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Autore: Iris214    27/02/2013    5 recensioni
Liza torna a Mystic Falls, la città in cui è nata e dove vivono i suoi fratelli, Stefan e Damon, che la credevano morta. La vampira attira subito l'attenzione di Klaus e Kol Mikaelson e l'antipatia di Rebekah. Quella di Liza, però, non è una semplice rimpatriata. E' tornata per un motivo ben preciso, ha un piano che è determinata a portare a termine. Ma gli imprevisti, si sa, sono sempre in agguato...
- Dal quinto capitolo -
Se solo potessi sentire ancora battere il mio cuore...
Si disse, mentre con tutta la forza che aveva in corpo, continuava a spaccare la legna davanti a sé. Lo faceva con i calci e con le mani nude, rapidamente e con disperazione. Liza non aveva scelto di essere un vampiro e avrebbe bramato per sempre quell'umanità perduta...
Genere: Drammatico, Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Damon Salvatore, Kol Mikaelson, Nuovo personaggio, Stefan Salvatore
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Dark Paradise'
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Liza

" E' tutta colpa della Luna,
quando si avvicina
troppo alla Terra
fa impazzire tutti. "

William Shakespeare


«Bekah, arrivi giusto in tempo: dimmi quanto mi trovi bello!»
Kol guardò sua sorella attraverso lo specchio che lo rifletteva. Rebekah era in piedi, proprio dietro di lui, con le braccia incrociate al petto e un sorrisetto obliquo sulle labbra.
«Avanti, Kol. Non puoi obbligarmi a farlo.»
Disse, con aria annoiata, raggiungendo il divano e mettendocisi a sedere.
«Lo prenderò come un "sei così bello da lasciarmi senza parole"!»
Ridacchiò lui, voltandosi verso di lei e lanciandole un'occhiata maliziosa. Quando ci si metteva d'impegno, Kol sapeva essere davvero insopportabile. Rebekah lo sapeva bene, come anche il resto della famiglia. Dei Mikaelson era rimasto ben poco, in realtà. Finn era morto per mano dei Salvatore e della doppelganger ora vampira, mentre Elijah, seppur ancora in vita, era fuggito chissà dove, probabilmente stanco dei continui tradimenti e dei capricci di Niklaus, o Klaus o, come solevano chiamarlo lei e Kol, semplicemente Nik.
La bionda puntò lo sguardo sulle sue unghie laccate di rosa, ignorando completamente il fratello che, nel frattempo, finito di rimirarsi allo specchio, aveva indossato la sua giacca preferita. Probabilmente sarebbe uscito a far danni, Rebekah sapeva bene anche questo.
«Seriamente...» La bionda riprese a parlare, prima che Kol sparisse dalla stanza.
«Ci sarà una festa dai Salvatore questa sera e... squillo di tromba... conosceremo, finalmente, la loro vampiresca sorellina!»
Kol si bloccò, proprio mentre stava per girare la maniglia della porta.
«Una... sorella?»
Incrociò le braccia al petto e si avvicinò a sua sorella, sedendosi sul divano accanto a lei.
«Proprio così. Liza Aurora Salvatore. Credevano fosse morta e invece...»
«E invece lei è tornata ed è viva e vegeta. Magari ancora per poco!»
Esclamò Kol, ammiccando e sporgendosi appena verso la sorella.
«Sei sempre il solito. Lasciale almeno fare qualcosa per cui valga la pena ammazzarla, altrimenti che gusto c'è?»
Gli occhi di Rebekah scintillarono e sulle sue labbra fece capolino un sorrisetto malizioso e perfido al tempo stesso. Non era poi così diversa da Kol, quando si trattava di spargere un po' di caldo sangue.
«Sii puntuale questa sera e indossa il tuo vestito più bello!»
La vampira si alzò dal divano e diede a Kol una pacca sulla spalla, prima di raggiungere la porta e lasciare la stanza. Si sarebbero divertiti un sacco a quella festa, ne era più che certa.

«Ma quanto ci mette a scegliere un vestito? Non ricordavo fosse così viziata!»
Damon camminava avanti e indietro nell'enorme soggiorno, mentre Stefan, seduto su una delle poltrone davanti al camino, lo osservava divertito.
«E' una ragazza, Damon, anche se ha più di centossessant'anni. Rilassati. Dopotutto è la festeggiata ed è normale che voglia essere perfetta per l'occasione.»
La risposta di Damon fu una semplice smorfia. L'idea di organizzare una festa alla pensione non lo entusiasmava affatto, soprattutto perchè vi avrebbero partecipato anche Klaus, Rebekah e quell'insopportabile di Kol Mikaelson. Fosse stato per lui, si sarebbe volentieri sottratto a quel patetico party di benotornata a casa. Ma si trattava pur sempre di sua sorella.
«Allora? Che ve ne pare?»
Liza comparve sulle scale e Stefan si alzò dalla poltrona per avvicinarsi a lei.
«Sei bellissima.»
Le disse, mentre lei, con passo leggiadro, scendeva i gradini che la dividevano dai suoi fratelli.
«Ti sei fatta attendere per un'ora, ma direi che ne è valsa la pena.»
Damon sorrise sghembo, dimenticando, per un secondo, le seccature a cui stava pensando. Alla fine Liza aveva scelto l'abito che piaceva a lui, anche se non glielo aveva detto apertamente. Era un tubino aderente, lungo fin sopra il ginocchio, color verde smeraldo e con la scollatura a cuore. Quella tonalità di verde le donava molto, perchè faceva risaltare il colore dei suoi occhi e la sua pelle bianca come porcellana.
«L'idea di conoscere i vampiri originari mi elettrizza.»
Damon sollevò un sopracciglio.
«Il tuo entusiasmo andrà a farsi benedire non appena li avrai conosciuti.»
Ridacchiò, raggiungendo il mobile dei liquori per riempirsi un bicchiere.
«Immagino che loro nutrano per voi la stessa infinita simpatia...»
Nella voce di Liza c'era un velo di ironia, che non sfuggì né a Damon né a Stefan.
«Ti ho raccontato cosa è successo nell'ultimo periodo. Credo che l'astio che ci divide sia più che giustificato.»
Liza guardò Stefan dritto negli occhi.
«Oh, già. E tutto gira inevitabilmente intorno all'ex doppelganger Petrova... ovvero alla tua ex.»
Sorrise appena, rivolgendo un'occhiata a Stefan e, subito dopo, anche a Damon. Il vampiro buttò giù d'un solo sorso il suo whiskey, ma a Liza non sfuggì l'aria compiaciuta che aveva sul viso.
«Deve essere davvero speciale questa Elena, se entrambi ve ne siete innamorati. Stefan dice che è molto diversa da Katherine...»
«Lo è.»
«Beh, meglio così.»
Liza passò accanto a Damon, sfiorandone appena il braccio con il suo, e raggiunse nuovamente le scale.
«Vado a finire di preparami. Dovreste farlo anche voi, tra poco i nostri ospiti saranno qui!»
Damon si liberò del bicchiere e guardò Stefan con aria seccata.
«Ci mancava solo la tua gemella...».

La Bentley nero lucido si fermò lungo il viale antistante la pensione. L'occasione era di quelle speciali e Klaus non si sarebbe certo accontentato di raggiungere la casa dei Salvatore a piedi. Scese dall'auto con fare elegante e Kol lo imitò, prima di raggiungere il lato opposto della vettura e apire lo sportello a Rebekah.
«E' una mia impressione o tutto questo è semplicemente... ridicolo
La bionda scese dall'auto, sensuale nel suo vestito bianco a sirena, con una smorfia di disappunto sul viso. Klaus la fulminò con lo sguardo.
«Almeno per questa sera, potresti eliminare le parole “ridicolo” e “noioso” dal tuo vocabolario?»
Kol si mise a ridere, sfiorando con le dita il nodo della sua cravatta. Per tutta risposta, Rebekah si sistemò la stola intorno alle spalle e cominciò a camminare verso l'entrata della pensione, senza più degnare i suoi fratelli di uno sguardo.
Quando furono tutti sulla porta, questa si aprì, e Stefan comparve sull'uscio, impeccabile nel suo elegante completo blu notte. Rebekah gli rivolse un sorriso compiaciuto ed entrò in casa, seguita da Klaus e Kol.
«Accomodatevi e deliziatevi con lo champagne. Mia sorella ci raggiungerà molto presto.»
Damon osservò la scena dalla sua postazione accanto al camino. Era già al quinto bicchiere di champagne e la sola vista dei tre originari presumeva che ce ne sarebbero stati molti altri.
Klaus incrociò lo sguardo del maggiore dei Salvatore e gli rivolse un sorriso obliquo, prima di lasciarsi completamente rapire dalla bellezza di Caroline Forbes.
Elena Gilbert, intanto, era intenta a conversare con suo fratello Jeremy e con Bonnie Bennett. Stefan percorse il soggiorno, incrociando un cameriere e rubandogli al volo un paio di bicchieri dal vassoio, prima di avvicinarsi a Rebekah e porgergliene uno.
«Niente a che vedere col fascino che avevi negli anni venti, ma... devo ammettere che questo abito ti dona molto.»
Rebekah prese il bicchiere e ne bevve un sorso, senza smettere di guardare Stefan negli occhi. Il vampiro, dal canto suo, si limitò a sorriderle e a bere il suo drink, apparentemente lusingato da quel complimento.
«Anche tu sei... stupenda
Disse, poi, facendo scorrere i suoi occhi lungo le linee sensuali del corpo della vampira.
«Contieniti, tesoro, siamo in pubblico!»
La voce di Kol, intento a imitare quella di Rebekah, lo obbligò a voltarsi e a incrociare il suo sguardo.
«Non sei divertente.»
«Chi ti dice che voglia esserlo?»
«Adesso basta. Kol, vai a farti un giro!»
Kol, ghignando, guardò Rebekah e sollevò il bicchiere, poi si allontanò, fermandosi proprio ai piedi della scalinata. Damon lo raggiunse.
«Potresti cambiarti d'abito e allietare la festa raccontando barzellette. Ti ci vedo bene nei panni del clown!»
A quelle parole Kol smise di sorridere, frantumando il bicchiere che stringeva tra le mani.
«Se hai coraggio, prova a ripetere ciò che hai detto!»
Damon piantò i suoi occhi in quelli dell'originario, mentre i loro volti erano talmente vicini che potevano quasi sfiorarsi.
«Voi due, che problemi avete?»
Damon e Kol puntarono i loro sguardi verso le scale e Liza lanciò un'occhiataccia prima all'uno e poi all'altro, prima di continuare a scendere i gradini con aria alquanto seccata.
«Siamo a una festa, lo avete dimenticato?»
Il suo sguardo glaciale era, per lo più, rivolto al fratello maggiore.
«Chiedo perdono. Io sono Kol, Kol Mikaelson.»
Dopo essersi sincerato che non sanguinasse più, Kol porse la sua mano a Liza. La vampira restò, per un istante, immobile, intenta a scrutare il volto dell'uomo di fronte a sé. Alla fine gli sorrise e allungò una mano nella sua direzione. Damon storse il naso.
«Liza Salvatore.»
Disse risoluta, prima di lasciare entrambi sul ciglio della scalinata e fare il suo ingresso trionfale nel salone.
«Signori...» Stefan, accennando un sorriso, si congedò da Rebekah e raggiunse sua sorella.
I due si scambiarono un'occhiata complice, prima che lui le appoggiasse una mano sulla schiena e attirasse a sé l'attenzione dei presenti.
«Damon e io siamo lieti di presentarvi nostra sorella, nonché mia gemella, Liza Salvatore.»
Damon raggiunse i suoi fratelli, sistemandosi alla sinistra di Liza, mentre gli invitati osservavano la vampira con estrema curiosità.
«Non ti somiglia per niente!»
Esclamò Caroline Forbes, sorridendo sghemba.
«E' vero Caroline... beh, buon per lei!»
Stefan ridacchiò, mentre Damon cercava di apparire divertito, riuscendoci a malapena.
Liza fece un passo in avanti.
«Buonasera signori. Ringrazio tutti voi per essere venuti qui questa sera. Come ha già detto Stefan, io sono la sua gemella e... beh...» guardò Caroline sorridendo. « Non ci somigliamo perchè siamo gemelli eterozigoti. Io sono più grande di lui di un minuto esatto.»
Disse, voltandosi e incontrando il volto sorridente di Stefan.
«Della mia lunga storia avrò modo di parlare in futuro con chi avrà il piacere di ascoltarmi. Adesso, però, pensiamo solo a divertirci.»
La vampira ammiccò, rivolgendo uno sguardo al piccolo gruppo di orchestrali. I musicisti cominciarono a suonare una vecchia canzone e Stefan invitò Rebekah a ballare, aprendo così le danze.
«Posso avere l'onore di questo ballo?»
Klaus Mikaelson era proprio di fronte a Liza, la mano destra protesa verso la vampira e un sorriso obliquo sulle labbra.
«Assolutamente sì.»
Liza ricambiò il sorriso del più famoso degli originari e, appoggiando la mano su quella di lui, lo seguì al centro del salone. Klaus adagiò le mani sui fianchi di Liza e piantò i suoi occhi in quelli di lei.
«I fratelli Salvatore riservano sempre delle sorprese. Ma mai nessuna fu più gradita di questa.»
Liza abbassò, per un secondo, lo sguardo, lievemente intimidita dall'audacia dell'uomo di fronte a sé. Poi tornò a guardarlo, scrutando il viso di lui nei minimi particolari. Era piuttosto affascinante, nonostante non possedesse una bellezza appariscente.
«Sei gentile, ma sono io ad essere lusingata, Klaus. Non capita tutti i giorni di danzare tra le braccia di un vampiro originario... anzi, di un ibrido.»
«Immagino che i tuoi fratelli ti abbiano raccontato di me e delle nostre... scorribande
«Certo che sì.»
Liza ridusse gli occhi a due piccole fessure, sorridendo con malizia.
«La tua fama ti precede, come è giusto che sia.»
Klaus annuì, ma non fece in tempo a dire altro. Kol, che non aveva tolto gli occhi di dosso a Liza nemmeno per un minuto, era proprio dietro di lui. Il ragazzo appoggiò una mano sulla spalla del fratello, obbligandolo a interrompere il lento e a voltarsi verso di lui. Liza osservò la scena inarcando un sopracciglio.
«Posso rubarti la dama, fratello? Devo farmi perdonare e vorrei farlo nel migliore dei modi.»
Kol sorrise galante e Liza, che aveva ascoltato tutto, abbozzò un sorrisetto divertito. Klaus guardò suo fratello come se volesse incenerirlo, ma si mostrò piuttosto comprensivo. Dopotutto ci teneva a comportarsi da galantuomo, almeno per quella sera.
«Prego.»
Disse soltanto, prima di allontanarsi.
Liza guardò il vampiro con sospetto, prima di avvicinarsi a lui e lasciare che le sue mani prendessero il posto di quelle di Klaus sui suoi fianchi.
«Credi che un ballo basti a farti... perdonare
«No, ma è un ottimo pretesto per poterti stringere a me.»
Disse Kol, diretto come sempre. Liza inarcò un sopracciglio, restando seria.
«Damon non si sbaglia quando parla di te.»
«Damon mi ama, anche se non vuole ammetterlo.»
Stavolta sulle labbra della vampira fece capolino un flebile sorriso. I suoi fratelli l'avevano messa al corrente di morte e miracoli riguardanti gli abitanti di Mystic Falls, ma rendersi personalmente conto di quanto le loro parole fossero veritiere era decisamente più interessante.
«Ho voglia di uscire a prendere un po' d'aria. Mi fai compagnia?
«Non chiedo di meglio.»
Liza annuì e, precedendo Kol, raggiunse l'ingresso e uscì in giardino. Quella era una sera senza luna e il buio era piuttosto fitto anche per lei. Camminò per un po', in silenzio, senza curarsi dell'uomo che le passeggiava accanto. Sentiva, però, forte il suo odore. Si trattava di acqua di colonia, una delle più costose.
«Hai addosso un profumo nauseante.»
Disse, arricciando il naso e continuando a tenere lo sguardo dritto sul sentiero che stava percorrendo. Kol rise.
«Prenditela con Rebekah, mia sorella. E' lei che cura la mia immagine.»
«Potrei farlo.»
Liza ruotò appena il collo verso Kol, lanciandogli una fugace occhiatina. Aveva scambiato con la bionda originaria solo un paio di sguardi, ma era più che sicura di non starle molto simpatica. Ad ogni modo, l'antipatia era reciproca. Il vento mosse le chiome degli alberi intorno a sé e lei sollevo lo sguardo tra le cime, d'istinto. Kol, nel frattempo, non la stava più seguendo. Si voltò e lo vide immobile, le mani nelle tasche dell'abito scuro.
«Sei già stanco?»
Domandò, inclinando leggermente la testa di lato. Per tutta risposta, il vampiro estrasse un paletto di legno dalla tasca interna della sua giacca e, muovendosi con la velocità caratteristica dei vampiri più antichi, mirò dritto al cuore di Liza. La ragazza bloccò l'arma prima che questa potesse anche solo sfiorarla. Kol trasalì.
«Come diavolo... ci sei riuscita?»
La mano destra del ragazzo teneva ancora stretta l'estremità del paletto, mentre quella di Liza stringeva la parte affilata. La vampira scoppiò a ridere di gusto.
«Lo so, non te lo aspettavi, ma vedi... a differenza dei miei adorati fratelli, io non ho trascorso gli ultimi cento anni a struggermi per una sgualdrina.»
Così dicendo, gli strappò definitivamente di mano il paletto, lo osservò e, altrettanto velocemente, lo colpì. L'arma gli si conficcò appena sotto lo sterno e Kol, gemendo, cadde in ginocchio.
«Se si fosse trattato di un paletto di legno di quercia bianca, adesso staresti bruciando. Ritieniti fortunato.»
Disse, con le mani appoggiate sui fianchi e guardandolo con disprezzo. Poi ricominciò a camminare verso la pensione. Kol, ancora dolorante, sfilò il paletto dal suo petto e si rimise in piedi. Per quella sera poteva bastare.
   
 
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