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Autore: Diadem    24/02/2013    2 recensioni
[Real life]
[Real life][Real life][Real life]“Ma lei ci pensava sempre. Un po' alla mattina, un po' al pomeriggio, un po' alla sera.”
Una storia ambientata nei secoli passati con personaggi di un gioco di ruolo completamente inventato, incastrati tra amori proibiti e famiglie rigide, tra costrizioni e tenacia.
«Non so che fare, da un lato vorrei dimenticarla, contemporaneamente ho la certezza che sia l'unica persona, l'unica dell'intero universo, in grado di rendermi felice.»
Genere: Erotico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Yaoi, Yuri
Note: Lemon | Avvertimenti: PWP
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«Allora, leggete molto?»
Stavano attraversando il giardino sul retro della casa e Diadem era già stanca; quel corpetto la stava uccidendo.
«Sì, sopratutto romanzi.» Disse piano, cercando di non fargli notare il disagio che stava provando.
«A voi?» Aggiunse poco dopo, fissando l'erba verde.
«Romanzi, come voi, ma non ho molto tempo a disposizione da dedicare alla lettura.» Sham le regalò un dolce sorriso che lei colse come se fosse stata una rosa appena sbocciata.
Non è così male.
Forse era quel posto o quell'enorme libreria nel salotto che le stava facendo cambiare idea e più lo conosceva, più non le sembrava così terribile ma il suo cuore, anche in quel momento le stava sussurrando il nome della ragazza che era sempre tra i suoi pensieri. Nel profondo sperava che lei qualche volta le venisse in mente il suo nome, che sentisse la sua mancanza come la sentiva Diadem, ma riusciva sempre a ricacciare in fondo alla mente quel pensiero inutile.
Ad interrompere i suoi pensieri, arrivò Roger con il suo passo composto e rigido, ad informarli che la cena era pronta.
Il pasto fu veloce e la ragazza si ritirò subito nella sua stanza, col pretesto di essere stanca, anche se in fondo era vero.
Si era sfilata in fretta e furia l'abito, mettendosi la veste da notte blu marino di una stoffa morbidissima, ricamata ai bordi e si mise sotto le voluminose coperte.
Quella sera, l'unico contatto che aveva avuto con Sham, era stato a cena. Stavano parlando dei loro interessi e lui aveva provato ad appoggiare la sua mano su quella di lei, ma l'aveva sfilata con la scusa di un colpo di tosse improvviso. La ripugnava essere toccata da qualcun'altro.
Ripeté mentalmente il suo nome, prima di sprofondare in un sonno profondo e privo di sogni.

Si svegliò con una voce famigliare che le diceva -o meglio- ordinava di alzarsi da quel letto.
Per tutta risposta, la bionda prese la prima cosa che le capitò a tiro e la tirò verso il suono, da cui subito dopo sentì squittire un leggero “ahia” seguito subito da un richiamo.
«Roxie?» Chiese con la voce ancora assonnata.
«Sì, Diadem! E ora alzati o sarò io a tirarti questo cuscino!» Esordì, minacciandola riprendendo il cuscino da terra.
Prepotente ed esuberante, questa era la Roxie che le piaceva. Diadem si alzò e corse verso la sua cameriera, contenta di vederla e quasi sicura che quello che aveva vissuto il giorno prima fosse stato solo un incubo. Ma le rose sulle pareti le dissero chiaro e tondo che era tutto vero, ma almeno adesso aveva la sua amica e non doveva affrontare tutto da sola.
L'abbracciò con un sorriso a trentadue denti.
«Come mai sei qui?»
«Vostro padre ha detto che saresti stata qui per un po' di tempo e dato che in cucina non sono d'aiuto, mi ha mandata qui.»
«Che bello!» si staccò dall'abbraccio che Roxie naturalmente non aveva ricambiato e le stampò un sonoro bacio sulla guancia.
Col disappunto disegnato sul volto, la cameriera andò alle valigie, tirando fuori i vestiti, cercandono uno più opportuno.
«Stasera verranno qui la tua famiglia e quella dei Lycan.» Sussurrò cercando di non pronunciare l'ultimo nome. Ma ormai Diadem aveva sentito e solo a sentirlo, il cuore le fece una capriola.
«Anche lei?» Chiese con la voce tremante.
«Sì, ma ricordatevi che il signor Sham sarà presente alla cena.»
L'unica risposta della ragazza fu un mugolio, seguito da un giro su se stessa per la felicità e la paura.

Era rimasta tutto la mattina nella sua stanza e quando era scese, Roger le aveva riferito che Sham sarebbe stato impegnato tutto il pomeriggio e lei non poteva chiedere di meglio. Si permise di prendere un libro dagli scaffali dopo averli scorsi tutti con l'indice e si chiuse nella sua stanza. Peccato che arrivata al culmine della storia d'amore che stava leggendo dove lei doveva scegliere chi amava di due gemelli, Roxie entrò in camera, sbraitando che era tardi e lei era ancora con il naso nei libri. Certo, era emozionata perché finalmente l'avrebbe rivista, ma odiava quegl'abiti assurdi che le impedivano di respirare.
Un'ora e mezza dopo di torture e ordini di Roxie, Diadem fu pronta ed era davanti allo specchio ad ammirare il vestito.
Da quando sono diventata una bambola?
I capelli sciolti le accarezzavano la schiena scoperta, l'abito rosso chiaro le risaltava gli occhi azzurri, le scarpette scure, scomode e col tacco basso. Fece un sospiro per trovare il coraggio di scendere mentre sentiva gli zoccoli dei cavalli calpestare la ghiaia poco prima del giardino. Come al solito, pree la stoffa dell'abito tra le mani e scese. In fondo alle scale la stava asspettando Sham, vestito di tutto punto. Le sorrise e lei ricambiò.
Quando fu in fondo alle scale, Roger andò ad aprire, dove sulla soglia si trovava la famiglia Lycan al completo. Varcarono l'ingresso e dietro di loro Diadem vide un'altra figura.
Bassa, scarpe bianche come l'abito, decorato da nastri azzurri. Guanti alti fino al gomito, il corpetto lasciava intravedere i seni e le spalle esili. Le labbra sottili e rosse, gli occhi verde smeraldo e i capelli corvini, raccolti sulla nuca.
Si dimenticò immediatamente di salutare i signori Lycan perché la sua attenzione era rivolta completamente a lei.
«Livvy.» Disse con vece flebile.
«Diadem.»
  
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