Serie TV > Veronica Mars
Segui la storia  |       
Autore: Sghisa    24/02/2013    2 recensioni
A qualche anno di distanza dalla fine del college, a Neptune si incrociano nuovamente i sentieri di vecchi amici. Un mistero sembra celarsi dietro alle loro ordinarie e serene vite. Un mistero che li riunirà.
Genere: Romantico, Mistero, Suspence | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: What if? (E se ...) | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Preparativi


Ne aveva abbastanza di confidenze e segreti, e idem valeva per Mac: non erano mai state due classiche ragazze che passano il tempo a colorarsi le unghie e parlare di ragazzi. Avevano sempre ridotto al minimo i momenti femminili, scambiandosi le informazioni solo quando necessario. Mac non aveva mai chiesto consigli a Veronica su come vestirsi, con chi uscire e via dicendo. Veronica si era confidata con Mac solo per quanto riguardava l'essenziale, senza scendere troppo nel particolare nonostante Mac fosse la sua più cara e intima amica. Mac sapeva che qualcosa era successo alla festa di Shelly Pomroy, ma non sapeva cosa. Veronica non aveva mai voluto sapere cosa fosse successo a Mac la sera con Beaver, nulla oltre a ciò che l'amica aveva deciso di raccontarle. Aveva deciso che avrebbe rispettato il desiderio di intimità della sua amica e così era stato.
Insomma, avevano fatto il pieno per i prossimi sei mesi al salone di bellezza e stavano per salutarsi quando il telefono di Veronica suonò: la sua segreteria telefonica aveva raccolto la voce di qualcuno. Era un messaggio di Wallace. Mac era già salita in macchina e stava per mettere in moto quando Veronica le si lanciò praticamente sul cofano. “Abbiamo un'emergenza, Mac... che ne dici se andassimo assieme a comprare il vestito per questa sera in compagnia anche di un atletico e stupendo uomo?”
Mac abbassò gli occhiali da sole e annuì. Le erano sempre piaciute le sorprese.
Estrasse le chiavi dal pannello di accensione. “Ma non avevi un appuntamento importante con qualcuno di molto importante?” Veronica sbiancò. Si era dimenticata della promessa fatta a Logan qualche ora prima nel momento in cui aveva sentito la voce disperata di Wallace. Recuperò il telefono dalla tasca e si preparò a una dolorosa telefonata.


-----------------------------


Era in ritardo. Lei non era mai in ritardo, mai. Poteva significare solo due cose: o era successo qualcosa o si stava tirando indietro. Entrambe le opzioni lo mettevano in agitazione. Quel tizio dell'FBI sembrava non aver dimenticato lo sgarro che Veronica gli aveva fatto più di dieci anni fa, e sembrava più che disposto a fargliela pagare. La presenza dell'agente Patterson lo preoccupava non poco: Veronica aveva sempre avuto la magica capacità di ficcarsi nei guai senza volerlo e soprattutto senza accorgersene. Sperava che non fosse così, che Veronica non si fosse messa contro uno più grosso e cattivo di lei.
Per quanto si augurasse che Veronica stesse bene, dall'altra non poteva che interpretare il suo comportamento come un rifiuto. L'alcol, la stanchezza, lo stress. Forse ci stava ripensando e non voleva più avere a che fare con lui... era confuso e preoccupato. Avrebbe voluto chiamarla, ma allo stesso tempo non voleva chiamarla, non voleva metterla sotto pressione e costringerla a rispondergli, a decidere.
Mentre si tormentava, faceva passare il telefono cellulare da una mano all'altra. Chiamarla o non chiamarla? Proprio in quel momento il cellulare squillò: era Veronica, finalmente.
“Hey, iniziavo a temere che mi volessi dare buca senza nemmeno una chiamata!” “Hey! Sai che chiamo sempre per darti buca!” Ok, non è arrabbiata, ma c'è qualcosa che non va, pensò Logan, dopo che la biondina ebbe risposto. “Non verrai...” provò. “Avresti dovuto aspettartelo, Logan: Jackie che torna con un pacco sorpresa per Wallace e secondo te io non vengo coinvolta?” non erano delle scuse... “Scusa Logan...” il tono di Veronica era veramente dispiaciuto “Avevo proprio voglia di passare un paio di ore con te. Però se vuoi posso mettere sul tuo conto gli acquisti miei e di Mac! Insomma, potrai far felici due donne!” Logan scoppiò a ridere “Ti prego, Veronica, spendete tutto quello che volete, purché siate meravigliose. Ci vediamo questa sera, ok? Saluta Mac e chiedi scusa a Wallace da parte mia!”
Era più tranquillo ora, anche se gli dispiaceva molto non poterla accompagnare. Ma almeno si sarebbe goduto la sorpresa.


-----------------------------


Wallace le raggiunse alla boutique che Mac gli aveva indicato. Le due stavano già provando la prima mise. Mac indossava un abito lungo mono spalla di un bel verde acceso. Le curve della giovane donna si erano arrotondate dopo la gravidanza, e il vestito le metteva in evidenza. Forse un po' troppo. Certo, il colore le donava, ma forse l'abito era un po' troppo formale per l'occasione. Veronica, seduta su un divanetto, sorseggiava un aperitivo analcolico mentre osservava l'amica che camminava su e giù per il camerino. “Non so, Veronica, non stiamo andando alla serata degli Oscar... e poi mi toccherebbe mettere delle scarpe troppo alte...” Non si era accorta dell'arrivo del giovane uomo che, ridendo, attirò la loro attenzione “Già, Veronica, tu che sei così femminile, cosa ne pensi?” Veronica, che indossava una vestaglia di seta si alzò e gli girò attorno. “Beh, mi sembra che l'esperto potresti essere proprio tu! Sto ancora cercando di capire quale delle ragazze Gilmore tu sia!” e gli sfilò la giacca. “Ti dispiace se, mentre ci racconti cosa è successo, io e Mac diamo fondo alla carta di credito di Logan Echolls? Questa sera abbiamo tutti un appuntamento importante, no?” Wallace annuì e si accomodò sul divanetto  occupato fino a poco prima dalla sua migliore amica. Era troppo agitato per rendersi conto di ciò che la sua migliore amica aveva appena detto: lei stava spendendo i soldi di Logan Echolls.
Dopo un profondo sospiro Wallace cominciò a parlare. La sua voce era leggermente tesa. “Che dire... sono papà di un bellissimo bambino di dieci anni. È sveglio, simpatico, in salute. A quanto mi ha detto Jackie è intelligente, va bene a scuola, è bravo negli sport e ha un sacco di amici. È un bambino sereno e felice che però è stato costretto a crescere senza un padre, tutto per colpa di Jackie, delle sue paure e del suo egoismo.” Veronica a e Mac lo fissavano senza aprire bocca. Aveva bisogno di sfogarsi, non di sentire le due donne criticare o giustificare Jackie. Era lui che doveva trovare un equilibrio e in qualche modo fare pace con lei e il suo passato.
“Però in fondo la capisco” continuò, mentre Veronica sguisciava in camerino per provare un vestito senza maniche, lungo fino alle caviglie di un acceso blu elettrico. Mac nel frattempo stava adocchiando un abito corto, a tunichetta viola con delle trasparenze sulla scollatura. Era elegante e classico, sensuale ma non eccessivo. A Dick sarebbe piaciuto moltissimo.
“Vedete ragazze, non me la sento di accusarla e basta. Non so io come avrei agito, al posto suo. Insomma, già la sua vita era rovinata, perché rischiare di rovinare anche la mia? L'ha fatto per me. O almeno questo è quello che dice. Dovrei crederle secondo voi?” Veronica sbucò da dietro la tenda e guardò la giovane madre negli occhi. Cosa fare adesso? Mac prese la parola. “Le credi o no? Insomma Wallace, tu la consoci, tu l'hai amata e non sei mai riuscito ad andare oltre... crederle o meno non può dipendere da noi!” Veronica sorrise: Mac aveva trovato la soluzione giusta e soprattutto l'aveva fatto senza tirarla in ballo.
“Già Wallace, è una domanda che devi porre a te stesso. Ma secondo me la prima cosa che devi chiarire a te stesso e a Jackie è se vuoi entrare a far parte della vita di tuo figlio, e quindi, anche di quella di Jackie...” “Io voglio... cavoli, è mio figlio. Ha diritto di avere un padre e io ho il diritto di stare con lui. Jackie non avrà voce in capitolo. Se non mi vuole vedere... beh sono affari suoi. Ma non può impedirmi di crescere mio figlio!”

“Quindi tu vuoi stare vicino a tuo figlio con o senza Jackie?” domandò Veronica mentre mostrava all'amica l'abito appena indossato. Mac scosse la testa. “Troppo lungo e formale. Che ne dici di questo? E le allungò un vestito senza maniche, di raso rosso, lungo solo fin sopra le ginocchia. Veronica ebbe un sussulto. Lei era da raso rosso senza maniche? Forse, ma non in quell'occasione. Quel vestito le ricordava una giovane donna molto arrabbiata nella quale lei non si riconosceva. Fece cenno all'amica che avrebbe fatto un giro alla ricerca di qualcosa di più divertente. Dopo poco si bloccò di fronte a un espositore. Forse aveva trovato quello che cercava. Era rosso e senza spalline, ma la sottoveste in raso scuro era coperta da un leggero strato di tulle trasparente, rosso e tempestato di lustrini. Una fascia sotto il seno faceva partire l'ampia gonna che arrivava poco sopra il ginocchio. Era il suo vestito: scarpe col tacco nere, capelli legati, trucco discreto. Niente collana, solo gli orecchini e il braccialetto che Logan le aveva regalato per il suo compleanno tanti, troppi anni prima. Perfetto!
Wallace non aveva proferito parola per un po', pensieroso. Poi finalmente ricominciò a parlare. “Sarebbe molto meglio se ci fosse anche lei nella mia vita... io non l'ho mai dimenticata e dubito di poterci riuscire. A maggior ragione ora che so che è la madre di mio figlio. Come posso solo immaginare di avere un'altra donna nella mia vita, ora che io e lei dividiamo non solo un passato assieme, ma anche il nostro futuro? Non so se lei pensi ancora a me, sta di fatto che non ha avuto altri uomini nella sua vita. Forse perché non aveva tempo... probabilmente è per questo... però...” ammutolì all'improvviso, quando le due ragazze uscirono dai loro camerini, indossando due abiti perfetti ed elegantissimi. Erano gli abiti che facevano per loro! Mentre le guardava compiaciuto non poté non pensare a quanto bella fosse Jackie la sera del ballo alternativo... la sua pelle così morbida, il colore così caldo fatto risaltare dal bianco candido dell'abito che indossava quella sera; i capelli di lei, lisci, che gli solleticavano il volto... “Ragazze, e se io provassi a riconquistarla? Sarei folle a riprovarci con lei?” le due si guardarono con fare complice. “Ditemi la verità! Siate sincere! Come reagireste se... beh se il vostro ragazzo del liceo vi chiedesse di sposarlo dopo dieci anni che non vi vedete?”
Veronica era davvero in imbarazzo. Lei e il matrimonio non erano due concetti in grado di convivere dopo tutti i tradimenti cui aveva assistito e dopo quello che era accaduto alla sua famiglia. Inoltre il suo non amore per Jackie le impediva di essere obbiettiva in merito all'idea di Wallace. Lasciò quindi che fosse Mac, felicemente sposata con Dick Casablancas, a dire la sua.
“Sarebbe un gesto... quasi eccessivo. Insomma, potrebbe essere frainteso e a dire il vero non è chiaro nemmeno a me perché tu voglia chiedere a Jackie Cook di diventare tua moglie. Non mi fraintendere però... scopri di essere padre e dopo nemmeno ventiquattr'ore chiedi alla madre di tuo figlio di sposarti dopo anni di lontananza... sarebbe legittimo domandarsi se lo fai perché sei ancora innamorato di lei, lo sei sempre stato e lo sarai per sempre, oppure se lo fai perché ti senti in dovere di prenderti cura di lei e dei suoi figli...” Mac tacque, rimirandosi nello specchio mentre Veronica provava  due diverse paia di scarpe e Wallace si tormentava le mani.
“Se è per questo secondo motivo, beh, basta che tu riconosca la paternità e decida di non far mancare loro nulla. Non devi rimediare a nulla, Wallace, non devi sposarla per mantenere un impegno che nemmeno hai preso. Se invece sei ancora legato a lei, e non solo perché avete un figlio assieme, beh allora hai tutto il mio appoggio, Wallace. Il vero amore capita forse solo una volta nella vita, e quando lo si trova è bene non lasciarselo sfuggire. Se ami Jackie e l'hai sempre amata, beh... sai cosa devi fare.” Detto questo si diresse al reparto accessori: lei e Veronica dovevano trovare due copri spalle, e scarpe e borse in coordinato. Mancava veramente poco alla loro grande serata.


-----------------------------


Le mani di Weevil sudavano... era una serata molto molto importante per lui, molto delicata. Parker si stava truccando in bagno. Lui indossava uno smoking preso a prestito, grigio; la camicia era nera, la cravatta rosa. Era elegante. Tanto elegante quanto teso.
“Tesoro, dimmi un po'... da chi devo tenermi alla larga questa sera? Non mi va di passare il mio tempo in mezzo a spocchiosi e noiosi californiani pieni di sé... ho a che fare con loro tutti i giorni... genitori terribili che viziano i loro figli. È l'unica cosa che sono in grado di fare... e come crescono questi ragazzini? Diventano dei moderni Logan Echolls o Dick Casablancas... mioddio. Ma sai a cosa mi tocca assistere ogni giorno? Però hai ragione tu, non devo sputare nel piatto in cui mangio. Insomma, sono questi ricconi sfacciati che mi pagano lo stipendio. Sono stata fortunata a conoscere te, Eli, sono stata così fortunata. Tu sei un uomo meraviglioso. Però sono contenta, sai, questa sera rivedrò Veronica dopo un sacco di tempo. Non pensavo che l'avrei mai detto, ma mi è mancata la ragazza! Serata tra ragazze: io, lei e Cindy! Non capitava dal college! E poi ci sarai tu. Vedrò la tua scuola, i tuoi amici di un tempo. Mi presenterai anche quelli della tua gang vero? Sono così emozionata... e curiosa... e felice. Sono così felice con te Eli! Ma sai che il giorno in cui ci siamo conosciuti io sarei già dovuta essere a Denver? Il caso... che strani giochi che fa!” Poteva andare avanti così per delle ore. Weevil lo sapeva. E lui poteva stare ad ascoltarla per ore. Adorava la sua voce, fresca e squillante; gli dava serenità. Era uno dei motivi per cui la stava aspettando in camera da letto, in ginocchio, con una scatoletta di velluto aperta, e qualcosa di luccicante dentro.
Il fiume di parole di Parker continuava ininterrotto. La voce si stava avvicinando e le mani di Eli Navarro sudavano sempre di più. “... e allora le ho detto...” si ammutolì all'improvviso, portando le mani alla bocca. Eli rimase in silenzio per un brevissimo istante, ammirando la sua bellezza. Indossava un abito di pizzo nero, con una sottoveste rosa. Era corto, e metteva in mostra le lunghe ed abbronzate gambe della sua ragazza. Lunghezza esasperata dalle scarpe col tacco, munite di zeppa. I capelli sciolti le cadevano sulle spalle. Era meravigliosa.
Eli deglutì e poi finalmente parlò. “Parker Lee, sei troppo bella per essere vera... per essere qui. Non ho mai osato sognare che una ragazza come te prendesse in considerazione uno come me. Eppure è successo. E allora oggi voglio osare ancora di più... vuoi sposarmi?”
Parker rimase immobile, la sua figura si stagliava nello specchio della porta per un tempo che a Eli sembrò pressoché infinito. Poi Parker crollo sulle ginocchia, piangendo. “Potevi chiedermelo cinque minuti fa, così non mi rovinavo il trucco?” Eli sorrise, estrasse dalla scatoletta l'anello e le prese la mano. Singhiozzando lei sorrise “Si Eli, è un si. Voglio sposarti, voglio diventare la signora Navarro...” Solo a quel punto le infilò l'anello al dito. “Se non altro avrete qualcosa di cui parlare, voi tre!”


-----------------------------


Logan e Duncan erano pronti, aspettavano che arrivasse la baby sitter. Logan aveva anche chiamato Jackie, che era stata entusiasta della proposta. In fin dei conti i bambini avevano la stessa età, si sarebbero potuti conoscere e fare amicizia. Jackie stava arrivando lì con i bambini, Wallace li stava portando a casa Mars. La speranza di tutti era che Keith sarebbe rientrato prima e si fosse preso cura lui dei bambini, ma secondo Cliff era meglio tenere un profilo basso, e quindi Keith si era preso un paio di giorni di vacanza. Non aveva detto a nessuno dove sarebbe andato, ma lui e Cliff avevano deciso di sparire un po' dalla circolazione. Forse erano andati a pesca, forse a Las Vegas, per giocarsi tutti i loro risparmi. Non aveva importanza. L'assenza di Keith aveva permesso a Duncan e prole di rimanere in casa Mars, senza doversi far vedere.
Per Duncan era stato abbastanza umiliante dover andare all'ufficio della contea. Aveva passato lì tutto il pomeriggio, a rispondere alle domande fastidiose dello sceriffo Van Lowe, uomo che a suo tempo lo aveva aiutato a scappare. Era stato imbarazzante dovergli spiegare come aveva fatto a scappare, e perché lo avesse fatto. Dove fosse andato e via dicendo. Aveva anche incrociato Dominick Patterson che lo aveva fulminato con lo sguardo. Subito lo sceriffo era intervenuto, allontanando l'agente dell'FBI dalla stanza degli interrogatori. Quando, quattro ore dopo, era uscito dall'ufficio dello sceriffo, Duncan era a dir poco sfinito. Arrivato a casa di Veronica aveva lasciato sua figlia a Logan e si era buttato sotto la doccia. Voleva buttarsi quel pomeriggio dietro le spalle. Dimenticare lo sguardo derisorio con cui lo sceriffo lo aveva fissato, le parole taglienti con le quali aveva tentato di ferirlo. Di lì a due giorni l'FBI avrebbe aperto una commissione d'inchiesta per accertare i fatti. Per fortuna a capo di tutto c'era Angela, che desiderava per Duncan solo la serenità. Avrebbe fatto di tutto per archiviare la questione.
Ma il momento più difficile della giornata era stato quando, uscendo dalla centrale, aveva incontrato la mamma di Meg. I suoi occhi non erano carichi di odio e astio, ma di infelicità e rimorso. L'aveva guardato mentre trascinava con sé la sua nipotina. Sapeva che prima o poi avrebbe dovuto affrontare quella questione, mettere tutte le carte in tavola e decidere cosa fare con i Manning. Avevano diritto di conoscere la loro nipotina, ma lui voleva concederglielo?
Non era quello il momento di pensare a cose così tristi, si disse, mentre annodava il farfallino. Ora mi aspetta un bel tuffo nel passato: vediamo di godercelo fino in fondo! Era tutto a posto. Finalmente.
“Papà, sei stu-pen-do! Non ti ho mai visto così elegante in vita mia! Ti prego facciamo una foto assieme!” Gridò Lilly, correndogli in contro ed estraendo il cellulare dalla tasca. Come dirle di no? Lui, dal canto suo, non c'era mai riuscito! La abbracciò forte e sorrise alla videocamera. La baciò sulla guancia e le raccomandò di fare la brava con la baby sitter e con gli altri bambini.
In quel momento bussarono alla porta. Logan diede il benvenuto a Heather con la quale da anni manteneva un'amicizia sui generis. La ragazzina era estremamente intelligente, tanto da essere due classi avanti rispetto alla sua età. Aveva quindici anni e si stava preparando all'ultimo anno di scuola. Poi college, probabilmente Harvard, anche se l'MIT aveva richiesto un colloquio con la giovane studentessa. I due stavano ridendo amabilmente in salotto, mentre Logan collegava l'X-Box e tirava fuori un po' di giochi da una scatola. “Sono un po' datati, ma di sicuro troverete qualcosa con cui divertirvi. Non faremo troppo tardi, spero!” “Oh, io spero proprio di si!” disse Heather, con fare malizioso. “Allora questa è la casa di Veronica... interessante” “Oh no, lei non ci vive più da anni” rispose Logan, tirandosi in piedi.
“E questo è Duncan Kane, con sua figlia Lilly. Duncan, lei è Heather, la ragazzina più intelligente che conosco. Probabilmente l'unica persona al mondo in grado di mettere nel sacco anche la nostra amica Veronica!” Duncan era stupito. Con poche persone Logan si dimostrava così aperto, solare... spontaneo. Quella ragazzina aveva un potere su di lui non indifferente. “Signor Kane, mi occuperò io di sua figlia. Non si preoccupi, ho seguito un corso di primo soccorso e ho una reputazione da mantenere. Facendo la baby sitter mi sto pagando il college, quindi non si preoccupi, sua figlia è in buone mani!” e poi si diresse verso la camera di Keith, per conoscere Lilly Kane.
“Chi è quella forza della natura?” domandò Duncan non appena la ragazzina scomparve dietro lo stipite della porta.
“Te l'ho detto, DK, l'unica persona al mondo in grado di farla sotto al naso di Veronica Mars!” e dicendo questo si sistemò il bavero della giacca. Indossava un doppio petto con gilet di raso a fantasia floreale, come quello che era stato di suo padre e che aveva indossato al limo-party con Veronica Duncan e Lilly. Ma questa volta il panciotto era rosso, per indicare continuità e rottura con il passato, il suo passato, quello di Duncan e di Veronica. Quella sera per Logan rappresentava un nuovo inizio, una svolta. Tutto doveva essere perfetto.
Bussarono alla porta: era Wallace, accompagnato da una sempre stupenda Jackie e dai due figli di lei. Jackie era come sempre elegantissima: negli ultimi anni avrà anche fatto la barista e la cameriera, ma il suo era come sempre un portamento da modella. Aveva i capelli raccolti in uno chignon morbido dal quale alcuni boccoli sfuggivano. La figura magra e affusolata era messa in risalto da un abito da sera estremamente elegante: pizzo marrone chiaro, quasi grigio, impreziosito da dettagli oro su una sottoveste morbida. Nonostante le due gravidanza Jackie non era cambiata di una virgola, e Wallace sembrava non riuscire a staccale gli occhi di dosso.
“La limousine è già sotto che aspetta!” disse uno sconvolto Wallace, cappello a cilindro e smoking... sembrava di tornare indietro nel tempo. L'attenzione dei bambini era tutta per Heather, i giochi in scatola e Lilly. Heather li accolse con un sorriso e invitò gli adulti ad andare “Farete tardi. Da qua ci penso io, ok? Divertitevi e non pensate troppo a noi... ce la caveremo!” Jackie baciò i suoi bambini, Duncan raccomandò alla figlia di fare la brava e Logan fece l'occhiolino alla ragazza responsabile e matura che si sarebbe presa cura dei bambini. Recuperati i portafogli e gli inviti, gli ex compagni di classe uscirono da casa Mars. La serata stava per cominciare. Sarebbero andati direttamente alla scuola, Mac Dick e Veronica li avrebbero raggiunti lì. Logan non stava nella pelle... Veronica gli aveva mandato una fotografia, un particolare dell'abito che avrebbe indossato. Non vedeva l'ora di ammirare il resto.


-----------------------------


Veronica stava sistemando il trucco. Nulla di eccezionale, non voleva essere troppo appariscente. Già il vestito lasciava ben poco all'immaginazione, non voleva certo passare per un'esibizionista.
“Veronicaaaaa” urlò Mac dal piano di sotto “a che punto sei?”
“Quasi finito, Q, e tu?”
“Sono pronta, ma altrettanto non si può dire di mio marito... lui e mio padre si sono messi a giocare con i bambini quando glieli ha portati... non so chi è più infantile tra i due. Abbiamo ancora dieci minuti prima che arrivi, quindi tranquilla. Se vuoi ti aspetto sul terrazzo per un aperitivo. Bellini?”
“Non hai qualcosa di più forte... chennesò... glicerina! Mac, stiamo per tornare nel luogo die nostri tormenti...”
“E bellini sia! Ti aspetto!”
E con un rumore di tacchi Mac si diresse verso la cucina.
In quel momento il telefono di Veronica suonò.
“Papà! Dove sei? Come stai? Riusciamo a vederci prima di questa serata terribile che mi aspetta?”
“Tesoro! Sto bene, grazie. Io e Cliff siamo in viaggio...”
“In viaggio?” rispose veronica, stupita. “Si tesoro, tornare oggi potrebbe sembrare un po' sospetto, non ti pare? Le accuse contro Mister Kane crollano, lui torna e io, che dovevo indagare su di lui, ricompaio. Tutto questo in meno di ventiquattr'ore potrebbe far accendere una lampadina anche in quella zucca vuota che è Vinnie... E poi ho proprio bisogno di un paio di giorni di vacanza. Ti dispiace? Torno domani o dopo domani! Adesso ho solo voglia di starmene con Cliff seduto in riva ad un laghetto, in silenzio, canna da pesca in una mano e birra nell'altra...”
“Ma certo papà... rilassati e riposati. La questione di Duncan la posso gestire io senza problemi, quindi prenditi una pausa. Saluta Cliff da parte mia e ringrazialo. Buona serata papà...” disse infine, sorridendo al telefono come se suo padre fosse lì con lei. “In bocca al lupo tesoro! Eh... vedi di non metterti qualcosa di troppo corto, va bene? So che Logan Echolls è in città!” Veronica arrossì. Forse è molto meglio che lui non sia qui in questo momento. Chissà cosa penserebbe di me e Logan che... cosa stiamo facendo di preciso? Non ha importanza... “Ciao papà!” “Ciao tesoro, fai la brava.”
La linea dava di nuovo libero.
Veronica provò a infilare il telefono in borsetta. Maledette pochette, non ci sta nulla. Beh, papà l'ho sentito ora, il cellulare non mi servirà proprio questa sera... quasi quasi lo lascio qui! Pensò, infilandosi le scarpe e recuperando il copri spalle. Mah si, niente stress questa sera! Solo un rilassante tuffo nel passato. Rilassante... insomma... forza Veronica, inspira ed espira. Andrà tutto bene. Appoggiò il telefono sul comò e uscì dalla stanza. “Allora questi Bellini?” gridò all'amica che la aspettava sulla terrazza.


-----------------------------


“Non ti vergogni, Keith?” domandò l'avvocato, fissando la strada.
“Di cosa, Cliff? Di viaggiare con te? No, in fin dei conti non sei così male per essere un avvocato. Direi che sei quasi un tipo onesto...” rispose Keith, riponendo il cellulare in tasca. “No, so di essere una buona compagnia per te... parlavo di quello che hai appena fatto...” Keith rise “Di cosa stai parlando?” era nervoso.
“Del gesto estremamente educativo che hai appena compiuto. Hai mentito a tua figlia non solo sulla tua meta, ma anche sul perché ci stai andando. E sul perché io mi trovi con te in questo momento...”
“Eddai Cliff, ho appena detto che sei una persona simpatica. Non costringermi a cambiare idea.” Si mosse sul sedile, chiaramente a disagio. “Innanzitutto Veronica non si è mai fatta troppi problemi a mentirmi: il nostro rapporto è sempre stato così, fiducia cieca. E poi... le sto mentendo per il suo bene. Non è il momento di schiaffarle in faccia una cosa di queste dimensioni...”
Cliff tacque brevemente. Poi riprese a parlare “Ha il diritto di saperlo, Keith... non far sì che sia troppo tardi. Ascoltami... Veronica merita di sapere.” “Lo saprà, Cliff, lo saprà, ma prima voglio sistemare la cosa, e voglio farlo assieme a te. Mia figlia ha sofferto abbastanza, non si merita altro dolore!”


-----------------------------


Più tardi quella sera

Il telefono di Veronica suonò a vuoto. Angela Weiss era disperata. sarà stata la ventesima volta che provava a rintracciarla. Perché Veronica non risponde? Non è da lei... che le sia capitato qualcosa? Che l'abbia già trovata? Il probelma di Angela era che non sapeva come rintracciarla. O meglio, come rintracciarla velocemente senza mobilitare l'FBI e i suoi tecnici...
Poi l'illuminazione. Leo D'Amato, quel bel fustacchione di sicuro sapeva come aiutarla!




Spazio autrice: ci siamo quasi!
Per quanto riguarda il prossimo capitolo, avviso a tutti: sarà breve e non aspettatevi troppi passi in avanti nella storia. Sarà molto introspettivo!




Per chi è curioso, ecco gli abiti che ho “scelto” per le nostre dame (non voglio fare pubblicità ho solo preso spunto da alcuni abiti veri, mi era più facile non essendo io una gran esperta di vestiti e moda!):
Mac: http://www.zalando.it/coast-sylvia-vestito-elegante-malva-c9821c01d-404.html
Parker: http://www.zalando.it/even-odd-vestito-di-maglina-rosa-ev421c044-854.html
Jackie: http://www.zalando.it/manoukian-kelly-vestito-lungo-marrone-m6721c05s-702.html
Veronica: (stessa forma ma di colore rosso) http://www.zalando.it/vila-topside-vestito-elegante-nero-v1021c05n-802.html
  
Leggi le 2 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Serie TV > Veronica Mars / Vai alla pagina dell'autore: Sghisa