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Autore: BPsggk    24/02/2013    2 recensioni
Dopo la vittoria del mondiale del 2002 cosa accade ai grandi Holiver Hutton e Benji Price?
che fine faranno gli altri calciatori della nazionale Giapponese?
Le storie dei calciatori sia sui campi, sia sulle questioni di cuore
Genere: Generale, Romantico, Sportivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Genzo Wakabayashi/Benji, Nuovo personaggio, Tsubasa Ozora/Holly
Note: Otherverse | Avvertimenti: nessuno
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A Tokyo, l'atmosfera era di assoluta euforia; La bandiera

nipponica sventolava su ogni finestra della grande città.

Ogni giocatore si sentiva importante, persino Alan Crocker

che, non aveva mai giocato, si sentiva come essere il

calciatore più forte della terra.


-Benji, ti vedo perplesso che cosa hai?-


chiese il capitano giapponese Holiver Hutton


-Holly, nella finale non ero sicuro di parare il tiro di Santana devo ringraziare i difensori che l'hanno deviato...-


disse chinando lo sguardo il portiere


-Amico mio, nessuno è imbattibile, tu sei un grande portiere, forse il migliore del mondo, ma anche i migliori non

sono imbattibili ora rilassati e goditi la vittoria-


detto ciò il capitano dei giapponesi andò verso il tavolo del buffet del palazzo imperiale. Benji restò in disparte

appoggiato ad un colonna con un bicchiere di wisky in mano.


Durante il mondiale si erano distinti giocatori fortissimi, tra i

quali i più bravi erano stati: Karl Heinz Schneider, un

fortissimo attaccante già famoso in Germania, Carlos Santana, un brasiliano incredibilmente bravo con il pallone

capocannoniere dei mondiali, Holiver Hutton, il capitano e regista della nazionale giapponese e Benjiamin Price,

portiere giapponese che aveva preso pochissimi goal.


Tutta la squadra compreso il mister Freddy Marshal e il signor Person erano stati invitati al palazzo imperiale dato

che avrebbero ricevuto dall'imperatore Akihito la massima onorificenza perché erano stati i primi giocatori a vincere

il mondiale con la maglia del Giappone.


La festa trascorse felicemente, Bruce Harper non faceva altro che vantarsi della sua buona prestazione al

mondiale, certo quel ragazzino, che non riusciva a fare neanche un passaggio ad Holly nel giro di una decina di anni

era molto cresciuto calcisticamente parlando ma non fisicamente, il numero 4 della nazionale era sempre rimasto

basso.


Mark Landers, si era superato neanche lo si riconosceva nelle lunghe maniche della sua giacca con ricamato sopra

lo stemma della nazionale, i suoi pensieri si diramavano in due direzioni una andava a Jeff Turner il suo vecchio

mister al Muppet che lo aveva fatto diventare il bomber che era, l'altra andava verso la Juventus la squadra che lo

ha accolto ma che non ha ancora piena fiducia in lui.


Tom Becker invece pensava a Parigi a suo padre e alla sua carriera sportiva, oramai si era ambientato alla capitale

Francese e temeva che un ulteriore viaggio col padre, lo avrebbe disadattato di nuovo.


Benjiamin Price si sistemava il suo immancabile cappello rigorosamente Adidas e più il tempo passava, più gli

sembrava che stava perdendo il suo talento da portiere invincibile, sorseggò un goccio di wisky, si sentiva turbato.


L'unico veramente felice e senza pensieri era il capitano Holiver Hutton che aveva finalmente coronato il suo sogno.

Rivaul si era infortunato nella partita contro la Germania, ed ora Holly poteva finalmente giocare titolare nel

Barcellona.


Alla fine della serata, l'imperatore Akihito diede l'onorificenza ad ogni calciatore.


Usciti dal palazzo imperiale ogni calciatore salì sulla propria automobile e se ne andò, solo benji decise di fare una

passeggiata per pensare al suo futuro, si calò il cappello sugli occhi e si avviò.


Dopo la sconfitta per 2 a 1 contro il Bayern Monaco, L'Amburgo lo aveva quasi cacciato dalla società e lui si sentiva

perso, era in Germania da così tanto tempo che oramai per lui era diventata la seconda patria; Molte volte Kalz e

Schneider avevano chiesto a lui se avesse preso la Cittadinanza tedesca ma lui aveva sempre risposte che il

Giappone era la sua patria e non poteva tradire i suoi compagni.


Lungo il tragitto il portiere pensava e pensava al suo futuro e più si avvicinava verso casa sua più i suoi pensieri si

incupivano sino a diventare un eco di una triste parola :"Ritirati".

  
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