Chapter 5
Chapter 5: il fuoco e
il ghiaccio
Aima
aveva superato la sua prova da qualche giorno. L’avevano lasciata una settimana
intera nella foresta pluviale senza niente a parte i vestiti e, come se non
bastasse, si era imbattuta in creature decisamente non appartenenti alle specie
presenti sulla Terra. Doveva ammettere di essersela cavata per un pelo:
l’ultimo nemico che era riuscita ad uccidere le aveva quasi staccato un
braccio. Tuttavia non se l’era cavata malissimo, e, a malincuore, ne doveva dare
merito suo padre. In quel momento, però, i suoi pensieri erano altri. Le voci
nel santuario correvano veloci, e le sue orecchie sempre attente avevano
captato le novità principali: Aletto era tornata dalla sua prova conciata
malissimo. Si trovava nell’ospedale del santuario sotto le cure di Kiana del
Barbagianni.
Non
riuscì a capire cosa la spinse a dirigersi verso l’ospedale – una struttura di
medie dimensioni e accogliente – per poi varcarne la soglia. Altre voci
dicevano che il fuoco della vendetta era stato mandato ad Asgard, a lottare contro il gelo polare. Aveva superato la prova,
ma quando Demetra era andata a riprenderla l’aveva trovata mezza congelata in
un piccolo spazio dove la neve era stata sciolta probabilmente dai poteri della
ragazzina. La rossa entrò nella stanza dove Aletto riposava. Si avvicinò al
lettino e si sedette lì vicino, osservando la coetanea. Apparentemente sembrava
tutto tranquillo, ma, sotto uno sguardo attento, si poteva notare il respiro
irregolare e, ancora, una leggera sfumatura violacea sulle labbra. Kiana del
Barbagianni entrò con una borsa dell’acqua calda fra le mani, e sembrò sorpresa
di trovare lì Aima.
«Tu
qui?» chiese posizionando la borsa in pelle alle estremità inferiori di Aletto.
«Quindi?»
replicò Scarlet, atona.
«Non
parli mai con nessuno, non capisco perché sei venuta a trovarla.»
«Ci
ho parlato una volta.» proferì gelida la rossa.
Kiana
sorrise, quasi con fierezza. Guarda,
Chlothilde, pensò, sta nascendo un
rapporto come il nostro ed uscì dalla stanza. Aima rimase lì a lungo. Stava
per andarsene quando Aletto aprì appena gli occhi languidi e stanchi. Le
sorrise. Scarlet non mutò la sua espressione impassibile, ma arrossì appena
quando la mano della coetanea strinse debolmente la sua costringendola, seppur
inconsapevolmente, a rimanere lì.
Il
giorno dopo Aletto peggiorò. Aima si svegliò e, resasi conto dell’improvvisa
vampata di calore che stava soffocando la compagna, chiamò Kiana, la quale corse
a calmare le membra bollenti del fuoco della vendetta.
«Cos’ha?»
chiese Scarlet, scoprendosi a sopprimere un moto di preoccupazione.
«Devi
sapere che Aletto ha una temperatura corporea oltre la media. Ciò non le genera
alcun fastidio finchè non supera anche quella soglia. Il suo organismo deve
aver mandato un’ondata di calore improvvisa dopo essersi accorto – seppur tardi
– del gelo che la stava opprimendo.»
Aima
rimase lì finchè Aletto non si calmò. Tuttavia non uscì dalla stanza neanche
dopo: il tocco del giorno prima bruciava ancora sulla pelle come un obbligo per
restare. Il fuoco della vendetta si svegliò più volte, ma parve non focalizzare
bene la compagna fino a mezzogiorno, quando aprì gli occhi nuovamente, dicendo:
«Grazie
per essere rimasta.»
Note: vi lascio
questo capitoletto per scusarmi del ritardo del nuovo capitolo de "I
fili del destino". Davvero, la scuola mi sta distruggendo. D:
Non pensate male: Chlothilde e Kiana non stanno inseme. Lo dico per evitare fraintendimenti. xD
Vi lascio
dicendovi che il nuovo capitolo del I fili del destino è a buon
punto, mi serve solo superare qualche ostacolo.
Alla prossima!