attimo le ferì gli occhi: super saiyan, anche lui. E, anche questa volta, non potè fare a meno di rimanere incantata davanti a tale bellezza celestiale.

Lo sguardo di Gohan si era fatto più duro ed impassibile, non sembrava affatto il ragazzo timido e dolorante che era poco prima, quello che detestava combattere ma che era sempre stato obbligato dal padre. Ora lui era un guerriero, sotto ogni aspetto. E un guerriero non mostrava mai le proprie debolezze.

-Ho detto che ti avrei riportato a casa, no? Beh, è ciò che ora sto facendo.- continuò il saiyan, voltandosi verso il nemico, il quale assunse un espressione sorpresa, per quanto la tiratezza del suo volto venoso permettesse.

-Pagherai per esserti gettato in un atto tanto vigliacco.- sibilò fra i denti Gohan, non smettendo di stringere i pugni.

-Ora te la vedrai con me.- stabilì mettendosi in posizione di difesa.

In questo periodo della saga dovrebbe essere più forte di Goku e Vegeta. Forse ha qualche possibilità in più. Pensò la ragazza cercando di tranquillizzarsi.

-Hai una bella faccia a parlare con un tono così serio, visto lo stato a cui sei ridotto.- lo derise l'alieno, ma non sembrò intenzionato a tirarsi indietro.

-Lo stabilirai solo dopo aver saggiato i miei pugni.- continuò il ragazzo, stupendo Elena per tali parole. Il potere gli stava dando alla testa, come contro Cell? Non era ancora al secondo livello, quindi era tutto da vedere, ma la trasformazione doveva comunque avere effetto sul carattere dell'individuo.

-Non sottovalutare i super saiyan solo perchè ora sei stato gonfiato come un pallone. Tu in confronto a noi sei niente.

A pronunciare queste parole fu Vegeta, dalla parte opposta della stanza, con tanto di braccia incrociate al petto e ancora trasformato. Anche lui era intento a combattere e, pur di sconfiggere tale nemico, sembrava disposto a combattere insieme a Gohan.

Meglio così.

-Elena, tu e le altre state indietro. Prendi Piccolo e lascia che si curi da solo. Non far intervenire i bambini per alcun motivo al mondo, intesi?- le raccomandò il mezzosangue.

La ragazza annuì, anche se il ragazzo le dava le spalle.

Spiccò il volo a bassa quota e andò ad aiutare Fede, che stava cercando di sollevare Piccolo, in uno stato di semi-coscienza. Lo presero mettendosi le sue braccia intorno alle spalle e si sbrigarono ad allontanarsi, raggiungendo i bambini, i quali erano intanto andati ad aiutare Marta a rialzarsi e a rimettersi al riparo.

Si sistemarono in un lato della grande sala dove vi erano ammucchiati un sacco di pezzi di ricambio metallici, ma che era abbastanza grande da farci stare tutti.

Fecero sdraiare Piccolo, il quale non era messo bene, ma era chiaro che si stesse curando da solo dall'interno.

-Si riprenderà presto, vero?- chiese Goten con tono preoccupato.

Fede sorrise, cercando di rassicurarlo.

-Certo, i nammecciani guariscono molto più rapidamente degli umani, vedrai che tra poco sarà di nuovo quello di prima.- rispose Marta, accarezzando le spalle ai due bambini.

-Tu, piuttosto, come stai?- chiese Elena, osservando il lato rosso di sangue secco e di sangue ancora fresco che continuava ad uscire, finendo con il deglutire.

-Ah, sto bene. Fidati, è meno grave di quanto sembri.- rispose con nonchalance sfregandosi l'occhio per evitare che la vista le fosse offuscata dal sangue.

La castana alta passò un dito sulla ferita alla tempia e la ragazza si allontanò di scatto, quasi l'amica avesse preso fuoco.

-Anche se non ci infili il dito mi fai un favore!- disse sarcastica.

Fede volse lo sguardo verso lo scontro, nel quale i due saiyan e l'alieno combattevano alla pari, ferendosi a vicenda e lanciando attacchi davvero micidiali.

-Questa volta vinceranno di sicuro!- esclamò eccitato il piccolo Trunks.

-Certo! Nessuno è più forte del mio fratellone e di tuo padre- gli diede manforte Goten, mettendosi con l'amico a guardare quell'incontro con i nervi a fior di pelle per l'emozione.

-Però non credo che Gohan resisterà molto con quella ferita aperta...- mormorò a bassa voce Elena, tanto che solo Marta e Fede la sentirono.

-E l'incontro sembra che tirerà ancora per le lunghe...- concordò Marta.

Fede si voltò dall'altro lato della sala, dove il servitore sgorbio stava sempre seduto dal macchinario, attento, nell'attesa di aiutare il suo padrone nel caso venisse ferito troppo gravemente.

-Finché il suo servitore rimarrà attaccato a quel congegno credo che Gohan e Vegeta non riusciranno mai a sconfiggere il nemico.- espose ad alta voce la sua idea Fede.

-Si, su quello non ci piove.- concordò Elena, spostando anche ella lo sguardo sul servitore storpio.

-Quindi che proponi di fare in proposito?- chiese Marta a braccia conserte, già intuendo che l'amica aveva un piano.

-I due saiyan hanno chiesto di non metterci in mezzo al loro incontro...

-A dire il vero hanno detto di non coinvolgere i bambini.- la corresse Elena.

-Appunto, ancora meglio.

La bionda indicò il servitore, fissando le sue amiche con sguardo serio.

-Quindi che ne dite di mettere noi K.O il suo tirapiedi?

 

-Non è giusto!- protestò Goten.

-Si, invece. Dovete fare come vi diciamo noi, perchè così hanno deciso Vegeta e Gohan.- replicò Elena.

-Si, ma noi vogliamo essere d'aiuto! Noi vogliamo combattere!- disse Trunks, dando manforte all'amico.

-Ah, fidati, preferiremo mille volte che voi combatteste al nostro fianco, ma non ci tengo a subire le ire di due saiyan!- sbuffò scocciata Marta.

-Allora lasciateci combattere, se vi da così fastidio!- dissero in stereo i due bambini.

-Okay, allora mettiamola così- disse Elena con sguardo impassibile- Goten, se provi anche solo ad intervenire, farò in modo che tua madre venga a sapere che non hai finito tutti i compiti prima di questa missione, solo per andare a giocare nei boschi.

-C-cosa?!- chiese il bambino incredulo, sbiancando.

-Lo stesso vale per te, Trunks.- aggiunse Marta con lo stesso tono- Se provi ad intervenire dirò a Bulma che sei entrato nel suo laboratorio senza permesso e che hai rotto alcune delle sue invenzioni. Per non parlare di cosa dirà Vegeta quando scoprirà che hai finto di essere malato solo per saltare un allenamento...- concluse il discorso con una portata di mano davanti alla bocca con fare falsamente scandalizzato.

-Ma questo è un ricatto bello e buono!- sbottarono i due bambini insieme.

Elena fece spallucce.

-Ordini dai piani superiori.- giustificò Marta.

-Tsk!- commentò infine Trunks ruotando la testa, mentre Goten abbassava il capo.

Si erano arresi.

Fede si voltò verso le due amiche:-Pronte?

Le due annuirono.

Allora si attennero al piano.

Elena prese Fede e la sollevò, volando abbastanza basso da non essere notata dai partecipanti allo scontro, passando dietro alla macchina del laser, così da non essere neanche notate dal servitore storpio.

Poi prese quota di botto, passando sopra il macchinario.

Mollò Fede praticamente quando ci furono sopra, la quale si aggrappò all'uomo colto di sorpresa, e, grazie allo slancio datole dall'amica, riuscì a farlo cadere dalla sua postazione.

Elena la riprese giusto il tempo necessario per non farli sfracellare al suolo, poi l'essere rotolò sul pavimento, mentre Fede si metteva in ginocchio per fermarsi.

-Ci penso io, qua, tu attieniti al piano.- raccomandò all'amica, la quale tirò sul il pollice in segno di assenso e andò a ripetere l'operazione di prima, solo prendendo Marta e posandola sul sedile dei controlli.

Il servo sembrò confuso, mentre passava lo sguardo più volte dal macchinario sul quale stavano le ragazze a Fede.

-Mi spiace, ma non posso lasciarti intervenire.- avvertì la bionda.

Era stranamente calma.

Del resto, era sopravvissuta a Cell e Freezer. Quello in confronto era niente!

L'essere deforme indietreggiò esitante e malfermo, facendo gli ultimi passi che lo distavano dalla parete quasi di corsa.

Poi Fede capì perchè: ora il servo impugnava uno strano tubo metallico non più lungo di un manico di scopa, con all'estremità una strana punta di ferro. Dove vi era l'impugnatura vi stava un grilletto.

E dopo che venne premuto Fede capì anche a cosa serviva: l'oggetto sparò numerose scariche elettriche bluastre.

La ragazza inarcò un sopracciglio, quasi delusa dal fatto che per una volta potesse essere tutto più semplice.

-Che codardo... Così non vale!

 

-Okay, qualche idea su come bloccare questo aggeggio, o comunque invertire l'effetto del Sole?- chiese Elena sospesa di fianco all'amica, aggrottando la fronte.

Sul cruscotto del macchinario vi erano tantissimi pulsanti, tutti etichettati con ideogrammi in una lingua incomprensibile, probabilmente aliena.

-Ma cos'è questo? Marziano stretto?- chiese Marta molto scettica sul riuscire a combinare qualcosa di buono.

-E' una lingua meno capibile dell'arabo e del cinese messi assieme. Ma dobbiamo comunque cavarci un ragno dal buco. Per il nostro bene e per quello degli altri.

-E soprattutto per quello di Fede.- aggiunse Marta guardando sotto di sé, dove l'amica bionda stava schivando i colpi di quello che sembrava un enorme oggetto spara fulmini. E se la cavava abbastanza bene, anche se tutte le numerose ferite la rallentavano.

Le due si guardarono intendendosi.

-Da queste parti secondo te hanno Google Traduttore? Così, giusto per fare prima!

-Ne dubito fortemente. Anche se ce l'avessero non potremo usarlo: qua amano tutti complicarsi da matti la vita!

-Giusta osservazione. Mettiamoci di impegno comunque.- concluse Marta, iniziando a scorrere il dito sui numerosi bottoni, cercando di capirne almeno lo scopo.

-Allora, l'unica cosa che so per certo è che devi impugnare saldamente questa specie di manubrio, o volante, e schiacciare i due pulsanti che vi sono sotto i pollici, per sparare. Il servo di quell'alieno l'ha fatto più volte.- disse Elena, mostrando i pulsanti a Marta.

-E fin qui va bene. Ma come facciamo a spegnerlo?- chiese passandosi una mano sul lato del volto ferito.

-Io direi di non cercare di disattivarlo. Come facciamo dopo a far tornare quel simpaticissimo alienucolo viola normale?

-Verissimo.- concluse Marta.

Le due rimasero un po' in silenzio.

-Che facciamo adesso? Tentiamo il tutto per tutto, dopo questa conclusione?- chiese la ragazza più bassa.

Elena sospirò, passandosi una mano fra i capelli.

-Direi di schiacciare tutti i pulsanti a caso a nostro rischio e pericolo, cercando così di trovare il bottone esatto.

 

Era ufficiale: detestava dal profondo quell'abominio.

Non aveva niente contro le persone deformi o con qualche handicap, ma lui, che rideva con aria superiore e la sfotteva solo perchè aveva dalla sua un'arma più potente, non riusciva proprio a mandarlo giù.

C'erano tante cose che Fede era e non era: e una delle prime era vendicativa.

-Corri e scappa, mocciosa!- la derideva, quando poco prima era terrorizzato al solo averla di fronte, mentre saltava da una parte all'altra per evitare le scariche elettriche. Lo faceva senza difficoltà, visto che ormai si era abituata a velocità molto maggiori presenti in quel mondo.

Devo bloccarlo il prima possibile, e approfittarne per riacquistare il vantaggio, pensò, vedendola come la soluzione migliore.

Ricordò quanto fosse importante aspettare il momento migliore, perchè era stato quello a permetterle di schivare in tempo il Kienzan di Cell, dando anche a Goku il tempo necessario per sconfiggere i due alieni più potenti che avessero mai affrontato.

Il servitore impugnò l'arma e spinse davanti a sé, in direzione di Fede, con un ghigno trionfante sul volto.

Ancora un po'... Ancora un po'... pensò la ragazza mentre il tubo andava incontro a lei ancora spento.

Appena fu a pochi centimetri dal suo addome, schivò spostandosi di lato, afferrò l'arma con una mano, mentre con l'altra tirò un pugno ben assestato alla presa dell'essere, facendogli così mollare il tubo con un grugnito di dolore. Poi gli tirò un calcio nell'addome abbastanza forte per allontanarlo.

Girò velocemente lo spara-scariche e lo impugnò saldamente contro il suo avversario.

Si sorprese da sola di quanto fosse stata rapida e precisa in quell'azione, e come avesse ragionato su tutto a mente fredda e lucida!

L'essere rimasta al fianco dell'uomo più potente dell'universo per una settimana, assistendo ai suoi allenamenti e ai suoi scontri, aveva dato i suoi frutti.

Chissà se Goku la stava guardando da lassù...

Quel pensiero la fece sorridere leggermente: doveva essere sicuramente fiero di lei.

L'uomo storpio si stava massaggiando una mano, piegato in due, e passava lo sguardo rapidamente da Fede all'arma, con fare sorpreso e terrorizzato al tempo stesso.

Fu allora che il suo sorriso più bastardo le si aprì sulle labbra, facendo emergere la sua indole più vendicativa.

Premette un paio di volte il grilletto, giusto per fare un po' di scena all'imminente minaccia.

-A noi due, adesso!

 

-Okay, direi che Fede non ha più bisogno del nostro aiuto.- sestenziò Elena.

-E cosa te lo fa pensare?- chiese Marta distogliendo l'attenzione dai pulsanti.

L'amica alzò un indice verso il basso, dove Fede inseguiva con l'arma il servo del loro nemico, il quale uggiolava chiedendo perdono, mentre le scariche lo facevano saltare, ma, non prendendolo in pieno, non rischiava di ucciderlo.

-Lo sta facendo apposta per farlo soffrire.- affermò Marta. Sapeva bene quanto l'amica fosse cattiva se qualcuno tirava troppo la corda.

-Bene, vediamo di darci una mossa comunque.

Per i successivi dieci minuti le due amiche furono tutto un:

-Prova a girare quella manopola.

-E se premo il bottone rosso, anche se nei film non si deve mai premere?

-Queste scritte potrebbero voler dire che serve per spegnere il macchinario!

-Quest'etichetta è più grande delle altre, potrebbe voler dire qualcosa!

-E se cercassimo un manuale delle istruzioni sotto il sedile?

Alla fine, dopo aver praticamente schiacciato, girato ed invertito tutto il possibile sul pannello di controllo, si guardarono esitanti.

-Che dici? Guardiamo se è cambiato qualcosa?- chiese Elena mordendosi il labbro.

-Abbiamo altra scelta?- domandò l'altra impugnando saldamente il volante.

Premette con un leggero sforzo i due bottoni e in uno scatto un raggio arancione partì e frantumò una parte di muro con un gran chiasso.

Le due fecero un balzo all'indietro, rischiando di cadere.

-Okay, a me non sembra che abbiamo cambiato tanto la situazione.- commentò Marta.

-Anzi, io credo che l'abbiamo peggiorata...- disse l'altra, guardando lo scontro.

E aveva proprio ragione: il combattimento si era fermato, e i due saiyan e il loro nemico erano voltati verso di loro.

 

Solo quando iniziò a correre dietro quell'essere terrorizzato che implorava di fermarsi, da bravo codardo quale era, Fede si rese conto di quanto fosse sadica, specialmente se provocata.

-Cos'è, ora senza il tuo giocattolo non mi provochi più?- chiese mentre sparava due scariche che fecero saltellare la sua vittima.

Si fermò, smettendo di rincorrerlo, solo quando un raggio rossastro arancione partì dal macchinario e disintegrò una parte di muro con un boato.

Sussultò, passando lo sguardo dalla parete alle sue amiche.

-Ma cos...?- chiese non capendo cosa avessero combinato.

-Maledette ragazzine! Mi avete proprio fatto perdere la pazienza!

Fede ci avrebbe scommesso tutto l'oro di entrambi i mondi che la voce fosse appartenuta all'alieno trasformato.

-Ora pagherete per questa vostra insolenza!

Detto ciò, non si voltò verso Elena e Marta, come invece si sarebbe aspettata: si voltò verso di lei.

Ma certo! Non può colpire loro due, perchè sono sopra il macchinario, e così facendo rischierebbe di distruggerlo! E, da bravo vigliacco quale si è già dimostrato, vuole comunque abbattere altri membri del gruppo.

L'alieno strizzò gli occhi e da entrambi partirono due raggi laser, sottilissimi quanto letali.

È un po' come il Raggio Letale di Freezer. Pensò Fede, abbassandosi appena in tempo e scivolando da un lato.

Marta tirò un sospiro di sollievo, vedendola salva.

Il loro nemico non ebbe neanche il tempo di stupirsi e arrabbiarsi del tutto, che venne colpito da un attacco concatenato di Gohan e Vegeta, al quale, inaspettatamente, si unì anche Piccolo.

L'alieno rischiò di cadere, ma resistette e si rialzò dalla posa inginocchiata in cui si era trovato.

-Piccolo! Meno male, ti sei ripreso!- esclamò Fede, mentre un lieve sorriso le si dipingeva sulle labbra.

-I miei ringraziamenti per il colpo di prima. Vedi di non distrarti cercando di colpire le ragazze ancora: hai già i tuoi avversari. Non vorrai finire male, vero?- chiese il nammecciano scrocchiandosi le dita con un ghigno, mentre Gohan gli sorrise, velatamente contento.

Sapendo che la situazione non poteva che migliorare e che senza il suo tirapiedi il loro nemico non poteva usare il raggio per ripristinare le forze, Fede tornò a pensare a ciò che doveva finire di fare, accorgendosi che aveva perso di vista l'essere deforme che stava punzecchiando.

Dopo aver passato lo sguardo per tutta la stanza che il suo campo visivo riusciva a scorgere, lo ritrovò intento a cercare di aprire un lucchetto serrato ad una piccola porta di legno, di fianco a dei computer scassati.

Sembrava essersi accorto che Fede l'aveva visto e si mise a cercare la chiave tra centinaia attaccate ad un anello tirato fuori chissà dove.

Alla fine, ne scelse una, la guardò con un sorriso (orribile) sollevato: entrava perfettamente nel lucchetto gigante.

È troppo distante perchè possa fermarlo in tempo. E non ci tengo a scoprire cos'altro si nasconde dietro quelle porte! Pensò cercando di farsi venire in mente qualcosa su come fermarlo.

Dopo una serie di ipotesi non applicabili partorite in meno di dieci secondi, decise di usare l'unica carta che possedeva.

-Trunks! Goten! Ritiro il ricatto! FERMATELO!- gridò indicando il suo avversario ai bambini.

Quelle due piccole pesti non se lo fecero ripetere due volte: appena la ragazza ebbe finito di pronunciare la frase, scattarono ad una velocità non visibile ad occhio nudo ed insieme bloccarono l'omuncolo. Era poco più alto di loro, quindi non fu nemmeno difficile.

Goten tenne le mani del servo dietro la schiena, mentre Trunks gli assestò una potente manata fra capo e collo, che lo fece immediatamente accasciare a terra.

I due si voltarono verso Fede, che sospirò sollevata ed alzò un pollice in alto, per indicare ai due che andava bene.

-L'ho solo tramortito! Non si sa mai che possa tornarci utile!- le urlò il figlio del principe dei saiyan incrociando le braccia al petto vittorioso.

La ragazza ridacchiò, spostandosi una ciocca di capelli dietro l'orecchio.

E una piccola parte del problema era più o meno sistemata.

 

Marta tirò un sospiro di sollievo, che fece togliere le mani davanti agli occhi di Elena.

-Allora? Com'è andata?- chiese in ansia.

-Fede ha schivato i laser! E Piccolo è intervenuto nella battaglia. E il tirapiedi dell'alieno è svenuto grazie all'intervento autorizzato da Fede di Trunks e Goten.

-Grazie al cielo!

Per tutto quel breve lasso di tempo Elena aveva tenuto gli occhi chiusi, per la troppa paura che Fede avesse avuto un qualche brutto incidente, o comunque fosse stata ferita in un modo tanto tragico da farle mancare la forza.

-Certo che i bambini sono proprio forti! E anche molto attivi! Avresti dovuto vedere come sono scattati alle parole di Fede! Sono proprio i figli dei due sayan più potenti dell'universo!

-Lo sapevo! Avremmo dovuto farli partecipare sin dall'inizio!- esclamò Elena dandosi un buffetto sulla fronte.

-Ordini di Vegeta e Gohan. Non ci tenevo a sorbirmi le ire del principe!

Fede si avviò verso i bambini con una corsetta, sempre tenendo salda l'arma che aveva preso al suo avversario.

Ora che era salva, le due si riconcentrarono sul loro lavoro.

-Quindi, in sostanza, finora cosa abbiamo capito di questo aggeggio e su come funziona?- chiese la castana alta.

-Poco e niente. Sembra che l'effetto del raggio non sia cambiato di una virgola. E abbiamo fatto lo stupido errore di far svenire quel servo: forse avremo potuto estrapolargli qualche informazione con un paio di minacce...- commentò Marta frustrata, massaggiandosi la tempia ferita.

-Eppure, dai! Ci deve essere un'idea che non abbiamo avuto, o comunque un'opzione che non abbiamo considerato o che abbiamo scartato in partenza!- sbottò Elena mettendosi le mani sui fianchi.

Marta sospirò e passò lo sguardo dall'amica al pannello di controllo più di una volta.

-A questo punto io ne avrei una, ma è molto azzardata e non so quanto possa essere efficace!

-Beh, proviamola! A questo punto cosa potrebbe peggiorare?

Finita la frase, l'amica impugnò di nuovo saldamente il volante, questa volta puntandolo verso il suo nemico e premette i pulsanti con più decisione di prima.

-MA COSA...?!- esclamò Elena rischiando di perdere la concentrazione e di cadere.

Appena il raggio prese il nemico, il due saiyan ed il nammecciano indietreggiarono di diversi metri, chiaramente sorpresi da un'azione simile della ragazza.

Anche l'alieno sembrava sorpreso, ma, superato lo stupore, scoppiò in una fragorosa risata, che sembrava ancora più doppia e agghiacciante.

-Povera sciocca! Cosa speri di ottenere con tale atto? Mi stai solo rendendo più potente!

E aveva chiaramente ragione: il suo corpo si stava ingrossando sempre più, assumendo un colorito più scuro, una voce più grottesca e vene ancora più evidenziate. E la sua aura stava salendo vertiginosamente.

-Sei impazzita?! Smettila subito!- urlò Vegeta livido di rabbia a Marta, cercando di non far trasparire una nota di preoccupazione nella voce.

Ma la ragazza era impassibile, con gli occhi puntati sul suo bersaglio e con i pollici ben premuti sui pulsanti.

-Fidati di me.- disse semplicemente ad Elena.

 

Fede si fermò di colpo, quando il sibilo basso del raggio esplose nell'aria.

Non poteva credere che Marta lo stesse facendo sul serio! Ma che le era preso?

Nessuno fiatava, a parte l'alieno che rideva in modo sempre più agghiacciante.

Tutti erano troppo impegnati ad osservare la scena.

Sarebbe finita male, oh, eccome se sarebbe finita male!

Marta era impazzita di punto in bianco, tutti erano troppo scioccati per reagire e il loro nemico si stava potenziando ed ingrossando sempre di più...

Ingrossando.

In un attimo tutto le fu più chiaro: Marta voleva distruggerlo con un sovraccaricamento di potere!

Voleva fare come con un palloncino quando ci soffi troppo dentro!

Infatti l'alieno, in poco tempo, aveva smesso di ridere, e sembrava si stesse accorgendo che qualcosa non andava in se stesso, che il suo corpo non stava reggendo il troppo potere.

L'energia di un Micro-Sole è troppo potente per un solo essere, come immaginavo! Si disse.

Complimenti per l'idea, Marta! Pensò sorridendo, guardando l'amica concentratissima a non smettere di fissare il suo nemico.

Ormai l'alieno era arrivato a grandezze tali da sfiorare il soffitto, e allora smise di crescere: il raggio si era spento.

Marta cercò più volte di ripremere i pulsanti e di rigirare le manopole, ma niente.

-Che succede?!- le chiese Elena sbiancando.

-L'energia del Micro-Sole è finita!- comunicò altrettanto pallida.

Però ciò non faceva smettere l'alieno di ansimare e di gemere piano.

Le vene fin troppo evidenti ed i muscoli tiratissimi sembravano sul punto di scoppiare al minimo movimento, ma ancora resistevano.

E la sua aura pulsava di una strana luce rossastra, quasi difficile da contenere.

Passò lo sguardo dall'arma elettrica che teneva in mano all'abominio che occupava mezza sala.

Le bastò quell'attimo per decidere.

Mise due dita nel punto scucito della sua manica e con uno strattone la strappò di netto tutta.

Si accucciò, poggiandosi il tubo sulle ginocchia.

Strinse la stoffa strappata intorno al grilletto con tutta la forza che aveva in corpo, finchè non bastò per mantenere attiva l'elettricità alla sua estremità senza il bisogno di una mano che lo tenesse premuto.

Impugnò il tubo con una mano e prese la rincorsa, con l'arma attiva alta, quasi fosse una lancia.

Per far scoppiare un palloncino basta una leggera pressione di qualcosa di acuminato!

Appena ebbe preso abbastanza velocità, lanciò lo spara-scariche, che fendette l'aria dritto e praticamente inarrestabile.

La punta elettrica si conficcò con un suono secco, seguito da lievi scricchiolii, nell'addome del nemico.

Dopo, sentì solo tre cose: l'ululato di dolore dell'alieno, uno scoppio pazzesco assordante e un'onda d'urto che la investì con una forza tale da toglierle il respiro.

Dopo, tutto fu solo buio. 

  
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