Libri > Hunger Games
Ricorda la storia  |      
Autore: Sheireen_Black 22    26/02/2013    6 recensioni
Dalla storia:
Per dissimulare l’imbarazzo, scoppiò a ridere, esclamando: “Che cosa direbbero Madge e le altre, vedendo il tuo regalo di compleanno? Di certo si toglierebbero dalla testa tutte quelle sciocchezze riguardo a noi!”.
Gale parve indeciso se ridere, sulla scia dell’amica, o se ritenersi offeso dalle sue parole. Poi probabilmente optò per una via di mezzo, mantenendo un’espressione a metà tra il risentito e il divertito.
“Così è questo quello che pensi?” chiese, fingendosi indignato. “Molto bene, Everdeen. Sappi che conosco un metodo infallibile per alimentare certe voci”.

(Everthorne)
Genere: Fluff, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Gale Hawthorne, Katniss Everdeen, Madge Undersee
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
- Questa storia fa parte della serie 'Un'anima sola divisa in due corpi'
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A




G. e K. Amici Per Sempre
 

 
 

 
 

“Mamma, mamma!”
Katniss, seduta sul tronco abbattuto di un albero, sorride involontariamente al suono di quella vocina colma di eccitazione, che, con ogni probabilità, la chiama per mostrarle uno scoiattolo o un coniglietto che trova assolutamente adorabili.
“Arrivo, Prim” le risponde, con una pazienza che non avrebbe mai pensato di avere fino a qualche anno prima; così si dirige verso il sentiero imboccato dalla figlia, seguendo i gridolini di gioia che provengono da un punto imprecisato a pochi passi da lei.
Un cassetto della sua memoria le ricorda che molte altre volte ha imboccato quel sentiero, che conduce ad una piccola radura con una roccia che domina dall’alto la vallata; per impedire che i ricordi seguano il loro corso, Katniss si concentra sulla figura minuta della figlia, che saltella in preda all’emozione.
“Che cosa c’è, Prim, hai trovato qualcosa?” chiede, mostrando un profondo interesse per la scoperta della figlioletta.
“Sì mamma, non puoi nemmeno immaginare!” le risponde Prim, prendendola per mano e portandola alle pendici di  un albero secolare; poi indica con insistenza un punto del tronco, scavato dagli anni.
“E’ proprio un bell’albero” sussurra Katniss, ammirandone il tronco possente, i rami grandi e lunghi e la chioma folta.
“Sì, ma guarda lì” esclama Prim impaziente, trascinando la madre ancora più vicina con la poca forza del suo scarso peso, equivalente più o meno a quello di un grosso coniglio.
Allora, non appena Katniss posa lo sguardo sul tronco dell’albero, il cassetto della memoria si spalanca definitivamente, trascinandola in un abisso di ricordi lontani e sbiaditi dallo scorrere incessante degli anni.
 
 
 
 
****
 
 
 
 
D’improvviso, il suono fastidioso della campanella della scuola riscosse Katniss dal torpore dei suoi pensieri, già rivolti alla battuta di caccia del pomeriggio. Riconosciuto all’istante il segnale tanto atteso, la ragazza gettò sgraziatamente i libri nella borsa e si diresse frettolosamente alla porta dell’aula, rivolgendo un veloce cenno di saluto alla professoressa di storia, prima che il resto della classe si fosse a malapena alzato dalla sedia.
All’imbocco della scalinata principale, fu fermata da una vocina alle sue spalle che gridava chiamando il suo nome; leggermente infastidita trovò, voltandosi, Madge Undersee, la figlia del sindaco.
“Katniss, stamattina ho incontrato Prim che mi ha detto che oggi è il tuo compleanno! Volevo farti tantissimi auguri” disse quest’ultima, sorridendo timidamente e abbassando lo sguardo sulle scarpette di vernice nera.
“Grazie, Madge…” le rispose Katniss, sincera e sempre più stupita dalle attenzioni che soleva riservarle sempre più di frequente la ragazza. “Stavo uscendo… Mi accompagni?”.
“Certamente!” cinguettò Madge, scostando i lunghi capelli biondi dal viso e seguendo Katniss giù per le scale.
Erano arrivate appena al portone d’ingresso della scuola, quando un’ombra scura si materializzò da dietro una colonna, parandosi dinnanzi a loro.
“Buon compleanno, Catnip” disse una voce profonda e sicura, che Katniss non poté fare a meno di collegare immediatamente al suo migliore amico Gale Hawthorne. Difatti, a pochi passi da loro, un ragazzo alto e snello sorrideva, a metà tra un leggero imbarazzo e un’arroganza appena accennata, con gli occhi grigi, così simili ai suoi, che la fissavano con finta noncuranza, in attesa di una risposta.
“Ti ringrazio, Gale” rispose immediatamente Katniss a bassa voce, fissando il pavimento di pietra e sentendo addosso lo sguardo interrogativo di Madge.
“Di nulla. Beh, immagino che ci vedremo oggi pomeriggio” replicò spavaldamente il ragazzo, stringendosi nelle spalle ed allontanandosi a grandi passi da loro.
Katniss poté solamente seguirlo, a distanza, gettando una rapida occhiata a Madge ed incrociando il suo sguardo offeso e – ma questo lo capì solo molto tempo dopo – deluso per il mancato saluto da parte di Gale.
 
 
 
 
****
 
 
 
 
“Hai visto mamma, che carino? Secondo te, che cosa significa?” continua a chiedere Prim alla madre, che si ostina a fissare in silenzio il tronco dell’albero, senza rivolgerle la sua attenzione.
“Non è nulla, Prim” mente Katniss mentre la sua mente viaggia lontana, per poi ritornare a quello stesso posto, molti anni prima.
 
 
 
 
****
 
 
 
 
“Ti sembra divertente, non è vero?” tuonò Katniss, non appena giunse alle spalle del ragazzo, tutto intento a prendere la mira prima di scoccare una freccia in direzione di un coniglio bianco ad una manciata metri da lui; l’animale, spaventato, in un attimo si dileguò nella foresta.
“Ehi, ma che ti prende?” esclamò in tutta risposta Gale, voltandosi a guardarla con espressione contrariata per la preda mancata.
“Che cosa mi prende? E quella sceneggiata, a scuola? Come ti è venuto in mente di fare una cosa simile? Te l’ho detto, non voglio che la gente si faccia delle strane idee! Ho già abbastanza problemi senza che debba rispondere alle stupide domande di Madge e delle altre ragazze” continuò lei, incrociando le braccia ed assumendo un tono seccato e velenoso.
“Tutto qua?” chiese il ragazzo, sorridendo con aria di superiorità “Catnip, volevo solamente augurarti buon compleanno. Non mi sembra una tragedia. E, comunque, la prossima volta eviterò, contenta?”.
“Contentissima” replicò acidamente Katniss, sbuffando e cominciando rudemente a preparare il suo arco per la caccia.
Gale sorrise per un attimo, alzando gli occhi al cielo, prima di tornare ad occuparsi di procurare la cena della sua famiglia; Katniss non aveva ancora fatto in tempo ad iniziare a cacciare, che aveva già racimolato un ottimo bottino.
“Tieni, sono per te. Il mio regalo di compleanno”. Con sorpresa, la ragazza si voltò, cogliendo l’imbarazzo che Gale cercava di mascherare, senza tuttavia riuscire nell’intento. Per un attimo, rimase ad osservare la sacca ricolma che le porgeva, senza capire.
“Stai scherzando? Quella è la cena della tua famiglia!”.
“Non ti preoccupare, ho piazzato un paio di trappole in giro per il bosco, ce la caveremo” le rispose Gale, come se il suo gesto non valesse nulla, come se non fosse solamente l’ultimo dei tanti aiuti che le offriva ogni giorno.
Katniss rimase il silenzio, senza riuscire a trovare parole adatte per esprimere il misto di gratitudine ed affetto che provava nei confronti del ragazzo accanto a lei, tanto  freddo e distaccato, a volte, quanto generoso e protettivo, altre.
Per dissimulare l’imbarazzo, scoppiò a ridere, esclamando: “Che cosa direbbero Madge e le altre, vedendo il tuo regalo di compleanno? Di certo si toglierebbero dalla testa tutte quelle sciocchezze riguardo a noi!”.
Gale parve indeciso se ridere, sulla scia dell’amica, o se ritenersi offeso dalle sue parole. Poi probabilmente optò per una via di mezzo, mantenendo un’espressione a metà tra il risentito e il divertito.
“Così è questo quello che pensi?” chiese, fingendosi indignato. “Molto bene, Everdeen. Sappi che conosco un metodo infallibile per alimentare certe voci”.
Detto questo,  si avvicinò all’albero che ombreggiava la grande roccia dove Katniss era seduta, estraendo un coltellino dalla tasca dei pantaloni. Lei distolse rapidamente l’attenzione dalla freccia che stava incoccando, seguendo le mosse di Gale con crescente preoccupazione e un filo di nervosismo.
“Che diamine stai facendo? Smettila, non ho proprio voglia di giocare”.
Ma Gale stava armeggiando con il coltellino, scheggiando la corteccia dell’albero, e continuò l’opera senza prestarle attenzione per una manciata di minuti. Poi si fermò, rivolse qualche sguardo compiaciuto avanti a sé e le fece cenno di avvicinarsi, senza proferire parola.
Katniss si alzò, spazientita, muovendo qualche passo verso di lui e fermandosi al suo fianco, fissandolo con aria scettica.
“Guarda qui” sussurrò Gale, indicando la corteccia dell’albero all’altezza degli occhi di lei.
Con crescente stupore Katniss lesse la scritta vergata dall’amico:
 
 

G. e K. Amici Per Sempre
 

 
Inaspettatamente, non poté fare a meno di scoppiare in una risata fragorosa.
“Che cosa c’è? Non ti pare abbastanza?” chiese Gale con fare ingenuo, trattenendo a stento le risa.
“Questa da te proprio non me l’aspettavo!” sghignazzò lei in tutta risposta, con gli occhi che lacrimavano.
“Questa effigie rimarrà come eterno monumento alla nostra amicizia” dichiarò il ragazzo solennemente. “E, comunque, buon compleanno Catnip” aggiunse con appena un filo di voce, cosicché Katniss non ebbe modo di capire se l’ultima frase fosse stata solamente frutto della propria immaginazione.
Diversamente non poté ignorare ciò che seguì; Gale si chinò rapidamente verso di lei e le sfiorò la fronte con le labbra, per un istante, con delicatezza.
Il tempo di un battito di ciglia e Gale si era già allontanato di qualche passo, dandole le spalle, mentre riafferrava il suo arco abbandonato a terra e diceva, come se nulla fosse successo: “E’ meglio sbrigarsi, tra poco farà buio…”.
 
 
 
 
****
 
 
 
 
“Hai visto mamma? Che cosa significa? G. e K. … Ami… A-mici… P-per… Sem-pre” sillaba la bambina, strizzando gli occhi e impegnandosi al massimo nell’utilizzare le prime nozioni di lettura che ha imparato a scuola.
“Non lo so, Prim” risponde Katniss, desiderando d’un tratto soltanto allontanarsi da quel luogo. “Vieni, è tardi, torniamo a casa”.
“G. e K. secondo me erano due persone che si volevano molto bene. Non è vero, mamma?” riprende Prim, gettando un ultimo sguardo alla scritta prima di aggrapparsi alla mano della madre.
Katniss rimane in silenzio per qualche istante, prendendo un lungo respiro prima di rispondere alcunché.
“Sì, Prim, si volevano molto bene”.
 
 
 
 
 
 

 
 
Angolo dell’ “autrice”
Lo ammetto, mi mancavano troppo le Everthorne. Questa storia è nata verso Natale, quando stavo scribacchiando su un foglio le iniziali dei miei personaggi preferiti e ho immaginato che anche loro avessero fatto lo stesso, nel bosco che è il loro luogo. Non so se questi deliri capitano anche a voi :D
Mi sono decisa a concluderla e a pubblicarla solo ora, anche se in realtà ho qualche dubbio sull’IC dei personaggi; spero di ricevere qualche parere a riguardo.
Ho voluto ritrarre Gale e Katniss in un momento precedente ai libri; per questo li ho immaginati più piccoli, più spensierati, in una scena che può essere intesa come di semplice amicizia o come qualcosa di più. A ognuno di voi la scelta :)
Grazie a chi leggerà e a chi vorrà lasciare un commento!
Sheireen_Black 22


  
Leggi le 6 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Hunger Games / Vai alla pagina dell'autore: Sheireen_Black 22