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Autore: Caster_Gamer    23/02/2013    1 recensioni
Rachel è una ragazza solare, un po' pazza ma allo stesso tempo lievemente perversa, in passato ha avuto problemi con varie cotte ma finalmente si è ben impostata ed è felice.
Ha deciso di partecipare ad un corso di scuola chiamato "Ospiti di esami" e presto una francesina sarebbe apparsa in casa sua...ma quando apre la porta non vede la ragazza dolce che si era aspettata di trovare...
« Oh sì...la ragazza certo...è una bellissima ragazza dai capelli rossi lunghi fin sopra le spalle, gli occhi grigi, la carnagione chiara...c'è soltanto un piccolissimo problema! Ha la fisionomia di un maschio e deve avere qualcosa là sotto che non dev'essere di sicuro quello che abbiamo noi due. »
Storia con vari intrecci basati su tutti i personaggi dove il passato ritornerà sempre e sarà anche il soggetto di certi avvenimenti!
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Sorpresa
Note: AU, Cross-over | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Il francese...un simile non accettato!

 

Erano passate già due settimane dall'arrivo degli ospiti, tutto sembrava procedere bene, a parte la costante disattenzione di Castiel in classe, le sue varie risposte ai professori ed il resto.

Ogni tanto Mello lo guardava male, alla fine però Rachel lo chiamava per fargli distogliere lo sguardo ed evitare di fargli balenare in testa una qualsiasi idea per litigare con lui.

Quel giorno di scuola non sembrava succedere niente di particolare, il professor Birthday spiegava la sua tipica lezione di chimica aspettandosi attenzione da tutti, alla fine avrebbe lasciato milioni di esercizi per la prossima volta, che non sarebbero stati controllati perché sarebbero andati al laboratorio. O almeno questo si aspettavano gli alunni, e così accadeva, ma era alla lezione successiva ancora che lui li avrebbe colti in flagrante.

Era entusiasmante per lui giocare con i suoi alunni, erano come delle pedine che poteva muovere a suo piacimento divertendosi su come spostarle sulla scacchiera.

Ma c'erano cose che non poteva prevedere, in certi casi...

Mentre si trovava girato verso la lavagna a disegnare segni che per loro corrispondevano all'aramaico antico, sentì musica rock che si spense quasi subito e si voltò di scatto ispezionandoli tutti.

Delle risate echeggiavano nell'aula, perciò inarcò un sopracciglio.

« Facciamo una nota all'intera classe o esce fuori il colpevole? »

Tutti si voltarono verso Castiel che nascondeva gli auricolari sotto i capelli rossi lunghi sulle spalle, ma lui non li degnò di uno sguardo e fissava invece le ginocchia.

« Castiel, sembra proprio che sia tu. » costatò il professore, l'interessato non sollevò lo sguardo.

Lysandre, suo compagno di banco, gli toccò la spalla per attirare la sua attenzione e quando vide l'uomo osservarlo si tolse seccato gli auricolari e li posò.

« Poco fa si è sentita la tua musica, ti becchi la nota. »

« Non l'ho di certo fatto a posta... »

« Allora la prossima volta se vuoi nascondere gli auricolari o comunque ascoltare musica fai più attenzione, cre-ehm, Castiel. » si corresse appena in tempo facendo ridere Mello che aveva capito dove stava andando a parare.

« Sbaglio o mi stava dando del cretino!? » il rosso inarcò un sopracciglio guardando il diretto interessato.

« No, ovvio. » rispose in tono allusivo.

« Le sembro forse stupido!? »

Per ottenere una risposta passò qualche secondo, come se ci stesse pensando.

« Certo che no. » sbottò infine poco credibile.

La risata di Mello crebbe sempre di più fino a far innervosire Castiel.

« Vedi di stare zitto ragazzina! » esclamò infatti stringendo i pugni, l'insultato sussultò e lo guardò a denti stretti.

« Cos'è che hai detto!? »

« Mi hai sentito bene. »

« Mihael, Castiel, smettetela immediatamente. » ordinò il professore, che nonostante la sua autorità fu del tutto ignorato.

« Mello lascia perdere... » gli consigliò Matt posandogli una mano sulla spalla, il rosso mimò la sua bocca con le mani.

« Ascolta la tua amichetta, Mihael. » calcò con forza il suo nome facendo alterare anche Matt.

« COSA!? Mello uccidilo. » lo incitò mettendosi a braccia conserte, Rachel gli lanciò uno sguardo capace di incenerirlo.

« Come se una ragazzina potesse farmi del male... » lo provocò Castiel mettendo su un sorrisetto divertito.

« Ti faccio vedere io chi è la ragazzina! »

Il biondo balzò in piedi andando verso di lui.

« Non si piacchiano le ragazze. »

« Ragazzi non- » il professor Birthday fu interrotto dalla campanella « Bene...non è più la mia ora...arrivederci a tutti. » disse sbrigativo scappando praticamente fuori.

Nel frattempo Mello aveva già preso tra le mani la giacca di Castiel.

« MELLO! Lascia subito Castiel! » gridò Rachel alzandosi, Nikole le prese il braccio.

« Che vuoi fare? Conosci Mello, sai che è una testa dura. »

« Ma a me ascolta sempre...e se stavolta non lo farà se la vedrà con me! » esclamò tornando in campo.

Ecco che si mette nei guai...” pensò l'amica passandosi una mano fra i capelli color cioccolato, ovviamente anche lei si alzò per raggiungerla.

Mello fece per dargli un pugno, Castiel per difendersi fu costretto a ricambiare e si scontrarono slittando ed andando a finire l'uno sul volto dell'altro.

« MELLO FERMATI! » gridò Rachel andandogli in contro, Matt la tirò indietro perché quei due avevano già cominciato a picchiarsi violentemente.

« Non immischiarti. » le consigliò, lei lo guardò torvo.

« Prima lo inciti e poi mi chiedi di non immischiarmi!? Mello si metterà nei guai e non posso permetterlo! » esclamò voltandosi nuovamente verso i due.

Senza accorgersene Nikole e Lysandre si ritrovarono vicini e guardandosi si sorrisero.

« Mello è un po' impulsivo... » spiegò lei imbarazzata

« Anche Castiel, è normale che non vadano d'accordo. » le disse con un sorriso « Forse dovrei tenerlo... » costatò guardandoli, la ragazza annuì.

Quindi lui aspettò il momento buono e prese Castiel per le braccia, Mello provò a colpirlo ancora ma Rachel gli pestò il piede.

« Cazzo vuoi pure tu!? » le urlò allargando le braccia, il sangue gli scivolava dalle labbra con la spaccatura e dei lividi gli ricoprivano il braccio.

« Dio mio Mello...guarda come ti sei conciato! Ti metterai nei guai e ti farai seriamente male un giorno! Ma pensi a quello che fai!? A volte sei proprio un immaturo! Neanche avessi cinque anni! » lo rimproverò, il ragazzo guardò altrove.

« Stai zitta. » sussurrò

« Io non mi sto zitta! Devi smetterla con questo comportamento da- »

« RACHEL STA ZITTA! » le urlò furioso avventandosi su di lei, fece per darle uno schiaffo ma Castiel lo fermò.

« Non si picchiano...le ragazze. » disse fermo con una voce sprezzante.

Il biondo ritirò subito la mano e guardò in basso tornando al suo posto, Rachel rimase in piedi a fissare a bocca ed occhi spalancati Castiel.

« Tornate tutti a posto. » la voce del professor Lawliet li fece sussultare, quindi fecero come gli avevano detto.

« Professore posso andare in infermeria? » Mello alzò la mano ricevendo un'occhiata sbalordita dal diretto interessato.

« Cos'è successo? » chiese, nel frattempo anche Castiel si alzò.

« Devo andarci anch'io. »

Come il professore capì la situazione li guardò molto male.

« Rachel, accompagna i tuoi compagni e voi mi spiegate la situazione. » si rivolse prima alla ragazza e poi al resto della classe, lei annuì meccanicamente e si alzò aspettando gli altri due.

Uscirono dalla classe e lei cominciò a camminare nel corridoio per i fatti suoi, senza preoccuparsi se effettivamente i due la stavano seguendo o meno.

Pensava ancora a quello schiaffo bloccato per fortuna...Mello ormai non era più lo stesso.

Da quando tutto era successo lui era cambiato radicalmente, era più distaccato da lei mentre prima...beh era una situazione differente.

« Rachel...l'infermeria è al piano di sopra. » come sentì quelle parole si voltò dall'altra parte vedendo i ragazzi davanti alle scale, lei aveva continuato ad avanzare.

« Ah...vero, mi sono confusa. » non ammise di essere sovrappensiero e ritornò sui suoi passi salendo le scale, attraversando l'altro corridoio ed arrivando in infermeria.

Una volta entrati la dottoressa li guardò sgranando gli occhi.

« Che avete combinato!? Non vi sarete mica picchiati! »

Aveva sempre pensato che quella donna di trent'anni tutta curve e poco cervello avesse poca delicatezza ed intelligenza (infatti non si spiegava come avesse ottenuto la laurea), e di sicuro avrebbe preferito la tipica donna di mezza età robusta che ti spaventa con la voce rauca da accanito fumatore, ma che ha un cuore dolcissimo.

« Sì. » rispose dopo qualche istante, questo perché tratteneva l'insulto “Certo stupida oca che non sei altro!”.

« Venite qui, che ci penso io. Rachi per favore aiutami. »

Sì, era andata talmente tante volte in infermeria che ormai quella tizia la chiamava col diminutivo...non le aveva mai dato tutta quella confidenza ma lei sembrava non capire che non la poteva vedere.

« Sì Mandy. »

Mandy Gooliver, l'infermiera giovane e dalle mille risorse...diciamo più duemila a sera.

Scacciò via quel pensiero e le andò in contro dovendo occuparsi di Mello, l'altro infatti lo stava palpando tutto con la bambagia e le mani.

Ovviamente doveva controllare se la nuova merce era buona.

Rachel gli dette la busta ghiacciata da posare sui lividi ed in seguito prese del disinfettante e due fazzoletti; con quello bianco di carta gli asciugò il sangue sul mento e con quello di seta gli pressò con delicatezza la spaccatura sul labbro.

« Forse poco fa sono stata stupida ad urlare quelle cose davanti a tutti...sembravo tanto una mammina. Anche a me avrebbe dato fastidio, scusa. » mormorò per non farsi sentire dagli altri due, il biondo guardava altrove.

« Non fa niente. » si limitò a rispondere.

Come previsto non si degnava nemmeno di chiederle scusa per quello schiaffo bloccato.

Continuò con il suo lavoro finché Mandy non ridacchiò.

« Sembrate una coppietta dolcissima voi due! » esclamò con quella voce da oca che non fece altro che peggiorare l'astio che in quel momento Rachel provava nei suoi confronti.

Anche se la castana arrossì, rimase in silenzio cercando di non scomporsi, ma per trattenere il nervosismo fu obbligata a mordersi le labbra.

« Che c'è Rachi? » le chiese lui con fare malizioso, la ragazza gli pressò di più la spaccatura facendogli accennare un “Ahi!”.

« Non fare il cretino. » gli sussurrò mettendo su un sorriso, il rossore stava già sparendo.

Se sembravano una coppia? Effettivamente lo erano stati...ma solo per una settimana.

Mello non era di certo il tipo fedele che stava con la sua fidanzatina a bere tazze di cioccolata, anche se il periodo in questione era l'estate appena trascorsa, ma in ogni caso non era per questo se non era durata.

« Rachi io con lui ho finito, tu? »

Rachel trattenne a stento un bel complimento pensando subito all'altro senso di quello che lei aveva detto, anche Castiel infatti si era lasciato scappare un sorriso divertito.

« Loro non hanno nemmeno cominciato... » mormorò mettendosi in piedi.

« Oh che burlone! » la donna le dette una pacca sulla spalla andando poi nell'altra stanza.

« Andiamo... » consigliò la castana mentre Mello le prendeva il polso.

« Non dobbiamo cominciare? »

Quel sorriso malizioso dipinto sul volto le era sempre piaciuto, l'aveva sempre perdonato ma in quel momento le veniva soltanto di prenderlo a pugni.

« Mello vedi di smetterla. » mormorò liberandosi dalla presa ed uscendo svelta dall'infermeria, i due la seguirono rispettivamente col sorriso pervertito e divertito.

Quei due erano simili, ma nessuno dei due avrebbe mai accettato la cosa.

Quante ne avrebbe dovute vedere Rachel?

Ritornarono in classe, anche quell'ora stava ormai finendo, per fortuna c'era stata interrogazione e almeno lei aveva già concluso la sua volta precedente.

***

Quando suonò l'ultima campanella tutti i ragazzi si alzarono con gli zaini già pronti, e come belve scattarono fuori correndo giù per le scale per scappare da quella prigione.

Nikole e Rachel erano tra le ultime e scendevano a passo normale seguendo chi faceva come loro.

Come ogni giorno arrivate al piano terra Lysandre aspettò che si salutassero, ed entrambe svoltarono dalla porta opposta per prendere i diversi bus, mentre Rachel usciva infatti dalla porta principale, l'amica andava via da una delle quattro porte laterali.

« Castiel era più calmo? » chiese al ragazzo che continuò a guardare avanti.

« Sì, in fondo non conta molto Michael... »

« Mihael. » lo corresse sorridendo, lui ricambiò.

« Beh sì Mihael, per lui non conta tanto. »

« Come ha detto oggi lo reputa una ragazzina, non è così? » ridacchiò scambiandosi con lui uno sguardo d'intesa.

Mentre uscivano, come ormai capitava tre giorni scolastici su cinque, il professor Yagami li fermò.

« Scott, avrei bisogno di te questo pomeriggio per quanto riguarda il progetto “Ospiti di esami”, dei tuoi compagni di scuola sono disposti ad ospitarlo e dovresti firmare delle carte per- »

« Professore...Colin* può rimanere a casa mia. » gli fece un sorriso vedendolo aggrottare le sopracciglia confuso.

« Ma...dopo tutto il lavoro che ho fatto per cercare... »

« Mi scusi professore...la ringrazio tantissimo per essersene occupato, è stato davvero gentile da parte sua ma...mi trovo bene con il mio compagno, mi aiuta a...ha capito no? » gli lanciò uno sguardo che doveva decifrare solo lui, ma Lysandre capì che c'era qualcosa che non andava, in realtà l'aveva capito sin dall'inizio.

Aveva colto spesso Nikole con gli occhi lucidi o le gote troppo rosse per essere tranquilla, e di certo doveva essere un problema grave se non poteva rimanere.

« Ah...sì certo. » Yagami si sistemò la cravatta e guardò il ragazzo « Ti trovi bene? »

« Sì abbastanza. » rispose lui abbozzando un sorriso, il professore li scrutò per bene.

« Allora lui rimane...e tua madre? »

La ragazza sussultò ed abbassò lo sguardo.

« Si vedrà al momento...e poi non dovrebbe darle fastidio. » mormorò massaggiandosi le spalle, il castano annuì.

« Come vuoi...ma ricordati che non puoi ripensarci all'ultimo minuto. La stessa cosa vale per te Colin. » li avvisò storcendo le labbra, i due si guardarono ed annuirono.

« D'accordo. » risposero all'uniscono, quindi si sorrisero.

Yagami si schiarì la voce.

« Arrivederci. Scott ricordati che se hai bisogno di qualcosa io ci sono. » e così dicendo se ne andò ricevendo un saluto da parte di entrambi.

Si voltarono dall'altra parte ed uscirono dall'istituto.

« Il professore sembra strano, come se non voglia che rimanga da te... » le fece costatare rompendo il silenzio tra i due.

Nikole lo guardò per qualche istante per poi fissare la terra e sistemarsi la cartella.

« Credo che sia solo preoccupato, lui conosce la mia situazione familiare e...è stato uno dei pochi che mi ha capito. » disse con lo sguardo basso.

« Non mi hai mai parlato della tua famiglia e nemmeno di questa famosa madre... »

« Non è un bell'argomento, forse un giorno te ne parlerò. » cercò di sviare l'argomento. Lysandre non era certo il tipo che si immischiava negli affari degli altri ma certe cose pensava che gli riguardassero per principio.

« Ne sei sicura? Alcune cose andrebbero dette subito. »

La mora lo guardò scostandosi una ciocca di capelli dietro le orecchie.

« Scusa...non me la sento. »

« Come vuoi. » le accennò un sorriso per poi tornare a guardare avanti, lei sospirò.

Aveva ragione, alcune cose doveva saperle il prima possibile...ma non aveva il coraggio di dirgliele.

 

 

 

 

 

 

*Colin: è il cognome che ho dato a Lysandre dato che me ne serviva uno, e dal momento che non dispongo di quello vero mi arrangio(?).

 

 

Nota dell'autrice: Eccomi qua! Anche questa volta con un altro capitolo pronto, questo non dovrebbe essere noioso come gli altri e vi prometto che diventeranno sempre più avvincenti! (ma non aspettatevi azione perché non rientra nei canoni della storia :/)
Ringrazio tutti quelli che hanno recensito e che hanno inserito la storia in una delle liste, spero di accontentarvi! ^^
Vi chiedo sempre di recensire perché per me le recensioni sono molto importanti!
Ps. ci tengo a dire che a volte lungo i capitoli ci sono citazioni di una mia amica, se sapete cosa è un Gioco di Ruolo capirete cosa intendo xD Quindi ci saranno diverse citazioni quasi spesso :3
A presto, Matt_Kun

  
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