Film > Basil l'Investigatopo
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Autore: Bebbe5    26/02/2013    4 recensioni
Rattigan è tornato in azione e tocca di nuovo a Basil sconfiggerlo. Ci riuscirà anche stavolta? Per tutti i fan dell'argomento. [capitoli e titolo modificati e corretti]
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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CAPITOLO 29

Topson era allibito. Si voltò verso Rattigan e si rese conto che doveva trovarsi più o meno nella sua stessa condizione. Anzi, a giudicare dalla sua espressione, stava anche peggio. Girò poi lo sguardo verso la sorella del suo amico, ancora stesa sul divano, e la osservò con calma: sorrideva, ma quell’espressione stonava terribilmente con il resto di lei. Era dimagrita parecchio dall’ultima volta che l’aveva vista e la camicia da notte bianca che indossava la rendeva in qualche modo spettrale. Aveva uno scialle a coprirle le spalle e le braccia, ma queste, da quel poco che poteva scorgere, erano fasciate con delle bende. Il suo viso era segnato da lividi e croste ancora in fase di guarigione e il dottore, ricordando la terribile ragione che le aveva causato quelle ferite, si chiese come fosse ridotto il resto del corpo.

La guardava con occhio clinico, osservando i dettagli delle cure che le erano state prestate, l’alzarsi ed abbassarsi del suo petto a testimonianza del suo respirare, a testimonianza del fatto che lei fosse viva. Eppure c’era una parte di lui che non riusciva a spiegarsi come potesse esserlo. Nel buio di quel vicolo spazzato dal gelo invernale, l’aveva sentita diventare ancora più fredda della neve, aveva visto i suoi occhi chiusi ed il suo respiro spezzarsi… l’aveva vista morire.

E invece eccola là, serena, forse un po’ dolorante ma viva senza ombra di dubbio.

Com’era possibile?

“Ah, non chiederlo a me, mio caro Topson.” Disse all’improvviso Basil.

“Cosa dici?” chiese il dottore, sorpreso da quell’intervento.

“Sapevo che era viva, ma non ho idea di come diavolo abbia fatto a cavarsela e gradirei che me lo spiegasse.”

“Oh, anche io sono felice di vederti, fratellino, e sono lieta di constatare che almeno uno della famiglia gode di buona salute.” Replicò Brynna con sarcasmo, cercando poi di alzarsi dal divano, solo per essere spinta di nuovo giù dalla signora Ansmauser. Questo provocò uno sbuffo da parte della maggiore dei Basil.

“Selena, suvvia, sto bene, ho persino sceso le scale con le mie gambe.”

“Appunto” replicò l’altra “hai già dato un’ottima dimostrazione di essere un soggetto in via di guarigione, ora basta con gli sforzi. Sei ancora debilitata.”

“Siete voi che non mi nutrite a dovere!” Protestò Brynna.

I coniugi Ansmauser si scambiarono uno sguardo d’intesa, ma non replicarono: evidentemente, si immaginò Topson, quello scambio doveva far parte della routine giornaliera da quando la sorella di Basil aveva preso alloggio in casa del dottore.

Sospirando, Brynna si appoggiò nuovamente ai cuscini del divano e rivolse uno sguardo di puro disprezzo all’indirizzo di Rattigan.

“Sappi che ti odio.” Gli disse, suscitando delle risatine tra i presenti, tranne il diretto interessato, che sembrò riscuotersi dal suo stato di trance.

“Sappi che il sentimento è totalmente ricambiato. Come mai sono qui?” Rispose, facendo spuntare un bel ghigno sul volto di Brynna, che lo canzonò:

“Potrei anche aver deciso di farti soffrire un po’, dandoti l’illusione di poter essere di una qualche utilità e poi facendoti arrestare, sai.”

“Brynna, ti prego, non divaghiamo, ci sono tanti interrogativi che necessitano di una risposta e la giornata è stata abbastanza lunga.” Si inserì Basil.

La sorella lo guardò in tralice.

“Sempre pragmatico tu, vero? E va bene. Dunque, direi di cominciare da…”

“Brynna, aspetta almeno che si siedano.” La interruppe il dottor Ansmauser.

“Il padrone di casa sei tu, mio caro. Perché non hai ancora offerto loro delle sedie su cui possano accomodarsi?” replicò Brynna, sorridendo al suo indirizzo.

Borbottando qualche parola, il giovane dottore si affrettò a sistemare delle sedie per gli ospiti e a chiamare la governante che aveva aperto loro la porta affinché portasse qualcosa da mangiare e da bere.

Quando tutti si furono sistemati, Brynna cominciò il suo racconto:

“Eviterò i dettagli del mio arrivo qui, per adesso. Potrebbero tornarmi utili in futuro.” Lanciò un’occhiata significativa a Rattigan, il quale rispose inarcando le sopracciglia. “In ogni caso, sono riuscita a sopravvivere, grazie alle cure del mio medico di fiducia.” E rivolse un sorriso all’indirizzo del dottor Ansmauser, che ricambiò. “Nei lunghi giorni di convalescenza, in cui sono stata obbligata a rimanere a letto, ho avuto modo di riflettere sull’intera situazione. Ovviamente, quando sono stata in grado di farlo, mi sono subito premurata di far sapere a mio fratello che ero viva e tutto sommato vegeta e gli ho riferito alcune informazioni che ero riuscita a raccogliere prima di quella sera. Da qui, il resto lo conoscete.”

Topson si voltò di scatto verso l’amico, che però evitò il suo sguardo e chiese:

“Brynna, perché siamo tutti qui?”

Lei lo guardò, poi guardò Rattigan ed infine si decise a rispondere:

“Date le circostanze, l’unico modo in cui potete uscirne entrambi vincitori è allearvi tra di voi.”

Tra i presenti cadde il silenzio più totale, interrotto solo per qualche istante, quando la governante entrò nel salotto con un vassoio su cui era stato posto uno spuntino di mezzanotte: alcuni pasticcini ed un bel po’ di tè fumante. Nel momento in cui la topolina serviva la bevanda Basil, sbarrando gli occhi mentre le parole della sorella si facevano strada dentro di lui, esclamò, facendo sobbalzare la poverina:

“Che cosa?! Ma sei impazzita?!”

“Per una volta sono d’accordo con lui.” Rincarò Rattigan alzandosi dalla sedia. “Non sono disposto a collaborare con voi.” Fece per uscire, solo per essere bloccato sulla porta dal signor Figg.

“Ah davvero? Allora tu” disse Brynna, rivolgendosi prima al professore “spiegami come farai a ritornare al potere quando tutti i tuoi uomini sono stati catturati e tu” si rivolse al fratello “con quali forze speri di poterlo fermare?”

“Ho fermato lui” replicò Basil, puntando il dito contro il suo arci-nemico “perché non dovrei riuscire a fermare Moriarty?”

“Ha ragione lui.” Si inserì Topson.

Brynna però scosse la testa.

“Dite questo perché non sapete cos’ha in mente.”

“Ah, e tu lo sapresti?” chiese Rattigan con sarcasmo, dopo essere tornato al suo posto. “E come avresti fatto a scoprirlo?”

La topolina gli rivolse un sorriso.

“Tu ci hai messo circa cinque mesi prima di scoprirmi – e ciò non è neppure avvenuto per colpa mia, vorrei sottolineare. Sai con quanta facilità sono riuscita a muovermi nel frattempo?” Rattigan emise un ringhio basso, facendo allargare il sorriso di Brynna, che continuò: “Sono stata in grado di captare ogni sorta di informazione in quel lasso di tempo: piani, covi segreti e così via. Già che c’ero, ho anche osservato molto da vicino il tuo nuovo cosiddetto lacchè e sono persino riuscita ad entrare nella sua cerchia più ristretta. Quel Moriarty è davvero astuto, ha progettato un piano niente male mentre tu giocavi a vendicarti di mio fratello.”

“Smettila di gongolare e vai al dunque.” Le disse Basil, non riuscendo comunque a nascondere un sorrisetto.

La topolina sospirò, poi, si spostò su un fianco con una smorfia di dolore.

“Mi si era informicolita una gamba” disse a mo’ di spiegazione, facendo sorridere i presenti. “Ad ogni modo, il dunque è che vuole ottenere il potere.”

“La notizia del giorno!” esclamò l’Investigatopo.

“Ma la Regina non verrà toccata stavolta.”

“Come?” chiese Topson, sorpreso.

“Ci sono molti di governare, dottore. Uno è soppiantare la regina ed assumere il potere alla luce del sole, come ha tentato il nostro professore qualche anno fa.” Rispose Brynna. “Oppure si può instaurare un impero nascosto, fatto di alcuni uomini di fiducia messi in posizioni strategiche, all’interno del Parlamento ad esempio. Ovviamente, questo richiede una grande organizzazione ed un’attenta pianificazione, e lui ha avuto tempo di fare entrambe le cose mentre tu non guardavi.” Continuò, rivolgendosi ancora una volta a Rattigan.

“Quindi tu cosa proponi di fare?” le chiese quest’ultimo, con un po’ di scetticismo.

“Per assumere il potere deve comunque creare un po’ di caos, per far sì che i suoi uomini entrino nella società e nelle alte sfere governative senza troppo clamore.” Cominciò lei, solo per essere interrotta da Basil.

“Aspetta, hai detto che non colpirà la Regina, quindi questo significa che il suo bersaglio sarà uno dei ministri, giusto?”

“In parte. I bersagli saranno multipli. Non ho un’idea precisa del come e del quando questo avverrà per adesso. L’intervento di quella testa calda della Blackwood mi ha impedito di conoscere meglio i dettagli” disse Brynna con una smorfia. “Tu cosa ne pensi?” chiese poi rivolgendosi a Rattigan, il quale la guardò con un’espressione indecifrabile.

“Per quanto riguarda il come ed il quando” si decise infine a rispondere “il suo piano si semplificherebbe se avesse tutti i suoi obiettivi riuniti in un unico luogo, ma non riesco a pensare come questo possa avvenire. Devo ammettere che è ingegnoso, in effetti. Per quanto riguarda la tua proposta, chiedo una notte di tempo per rifletterci, non un’ora di più.”

Quelle parole furono accolte da un silenzio totale. Tutti gli sguardi erano su Basil e Brynna, i quali fissavano alternatamente Rattigan e l’uno l’altra. Alla fine fu proprio l’Investigatopo a sospirare e a dire:

“E sia, una notte, non un’ora di più” con un’espressione abbastanza scocciata sul volto.

Topson lo guardò sbalordito.

“Ma Basil!” protestò “Non puoi permetterlo, non puoi concedergli la tua fiducia.”

“Tranquillo, dottore, so quello che faccio.” Rispose l’Investigatopo, senza staccare gli occhi da Rattigan, che ricambiò con un’espressione neutra.

“Bene” esclamò Brynna “Direi che possiamo aggiornare la seduta a domattina allora. Sono ancora tante le cose da dire e da valutare. Per adesso, perché non ce ne andiamo tutti a letto?” E fece per alzarsi ma Basil si avvicinò rapido al divano e, dopo un’occhiata d’intesa con il dottor Ansmauser, la prese in braccio, stando attento a non farle male.

“Sherringford, che fai?! Posso benissimo camminare da sola!” protestò lei, ma Basil la ignorò, rivolgendosi a Selena Ansmauser.

“Potresti mostrarci le nostre stanze, per favore?”

La topolina sorrise di rimando.

“Ma certo, seguitemi prego.” Rispose, prima di uscire dalla stanza seguita dal marito e dagli altri occupanti. “Abbiamo preparato una stanza per ciascuno di voi. Al suo interno troverete degli abiti per cambiarvi. Se avete bisogno di qualcosa, basta che suoniate il campanello.” Spiegò poi, cominciando a salire le scale.

“Sherri, giuro che se mi fai cadere, ti taglio la coda e te la faccio mangiare.” Borbottò Brynna imbronciata, aggrappandosi al collo del fratello, il quale sorrise sotto i baffi, mentre posava con attenzione i piedi sui gradini.

I coniugi Ansmauser fecero strada, mostrando le camere a tutti i loro “ospiti”. Topson li guardava, non riuscendo a non ammirarli: nonostante tutto lo sconvolgimento, non avevano battuto ciglio e si erano comportati come perfetti padroni di casa; senza contare il fatto che stavano offrendo un rifugio ad uno dei più pericolosi criminali di Londra, a colui che per anni aveva seminato il terrore nella città.

Dovevano riporre davvero tanta fiducia nei due fratelli Basil. Del resto, non era ciò che anche lui faceva ormai da qualche anno?

Quando gli fu mostrata la sua stanza, vi entrò e, dopo essersi chiuso la porta alle spalle, senza neanche togliersi i vestiti, si buttò sul letto e crollò in un sonno profondo.

Basil, intanto, aveva raggiunto la sua destinazione: la camera della sorella.

Si fermò un po’ sulla soglia per vedere quale stanza sarebbe stata assegnata a Rattigan.

“Sai benissimo che non scapperà, puoi mettermi giù, per favore? Non sei un mezzo di trasporto molto comodo.” Gli disse Brynna, seguendo il suo sguardo.

“Scusami” replicò lui, entrando nella camera dopo aver visto il professore entrare nella sua “è vero, so che non scapperà, ma questo non mi rende più tranquillo. Insomma, ha cercato di ucciderci quasi tutti.” Continuò, spostando le lenzuola del letto e posandoci la sorella, prima di coprirla con delicatezza.

“Questo è pur vero” rispose lei, cercando una posizione confortevole, tra mille smorfie di dolore “ma penso che sappia di avere bisogno di te, almeno per una volta.” Sospirò e si rilassò sul materasso dopo aver trovato un modo per stare distesa senza soffrire troppo. Basil la osservò.

“Fa ancora tanto male?” le chiese.

“Diciamo che potrebbe andare peggio” rispose lei sorridendo “Per lo meno, le ferite non si sono infettate. Avevo un paio di costole incrinate che mi hanno provocato un po’ di fastidio a respirare per i primi giorni, ma ora va molto meglio. Quello che è stato davvero difficile da sopportare è stato il buco allo stomaco. In senso letterale e figurato. Selena e Tobias mi hanno ridotta alla fame dicendo che dovevo dare tempo alla ferita di chiudersi. Mi conosci, lo sai che non sono mai stata particolarmente famelica, ma in questi giorni mi mangerei anche il letto. Dico sul serio.”

Quelle parole, dette con quel tono ironico, fecero spuntare un sorriso sul viso di Basil. Sorriso che, però, non raggiunse mai i suoi occhi. Brynna se ne accorse ed allungò una mano per posarla sulla guancia del fratello.

I due si guardarono a lungo, senza dirsi una parola.

Alla fine, fu Basil a spezzare il silenzio.

“E il braccio come ti sta?”

Brynna lo guardò confusa, poi capì e rispose:

“Quello è già quasi rimarginato. Certo che non ci sei andato leggero eh?”

“Senti chi parla, tu mi hai colpito per prima!”

“Sì, ma non hai perso nemmeno una goccia di sangue, fratellino caro.”

I due si misero a ridere, poi Basil abbracciò forte la sorella.

“Sono felice di vedere che stai bene.” Sussurrò. Lei gli accarezzò la testa, poi chiese:

“Tu invece come stai?”

Lui la guardò e, dopo un attimo di esitazione, rispose:

“Non è il momento di parlarne. Sto cercando di lasciare tutto da parte per adesso.”

“Ti ammiro per il modo in cui ci stai riuscendo” rispose Brynna. “Ed ammiro anche il fatto che tu abbia lasciato che la Blackwood fosse catturata per tenerla maggiormente al sicuro. Sai che il vostro rapporto rischia grosso dopo un colpo del genere.”

“Dal mio punto di vista siamo pari” replicò Basil “dimentichi che ti ha quasi fatta uccidere.”

Brynna sbuffò.

“Ancora? Lo ammetto, è stata stupida ed è vero che, a causa del suo gesto, ci ho quasi rimesso la vita, ma non deve essere questa la ragione della vostra rottura.”

“Tu sei importante, Brynna. Molto. Inoltre, non mi è piaciuto il suo atteggiamento al riguardo. Si è lasciata tutto alle spalle troppo facilmente.”

“Io non credo che sia così. Per quanto la disprezzi, sono convinta che il suo non sia stato un lasciarsi tutto alle spalle quanto un voler andare avanti per rimediare all’errore.” Rispose Brynna.

Basil la fissò, stupito.

“La difendi?”

“Assolutamente no” rispose la sorella “cerco solo di spiegarti come deve aver ragionato.”

L’Investigatopo rimase in silenzio per qualche minuto, riflettendo su quanto gli aveva detto Brynna. Alla fine sorrise.

“Grazie di cuore” disse sinceramente.

“Non c’è di che” rispose lei, facendogli l’occhiolino.

“Mi togli una curiosità? Come hai fatto a sopravvivere? Sei mai morta davvero o sei riuscita ad ingannare Topson?” chiese Basil.

“Non sei molto carino a sottovalutare il tuo amico, caro fratello.” Lo riprese Brynna. “Comunque, questa risposta dovrà attendere domani, anche perché devo delle scuse al povero dottore e sarebbe meno faticoso raccontare tutta la storia una volta sola.”

“Hai ragione.” Rispose Basil “allora buonanotte.” Continuò, baciandole la fronte e facendo per andarsene.

“Buonanotte a te. Dormi bene, mi raccomando.” Rispose Brynna, mentre lui usciva dalla stanza.

Dopo aver chiuso la porta, si avviò verso la camera che gli era stata indicata in precedenza da Selena. Quando passò davanti alla camera di Rattigan, vide un chiarore fuoriuscire da sotto la porta. Evidentemente, il professore faticava a prendere sonno. Gli venne da sorridere: anche per lui si prospettava una notte insonne, le cose su cui riflettere erano tante.

Dormi bene gli aveva detto Brynna. Ma come sarebbe stato possibile?

Quando entrò in camera sua, vide che sul comodino accanto al letto, vicino ad una lampada accesa, era stata posata una pipa con un po’ di tabacco. Sorridendo, caricò l’oggetto e lo accese, cominciando a fumare dopo essersi seduto sul letto.

Spense la lampada e, nel’oscurità più totale, si mise a pensare a tutti gli eventi, cercando di fare ordine nella sua testa, accompagnato dal russare del dottore che dormiva nella stanza accanto alla sua.

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