CAPITOLO
29
Topson
era allibito. Si voltò verso Rattigan e si rese conto che doveva trovarsi più o
meno nella sua stessa condizione. Anzi, a giudicare dalla sua espressione, stava
anche peggio. Girò poi lo sguardo verso la sorella del suo amico, ancora stesa
sul divano, e la osservò con calma: sorrideva, ma quell’espressione stonava
terribilmente con il resto di lei. Era dimagrita parecchio dall’ultima volta che
l’aveva vista e la camicia da notte bianca che indossava la rendeva in qualche
modo spettrale. Aveva uno scialle a coprirle le spalle e le braccia, ma queste,
da quel poco che poteva scorgere, erano fasciate con delle bende. Il suo viso
era segnato da lividi e croste ancora in fase di guarigione e il dottore,
ricordando la terribile ragione che le aveva causato quelle ferite, si chiese
come fosse ridotto il resto del corpo.
La
guardava con occhio clinico, osservando i dettagli delle cure che le erano state
prestate, l’alzarsi ed abbassarsi del suo petto a testimonianza del suo
respirare, a testimonianza del fatto che lei fosse viva. Eppure c’era una parte
di lui che non riusciva a spiegarsi come potesse esserlo. Nel buio di quel
vicolo spazzato dal gelo invernale, l’aveva sentita diventare ancora più fredda
della neve, aveva visto i suoi occhi chiusi ed il suo respiro spezzarsi… l’aveva
vista morire.
E
invece eccola là, serena, forse un po’ dolorante ma viva senza ombra di
dubbio.
Com’era
possibile?
“Ah,
non chiederlo a me, mio caro Topson.” Disse all’improvviso
Basil.
“Cosa
dici?” chiese il dottore, sorpreso da quell’intervento.
“Sapevo
che era viva, ma non ho idea di come diavolo abbia fatto a cavarsela e gradirei
che me lo spiegasse.”
“Oh,
anche io sono felice di vederti, fratellino, e sono lieta di constatare che
almeno uno della famiglia gode di buona salute.” Replicò Brynna con sarcasmo,
cercando poi di alzarsi dal divano, solo per essere spinta di nuovo giù dalla
signora Ansmauser. Questo provocò uno sbuffo da parte della maggiore dei
Basil.
“Selena,
suvvia, sto bene, ho persino sceso le scale con le mie
gambe.”
“Appunto”
replicò l’altra “hai già dato un’ottima dimostrazione di essere un soggetto in
via di guarigione, ora basta con gli sforzi. Sei ancora
debilitata.”
“Siete
voi che non mi nutrite a dovere!” Protestò Brynna.
I
coniugi Ansmauser si scambiarono uno sguardo d’intesa, ma non replicarono:
evidentemente, si immaginò Topson, quello scambio doveva far parte della routine
giornaliera da quando la sorella di Basil aveva preso alloggio in casa del
dottore.
Sospirando,
Brynna si appoggiò nuovamente ai cuscini del divano e rivolse uno sguardo di
puro disprezzo all’indirizzo di Rattigan.
“Sappi
che ti odio.” Gli disse, suscitando delle risatine tra i presenti, tranne il
diretto interessato, che sembrò riscuotersi dal suo stato di
trance.
“Sappi
che il sentimento è totalmente ricambiato. Come mai sono qui?” Rispose, facendo
spuntare un bel ghigno sul volto di Brynna, che lo
canzonò:
“Potrei
anche aver deciso di farti soffrire un po’, dandoti l’illusione di poter essere
di una qualche utilità e poi facendoti arrestare, sai.”
“Brynna,
ti prego, non divaghiamo, ci sono tanti interrogativi che necessitano di una
risposta e la giornata è stata abbastanza lunga.” Si inserì
Basil.
La
sorella lo guardò in tralice.
“Sempre
pragmatico tu, vero? E va bene. Dunque, direi di cominciare
da…”
“Brynna,
aspetta almeno che si siedano.” La interruppe il dottor Ansmauser.
“Il
padrone di casa sei tu, mio caro. Perché non hai ancora offerto loro delle sedie
su cui possano accomodarsi?” replicò Brynna, sorridendo al suo
indirizzo.
Borbottando
qualche parola, il giovane dottore si affrettò a sistemare delle sedie per gli
ospiti e a chiamare la governante che aveva aperto loro la porta affinché
portasse qualcosa da mangiare e da bere.
Quando
tutti si furono sistemati, Brynna cominciò il suo
racconto:
“Eviterò
i dettagli del mio arrivo qui, per adesso. Potrebbero tornarmi utili in futuro.”
Lanciò un’occhiata significativa a Rattigan, il quale rispose inarcando le
sopracciglia. “In ogni caso, sono riuscita a sopravvivere, grazie alle cure del
mio medico di fiducia.” E rivolse un sorriso all’indirizzo del dottor Ansmauser,
che ricambiò. “Nei lunghi giorni di convalescenza, in cui sono stata obbligata a
rimanere a letto, ho avuto modo di riflettere sull’intera situazione.
Ovviamente, quando sono stata in grado di farlo, mi sono subito premurata di far
sapere a mio fratello che ero viva e tutto sommato vegeta e gli ho riferito
alcune informazioni che ero riuscita a raccogliere prima di quella sera. Da qui,
il resto lo conoscete.”
Topson
si voltò di scatto verso l’amico, che però evitò il suo sguardo e
chiese:
“Brynna,
perché siamo tutti
qui?”
Lei
lo guardò, poi guardò Rattigan ed infine si decise a
rispondere:
“Date
le circostanze, l’unico modo in cui potete uscirne entrambi vincitori è allearvi
tra di voi.”
Tra
i presenti cadde il silenzio più totale, interrotto solo per qualche istante,
quando la governante entrò nel salotto con un vassoio su cui era stato posto uno
spuntino di mezzanotte: alcuni pasticcini ed un bel po’ di tè fumante. Nel
momento in cui la topolina serviva la bevanda Basil, sbarrando gli occhi mentre
le parole della sorella si facevano strada dentro di lui, esclamò, facendo
sobbalzare la poverina:
“Che
cosa?! Ma sei impazzita?!”
“Per
una volta sono d’accordo con lui.” Rincarò Rattigan alzandosi dalla sedia. “Non
sono disposto a collaborare con voi.” Fece per uscire, solo per essere bloccato
sulla porta dal signor Figg.
“Ah
davvero? Allora tu” disse Brynna, rivolgendosi prima al professore “spiegami
come farai a ritornare al potere quando tutti i tuoi uomini sono stati catturati
e tu” si rivolse al fratello “con quali forze speri di poterlo
fermare?”
“Ho
fermato lui” replicò Basil, puntando il dito contro il suo arci-nemico “perché
non dovrei riuscire a fermare Moriarty?”
“Ha
ragione lui.” Si inserì Topson.
Brynna
però scosse la testa.
“Dite
questo perché non sapete cos’ha in mente.”
“Ah,
e tu lo sapresti?” chiese Rattigan con sarcasmo, dopo essere tornato al suo
posto. “E come avresti fatto a scoprirlo?”
La
topolina gli rivolse un sorriso.
“Tu
ci hai messo circa cinque mesi prima di scoprirmi – e ciò non è neppure avvenuto
per colpa mia, vorrei sottolineare. Sai con quanta facilità sono riuscita a
muovermi nel frattempo?” Rattigan emise un ringhio basso, facendo allargare il
sorriso di Brynna, che continuò: “Sono stata in grado di captare ogni sorta di
informazione in quel lasso di tempo: piani, covi segreti e così via. Già che
c’ero, ho anche osservato molto da vicino il tuo nuovo cosiddetto lacchè e sono
persino riuscita ad entrare nella sua cerchia più ristretta. Quel Moriarty è
davvero astuto, ha progettato un piano niente male mentre tu giocavi a
vendicarti di mio fratello.”
“Smettila
di gongolare e vai al dunque.” Le disse Basil, non riuscendo comunque a
nascondere un sorrisetto.
La
topolina sospirò, poi, si spostò su un fianco con una smorfia di
dolore.
“Mi
si era informicolita una gamba” disse a mo’ di spiegazione, facendo sorridere i
presenti. “Ad ogni modo, il dunque è che vuole ottenere il
potere.”
“La
notizia del giorno!” esclamò l’Investigatopo.
“Ma
la Regina non verrà toccata stavolta.”
“Come?”
chiese Topson, sorpreso.
“Ci
sono molti di governare, dottore. Uno è soppiantare la regina ed assumere il
potere alla luce del sole, come ha tentato il nostro professore qualche anno
fa.” Rispose Brynna. “Oppure si può instaurare un impero nascosto, fatto di
alcuni uomini di fiducia messi in posizioni strategiche, all’interno del
Parlamento ad esempio. Ovviamente, questo richiede una grande organizzazione ed
un’attenta pianificazione, e lui ha avuto tempo di fare entrambe le cose mentre
tu non guardavi.” Continuò, rivolgendosi ancora una volta a Rattigan.
“Quindi
tu cosa proponi di fare?” le chiese quest’ultimo, con un po’ di
scetticismo.
“Per
assumere il potere deve comunque creare un po’ di caos, per far sì che i suoi
uomini entrino nella società e nelle alte sfere governative senza troppo
clamore.” Cominciò lei, solo per essere interrotta da
Basil.
“Aspetta,
hai detto che non colpirà la Regina, quindi questo significa che il suo
bersaglio sarà uno dei ministri, giusto?”
“In
parte. I bersagli saranno multipli. Non ho un’idea precisa del come e del quando
questo avverrà per adesso. L’intervento di quella testa calda della Blackwood mi
ha impedito di conoscere meglio i dettagli” disse Brynna con una smorfia. “Tu
cosa ne pensi?” chiese poi rivolgendosi a Rattigan, il quale la guardò con
un’espressione indecifrabile.
“Per
quanto riguarda il come ed il quando” si decise infine a rispondere “il suo
piano si semplificherebbe se avesse tutti i suoi obiettivi riuniti in un unico
luogo, ma non riesco a pensare come questo possa avvenire. Devo ammettere che è
ingegnoso, in effetti. Per quanto riguarda la tua proposta, chiedo una notte di
tempo per rifletterci, non un’ora di più.”
Quelle
parole furono accolte da un silenzio totale. Tutti gli sguardi erano su Basil e
Brynna, i quali fissavano alternatamente Rattigan e l’uno l’altra. Alla fine fu
proprio l’Investigatopo a sospirare e a dire:
“E
sia, una notte, non un’ora di più” con un’espressione abbastanza scocciata sul
volto.
Topson
lo guardò sbalordito.
“Ma
Basil!” protestò “Non puoi permetterlo, non puoi concedergli la tua
fiducia.”
“Tranquillo,
dottore, so quello che faccio.” Rispose l’Investigatopo, senza staccare gli
occhi da Rattigan, che ricambiò con un’espressione neutra.
“Bene”
esclamò Brynna “Direi che possiamo aggiornare la seduta a domattina allora. Sono
ancora tante le cose da dire e da valutare. Per adesso, perché non ce ne andiamo
tutti a letto?” E fece per alzarsi ma Basil si avvicinò rapido al divano e, dopo
un’occhiata d’intesa con il dottor Ansmauser, la prese in braccio, stando
attento a non farle male.
“Sherringford,
che fai?! Posso benissimo camminare da sola!” protestò lei, ma Basil la ignorò,
rivolgendosi a Selena Ansmauser.
“Potresti
mostrarci le nostre stanze, per favore?”
La
topolina sorrise di rimando.
“Ma
certo, seguitemi prego.” Rispose, prima di uscire dalla stanza seguita dal
marito e dagli altri occupanti. “Abbiamo preparato una stanza per ciascuno di
voi. Al suo interno troverete degli abiti per cambiarvi. Se avete bisogno di
qualcosa, basta che suoniate il campanello.” Spiegò poi, cominciando a salire le
scale.
“Sherri,
giuro che se mi fai cadere, ti taglio la coda e te la faccio mangiare.” Borbottò
Brynna imbronciata, aggrappandosi al collo del fratello, il quale sorrise sotto
i baffi, mentre posava con attenzione i piedi sui gradini.
I
coniugi Ansmauser fecero strada, mostrando le camere a tutti i loro “ospiti”.
Topson li guardava, non riuscendo a non ammirarli: nonostante tutto lo
sconvolgimento, non avevano battuto ciglio e si erano comportati come perfetti
padroni di casa; senza contare il fatto che stavano offrendo un rifugio ad uno
dei più pericolosi criminali di Londra, a colui che per anni aveva seminato il
terrore nella città.
Dovevano
riporre davvero tanta fiducia nei due fratelli Basil. Del resto, non era ciò che
anche lui faceva ormai da qualche anno?
Quando
gli fu mostrata la sua stanza, vi entrò e, dopo essersi chiuso la porta alle
spalle, senza neanche togliersi i vestiti, si buttò sul letto e crollò in un
sonno profondo.
Basil,
intanto, aveva raggiunto la sua destinazione: la camera della
sorella.
Si
fermò un po’ sulla soglia per vedere quale stanza sarebbe stata assegnata a
Rattigan.
“Sai
benissimo che non scapperà, puoi mettermi giù, per favore? Non sei un mezzo di
trasporto molto comodo.” Gli disse Brynna, seguendo il suo
sguardo.
“Scusami”
replicò lui, entrando nella camera dopo aver visto il professore entrare nella
sua “è vero, so che non scapperà, ma questo non mi rende più tranquillo.
Insomma, ha cercato di ucciderci quasi tutti.” Continuò, spostando le lenzuola
del letto e posandoci la sorella, prima di coprirla con
delicatezza.
“Questo
è pur vero” rispose lei, cercando una posizione confortevole, tra mille smorfie
di dolore “ma penso che sappia di avere bisogno di te, almeno per una volta.”
Sospirò e si rilassò sul materasso dopo aver trovato un modo per stare distesa
senza soffrire troppo. Basil la osservò.
“Fa
ancora tanto male?” le chiese.
“Diciamo
che potrebbe andare peggio” rispose lei sorridendo “Per lo meno, le ferite non
si sono infettate. Avevo un paio di costole incrinate che mi hanno provocato un
po’ di fastidio a respirare per i primi giorni, ma ora va molto meglio. Quello
che è stato davvero difficile da sopportare è stato il buco allo stomaco. In
senso letterale e figurato. Selena e Tobias mi hanno ridotta alla fame dicendo
che dovevo dare tempo alla ferita di chiudersi. Mi conosci, lo sai che non sono
mai stata particolarmente famelica, ma in questi giorni mi mangerei anche il
letto. Dico sul serio.”
Quelle
parole, dette con quel tono ironico, fecero spuntare un sorriso sul viso di
Basil. Sorriso che, però, non raggiunse mai i suoi occhi. Brynna se ne accorse
ed allungò una mano per posarla sulla guancia del
fratello.
I
due si guardarono a lungo, senza dirsi una parola.
Alla
fine, fu Basil a spezzare il silenzio.
“E
il braccio come ti sta?”
Brynna
lo guardò confusa, poi capì e rispose:
“Quello
è già quasi rimarginato. Certo che non ci sei andato leggero
eh?”
“Senti
chi parla, tu mi hai colpito per prima!”
“Sì,
ma non hai perso nemmeno una goccia di sangue, fratellino
caro.”
I
due si misero a ridere, poi Basil abbracciò forte la
sorella.
“Sono
felice di vedere che stai bene.” Sussurrò. Lei gli accarezzò la testa, poi
chiese:
“Tu
invece come stai?”
Lui
la guardò e, dopo un attimo di esitazione, rispose:
“Non
è il momento di parlarne. Sto cercando di lasciare tutto da parte per
adesso.”
“Ti
ammiro per il modo in cui ci stai riuscendo” rispose Brynna. “Ed ammiro anche il
fatto che tu abbia lasciato che la Blackwood fosse catturata per tenerla
maggiormente al sicuro. Sai che il vostro rapporto rischia grosso dopo un colpo
del genere.”
“Dal
mio punto di vista siamo pari” replicò Basil “dimentichi che ti ha quasi fatta
uccidere.”
Brynna
sbuffò.
“Ancora?
Lo ammetto, è stata stupida ed è vero che, a causa del suo gesto, ci ho quasi
rimesso la vita, ma non deve essere questa la ragione della vostra
rottura.”
“Tu
sei importante, Brynna. Molto. Inoltre, non mi è piaciuto il suo atteggiamento
al riguardo. Si è lasciata tutto alle spalle troppo
facilmente.”
“Io
non credo che sia così. Per quanto la disprezzi, sono convinta che il suo non
sia stato un lasciarsi tutto alle spalle quanto un voler andare avanti per
rimediare all’errore.” Rispose Brynna.
Basil
la fissò, stupito.
“La
difendi?”
“Assolutamente
no” rispose la sorella “cerco solo di spiegarti come deve aver
ragionato.”
L’Investigatopo
rimase in silenzio per qualche minuto, riflettendo su quanto gli aveva detto
Brynna. Alla fine sorrise.
“Grazie
di cuore” disse sinceramente.
“Non
c’è di che” rispose lei, facendogli l’occhiolino.
“Mi
togli una curiosità? Come hai fatto a sopravvivere? Sei mai morta davvero o sei
riuscita ad ingannare Topson?” chiese Basil.
“Non
sei molto carino a sottovalutare il tuo amico, caro fratello.” Lo riprese
Brynna. “Comunque, questa risposta dovrà attendere domani, anche perché devo
delle scuse al povero dottore e sarebbe meno faticoso raccontare tutta la storia
una volta sola.”
“Hai
ragione.” Rispose Basil “allora buonanotte.” Continuò, baciandole la fronte e
facendo per andarsene.
“Buonanotte
a te. Dormi bene, mi raccomando.” Rispose Brynna, mentre lui usciva dalla
stanza.
Dopo
aver chiuso la porta, si avviò verso la camera che gli era stata indicata in
precedenza da Selena. Quando passò davanti alla camera di Rattigan, vide un
chiarore fuoriuscire da sotto la porta. Evidentemente, il professore faticava a
prendere sonno. Gli venne da sorridere: anche per lui si prospettava una notte
insonne, le cose su cui riflettere erano tante.
Dormi
bene gli
aveva detto Brynna. Ma come sarebbe stato possibile?
Quando
entrò in camera sua, vide che sul comodino accanto al letto, vicino ad una
lampada accesa, era stata posata una pipa con un po’ di tabacco. Sorridendo,
caricò l’oggetto e lo accese, cominciando a fumare dopo essersi seduto sul
letto.
Spense
la lampada e, nel’oscurità più totale, si mise a pensare a tutti gli eventi,
cercando di fare ordine nella sua testa, accompagnato dal russare del dottore
che dormiva nella stanza accanto alla sua.
FINE
DEL CAPITOLO