Il
risveglio
Sora
era inginocchiato per terra in un luogo grigio e tetro mentre un uomo
incappucciato gli teneva le mani.
“Non
fare il mio stesso errore…” gli diceva
l’uomo sconosciuto suscitando la
confusione del ragazzino.
“N-non
capisco?” gli chiedeva guardando nei suoi occhi
così sconosciuti ma allo stesso
tempo anche così familiari.
“La
via dell’oscurità non ti porterà a
niente. Reagisci Sora!!” dopo aver detto
questo l’uomo incappucciato dovette lasciare le mani del
moretto perché piano
piano stava sprofondando in una pozza oscura.
“Aiutami!!”
gli gridava Sora ma quest’uomo si girò
“Solo tu puoi farlo” e poi andò via
mentre Sora era completamente stato risucchiato.
Tantissimi
fogli volteggiavano per il cielo azzurro e da uno di questi
uscì Sora che luccicava.
Mentre
Sora volteggiava per quei fogli bianchi si sentì risucchiare
da un vortice che
lo fece cadere in un libro.
Dopo
aver riaperto gli occhi si ritrovò steso sulla spiaggia
delle isole del
destino, si rialzò e vide tre ragazzi, 2 ragazze e un
ragazzo.
Il
cielo si fece scuro e l’unica cosa che illuminava la spiaggia
erano i lampi.
Corse
incontro al ragazzo dai capelli argentati che gli stava tendendo la
mano mentre
era nel mare.
Voleva
urlare, urlare il suo nome ma la voce non gli usciva, che gli era
successo?
Non
fece in tempo ad arrivare da lui che un’onda gigante travolse
l’argenteo.
Allora
il moro non potendo più salvare il suo migliore amico
puntò gli occhi contro la
rossa che era sopra gli scogli.
Lo
stesso di prima, non riusciva a pronunciare il suo nome e nemmeno ad
emettere
il più piccolo suono si sentiva solo il trambusto dei tuoni
e delle scosse di
terremoto che ogni tanto turbavano la terra sotto i piedi dei ragazzi.
Sora
corse sugli scogli dove c’era Kairi mentre con sguardo perso
guardava verso il
mare mosso e impetuoso.
Era
arrivato vicino alla ragazza che si era girata a guardarlo, i suoi
occhi erano
diventati color della cenere però gli sorrise, un sorriso
candido che poteva
scaldare i cuori di tutti.
Una
scossa di terremoto fece cadere il pezzo dello scoglio dove
c’èra Kairi e
questa cadde in acqua.
Gli
occhi di Sora si riempirono di lacrime e si promise che avrebbe salvato
l’ultima sua amica.
Corse
giù dagli scogli e corse verso l’ultima ragazza
rimasta, una ragazza dai
capelli rosa e gli occhi azzurri.
Arrivato
da lei gli mise uno mano sulla spalla ma questa sparì e Sora
cadde in un posto
tutto bianco contornato da scale.
Su
una scala c’era Kairi che gli tendeva una mano per aiutarlo
ma questa si
tramutò in Serah. Sora non riuscì ad afferrare in
tempo la mano di Serah e
continuò a cadere fino a scontrarsi contro una piattaforma
con disegnata sopra
un ragazzo uguale a lui a parte per i suoi capelli neri come la pece.
Si
ritrovò ad essere un ragazzo dai capelli biondi mentre
rincorreva una ragazza
dai capelli neri. Non riusciva a controllare il suo corpo,si muoveva da
solo.
Adesso era seduto in cima alla torre dell’orologio insieme ad
Axel, era ancora
quel ragazzo biondo. Axel si girò verso di lui e disse
“L’hai memorizzato?”.
Un’altra
volta una scossa di terremoto e da sotto terra spuntò un
enorme Goblin nero che
prese “Sora” e lo portò con lui sotto
terra.
Si
ritrovò ad essere di nuovo lui con affianco Pippo e Paperino
mentre
indietreggiavano con le facce spaventate. Abbassò lo sguardo
su una pozzanghera
e una visione orribile del suo volto lo fece urlare, questa volta la
voce gli
era uscita e si era sentito perfino l’eco.
Da
dietro di lui comparve Xen con in mano uno scettro di pura luce oscura che puntava verso
Sora.
Xen
per metà divenne il ragazzo uguale a lui con i capelli neri
per poi ritornare
ad essere lui e lanciare una palla d’oscurità che
colpì in pieno Sora e lo fece
sprofondare nella pozzanghera.
Ora
si trovava in una bolla oscura che urlava contro il suo amico Riku che
sembrava
non riuscire a vederlo e combatteva con il goblin che prima aveva
portato Sora
sotto terra.
Riku
si trovava in seria difficoltà e per aver abbassato la
guardia venne colpito e
ucciso dal goblin che poi rise amaramente.
“Noooooooooo!!!”
urlò Sora.
Altre
goccioline salate scesero per il volto di Sora ormai non più
come prima.
Si
sedè sconvolto nella bolla per poi alzare lo sguardo e
vedere lui stesso che
saliva delle scale tutte colorate che emettevano un suono melodioso.
Chiuse
gli occhi e si sentì cadere sulla terra fredda,
aprì a malapena gli occhi e
vide che una persona con una spada lunghissima lo trafisse il cuore.
“Ahhhh!!!!”
urlò per poi alzarsi dal letto su cui era steso con delle
goccioline che partivano
dagli occhi e che gli rigavano il viso.
“Ehy
Sora, che hai?” gli chiedeva Demyx con sguardo preoccupato.
“Niente”
rispose Sora asciugandosi con una mano la fronte bagnata di sudore.
“Tu
piangi per niente?” gli chiese ancora sedendosi sul letto di
fianco a Sora.
“Non
sto piangendo!!” gli rispose asciugando in fretta le poche
lacrime rimaste
sulle sue guancie pallide.
“Ma…”
cercò di dirgli ma fu fermato dal moro
“Basta
Demyx!!”
“Ok,
ora vado via, comunque cerca di non stancarti troppo le ferite non sono
ancora
del tutto chiuse” gli disse per poi mettere la mano sulla
maniglia.
“Scusa
Demyx per averti trattato male, comunque grazie” gli rispose
con voce stanca
stropicciandosi gli occhi.
“Non
devi ringraziare me, ma Larxene
è stata
lei a fasciarti e dopo mi ha detto di dirti che sono stato io
altrimenti mi
avrebbe strozzato” gli disse sorridendo e poi rendendosi
conto di quello che
aveva detto iniziò ad urlare spaventato per la paura che
Larxene venendolo a
sapere lo strozzasse.
Sora
emise una piccola risata, quel ragazzo sembrava davvero un bambino.
Mentre
Demyx correva ancora per tutta la stanza la porta si aprì e
colpì in pieno
Demyx che cadde per terra con la faccia tutta rossa per la botta.
“Demyx
ma che stai combinando?” disse Xen che era appena entrato
guardando Demyx steso
a terra.
“Mi
hai sbattuto la porta in faccia!!” gli urlò contro alzandosi
con fare da
bambino.
“Dai
vieni, dobbiamo iniziare la riunione” disse scocciato, lui non
amava le persone
stupide.
“Vengo
anche io” gli disse Sora alzandosi e andando verso di loro.
“No
tu sei ancora troppo debole e devi riposare” gli vietò lui.
“Sto
benissimo” gli obbiettò lui
“Non
sento ragioni” e detto questo sparì insieme a
Demyx.
Sora
si avvicinò allo specchio e guardando il suo viso come
sempre fece un sospiro
di sollievo, per fortuna era stato solo un incubo.
Si
sfilò la maglietta ormai non più sporca di sangue
e guardò la fasciatura che
aveva sul petto e che aveva fatto Larxene. Non se lo aspettava
minimamente che
quella “ragazza” potesse fare un gesto
così carino.
Si
infilò di nuovo la maglietta e uscì chiudendosi
la porta alle spalle.
Girò
per tutta la fortezza per assicurarsi che non ci fosse nessuno, dopo
essersi
assicurato questo scese giù per tornare in quella stanza
dove c’era la ragazza
che era presente nel suo sogno.
Arrivato
davanti alla porta cercò di aprirla ma non riuscì
nel suo intento, era chiusa a
chiave.
“Dimenticano
che io sono un custode del Keyblade” dopo aver pensato questo
Sora fece
materializzare il suo keyblade e aprì la porta.
Entrò
lì dentro ed era tutto come la prima volta che era entrato
qui.
Si
mise davanti alla capsula dove la ragazza dormiva beatamente
galleggiando in
quel liquido color acqua.
Un’idea
venne in mente a Sora e puntò il keyblade contro la capsula.
Voleva
liberarla, non sapeva il perché ma voleva liberarla e averla
vicina.
Non
esitò più e distrusse la capsula facendo cadere
la ragazza al suo interno nelle
braccia di Sora.
Guardò
il suo bel viso pallido e un altro ricordo si fece largo nella sua
mente.
-La
ragazza dei capelli rosa correva verso Sora urlando il suo nome per poi
lanciarsi
su di lui facendo cadere entrambi.
“Sono
così contenta di rivederti” gli disse con un
sorriso stampato in faccia
“Sei
pazzo?! Non farmi stare mai più in pensiero
così” disse cambiando
espressione della faccia totalmente
per poi sorridere di nuovo e abbracciarlo ancora.-
Sentì
un calore dentro di se partire dal petto, gli sembrava di stare davanti
un
camino d’inverno.
Guardò
il suo petto che brillava di luce pura e candida come la ragazza che
teneva tra
le sue braccia.
Con
una mano si toccò il petto in fiamme e chiuse gli occhi,
voleva godersi quella
sensazione di calore che senti soltanto quando sai che hai una persona
importante vicino.
Riaprì
le sue iridi minuti dopo e aprì un buco nero dove passarono
lui con in braccio
Serah e si ritrovarono nel posto segreto alle Isole del Destino.
…
Intanto
tutti i membri dell’organizzazione XIII e Xen erano riuniti
in una stanza
bianca seduti su dei troni.
“Allora miei compagni adesso vi spiego come
andrà in porto la prossima missione” disse il capo
seduto sul trono più alto di
tutti squadrandoli uno ad uno dalla testa ai piedi, non che si potesse
vedere
molto erano tutti incappucciati.
“Roxas
tu andrai con Luxord ad Agrabah a svolgere il tuo solito compito di
raccogliere
i cuori” continuò il capo guardando Roxas seduto
molto più in
basso di lui.
Roxas
si limitò ad annuire.
“Ehy
ma perché ora Ro…” Demyx non
riuscì a finire la frase che gli venne tappata la
bocca da Zexion.
“Mi
raccomando voi…” il capo non riuscì a
finire la frase che venne interrotto da
Xen.
“Mi
dispiace devo andare” disse questo e scomparì
nel nulla.
Aveva
intuito una strana sensazione e voleva andare a controllare se le sue
preoccupazioni erano infondate.
…
Strinse
forte a se Serah, non voleva che qualcuno la portasse via da lui, non
sapeva il
perché ma il suo istinto gli diceva di proteggerla.
Volse
gli occhi di nuovo al suo petto ma con sua grande sorpresa vide che la
luce si
era affievolita di poco.
Accarezzò
il viso di Serah, sapeva il suo nome perché giorni fa
l’aveva letto in un
documento dove c’era la sua biografia.
Ritirò
subito la mano perché sentì un rumore sordo che
non prometteva niente di buono.
Poggiò
Serah dietro di lui con la schiena contro il muro e fece apparire il
suo
keyblade alla vista di Xen.
“Ti
avevo detto di non entrare più in quella stanza!!”
gli ringhiò contro, faceva
davvero paura quando era così arrabbiato ma Sora non avrebbe ceduto, avrebbe protetto
Serah!
“Sono
entrato perché dovevo!!
Perché avete intrappolato questa ragazza in quella capsula?!
Cosa ha fatto!?”
gli gridò contro.
“Ma
guardati, stai cedendo di
nuovo al bene Sora? Credevo che avresti voluto smettere di
soffrire.” Gli disse
avvicinandosi pericolosamente a lui.
“Non
sto cedendo al bene sono sempre un essere oscuro, ma voglio sapere chi
è questa
ragazza e perché non volevate che la scoprissi!?!”
gli rispose voleva avere
delle risposte e per averle doveva guadagnarsele.
“Non
sono affari tuoi, e
adesso spostati che devo portare via la ragazza” gli disse
cercando di
convincerlo.
“No
mai!! Non la farò
rinchiudere di nuovo in quella capsula!”
“Non
la conosci neanche
perché vuoi proteggerla” gli chiese stufato di
quella situazione.
Non
rispose, non sapeva cosa
dire, aveva ragione non la conosceva però sentiva che doveva
proteggerla.
“Sora”
sentì una voce
femminile provenire da dietro di lui. Come sapeva il suo nome?
Si
girò e si ritrovò Serah
con gli occhi aperti e un po’ assonnati.
Non
riuscì nemmeno a
proferire parola che sentì la roccia a contatto con la sua
schiena ora dolente
per a botta presa.
Xen
si era avvicinato a Serah
per poi sparire con lei.
“No!!!”
urlò Sora in preda
alla rabbia.
…
Roxas
e Luxord erano appena
arrivati ad Agrabah ed erano alla ricerca di qualche cuore.
Roxas
aveva scoperto la
verità e per questo teneva la massima allerta
perché sapeva che da un momento o
l’altro potrebbero voltargli le spalle.
Cominciarono
a camminare per
tutta la città ed ogni strada,viale o via era in
ricostruzione.
“Chissà
cosa sarà successo
qui?” chiese Roxas non sapendo della catastrofe che aveva
fatto il suo Io
giorni fa.
“Non
so” rispose Luxord fingendo di non sapere niente.
Avevano
percorso ormai quasi tutta la città catturando cuori da
Heartless.
Roxas
si girò di scatto udendo un abbaiare verso di lui. Il cane
che abbaiava si
lanciò su di lui facendolo cadere e leccandogli tutta la
faccia.
Il
cane corse via mentre Roxas stava ancora a terra e stava per rialzarsi
Era
il momento che Luxord stava aspettando da tutta la giornata.
Gli
lanciò un calcio in piena faccia e lo fece rotolare per
alcuni metri.
Roxas
che si aspettava una cosa del genere prima o poi prontamente si
alzò e fece
comparire i suoi due keyblade e contrastare gli attacchi di Luxord.
Da
lontano intento Paperino,Pippo,Topolino,Kairi e Riku stavano camminando
per
tornare a casa ma quando udirono rumori di lotta andarono a controllare
se era
Sora.
“Ma
quello non è Sora!” disse Paperino vedendo che
erano solo due biondi a
combattere.
“Ehy
quel ragazzo ha anche lui il keyblade!!” esclamò
Topolino guardando Roxas che
stava per essere colpito da Luxord.
Riku
corse verso di lui facendo apparire il suo keyblade e salvò
Roxas, a lui si unì
Paperino , Pippo e Topolino mentre Kairi era rimasta ad osservare sotto
consiglio di Topolino.
In
poco tutti insieme riuscirono a battere Luxord che arrabbiato come non
mai
scomparse dentro un varco oscuro.
“Vi
ringrazio” disse Roxas per poi incamminarsi verso una meta
sconosciuta.
“Aspetta!
Credo che tu debba spiegarci alcune cose”disse Topolino.
…
Sora
era davvero arrabbiato, non riusciva a pensare che Xen era riuscito a
portare
via Serah.
I
suoi occhi erano rossi come il fuoco e se non sfogava la rabbia contro
qualcosa
o qualcuno sarebbe scoppiato. Lui sapeva già come sfogarsi.
Aprì
un varco oscuro e ci passò dentro. Si ritrovò
nella giungla profonda dove c’era
un gran trambusto.
Tantor
scappava mentre era rincorso da Terk, Tarzan stava volteggiando sulle
liane con
Jane in braccio e il professore stava combinando alcune pozioni
colorate di
quale una gli scoppiò in faccia.
Si
materializzò davanti a Tarzan facendolo spaventare e cadere
dalla liana.
“Sora
ciao” gli disse alzandosi porgendo una mano a Jane che era
caduta insieme a
lui.
“Ciao
Tarzan” gli disse con una voce strana.
“C’è
qualcosa che non va?” gli chiese gentilmente Jane vedendolo
strano.
“No
va tutto a meraviglia, ma andrà ancora meglio quando tutti
sarete diventati
heartless” gli rispose Sora alzando la testa che fino a
questo momento era
stata bassa mostrando i suoi occhi rosso che esprimevano solo odio e
ridendo
sadicamente.
“Tu
non sei il vero Sora!!!” gli disse Jane impaurita dal ragazzo
normalmente dolce
e anche un po’ ingenuo.
Sora
sparì da davanti ai loro occhi e si materializzò
sopra una roccia alta con Jane
legata come un salame.
Tarzan
gli ringhiò contro e saltò vicino a loro per
prendere di nuovo Jane.
Sora
buttò Jane da sopra alla roccia e che prontamente Tantor
prese al volo con la
sua proboscide.
Sora
materializzò il suo keyblade e colpì Tarzan sul
petto facendolo sanguinare.
Tarzan
si lanciò a dosso a lui e lo fece rotolare giù
dalla roccia.
Sora
si rialzò e con la mano si pulì il sangue che gli
scendeva dal labbro spaccato.
Lanciò
in aria il keyblade che cacciò mille fulmini che iniziarono
a colpire ogni
parte della giungla e suscitando un grande trambusto tra tutti gli
animali.
Gli
alberi andavano a fuoco, gli animali urlavano e correvano per la
paura,
qualcuno rimaneva ferito alcuni invece rimanevano intrappolati sotto
gli alberi
caduti.
Riprese
in mano il suo keyblade e corse verso Tarzan ma Tantor lo prese per la
proboscide e con un coraggio che non aveva mai avuto lo
lanciò nel lago.
Passarono
vari minuti e Sora non usciva, tutti credevano che fosse finita
lì ma invece
non era così.
Della
luce oscura uscì dall’acqua facendo perdere a
tutto il colore originario e
facendolo diventare nero.
Dall’acqua
uscì Sora contornato da scariche elettriche e con la faccia
da assatanato. Da
lì in poi sarebbero iniziati i veri guai.
…
“Avete
capito?” disse Roxas rivolgendosi ai suoi nuovi amici seduti
per terra.
“Quindi
tu sei il nessuno di Sora, per questo sai usare il keybalde”
disse Pippo per
assicurarsi che avesse capito bene.
“Esatto”
gli rispose
Riku
prese il radar dalla tasca e scattò in piedi
“Sora
è alla Giungla Profonda” gridò agli
altri
“Allora
andiamo subito” esclamò Topolino
Correndo
insieme agli altri nella Gummiship.
Erano
appena arrivati alla Giungla Profonda e lo spettacolo era orribile: era
tutto
nero e in fiamme.
Roxas
guardò tutto il panorama meravigliato. Come poteva un solo
ragazzo scatenare
tutto quello.
Riku
prese di nuovo il radar e vide dove dovevano andare così da
guidare anche gli
altri verso Sora.
Corsero
fino ad arrivare a Sora che stava combattendo contro Tarzan, ovviamente
lui era
in netto vantaggio.
“Sora!!!”
gridò Riku.
“Riku…”
sussurrò a bassa voce guardandolo.
Tarzan
cogliendo questo momento di distrazione lo buttò
giù dalla cascata dove stavano
combattendo.
Riku
si lanciò in acqua per recuperare l’amico ma non
c’era nessuno.
Risalì
in superficie fradicio e vide che fluttuava in aria tenendo per il
collo Tarzan
che cercava di dimenarsi.
Pippo
gli lanciò il suo scudo a dosso e così fece
cadere Tarzan in acqua.
Sora
volò da Pippo e gli stava per dare un cazzotto ma qualcosa
lo bloccò. Non
riusciva più a muoversi sentiva solo una dolce melodia nella
sua testa cantata
da una persona che aveva una voce bellissima.
Tutti
lo guardarono interrogativo non capendo cosa fosse quello strano
atteggiamento.
Sora
si rilassò e si sedette per terra ascoltando ancora quella
melodia che poteva
sentire solo lui.
Però
presto finì quella canzone e Sora ritornò il
perfido di sempre.
“Vedo
che mi avete rimpiazzato velocemente” dice fluttuando
guardando Roxas.
“No
non ti abbiamo rimpiazzato, non ti rimpiazzeremo mai lui è
il tuo nessuno!!”
gridò Kairi che fino a quel momento non aveva proferito
parola.
“Sono
felice che anche voi siate qui così anche voi diventerete
heartless” e detto
questo Sora si materializzò nella grotta del cuore per
aprire la serratura.
“Dobbiamo
andare” urlò Paperino e tutti quanti entrarono
nella gummiship e in fretta e furia
andarono al castello disney.
Intanto
Sora aveva aperto la serratura ed era andato via anche lui.
…
“Spero
che Sora abbia sentito la mia melodia” disse Serah camminando
avanti e indietro
per la stanzetta bianca mentre una ragazzina dai capelli biondi la
scrutava da
capo a piede.
“Non
preoccuparti di sicuro l’avrà sentita”
la rassicurò quest’ultima mentre
disegnava su un blocco.
“Scusa
non mi sono ancora presentata, io sono Serah” gli disse
porgendogli la mano.
“Piacere,
io sono Naminè” gli rispose stringendogli la mano.
“Dobbiamo
trovare un modo per scappare di qui.” Gli disse Serah
mettendosi seduta sulla
sedia affianco a Naminè pensando a come potessero fare.
“Non
si può e poi perché vorresti aiutarmi?”
gli rispose Naminè posando il
blocchetto sul tavolo sempre bianco della stanza.
“Bhè
perché siamo amiche no?” disse Serah come se la
cosa fosse ovvia.
Naminè
fece una piccola risatina “Assomigli davvero tanto a
Sora” disse.
“E
tu come fai a conoscerlo?” gli chiese incuriosita Serah.
“Grazie
a quella boccia di cristallo in fondo alla stanza,
l’organizzazione mi aveva
concesso di osservarlo ogni tanto e allora adesso e come se lo
conoscessi” gli
rispose.
Angolo
autrice
Scusate
per super mega galattico ritardo e che il mio cervello si rifiutava di
cacciare
ispirazione e allora io non volevo scrivere 4 cretinate.
Spero
che questo capitolo vi piaccia perché ho cercato di farlo al
meglio.
Ciao
Robby_love