L’oblio, tra miti e leggende
Persa nell’oblio, Didyme si chiese se il fuoco degli Achei, quello che era riuscito a distruggere e disgregare le secolari mura di Troia, fosse stato tanto caldo quanto quello che sentiva lambirle il corpo.
Se Prometeo, che sottostò così a lungo alla punizione infertagli dagli dei, soffrisse quanto lei, quando l’aquila cominciò a straziarlo.
E quell’arsura… che Tantalo sentisse ardere la sua gola così, quando tentava di afferrare i frutti succosi che gli crescevano attorno, che perennemente lo rifuggivano?
Fiamme, dolore e sete. Questo sentiva Didyme.
Che fosse la fine, quella?
Ma, in tal caso, come aveva mai potuto Aro farle una cosa del genere?
105 parole
Note (doverosamente e dolorosamente più lunghe del capitolo, non siete costretti a leggerle): Siccome mi sono accorta di aver fatto una one-shot e una flashfic, ho deciso che questa sarebbe stata una drabble. Immagino che l’ordine serva a costringermi a scrivere (sono di un’indolenza epica, sapete…).
Passiamo alle spiegazioni:
- Prometeo --> rubò il fuoco agli dei per donarlo agli uomini, per questo, come punizione, fu legato ad una roccia e destinato a farsi mangiare il fegato da un aquila per l’eternità (sì, i miti sono tutti particolarmente allegri…).
- Tantalo --> rubò alla mensa degli dei e per questo, agli inferi, è destinato ad essere circondato da frutti succosi che perennemente gli sfuggono quando cerca di prenderli.
Ok, spero che così il capitolo abbia per voi più senso… dalla prossima volta si torna ad una narrazione normale (sì, non disperate XD)…
Mah… non so cosa aspettarmi dai vostri commenti…
Alla prossima,
Aout
P.S. Si parla della trasformazione di Didyme qui, non della morte, si capiva vero? Ho la tendenza a lasciar vagare le idee per la mia testa e a non spiegarle come si deve…