Anime & Manga > Katekyo Hitman Reborn
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Autore: kazuha89    24/02/2013    3 recensioni
cosa succederebbe se il famigerato potere della potente famiglia Vongola, la fiamma dell'ultima volontà, eredità del leggendario Giotto, primo boss dei vongola, destinato a rivivere in colui che divverrà Decimo boss della famiglia, rinascesse nel corpo..di una ragazza?
Genere: Avventura | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Il ragazzo sorrise sereno all’ascolto di quelle parole, mi sorrise gentile, e annui. Che cosa assurda..no, io lo ero stata,a pensarci bene. Come avevo potuto creder alle sue parole? Mukuro era una persona terribile e spietata, mai nella vita gli sarebbe potuto sfuggire un prigioniero, se non per sua diretta intenzione. E poi quel freddo..perchè l’avevo sottovalutato, perché..
“Uh..sai, può essere che gli siano cedute le batterie anche perché e tipo una decina di giorni che non dorme neanche 5 minuti.” Disse rivolto a Fuuta. “Quel pupetto mi ha dato bandoli di filo da torcere. Per quanto lo torchiassi, ha tenuto le labbra ermeticamente chiuse. Sai, non hai idea della faticaccia che ho fatto per arrivare a te, principessa. Sono venuto in Giappone solo per te, sai? Ma non mi riusciva proprio di trovarti..poi, ho saputo che il Petit Prince ti conosceva, e l’ho portato via per sapere dove stavi. Ma dato che non parlava, alla fine..”
“..alla fine hai usato l’unica roba che tenevi per le mani, la lista degli studenti più forti del liceo Nami stilata dalla creatura, eh?” concluse per lui Reborn, carezzando la fronte di Fuuta.
“Esattamente. Ma anche per di la è stato un fiasco assurdo. D’altronde..chi si sarebbe anche solo sognato che il decimo..fosse un boss in gonnella?”
“E tu avresti risotto un bambino di 7 anni all’esaurimento..per avere me?..figlio di..”
Mi alzai in piedi, tremando come la coda di un serpente a sonagli dal nervoso.
“Mukuro Rokudo..ma che cazzo credi che siano le persone, eh?”
Lui parve riflettere.
“Uhm, tirate le somme..giocattoli, direi..”
Sentì le mie unghie piantarsi nei miei palmi.
“Io..IO TI AMMAZZO!”
Caricai cieca nella sua direzione. Lui per tutta risposta, borbottò scocciato.
“Ma guarda, mi devo addirittura sporcare le mani in persona, adesso, per una semplice bambina..”
Mentre avanzavo spedita verso di lui, notai qualcosa di sconvolgente. Nel centro del suo iride, apparve qualcosa di strano che prima non avevo notato: un simbolo kanji, il simbolo del 4. Con al coda dell’occhio, vidi Reborn fare una smorfia di disappunto. Un attimo dopo, balzò giù dal divano come un gatto, e correndo, mi passo a fianco, senza sfiorarmi con un dito. Ma un secondo dopo, percepì in ogni punto del corpo un dolore lancinante, e notai con orrore diversi tagli piuttosto profondi in diverse zone della mia pelle, sulle braccia, busto, mani, gambe e viso. Bruciavano come il fuoco e sanguinavano a fiotti.
“Cos’hai, principessa..ti sei fatta male?” mormorò lui, osservandomi.
“Re..Reborn,che diavolo succede?” esalai, dolorante accasciandomi a terra, rigagnoli di sangue che correvano ovunque intorno a me.
“Ti ha colpita quando gli sei passata vicina, piccirì..tu manco lo vedesti, ma così è..”
“Uhm, sguardo di lince, piccino, degno di quello che sei..un Arcobaleno!”
Mi voltai confusa a guardarlo, e vidi che il suo strano occhio rosso aveva una strana fiamma violacea intorno..la fiamma di Reborn!
“Oh, la vedi, dunque..lei è la fiamma della quarta via, principessa..”
“La..la cosa?”
“Come fa a sapere certe cose? è ‘na uaglioncella, Mukuro. E io, sicuro, non glie le insegnerei mai.. Comunque, piccirì, sta parlando delle sei vie della trasmigrazione dell’anima, un concetto secondo cui un anima appartenuta a un vivente può reincarnarsi in una delle sei vie o mondi, ovvero la via dell’inferno, degli spiriti affamati, delle bestie, dei demoni della collera, degli umani e degli dei..”
“Esatto al dettaglio. E io, nella mia vita, ho percorso ogni sentiero, e ho acquisito ogni loro segreto e tecnica di combattimento..”
“Eh si, come no..se fosse vero, saresti un mostri, figlio mio..”
Mukuro si voltò lento verso Reborn.
“Certo che sei sfacciato. Proprio tu..osi chiamarmi mostro?tu..un bambino maledetto..”
Reborn storse la bocca offeso, e si ritrasse, tremando appena.  Io non capivo come mai Mukuro fosse così con Reborn, ma dopo aver visto come aveva trattato Fuuta, di che stupirsi. Arcobaleno..perchè quel termine? Che significava, e perché Reborn si era offeso tanto a sentirsi etichettare..come un mostro? Ma soprattutto..perchè Mukuro lo aveva chiamato così? Era solo un bambino..o no?
“Vedi di farti i cazzi tua, demonio..” ringhiò Reborn.
Mukuro rise piano.
“Beh si, hai ragione, vediamo di concludere qui, piuttosto..”
Il suo occhio rosso mutò di nuovo, stavolta nel simbolo 1. Afferrò il tridente con una mano, lo sollevo di un metro da terra e poi colpi piano il pavimento in legno. In un istante, tutto attorno a me, iniziò a sgretolarsi e a cadere in pezzi. Mi prese il panico: Bianchi, Reborn, Fuuta, i ragazzi..stavano precipitando nell’oblio!
“NOOO!” urlai, cercando di prenderli. Ma un istante prima di precipitare, qualcosa mi colpi con forza la guancia, e tutto tornò normale. Confusa, vidi Reborn a un palmo dalla mia faccia. Mi aveva colpita lui, col calco della pistola.
“Scema, ci stavi cadendo con tutte e’ scarpette..illusione sua, era.”
Mukuro rise.
“Bravo bambino, hai capito il trucco..la prima via insegna questo: fai a pezzi i nervi dell’avversario con le illusioni. Carina come tecnica, no?”
Demonio..era un demonio!
“Hei, Arcobaleno..dato che non fai che correre di qua e di la come un’anima in pena per quella bambina..che dici se la facciamo finita e combattiamo noi due? Ho visto che rapporto c’è tra voi osservando come ogni volta che faccio un passo, lei ti chiede cosa significa. Sei la sua balia asciutta?”
“No..sono colui che la deve crescere come decimo boss dei Vongola..il suo tutor, ecco.” Disse Reborn, fiero.
“Mai ruolo fu peggio spartito, secondo me..” rispose Mukuro, sogghignando.
“Beh che tu approvi o meno me ne frego, se dio vuole. E declino l’offerta di combattimento. Le regole fanno No No con la testa, spiacente..”
“Beh, tanto di cappello al tuo onore, te lo concedo..” rispose Mukuro con un piccolo cenno. Reborn rispose uguale.
“Comunque sette guanciali, Mukuro. Non ci sta bisogno che mi scompiglio io per te..ci pensa la picciridda mia a farti in culo come le corsie d’attraversamento pedonale in strada..”
Allarmata da simili affermazioni, mi trascinai carponi da Reborn.
“Ah..hai niente di meglio da fare, tu? Come accidenti fai a emettere simili sentenze? Io..zebrare il sedere di quello che è nero su bianco il diavolo in persona?”
“Ah che cuore di papà, ti fidi della tua bambina, eh? beh..che mi faccia vedere, dunque!”
Altro simbolo nell’occhio rosso, stavolta fu il turno del 3.
Dal nulla, con mio profondo errore, piovvero dal cielo centinaia di serpenti, che mi circondarono minacciosi.
“Oh dio, sono pure velenosi..no, fermi tutti..e se fossero allucinazioni?”  dissi, osservando le testine triangolari di quei rettili a un dito dalle mie gambe.
“No, sono serpenti veri, principessa..”
“Ah si? Grazie dell’informazione, delicatissimo..”
“Niente, figurati..la terza via mi da il potere di evocare esseri viventi mortali di ogni genere. Hei, tutor, la tua bambina è decisamente in pericolo, che ne pensi? Quella pelle bianca e vellutata farà sicuramente gola ai miei piccini..”
“Problemi loro, possono solo guardare, ma di toccare non se ne parla. Ah figlio mio, troppo ego tieni, non ci sta posto per il cervello buono, in quella testina. Io sono un tutor di serie A..niente rimane al caso..”
E mentre diceva questo, nell’aria, saettò qualcosa che colpì in pieno il braccio armato di forcone di Mukuro. Poi, dal buio venne una voce:
“Mia luce, copriti il viso!”
Senza domande, portai le braccia al viso, e lo copri per bene. Un attimo dopo, nella stanza si sentì un botto assordante e nel naso mi entro acre il puzzo di tritolo. Quando abbassai le braccia, i serpenti erano svaniti, e davanti a me, vidi Gokudera e Hibari. La cosa che aveva colpito Mukuro, era uno dei Tonfa di quest’ultimo.
“Perdonami, mia luce, ma ho aspettato a una distanza di sicurezza che Hibari si sentisse meglio  per evitare che fossimo colpiti mentre il farmaco agiva!” disse Gokudera venendo da me, con Hibari a seguito. Notai però, che camminavano entrambi male.
“Non state bene, però..”
Gokudera sorrise tirato.
“Beh..il farmaco ha agito..ma le ferite sono quelle, mia luce. Anche per me, purtroppo..ma rimarrò comunque qui al tuo fianco, dove è il mio posto.”
Ancora un po spaurita, gli sorrisi commossa. Gokudera..come vorrei non rischiassi cosi tanto, per me..
Hibari dal canto suo non apri bocca. Teneva lo sguardo puntato su Mukuro, l’odio che trasudava da ogni suo poro.
“Mukuro, non so se conosci gli altri uaglioncelli de’ a’ scuola mia. Io non educo solo a picciridda mia, ma tutto ciò che le sta attorno. Niente lascio al caso,io..”
Mukuro sbuffò stizzito.
“No, qui c’è troppa gente, mi si fregano tutta l’aria..che ne è di Chikusa e Ken?”
Gokudera rise sprezzante.
“Chi, quattr’occhi? Beh a quest’ora è tra le braccia di Morfeo con l’amico degli animali, oserei dire..”
“Ah..capito.” rispose Mukuro, assurdamente tranquillo.
“Basta parlare..ora saldi i debiti..”
Hibari aveva parlato, la voce rasposa e gutturale. Mukuro sorrise beffardo.
“Eh no, un po di cavalleria, per piacere, e che modi..ora sto dedicando il mio tempo alla principessina qui presente, non posso badare a te. E poi francamente non so dove vuoi andare, dato che stai insieme solo per via della pelle. Tre quarti delle tua ossa sono pan grattato, non dovresti strafare..”
Mi portai le mani alla bocca, sconvolta. Hibari..che ti hanno fatto? e solo per colpa mia, poi..
“Bene, e il testamento è fatto. Vuoi qualcosa scritto sulla lapide, o faccio io?”
“Che pelle, mi fai scompisciare..bene, bando alle buona maniere..sistemo prima te e poi lei!”
Il simbolo del 4 riapparve nel suo occhio, e un secondo dopo, Mukuro si avventò come un puma su Hibari. Iniziarono a colpirsi con una furia inaudita. Persino Hibari, ferito e malato, combatteva con un’energia incredibile.
“Vai, Hibari, fa’ vedere chi comanda qua!” urlai, animata.
“Devo ammettere che è bravino, il ragazzo..” sentenziò Mukuro schivando a pelo un tonfa vicino allo zigomo. “Avrei pure potuto pensare che l’epilogo non fosse poi tanto scontato..se non fosse che, per colpa delle ferite, il tuo amico sta praticamente morendo mentre parliamo!”
Un istante, nemmeno me ne accorsi, e Hibari si fermò in pieno attacco. Poi, dalla sua bocca e dalla sua spalla, come spruzzi di una fontana, uscì lento e copioso..del denso sangue rosso rubino.
Hibari lo fissò sconvolto, ma prima che potesse fare o dire qualcosa, l’occhio cambiò simbolo dal 4 all’1, e dal nulla..apparve un gran numero di meravigliosi ciliegi rosa e bianchi. Hibari sgranò gli occhi, terrorizzato.
Ma stavolta, non potei tacere.
“Hibari..Hibari guarda me, non guardare i fiori! Hibari..guardami, Hibari!”
Hibari era decisamente nel panico. Un leggero tremore aveva schiavizzato le sue ginocchia, e le sue pupille erano dilatate. No, stava cedendo..le maledette illusioni!
“HIBARI!” urlai con tutte le mie forze, e finalmente, lui si voltò a guardarmi. Era completamente terrorizzato, un sentimento che mai avevo visto su quel viso pallido e temuto, in quegli occhi grigi e spietati.
“Hibari, guardami e ascoltami attentamente..non ti devono più spaventare questo fiori, capito? Non ti faranno più stare male, perché..io ti ho curato, non sei più malato, capito?”
Mukuro ebbe uno scatto ‘ira in viso.
“Piccola troia bugiarda..” ringhiò, ma fu solo questo che gli fu concesso dire. Perché un attimo dopo, con uno scatto degno di un lupo in caccia, Hibari piantò il suo tonfa con enfasi dritto nella sua pancia, e popi altri due poderosi colpi al viso. Mukuro non poté che accasciarsi al suolo, una vena rossa di sangue che colava dal lato della sua boccaccia velenosa.
Io esultai, le lacrime dalla gioia.
“Bravo..bravissimo, Hibari, lo hai sconfitto!”
“Si..è abbastanza bravo, hai ragione, mia luce..” borbottò Gokudera, un pelino invidioso.
“madonna del Carmelo, se ha fatto tribolare, sto sciamannato qua.. “ commentò Reborn, sbuffando. “Beh, grazie a dio, è finita, vai..”
Io annui, sorridendo. Era finita..era finita davvero.
“Certo che però, bell’è papà..le balie ti servono, per combattere? Niente, hai fatto!”
“Da quale piccolo pulpito parte un simile predicone! Ti mancava solo il cruciverba, a te..”
Un tonfo sordo, e Hibari era crollato a terra. Veloce, lo raggiunsi, e posai la tua testa sul mio grembo.
“Oh dio..Hibari, che succede?” chiesi spaventata.
“Niente, ha solo finito le batterie. Beh oddio, le avrebbe finire tipo un ora fa, ma ha continuato a combattere in stato di incoscienza, tanto le teneva girate con Mukuro..”
“Hibari..sei eccezionale, davvero..” dissi, spostandogli le ciocche di capelli corvini sudati dal viso pallido e sopito. “Gokudera, chiama un medico! Tua sorella, lui e Fuuta hanno bisogno urgente di cure, e anche Yamamoto!
“Buona, niente allarmismi, già fatto io tutto. La non valida, di più, squadra medica Vongola già sta venendo qua a ramazzare il campo di battaglia dai feriti.”
“Benzina buttata, temo..non troveranno che morti.”
Una voce si sparse per la stanza. Tutti ci voltammo nella direzione da dove veniva. E a me per poco non prese un colpo. Mukuro..stava in piedi nel punto in cui era caduto..una bianca pistola puntata verso di noi tra le mani. Gokudera mi si mise davanti.
“Maledetto demonio..” ringhiò.
Mukuro rise.
“A presto..principessa dei Vongola.”
E prima che si potesse far nulla, portò la canna alla tempia..e sparò un colpo. Urlai con quanto fiato avevo in corpo, mentre Gokudera mi faceva affondare il viso nella sua spalla tenendomi stretta a sé.
“Mio dio.. perché cazzo si è sparato?” lo sentì chiedere, mentre stringevo tra le mani la stoffa della sua camicia, completamente sotto shock.
“Eh, capita spesso, devo dire..certi uccellini non la tollerano proprio l’idea della gabbia, e preferiscono tagliarsi via le ali per i fatti propri. Figlio mio, però..tenevi solo 18 anni.” disse Reborn, osservando un po contrito il corpo senza vita di Mukuro, il bel viso disteso in un espressione pacifica in perfetto contrasto con la sua indole. 
“Però non capisco una cosa..se voleva uccidersi da subito, perché lasciarsi dietro quella frasetta sprezzante? L’unico morto che troveranno sarà lui..” dissi, le mani ancora un po tremule.
Nel mentre, dal fondo della sala, venne un rantolo, e vidi Bianchi piantare i palmi a terra e cercare di issarsi a sedere.
“Mio dio..meno male, avete sconfitto quell’animale..”
“Sorella, ti sei ripresa..” disse Gokudera osservando Bianchi visibilmente rincuorato. Lei annui, ma una delle sue braccia iniziò a tremare sotto al suo peso.
“No, aspetta, sei ferita! Ti aiuto..”
“Beh, se con un uomo presente, siamo ridotte ad aiutarci fra di noi, ben venga la vergogna, bella..Hayato, vedi di non fare radici e vieni a tirarmi su, per piacere. Futino mi ha fatto la sfumatura alta all’ombelico..”
Gokudera la guardò un po sofferente, ma dopo che lo ebbi caritatevolmente fulminato, anche se con fare un po trascinato, si diresse verso di lei.
“Se proprio bisogna.. ma che non diventi un’abitudine! Non mi va di starti troppo vicino, lo sai..”
Lei sorrise, e tese le braccia in direzione del fratello. Ma quando mancavano si e no cinque metri dall’una all’altro, sotto pelle mi partì una scarica stranissima, e dalla mia bocca mi uscì senza controllo un urlo:
“No Gokudera, stai lontano da lei!”
Gokudera frenò bruscamente, la sua mano a un soffio da quella di sua sorella, lo sguardo stupito.
“Mia luce..mi sembrava di aver capito che insistevi nel farmi aiutare Bianchi..”
“Si, perché non vuoi che mi si avvicini? Lo sai che da me non devi temere niente..”
“No..si..lo so, scusa..non so, effettivamente..perchè l’ho detto..” borbottai, la faccia che bruciava. Gokudera tossicchiò appena e si protese nuovamente verso Bianchi. Ma un attimo prima di poterle toccare la mano, lei impugno lo stesso coltello a tre punte che le aveva sfigurato l’addome e cercò di piantarlo nel collo del fratello. Grazie a dio, Gokudera fu scaltro, e si scansò in tempo, cadendo però di schiena davanti a lei, rimediando un segnetto sulla guancia.
“Sei sciroccata, sorella? Ma che ti piglia?!” gracchiò.
Lei si mise una mano alla fronte, sconvolta.
“Caspita..giuro su dio che non capisco. Non avevo intenzione alcuna..di farti del male! Mio dio..”
La osservai attenta, la pelle che rimaneva accapponata nonostante la fregassi con le mani. C’era qualcosa, lo sapevo..lo sentivo, c’era qualcosa di sbagliato, in lei.
Reborn storse la bocca e raggiunse Bianchi. La colpì piano sul naso, e lei sorrise.
“We, rosellina mia, che combinasti? Non tieni un fratellino di scorta, che ti puoi permettere di bucherellare questo, sa’?”
“Devi credermi, Reborn. Non ho idea..DI CHE MI SIA PRESO!”
Senza preavviso, Bianchi cercò di attaccare Reborn con il coltello, come aveva fatto con Gokudera. Ma la sua preda ebbe scampo in tempo. Reborn balzò lontano, accanto alla mia gamba, osservando Bianchi corrucciato.
“Reborn..è di nuovo quel maledetto controllo mentale, vero?” mormorai. Lui stuzzicò i denti in segno di negazione.
“No, qui c’è bel altro nel forno..qua abbiamo una possessione bella e buona.” Rispose.
Gokudera fissò la sorella, stupefatto.
“Pa..paranormale? un’entità possiede mia sorella?”
Non potei non sentire un alito di eccitazione , nel suo tono, Gokudera, era noto a chi lo conosceva, era un appassionato di tutto quello che poteva definirsi sovrannaturale e misterioso.
“No, niente del genere..oh principessa, vuoi farmi credere che non mi senti più scorrere sotto la tua splendida pelle di alabastro?”
Bianchi aveva parlato, ma di lei non restava niente in quel tono. Lei non mi avrebbe mai parlato in quella maniera, così fredda e viscida da farti venire i brividi. E soprattutto, mai nella vita avrebbe scalfito con un coltello spalma burro un solo centimetro dei due uomini che invece aveva aggredito senza remore. Era i due uomini che amava di più sulla faccia del pianeta. No, cosa me lo facesse dire non lo sapevo, ma ne ero sicura come l’oro: quella non era Bianchi. E quel brivido..quella sensazione di sangue congelato nelle mie vene non mi era affatto nuova.
Bianchi sogghignò sotto ai baffi, e fece qualche passo.
“Te l’avevo anche detto che ci saremmo rivisti..mia piccola principessa dei Vongola.”
Nell’istante in cui Bianchi sollevò il capo e potei vederla bene in viso, mi venne in mente subito ogni cosa. Quel brivido..l’avevo sentito ore prima nel bosco..quando avevo visto per la prima volta nella mia vita..il viso di Mukuro.
E  infatti, nello sguardo di solito dolce e sensuale di Bianchi..vidi l’orribile espressione malvagia di quel mostro, occhio delle sei vie annesso.
“Sei..sei tornato..” mormorai, la gola secca.
“Per l’amor di dio, è ciarpame da leggenda metropolitana, che la gente entri ed esca dalle fosse come ci fa più comodo, piccirì. Sto disgraziato..sicuro ha usato un metodo suo..”
Feci un passo verso di lei. Non potevo tollerare che quello schifoso albergasse nel corpo della mia amica. Ma mentre riflettevo su come potessi liberarla, suo fratello si frappose.
“Gokudera..è tua sorella!” dissi, allarmata.
“Si, ed è quindi mia la grana. La libero io da questo inquilino scomodo, stai indietro..”
Detto questo, iniziò a borbottare come una teiera sulla stufa frasi lunghissime e senza senso. Reborn e io rimanemmo interdetti e senza parole. Ma con grande stupore, Bianchi parve infastidita, e pochi istanti dopo si accasciò al suolo, tossendo e sputando.
“Oh dio..che l’abbia esorcizzato davvero?” chiesi a nessuno in particolare.
“Ah boh..non c’ ho capito ‘na beata minchia..” rispose Reborn, vagamente allibito.
Svelta, mi chinai su Bianchi, per vedere se stava bene. Ma entrando in linea ad’area coi due fratelli, quel maledetto brivido si rifece sentire. E più terrorizzata che mai, voltai lenta la testa verso Gokudera. E là, dove in genere brillava il verde smeraldo dei suoi occhi..vidi quello spregevole occhio rosso.
“No..” mormorai, agghiacciata.
“Tranquilla, penso io a te, principessina..”
Schivai si e no per un filo di ragnatela una pugnalata nel basso ventre. Iniziai a trascinarmi via da lui a passo di granchio, mentre lo guardavo osservarmi languido.
“Mia bella principessa..sai, tu sei la prima che riesce a sentirmi dentro a un corpo alla prima occhiata, sono decisamente stupito e compiaciuto. Sei davvero un tipino accattivante..”
“Reborn..” esalai, in preda al terrore.
“Maledetta canaglia pestifera..tutto nel tuo copione stava..per permetterti di usare quel proiettile. Dove lo prendesti, eh?”
“Proiettile? Oh no, non mi dire..si è sparato un proiettile dell’ultimo volere?” chiesi.
“No, uno dei suoi cugini disgraziati e maledetti, il proiettile della possessione. Con quel coso in canna, hai la possibilità di fare avanti e indietro dentro le persone manco tenessi le chiavi. Però io so che per buttarselo in corpo,uno deve tenere dei requisiti particolari..requisiti che in genere i cristiani comuni non hanno..”
“Beh, non vado a vantarmi, ma..” rispose lui, la voce di Gokudera, il suo tono spregevole.
“La famiglia Estraneo fu, a metterlo in cantiere, ma è anche estinto ormai, da quel che so io. Troppo disumana, come natura, è stata soppressa sul nascere. Allora, dove diavolo lo prendesti, ah?”
“Da nessuna parte, è mio e basta..e devo dire che è il mio tesoro più grande. Vedi, più che dominio mentale, qui parliamo di dominio totale. Io, qui dentro, posso fare il bello e il cattivo tempo, senza sentire un minimo doloretto.  Posso fare e farmi fare..quello che voglio.”
Dicendolo, si procurò un taglio con l’unghia all’altezza del pomo d’Adamo, ridendo beatamente.
“SMETTILA! Non ti azzardare a toccarlo..” urlai, tremando di paura e di rabbia.
“So che cosa vuoi, ma neanche morto ti darò il permesso di toccare la bambina mia, qua..” sbottò Reborn, schifato.
“E chi ha mai pensato di chiedertelo?” rimbeccò Mukuro. Io mi voltai verso Reborn
“Che cosa vuole? Perché vuole me?” chiesi.
“Semplice. E’ la stessa cosa che lo ha spinto a mandare Lancia in giro per il globo ad accoppare gente come un disinfestatore invasato. Lui odia la mafia..e la vuole mandare giù partendo dalla fonte..”
La fonte? Ma si, certo..Reborn diceva sempre che i Vongola sono il nucleo vitale della mafia, la famiglia più potente al mondo. E se Mukuro voleva distruggere il mondo della mala..gli servivo io..la decima luce dei Vongola.
“No, aspetta, frena, metti in pausa..” sbottai, indietreggiando. “Mukuro, ti posso assicurare che stai prendendo il padre di tutti i granchi..io non diventerò mai un boss dei Vongola, chiaro, mi dovessi ammazzare! E poi non puoi immaginare quanto io sia debole e scarna, faresti una misera figura ad andare in giro dentro la mia pelle, sappilo..”
“Invece di sparare minchiate..” ringhiò Reborn, adirato. “Vedi di tenere d’occhio il forchettone. Ti può possedere solo se riesce a ferirti con quell’arnese..”
“Ti capita mai di farti gli affari tuoi, arcobaleno?” rimbeccò Mukuro, ridendo amaro. Detto questo, scagliò il tridente oltre le mie spalle, dove Bianchi lo prese al volo.
Era un gioco spietato, pensai, mentre osservavo quei due fissarmi ridendo. Mukuro aveva fatto la mossa giusta per rendere ogni mio tentativo di salvezza vago. Seppure fossi stata in grado di difendermi da quel mostro, non l’avrei potuto fare, se rimaneva nel corpo di Gokudera o in quello di Bianchi. Con un ennesimo slancio di assoluta perfidia, a un certo punto aveva persino deciso di occupare un terzo corpo, e aveva optato per quello di Hibari, che però aveva abbandonato subito per rientrare in Bianchi, borbottando aspro: “Non va bene, è talmente malconcio che le sue articolazioni mi si sbriciolano ad ogni movimento. Come diavolo avrà fatto a combattere, prima? Mh..davvero un esserino pericoloso, questo Hibari..”
Reborn osservava la scena soffiando ogni tanto “non abbassare la guardia” ma a quanto pareva, era piuttosto indeciso anche lui sul da farsi. E dulcis in fundo, un attimo dopo la porta della sala proiezioni dove eravamo si spalancò per far entrare l’uomo bestia e il quattr’occhi con lo yoyo, pure loro adeguatamente posseduti dal loro boss.
Improvvisamente Mukuro, apparentemente soddisfatto della sua formazioni di corpi, iniziò a scagliarmi colpi su colpi addosso. A quanto pareva, usufruiva anche delle tecniche di combattimento del posseduto. Dinamite, poison cooking, attacchi animaleschi e punte avvelenate. Tutte contro praticamente nello stesso momento. Pochi minuti dopo, ero praticamente in fin di vita. I miei vestiti erano lacerati dal fuoco delle esplosioni, il veleno delle punte e delle cibarie mi stava andando lentamente in circolo indebolendomi e intorpidendomi il corpo, e avevo graffi e morsi dappertutto. Per non parlare delle illusioni, che sotto forma di torri di fuoco e magma, mi avevano terrorizzata a morte e confinata in un angolo. Anche Reborn aveva rischiato a un certo punto, ma date le sue capacità stava decisamente meglio di me. E sembrava anche insanamente soddisfatto.
“Cari vecchi tempi..anni erano che non sentivo odore di battaglia seria..” se ne usci, gaudente. “Però tu, bell’è papà, mi stai deludendo..ti sta battendo, e sta cosa non deve capitare, lo sai..”
“Che..cambia..” esalai, la mano sull’addome da dove usciva copioso il mio sangue. “Morire qui..o dinnanzi alla corte marziale..del nono?”
“Stronzate! Sei una mia allieva, e chi esce dalla scuola mia, sta in piedi anche in mezzo a un uragano, sappilo. La devi gestire, sta situazione, e basta..”
“Non..ci..riesco..” sospirai, esangue, posandomi con la schiena al muro. In un gesto disperato guardai il ragazzo con gli occhiali, Chikusa. Le sue ferite di ingrandivano ad ogni movimento, e Mukuro non si limitava per nulla.
“Ma non lo vedi..che sei ferito? Se lo lasci nel tuo corpo..ti ucciderà!” esclamai, ma fu come parlare al vento. Quei corpi ormai erano suoi, la loro volontà nelle sue mani. Osservai poi Bianchi e Gokudera. La pancia di lei grondava sangue ad ogni passo, la maglia di lui era aderita al corpo da quanto era zuppa. Con le lacrime agli occhi, mi accanì contro uno di quei corpi, parlando a colui che vi aveva fatto dimora.
“Bestia.. non ti accorgi di quanto stai facendo del male alle persone? Perché..perchè non senti dentro di te quanto questo ti stia consumando, santo dio..”
Chikusa rise sprezzante, la risata di Mukuro.
“Che cosa dolce, hai detto, prendo nota. Sarà molto più semplice intaccare il tuo animo e farci nodo, sapendo quanto sia  tenero il tuo spirito, piccola principessina dei Vongola..”
Mi venne accanto, quasi docile nella sua follia.
“Ascoltami, ora..se vuoi evitare che le ferite sui corpi di queste persone diventino fatali per loro..lasciami il tuo corpo, da brava bambina..”
“No,io..non posso..” biascicai, dolorante. Poi, alle sue spalle, individuai Reborn.
“Ti prego..aiutami! se non fai qualcosa..moriremo tutti!”
“Che lingua parlo, arabo? Io non posso fare niente, le cose le devi fare tu!”
“Io non sono capace di niente, Reborn, ficcatelo in testa..”
Reborn parve perdere la pazienza. Caricò svelto verso di me, e mi diede per la prima volta, uno schiaffo in pieno viso. La guancia iniziò a pulsarmi infuocata.
“Madonna del Carmelo, le mani su una femmena mi fai alzare, disgraziata..” sbottò, costringendomi a forza a guardarlo, le lacrime agli occhi. “Lo vuoi ficcare nella tua di testa, invece, che parlando così sputi in faccia alla tua famiglia il cui sangue ti pascola nelle vene? Non importa che non sai fare niente, quel poco va bene, sarà quello che è capace di fare colei che diverrà decima luce dei Vongola, discendente di Giotto Vongola in persona! E ora muovi quel sederino e affronta sto scimunito esaltato qua, vai..”
Piantai i palmi a terra, tremante. Il mio sangue..la mia famiglia..la mia antenata e il suo sacrificio..
“Allora, hai deciso? La tua pelle per la loro, principessa..”
“No..” mormorai. “La tua pelle..per quella di tutti.”
Con un’energia di cui non osavo chiedere la fonte, riuscì ad alzarmi in piedi.
“Tu credi davvero..che solo perché ho paura..perchè mi hai massacrata di botte..o perché stai usando i miei cari per farlo..io mi arrenda? no..non credo proprio. Mia nonna non si è arresa, dopotutto, neppure alla sua inferiorità di donna in un mondo fin troppo maschio. Lei ha rinnegato sé stessa per amore di un futuro privo di menti malate come la tua, ha combattuto per impedirvi di esistere. E ora io, che ho nelle vene il suo buon sangue..impedirò a te di esistere ancora. Io..che sono la decima luce dei Vongola!”
Come se le mie parole fossero a colei di cui parlavo, improvvisamente il soffitto si illuminò di una luce diamantina, irradiando ogni cosa. Reborn sorrise compiaciuto.
“Non siamo ancora ai livelli di far saltare giù dal letto gli antenati, piccirì.Questo è Leon..”
Alzai la testa verso il punto da cui pareva venire la luce, e allora lo visi. Il piccolo camaleonte smeraldino era diventato una sorta di piccolo sole rotonde, e brillava sospeso nel vuoto, la faccina concentrata. Poi, quando sembrava sul punto di esplodere o simili, emise un versetto strozzato.
“Allunga le mani, bell’è papà..Leon ha appena dato alla luce..la tua nuova arma!”
Intimorita, allungai piano le mani. E Leon, di tutta risposta, fece scattare la lingua, da cui un attimo dopo caddero due batuffoli di cotone bianchi come il latte. Li afferrai, e tra le mie mani..vidi che erano due piccole manopole.
“Gu..guanti? devo difendermi da quel pazzo.. con dei guantini di lana?” sbottai, sconvolta.
“E che ne so io? Mettili e vediamo che succede..”
Praticamente sconvolta, infilai le manopole alle mani. Beh, se non altro sarei morta con le mani al caldo..
“Bene, e ora che il corredo è ultimato..” sbottò Mukuro, e mi venne addosso con quel suo forcone. Ma quando alzai le mani per proteggermi, la punta di quell’arnese andò a sbattere contro la lana dei guanti..che la fece rimbalzare via come fossero di maglia di ferro. Mukuro e, non lo nego, io rimanemmo di sale.
“Ma che..ma che diavolo c’è, dentro?” biascicai. Sfilai via il guanto, e nel palmo mi rimase qualcosa. Un qualcosa..di molto famigliare: un proiettile dell’ultimo volere.
“Oh, finalmente ogni tanto lassù, qualcuno mi sente..” esclamò Reborn, soddisfatto.
“Maledetto mostriciattolo..come fai a possedere un proiettile dell’ultima volontà serie speciale?” ringhiò Mukuro, avvelenato, mentre Reborn veniva da me per prendere il proiettile.
“Madonna che lavata alla lingua, ti darei..su piccirì dammi qua, prima che gli sparo davvero, vai..”
Ma Mukuro sembrava di tutt’altro avviso. Senza remore, attaccò Reborn come un puma. Ma lui fu più svelto, e gli scovolò via dalle grinfie come una piccola anguilla. Schizzò lesto verso di me, e mi sgraffignò il proiettile. Da una distanza di sicurezza, lo esaminò curioso.
“Ma che tiene..ah è diverso dai soliti..eh vabbè, buttiamotelo in circolo e stiamo a vedere che fa, vai..”
“Bu..buttiamotelo in circolo? Ah si certo, perché no.. tanto, proiettile dell’ultimo volere o una supposta di cianuro non fa differenza, per te..dato che la pelle è la mia!”
“O questo..o quelle, decidi..”
Mi indicò la testa, e con terrore vidi decine di candelotti fluttuarci si e no a un metro.
“Oh mio..REBORN, SPARA!
Reborn mise allegramente il canna il colpo, e sparò, nell’istante in cui la dinamite esplose.
Immediatamente dopo l’ingresso del proiettile nel mio corpo, senti in me una sensazione assolutamente nuova. Mi avvolse mente e corpo una calma innaturale, e ogni singolo nervo o muscolo della mia persona parve fremere mosso da nuovi impulsi. I suoni, gli odori, l’aria attorno a me..erano pieni di sfumature che non avevo mai percepito prima. Sentivo il sangue caldo come il magma, ma ero tranquilla e serena come mai nella vita. E sulla mia fronte, le mie solite fiamme erano lì, solo più chiare e meno aggressive. Ciliegina sulla torta, le strane manopole di lana, al risveglio delle nuove fiamme, avevano cambiato forma attorno alle mie mani e alle mie dita. Ora, sembravano di finissimo acciaio lucidato a specchio, simile all’argento, e sul dorso c’era una specie di piastra in vetro scuro. Mi alzai lentamente, e mi voltai verso il mio avversario.
“Attaccami..” mormorai, la voce calma e afona.
Mukuro mi osservava senza parole.
“Il proiettile è in circolo, questo si, principessa..ma la tua energia è praticamente nulla, sai?”
“No, caro da dio, è solo che non la si sente più. L’energia che buttava fuori prima erano solo fiamma dell’ultimo volere che io stesso le mischiavo al sangue, inibendola e dandole il coraggio di fare le cose. Mo’ però io non c’entro più, la fiamma di ora, è nata da lei. Questa è la fiamma di chi sa di poter combattere, cosciente delle proprie potenzialità, svegliata in lei insieme alle sopite capacità con cui è nata..ed è lì solo perché lei è la vera e unica discendente della famiglia Vongola. Ora non combatte solo con la forza, ma anche con al mente, la mente dotata del potere che ha preso da sua nonna..l’iper-intuizione! ”
Mukuro pareva spiazzato, e mi osservava truce, probabilmente indeciso se tutto il discorso di Reborn fosse o meno un gigantesco bluff. Io dal canto mio, lo osservavo, in attesa del suo attacco, che non tardò neanche tanto ad arrivare. Mukuro, infatti, parve mettere da parte i dubbi e decise per un attacco diretto. Inverosimilmente, lo schivai con disinvoltura. Ogni suo movimento mi appariva come al rallentatore, ed ero in grado di prevederlo in grande anticipo. Tentò persino il bieco gioco di utilizzare i corpi dei suoi scagnozzi, richiamati all’ordine come Bianchi e Gokudera, ma fu inutile. La mia forza era a dismisura superiore alla loro, e prima che potesse capirlo lui stesso, Mukuro vide i suoi uomini soccombere. Ma non ebbi cuore di finire quei due; io non ero vigliacca come coloro che seguivano.
Li mandai KO facilmente, e li spinsi al riparo dai colpi, tenendo d’occhio anche Gokudera e Bianchi, che sapevo ancora schiavi di quel demonio. Mukuro perdeva la pazienza ogni minuti che passava, e io pregavo in cuor mio di riuscire a finirlo prima che esplodesse del tutto. Quando mancò il suo colpo diretto al mio addome, io lo colpì unendo i pugni in piena schiena, facendolo atterrare rovinosamente a terra, sollevando quintali di polvere, sperando quel colpo lo stendesse. Ma Mukuro non cedette, e mi guardò livido, impolverato e coperto di segni.
“Puoi tirarla fino a  pasqua, non riuscirai mai a colpirla..” bofonchiò Reborn, gaudente. “Lei vede tipo una settimana prima dove vuoi andare a parare, quando sferri il tuo attacco, e riesce a capire con quanta furia lo fai..”
Mukuro ringhiò furente, e il suo occhio cambiò forma nuovamente. Una seconda cascata di letali serpenti a sonagli apparve sulla mia testa in caduta libera. Ma io, tranquillamente, aprì le braccia le lasciai che i rettili piovessero sul mio corpo.
“Illusioni..” mormorai, placida. Reborn schioccò la lingua.
“..e come lo fai, illusioni incluse. Taya aveva già manifestato in precedenza un non so che in più, nell’approccio col suo prossimo. Tipo il comprendere a pelle se il diretto interessato è meritevole di fiducia o meno..”
Si, era vero. Nelle persone, io fin da piccolissima avevo sempre percepito il bene o il male, prima ancora delle parole a volte. E ora che riflettevo, ultimamente era anche aumentata questa mia capacità: Gokudera si era manifestato violento e spietato, eppure io non avevo sentito alcun sentore di negatività in lui, e gli avevo offerto il mio appoggio. Mukuro, poche ore prima, si era presentato a me con modi piacevoli e  gentili, ma non mi aveva ingannata. Sentivo chiaro il male annidato nel suo cuore come avesse odore, intenso e opprimente. Ma allo stesso tempo, mi pareva di percepire una sorta di retrogusto che non sapevo definire, una qualche nota enigmatica in quel soffocante afrore di morte. Ma Mukuro non lasciava scanso
A riflessioni alcune. Le parole di Reborn avevano preso forma concreta davanti ai suoi occhi, spaventandolo a morte e facendolo infuriare allo stesso tempo. Prese ad attaccare con ferocia immane, senza posa. Mi colpì ovunque con tutta la sua forza, scaraventandomi contro ogni parete della sala di proiezione. Ogni muro a breve, portò i segni di quella indicibile ira, e anche il mio corpo non fu da meno. Ma nonostante tutto, la strana forza neonata in me non perse un passo. Avvertivo i muscoli, le ossa e la pelle doloranti come non mai, ma non cedetti. Ad ogni colpo, io mi rialzavo testarda, e lo affrontavo di nuovo. A risposta di questo mio atteggiamento, Mukuro perdeva raziocinio a vista d’occhio. Ben presto, la follia dilagò regina nel suo sguardo, offuscandole la già poca ragione. Finché d’un tratto, mosso da un’ondata eccezionale di furia e pazzia, impugnò il suo forcone,e mi caricò con tutta la sua forza, colpendomi in pieno. Mi gettò bruscamente contro una parete, e mi lanciò la sua arma a seguito. La punta centrale mi trafisse da parte a parte il fianco, le punte laterali di piantarono nel cemento del muro come grissini nel burro, bloccandomi come un boccone sulla punta di una forchetta. Mentre cercavo almeno di liberare il fianco da quel puntale doloroso, Mukuro giocò l’ennesimo colpo mancino: Entrò di nuovo in contatto coi corpi di Bianchi e Gokudera, e me li scaglio contro con furia. In quelle condizioni, tra il veleno di Bianchi e le esplosioni di Gokudera, fiamma dei Vongola o meno il mio corpo non avrebbe retto, e si sarebbe distrutto. Dovevo inventarmi qualcosa, sarebbe stata la fine..
Mentre formulavo questo, l’odore della polvere da sparo mi entrò veemente nelle narici irritandole, insieme al tanfo di pesce e carne guasta; la dinamite e la poison cooking erano in arrivo.
 Mukuro in quel momento, mi piombò addosso, estrasse il forcone dalle mie stesse carni, e me lo punto ben posizionato al petto, la dinamite e il cibo velenoso a galleggiare sopra la sua testa. Ma ancora una volta, trovai la forza di reagire. Compì con forza Mukuro, e senza fermarmi, bloccai con un colpo anche Gokudera e Bianchi, tramortendoli e rendendoli innocui. Poi, approfittando del momento di stordimento del mio avversario, lo sollevai di tutto peso facendo leva col manico della sua arma, e mi riparai dagli attacchi aerei di veleno e dinamite. Ci fu un bel boato, ma Mukuro si prese il colpo in piena schiena, mentre io non mi scalfì.
Questo parve disarmare un po Mukuro, mi sbagliavo. Con mia sorpresa, lui rimestò completamente le carte in tavola, riassumendo quel suo odioso atteggiamento calmo e scostante di chi coi fatti non c’entra nulla.
“Che cosa insolita, sei, principessa..bene, mi vedo dunque costretto, non c’e altro modo che quello. Userò il mio asso nella manica, la tecnica delle sei vie che più detesto..la 5°la via degli uomini..”
Nel dirlo, portò una mano al volto, e con mio profondo orrore, lo vidi conficcare le lunghe dita affusolate nella cavità oculare dell’occhio rosso, estraendone il bulbo. Col volto grondante di sangue, lo vidi schiacciare il suo stesso occhio, e da esso vidi fuoriuscire una specie di condensa nero violacea opprimente che lo avvolse tutto come un velo. L’aria attorno a lui tremava come impregnata di gas, ed era altrettanto viziata. Mukuro, contro ogni logica, rise divertito.
“La 5° via è l’infermo manifestato, per me, è la via più cruda, cinica,fredda e spregevole di tutte. Mai sarà sufficiente l’odio che nutro, per la via degli uomini e la capacità di combattere che da essa ho carpito. Non  sto parafrasando, odio davvero gli esseri umani..li odio con tutto me stesso, da morire..”
Mukuro avanzò lento, l’aura nera sempre più intensa, vorticando il suo tridente a una velocità assurda.
“Recita le tue ultime preghiere..principessa dei Vongola!”
Era finita. Non riuscivo più a respirare invasa da quell’energia nera. D’istinto, portai le mani al volto, mentre ascoltavo i passi di Mukuro avvicinarsi a me, per uccidermi..
“Piccirì, vuoi la lana e i ferri? Muoviti, o finisce che ti ammazza! Usa i guanti, santo dio!”
Al suono di quelle parole, senza che potessi rendermene conto, avvenne qualcosa di impensato. Le mie mani, alla vista del pericolo, avevano agito d’istinto e avevano afferrato il palo del forcone.. che ora, andava sciogliendosi tra le mie dita come fosse cera..cera invasa dalle fiamme
Si, dai miei guanti era nata la fiamma dell’ultimo volere, e ora ardeva vivace tra le mie dita, fondendo le punte di quel malefico tridente e scottando chi lo impugnava.
 Strappai dalle mani ustionate di Mukuro la sua arma disciolta, staccai la parte con le tre punte e la mandai a piantarsi nel muro. Mukuro non batteva ciglio dallo stupore. Reborn sbuffò sollevato.
“Tu al campo santo, mi mandi, bell’è papà..beh, almeno hai capito come usare ste benedette manopole. Bene, a quanto pare sono fatte dello stesso impasto dei proiettili dell’ultimo volere, e quindi sono resistenti tanto da piegare l’acciaio e tengono dentro le fiamme senza però scottarti ‘e manine..”
“Bah..tutto teatro, secondo me, come un cielo che diventa tutto nero,  per poi far piovere solo per 5 minuti. Quella è solo un’aura luminosa, altro che fiamme..”
“Mukuro..il mio cielo non è nero di una pioggia che dura 5 minuti..” ringhiai.
“Ah si? Bene..ALLORA MOSTRAMI L’IRA DEL TUO TEMPORALE, PRINCIPESSA!”
Di nuovo schiavo della sua collera, Mukuro caricò verso di me a testa bassa, il bel viso coperto di rosso, armato solo della lunga impugnatura del suo forcone. Ma fu inutile. Le fiamme sulle mie mani piegarono quell’arnese come fosse fatto di pasta di zucchero, e per poco non scottai anche una delle guance di Mukuro.
“Brucia..” esalò, sconvolto. “come può, un’aura emanare calore tanto intenso da scottare la pelle?”
“Perché la sua aura è diversa, caro mio. Tutto sta nella consistenza. La tua aura nera è opprimente, ma impalpabile. La sua invece, è composta da autentiche fiamme nate dall’ energia distruttiva della sua anima..”
“In sintesi, se mi avvicino troppo, mi potrebbe dare fuoco..” disse Mukuro.
“Non solo questo..” rimbeccai, e prima che potesse capirlo, gli fui alle spalle e lo colpì con forza, scottandogli la schiena e mandandolo al tappeto. Mukuro era decisamente scombussolato.
“Che..razza di velocità inumana! Non l’ho nemmeno vista andarmi alle spalle..”
“Bene..direi che valgo più di 5 minuti di pioggia, non credi?” dissi, soddisfatta.
Mukuro rimase a fissarmi per un paio di secondi. Poi, con l’ennesimo slancio di pura incoerenza, scoppiò a ridere.
“Sai, molti alla vista del tuo straordinario potere impallidirebbero, ma a me fai l’effetto contrario. Si, è ufficiale, principessa..sono pazzo di te.”
Lo guardai, interdetta. Lui sorrise, estatico.
“Grazie a te, al tuo incredibile potere e al tuo bel faccino, potrò avvicinare le molteplici famiglie mafiose, dando vita a delle piccole faide..che sfoceranno in breve in vere e proprie guerre, distruggendo quel mondo ignobile e raccapricciante una volta per tutte..”
“Ah..dunque era questo che volevi, eh?” chiese Reborn, nervoso.
“Si, ma non solo, ho le vedute larghe,io. Ho intenzione di farmi nido nelle menti più influenti e importanti del pianeta, soffocando nell’oscurità dove dovrebbe stare, un mondo così barbaro e ributtante. Ma prima..devo cancellare la mafia dalla faccia della terra, per sempre..”
Mukuro sicuramente, credeva di averci murato la bocca con quel discorso da pelle d’oca, ma il mio istinto aveva altri progetti. In me, era nato un pensiero, che se poi era giusto, era probabilmente collegato a quella strana sensazione che avvertivo annaspare nel mare di odio che albergava in Mukuro.
“Mukuro..” mormorai, respirando a fondo. “..ti è stato fatto qualcosa, non è vero?”
“Spiacente, principessa, ma la conferenza stampa si conclude qui..ora, fa la brava bambina..e lasciami quel tuo meraviglioso corpo!”
In un secondo, vidi un’ombra staccarsi dal corpo di Mukuro e venirmi incontro.
“Illusione..” mormorai, ma con mio stupore, mi senti colpire in tutto il corpo da qualcosa come degli spilli.
“Sciocchina, lo hai contato male..” sbottò Reborn. “ha nascosto nell’illusione, delle pietruzze acuminate..”
Aveva ragione. Vidi attorno alle mie gambe centinaia di piccole schegge di cemento, che poi corrispondevano ai segni che avevo sul corpo.
“Stai su, che sta tornando qua!” gridò Reborn.
Ma stavolta ne avevo abbastanza. Mi tirai in piedi con veemenza, e quando Mukuro mi fu a un baffo, gli sferrai un pugno usando le mie fiamme nate dai guanti. Il colpo fu tale che Mukuro cadde a terra,formando attorno a sé un piccolo cratere. Nel fondo di esso, non mosse più un dito. Era K.O.
Ma mentre mi avvinavo per vedere se almeno era vivo, lo senti ansimare.
“Pri..principessa dei Vongola, la donna.. che mi ha sconfitto. Lodevole, per essere solo una bambina..”
Respirava a stento, e riusciva a muovere solo la testa. Lo osservavo in silenzio.
“Però sappi una cosa: io non sarò mai più prigioniero di quel mondo malato in cui vivi, schiavo di una miserabile mafiosetta Come te. Esigo la morte come mio ultimo desiderio, e tu dovrai accontentarmi, per l’onore della tua orribile stirpe di assassini. Su, principessa, da brava..ferma il mio cuore.. malvagio..”
Quelle parole, mi ferirono enormemente, e mi voltai per non vedere.
“No..io mi rifiuto di farti una cosa del genere, Mukuro..”
Mossa sbagliata. Mukuro, agile come il serpente che era, mi piombò alle spalle,e mi prese saldo mani e polsi,bloccandoli dietro la mia schiena.
“Cuore tenero, vita corta, principessa. Ti costerà la vita, l’attimo di pietà che hai avuto per me. Ora, le tue manine arroventate sono impossibilitate ad aiutarti, e non possono proteggerti. Sai, ti ho fatto giocare con tutti i presenti per gustarmi l’occhio con la tua incredibile abilità e il tuo immenso potere, in modo da godere ulteriormente..quando potrò usarlo io possedendo il tuo corpo!”
Mi prese di tutto pesò, e mi scagliò con tutte le sue forze verso il muro.
“Attenta, principessa,hai appeso un trofeo, a quella parete, poco fa..”
Mi voltai, e vidi che stavo andando a sbattere dritta contro la punta del forcone piantato nel muro. Mi avrebbe infilzata a morte, se fosse successo. Oh dio, che idiota, ero stata! Cuore tenero..aveva ragione lui, il mio cuore buono aveva finito per uccidermi. Nonna..era accaduto anche a te? Era per un cuore come il mio, che sei dovuta fuggire via dalla tua terra? Era per un cuore come il mio..che avevi trovato la morte? Oh nonna, aiutami..AIUTAMI NONNA!”
Fu cosi repentino che sconvolse anche me. Dalle mie mani, all’invocazione di quel nome, le mie fiamme divennero immense, tanto grandi da avvolgermi anche metà delle braccia. Ma cosa più spiazzante, fu che puntate dietro la mia schiena..frenarono la mia corsa, come i propulsori di un razzo. Scaraventata in avanti, mi fiondai su Mukuro, e gli afferrai il viso con le mani, bruciandogli la faccia e la fronte.
“Lo senti, Mukuro? questo è il fuoco nato..da quel cuore buono.. che tu disprezzi tanto..il cuore buono.. di Giotto Vongola!”
Ma le mie fiamme Mukuro non le aveva ancora capite. Il loro calore, lui credeva venisse da un fuoco capace solo di bruciare, come era successo alla sua arma liquefatta tra le mie mani. E invece sbagliava. Le mie fiamme..avevano fatto luce nel suo cuore, e finalmente ora riuscivo a vederlo, quel retrogusto strano nel fetore dell’odio..era dolore.
Concentrandomi con tutta me stessa, insinuai il mio fuoco nello spiraglio creato da quel dolore, e riuscì a divaricarlo quel tanto che bastava per farlo uscire. Dopodiché, finalmente libero, quel sentimento purificato irradiò tutta l’anima di Mukuro, stingendo quel nero che la soffocava come il latte nel caffè. In pochi istanti, l’anima di Mukuro..fu liberata dal male, era libera.
“Bene..brava bell’è papà..è finita sul serio, mo’..”
Respirai a fondo, e le fiamme sulla mia fronte si spensero silenziose, e alle mani mi riapparsero le solite manopole in lana. Sfinita, crollai in ginocchio al fianco di Mukuro. Il suo viso era disteso e tranquillo, in quel sonno pesante in cui era crollato, e respirava a fondo, sereno.
“Gli altri..servono soccorsi, Reborn!”
“Buona, sono già arrivati da prima. Hanno già disintossicato Lancia dal veleno di Chikusa e soccorso Yamamoto ,mo’ vedi che vengono pure qua, tranquilla.”
“Bene, grazie al cielo..” mormorai. Poi, osservai Mukuro. Il dolore che avevo trovato nel suo cuore era molto, sebbene fosse soffocato. Ma non ero stata in grado di capirne l’origine. Mukuro..che cosa ti hanno fatto, per avvelenare cosi la tua anima?
Tesi una mano, per cercare almeno di togliere un po di sangue dal suo viso, quando qualcuno ruggì alle mie spalle.
“Leva quelle mani dal boss, sgualdrina!”
Mi voltai, e con stupore vidi gli uomini di Mukuro, Ken e Chikusa, trascinarsi carponi verso di noi. Ero allibita.
“Perché..perchè lottate ancora per lui? Vi ha usati noncurante del rischio che correvate!”
“Silenzio! Tu non sai..tu non puoi parlare..” esalò Chikusa.
“Ci ha usati, è vero..ma in confronto a quello che ha patito lui per mano di quelle merde, tutto questo..non è un cazzo!”
Mi interdissi. Ken era avanzato furente verso di me.
“Di cosa parli? Ha a che fare..col dolore che ho sentito nel suo cuore?”
“Brava, terno secco..la nostra famiglia, la nostra stessa famiglia, ci ha usati come fossimo animali per fare degli esperimenti prima ancora che ci spuntassero i peli sul sedere. Ci hanno fatto di tutto, senza farci nemmeno un pensiero, via..”
“Deduco quindi, da come parli, che la vostra famiglia sia la Estraneo, la stessa famiglia mentecatta che ha partorito il proiettile della possessione..”
“Sissignore, precisa lei. Per colpa di voialtri missionari di pace, la nostra famiglia, già di suo svitata come un tappo, ha iniziato una folle crociata alla sopravvivenza mettendo in cantiere un bordello di esperimenti per lo sviluppo di nuove armi. E chi usavano come cavie per queste porcherie? Eccoli qua, i bambini della famiglia. Dio solo sa che cazzo hanno fatto sui nostri corpi, e noi non potevamo dire niente, né tantomeno fare niente, eravamo troppo piccoli. Ma dio, a quanto pare, alla fine li ha trovati 5 minuti da dedicarci, alla fine, perché un bel giorno al laboratorio è successo un casino. Abbiamo iniziato a sentire gente che correva avanti e indietro urlando come maiali senza capire che cazzo succedeva. Io allora ho racimolato un po di fegato, ho preso Kakipi e mi sono avventurato fuori dal laboratorio. E allora l’ho visto..”
Il suo sguardo cadde su Mukuro, adorante.
“Lui non parlava mai. Non avevamo mai sentito la sua voce, prima di allora, stava sempre zitto nel suo cantone, ma un pelo fuori posto, un chierichetto..eppure, lui da solo aveva mandato col culo per terra tutta quella gente di merda che ci aveva rovinato la vita. Disse che poteva proteggerci da quel mondo malato, se volevamo andare con lui. Chi se lo è fatto ripetere? Per la prima volta in vita nostra, eravamo liberi!”
Ken prese fiato, furioso.
“E ora tu vieni qui a rompere le palle? No, bella, Mukuro si è fatto il culo a poise per ridarci una vita decente, e tu non farai un cazzo per portarcela via!”
Lo guardai. Era straziante come lo avevo sentito, quel dolore. E ora che aveva un volto..più che mai. Mi inginocchiai accanto a Ken, e lo guardai, in quegli occhi gialli cosi animaleschi, ma ancora cosi bambini.
“No..io non faro un cazzo per portarvi via niente, hai ragione. Però cerca di capire..nessuno lascerebbe morire i propri cari senza far nulla. Nemmeno voi..nemmeno lui..”
Ken parve folgorato dalle mie parole. Tesi una mano per aiutarlo a rialzarsi, quando alle sue spalle, sulla soglia della stanza, vidi delle figure. Erano alte e magre, con lunghi cappotti neri, alti cilindri scuri e..il volto coperto da bende.
“Madonna santa..” mormorò Reborn, la voce mozzata. “Piccirì..non muovere un capello,ferma..”
Aprì la bocca per chiedere che stesse accadendo, quando all’improvviso, grosse catene uscirono dai cappotti di quegli esseri bendati, e in tre secondi arpionarono Mukuro e i suoi uomini. Mi prese il panico.
“No, fermi!” urlai, ma Reborn mi prese la mano e la tenne stretta.
“Per carità divina, piccirì, tieni la bocca chiusa..”
Incapace di far nulla, lasciai che quelle figure lugubri portassero via quei tre. Reborn schioccò ancora la lingua.
“Vindice..” mormorò poi.
“Chi..o che cosa sono?” chiesi. Ero gelida dai brividi.
“La legge..la nostra legge, per meglio dire. Tante volte la legge normale ha il braccio troppo corto, per cui intervengono loro. Mai averci a che fare, co’ quelli..”
“Reborn..non voglio che venga fatto loro del male..” mormorai. So che era insensato, ma dopo quello che avevo visto e sentito, forse Mukuro era cambiato ai miei occhi..
“Eh, cuore tenerello mio, mettitela via. Non so che fanno di preciso, quelli, ma di certo non usano i guanti di seta. Dai retta a me: se vuoi star bene..dimentica tutto.”
Quel pomeriggio, lo trascorsi osservando i medici fare avanti e indietro trasportando i feriti e controllando i danni. Vennero anche da me, ma sinceramente non ricordo che cosa mi dissero o cosa mi curarono o come. Era successo che pochi minuti dopo l’apparizione di quegli esseri raggelanti, il mio corpo aveva avuto un crollo totale, ed era andato esaurendosi facendomi collassare. I medici, ancora ora, si chiedono come accidenti abbia fatto a sopravvivere..dato che ero tutta, ma letteralmente tutta..rotta!
Mesi dopo, mentre a fatica cercavo di riprendermi nella mia camera, dove Reborn mi aveva confinato in solitudine assoluta per la riabilitazione, mi svegliò una sgradevole sensazione di freddo. Un freddo a me decisamente famigliare.
Dolorante, mi issai sulla finestra per guardare fuori e vidi un bambino che passeggiava con sua madre. Nel passare davanti al mio cancello, gli cadde dentro il mio cancello la macchinina che stava facendo sfrecciare sui muretti di cinta. A fatica, attirai l’attenzione di sua madre perché se ne accorgesse, dato che il piccolo da solo non ci arrivava a recuperarla. La donna mi ringrazio, e il piccolo mi fece un largo sorriso prima di andare. Nel farlo, il suo visetto fu investito dalla luce del sole, e il riflesso dei suoi occhi brillò intenso..un riflesso blu..e rosso.
“Bene..” pensai, rimettendomi dolorante a letto. “Almeno so che stai bene..in qualche modo.”
E mentre mi assopivo, nel vento, avrei giurato di sentire una specie di soffio. Probabilmente erano la stanchezza e il sonno,ma avrei giurato di sentire in quel soffio, una voce che diceva: tranquilla.. ci rivedremo presto..mia principessa.
  
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