Ragione e sentimento
Erano passate due settimane da
quando avevo confessato a Sam di amarla. Non che prima non ne avesse il
sentore. Quella volta che i Tok’ra pensavano che fossimo stati condizionati dai
Goa’uld (non so, credevano che i nostri ricordi fossero fasulli) era stata lei,
come sempre, a capire che non era vero. Avevamo mentito. Sui sentimenti che
provavamo l’uno per l’altra. Quindi Sam, in qualche modo, sapeva già che tenevo
a lei più di quanto avrei dovuto. E io sapevo che per lei era altrettanto.
Comunque quelle due settimane
erano state le più felici e le più stressanti di tutta la mia vita. Passavo con
lei ogni momento libero. Per stare con lei avrei attraversato da un capo
all’altro la base, se non fosse risultato sospetto.
Purtroppo, il generale si
accorse che le ronzavo sempre intorno e quando mi convocò per sapere cosa
stavamo combinando, l’unica scusa che trovai fu la mia collaborazione ad una
nuova invenzione di Sam. Anche lei fu convocata da Hammond. Non mi rivolse la
parola per tre giorni e si chiuse nel suo laboratorio. Alla fine scoprii che
aveva creato la nuova invenzione che tanto avevo decantato al generale.
Una sera stavo andando con
Daniel a chiamare Teal’c per la cena. Lo trovammo a metà strada e dopo averci
detto che non poteva raggiungerci mi rivolse quella che sembrava una sorta di
minaccia. Appena se ne fu andato guardai interrogativo l’archeologo accanto a
me che mettendosi a posto gli occhiali mi disse: « Auguri e figli maschi ».
Oddio!
Benché all’inizio Daniel non
avesse capito cosa intendesse dire Teal’c, per tutto il pomeriggio seguente
ogni volta che mi incrociava per i corridoi mi guardava attentamente come in
cerca di qualcosa.
Quella sera Sam mi disse che
sospettava che Teal’c avesse scoperto la nostra relazione clandestina. Come,
non si sa. E che Daniel era in via di risoluzione del mistero.
Così decidemmo (o meglio mi
impose) di tornare alla vita di sempre. Sarebbe stato difficile, ma avrei
dovuto abituarmi se non volevo rischiare di farci finire nei guai.