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Autore: GabrielleWinchester    23/02/2013    5 recensioni
Una mattina di inizio luglio due amiche sono alla stazione ferroviara...Si stanno dicendo addio, ma una di esse è dispiaciuta di vederla partire, perchè è stata una parte importante della sua vita...Un mio esperimento che spero vi piacerà ^_^ Ogni elemento di questa oneshot è puramente di fantasia :-)
Genere: Malinconico, Sentimentale, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Crack Pairing
Note: Missing Moments, What if? | Avvertimenti: Tematiche delicate | Contesto: Contesto generale/vago
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Buongiorno a tutti.
oggi vi vorrei fare leggere una mia oneshot romantica, malinconica....In questa oneshot troviamo due amiche che si trovano in una stazione di un treno, nell'attesa di una di esse parta per andare a incontrare il suo ragazzo...Ma una di esse è infelice nel vederla partire, perchè ha provato e prova dei sentimenti molto forti nei suoi confronti, ma sa che per il suo bene deve lasciarla andare via, deve lasciarle incontrare il suo destino, qualunque esso sia. Questa oneshot è puramente di fantasia e non si intende offendere nessuno. Spero che vi piaccia :-) Vi auguro buona lettura :-) Gabrielle :-)


Gocce di lacrime perdute per sempre.

Signori in carrozza. Il treno sta partendo. Signori in carrozza”
Io la guardai sorridendo. Lei era raggiante, aveva due valigie che pesavano più di lei e la sua contentezza stava conquistando anche me. Era vestita con un vestito verde floreale e i capelli, normalmente lisci, erano acconciati in boccoli. Era magnifica. Io invece ero vestita con una maglietta a maniche corte, pantaloncini corti ed avevo i capelli acconciati a chignon.
D'altronde eravamo ad inizio luglio.
“Lo hanno trasferito più vicino” mi disse emozionata “Può darsi che tra qualche anno potrà fare servizio qua vicino”
“Me lo auguro” le dissi accondiscendente “Dai che perdi il treno”
L'aiutai in men che non si dica e consegnai i due macigni al capotreno. Lei mi guardò. Io sorrisi imbarazzata. Poi mi prese le mani e mi disse “Grazie”
“Dovere” dissi io schermendomi “Avanti vai”
Il capotreno ci guardò un po' stupefatto, non sapendo quello che fare. Poi borbottò “Vi lascio cinque minuti”
“Grazie per tutto quello che hai fatto per me” disse sorridendo “Grazie per avermi sostenuta, appoggiata in ogni situazione bella e brutta”
“Non ti preoccupare” dissi io con il cuore che mi faceva male “Vai”
Lei mi sorrise timida e poi mi abbracciò. La prima e l'ultima volta che lo avrebbe fatto. Un vero abbraccio. La tenni stretta a me, come per sincerarmi che la nostra amicizia non era stata solo un sogno ma la pura e semplice verità. La guardai confusa ma non dissi nulla. Mi tenevo tutto dentro. La discostai e guardai il suo viso. Non era bella, ma tutto in lei mi faceva perdere la testa. Ma tenevo più alla nostra amicizia che ai miei sentimenti.
“Vai e sii felice”
La baciai teneramente sulla fronte, come per impartirle una benedizione che sarebbe durata, o almeno lo speravo, tutta la sua vita. Volevo fare qualcosa di più ma non lo feci. Per pudore, per rispetto, per la maledettissima voglia di essere leale e soffocare i miei sentimenti. Lei mi guardò.
“Cosa hai?”
“Io” tergiversai, mormorando “Nulla”
“Davvero?”
“Stai perdendo il treno” dissi io spingendola “Dai che deve partire”
Lei mi guardò ancora sconcertata e dopo io non ce la feci più. La presi delicatamente e la baciai sulla guancia, molto vicina alle labbra. Non ce la facevo ad andare avanti. Perché vedevo la sua contentezza nel vederlo.
“Non ti dimenticherò”
“Neanche io lo farò gioia” dissi io affettuosa “Per qualunque cosa tu voglia dirmi, non esitare a farlo”
Poi saltai giù dal treno e la vidi partire. Volevo correre, volevo di nuovo abbracciarla, volevo di nuovo sentirla vicino, ma sapevo nel profondo di me che lui la meritava più di me. Fece un timido gesto e mi voltai. Vidi il treno scomparire alla prima curva e le lacrime che, prima avevo faticosamente ritratto dentro, furono buttate via.
Un uomo dai capelli castani e occhi chiari mi sta fissando e mi mise una mano sulla spalla destra. Mi sorrise e mi disse “Le hai detto addio?”
Io non risposi subito e dissi con un groppo alla gola “Sì”
Mio marito mi guardò con gentilezza e mi diede un bacio che mi fece girare la testa “Io non posso costringerti a dimenticare quello che hai vissuto per lei. Non posso farlo e non lo farò. Ma stai tranquilla che ti amerò e ti proteggerò il più possibile”
Arrossì e ricambiai il bacio con più passione possibile. Amavo quell'uomo, quell'uomo che mi aveva accettato per quella che ero, con i miei sentimenti, con le mie voglie. Semplicemente amavo il mondo.
“Andiamo?” mi disse cingendomi la vita “Mark e Eva ci stanno aspettando”
Gli sorrisi e andai con lui.
Ma il mio cuore, almeno un pezzetto, era sempre con lei.
E seppi che le gocce delle mie lacrime non erano perdute per sempre, ma si erano cristallizzate in quel bacio che non le diedi mai, ma che sperai di averlo fatto.
Ma per oggi dovevo essere felice per le mie due splendide gioie. Per i miei figli.
E per lo splendido uomo che mi avrebbe affiancato, speravo, ogni giorno della mia vita.
E il crepuscolo s’immerse nell’alba più profonda.
                                                                                                      
 Fine
 

  
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