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Autore: Barbycam    15/09/2007    8 recensioni
Metto subito le mani avanti e chiedo perdono se la mia FF farà schifo. L'ho fatta sul personaggio che preferisco... [...] Passò davanti ad alcuni negozi, quando incontrò per strada un suo compagno di scuola. Si fermò ad una vetrina di vestiti da sera. Bah, pensò, non me lo metterò mai uno di quei cosi maledetti. Ma il ragazzo la vide dalla vetrina. Neanche lui aveva voglia di parlare con nessuno, ma quell’aria sconsolata di Videl gli metteva tristezza. [...] Beh, spero leggerete e commenterete in tanti. Kiss
Genere: Generale, Romantico, Song-fic | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altri, Gohan, Goten, Trunks, Videl
Note: nessuna | Avvertimenti: Incompiuta
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[ << Tocca a noi, ragazzi. >> Sorrise e si cambiò in Figlia. Si scagliò sul robot con tutta la furia che aveva in corpo. E credetemi… ce n’era veramente tanta nel suo corpicino perfetto. ]

Epilogo

H 8.30 Casa Son.
<< Nihal!!!!!!!!!!!!!!!!!!! Datti una mossa, che il battesimo inizia tra un’ora e mezza! >> Goten, ormai 13’enne, urlò affacciandosi alla tromba della scala alla sua coinquilina di darsi una mossa.
<< Arrivo! Arrivo!!!! Mercoledì, Nana si è presa la mia maglia migliore!!!! >> Strillò non molto gentilmente Nihal dalla loro camera, mentre smanettava nel suo armadio alla ricerca di un qualcosa di decente.
Goten sbuffò e si avvicinò allo specchio del soggiorno per darsi una sistemata alla cravatta. Scrutò la casa, quasi aspettandosi di vedere la madre, il padre e il nonno sbucare dalla cucina ancora in pigiama, ma non successe, dato che erano tutti da Videl e Gohan ad aiutarli, badando alla piccola Pan nata da qualche mese.
<< GOTEN, MERCOLEDÌ, SEI UN IDIOTA! >> Si sentì in dovere di urlare Nihal dalla loro camera. Allora Goten, confuso, salì le scale in 4 balzi. Percorse con le mani nelle tasche dei pantaloni tutto il corridoio e spalancò la porta della loro camera.
<< Che cavolo…? >> Ma si bloccò, quando vide la sua compagna di stanza in biancheria davanti a lui. Il cuore prese a battergli forte, tanto che pensò potesse schizzargli via dal petto. Scosse la testa.
<< Che c’è? >> Chiese con voce roca, cercando disperatamente di rimpossessarsi del suo regolare respiro.
<< C’è, mio caro coinquilino idiota, che hai cambiato la pass dell’armadio comune senza dirmi niente! >> Ringhiò la ragazzina, con gli occhi viola stretti in due fessure velenose. Lui, per tutta risposta, sbuffò.
<< Era scaduta, io dovevo uscire con Sissi e tu eri in giro con Nana… ho dovuto cambiarla, altrimenti non potevo prendere una cosa da lì dentro. >> Nihal parve calmarsi un po’, poi incrociò le braccia sotto il seno, scocciata.
<< Che password hai messo? >> Chiese, avvicinandosi all’amico che trafficava con la tastiera a comando dell’armadio.
<< La prima cosa che mi è venuta in mente. >> Rispose lui, aprendo finalmente l’armadio con uno scatto metallico. Era stato un regalo di Bulma per il compleanno di Goten. << Ovvero? >> Fece lei, mettendosi davanti a lui e cominciando a smanettare all’interno dell’armadio per cercare il vestito.
<< Tu. >> Goten divenne improvvisamente rosso come un pomodoro, collegando quello che aveva detto.
<< Io? Hai messo il mio nome come pass dell’armadio? >> Nihal si voltò verso di lui, puntandosi l’indice al petto, con gli occhi grandi come tazzine da tè. Lui annuì, fissandola negli occhioni viola, diventati enormi. La ragazzina si voltò nuovamente verso l’armadio, scotendo la testa.
Dopo 10 minuti di estenuante ricerca tra jeans tutti strappati, tute da combattimento, completini intimi, magliette a maniche corte, trovò quello cercava, ovvero un vestito blu elettrico come i suoi capelli, lungo fino al ginocchio, senza spalline. Se lo infilò velocemente, per poi sfilarselo di nuovo e guardare male il suo compagno di stanza.
<< Esci. >> Ordinò, sventolandogli il vestito sul naso.
<< Perché? >> Il moro inarcò un sopracciglio confuso.
<< È senza spalline e devo cambiare reggiseno. Muoviti, esci. >> Disse, mentre lo spingeva a forza fuori dalla camera.
Dopo due minuti era fuori, vestita di tutto punto, perfetta e bellissima. Doveva solamente truccarsi e pettinarsi. Prese per mano Goten e lo trascinò in bagno con lei. << Perché mi hai trascinato qui come una furia? >> Chiese lui, piantandole gli occhi addosso.
<< Devi mettermi la collana. >>
<< E non riesci da sola? >>
Nihal sbuffò. << Se avessi potuto metterla da sola, credi che ti avrei chiamato? No, ed ora aggancia. >> Gli mise in mano un girocollo di raso bianco e si tirò su i capelli. Esortò con lo sguardo l’amico. Lui roteò gli occhi, esasperato, e le si avvicinò. Le cinse il collo con le braccia e, suo malgrado, entrò in rotta di collisione con quegli occhi viola, così profondi e sinceri, che tanto lo facevano penare la notte.
Anche Nihal era scossa. Prima di quel momento, non era mai stata tanto colpita da un paio di occhi. Soprattutto se erano di proprietà di Goten, che conosceva da quando aveva 3 anni e con cui divideva la casa da quando ne aveva 5 di anni.
Rimasero a fissarsi così, in silenzio, anche dopo che lui ebbe allacciato la collana dietro al collo candido di lei.
Dopo poco, il sayan pensò bene di abbassare lo sguardo sulle labbra dell’amica, e le trovò talmente invitanti che vi poggiò sopra le proprie, impulsivamente.
Nihal sbattè le palpebre un paio di volte, come per svegliarsi da un bel sogno o da un orribile incubo, poi le sbattè ancora qualche volta, per assimilare tutto quello che stava succedendo. Eppure, non si sorprese nello scoprire che il suo caro e adorato cervellino stava frugando nella mente del suo migliore amico. Si sorprese, invece, di trovare nella mente del suo coinquilino, la sua immagine di quando, parecchi anni prima, aveva pianto tra le sue braccia.
Inarcando le labbra a formare un sorriso, si lasciò trasportare da quel bacio così dolce e così passionale, da farle scoprire che aveva vissuto per assaporare quelle labbra esperte. Goten si sentì allacciare le braccia al collo, così si permise di spingerla contro il muro del bagno e si spostare le mani ad accarezzarle la schiena. Si sentiva completo dopo tanto, troppo tempo. Molto di più che con Sissi. Sissi… Sissi?? Sgranò gli occhi neri, nella consapevolezza che era già troppo tardi, e si allontanò da Nihal, che divenne tutta rossa, spostando poi lo sguardo da lui, alla finestra del bagno.
<< Scusami… è stato… è stato tutto uno sbaglio… >> Ansimò il sayan, rimasto senza fiato. Sapeva che non era stato uno sbaglio, sapeva che avrebbe potuto continuare a baciarla per tutto il giorno e forse anche per tutta la notte, sapeva che non era per Sissi che aveva smesso.
<< Hai ragione. Ora puoi uscire? Devo finire di prepararmi. >> Rispose lei a sorpresa, fingendo, spudoratamente, indifferenza per quello che era successo, quando aveva la voce incrinata.
Lui annuì ed uscì dal bagno a testa bassa.
Nihal lo fissò uscire dalla porta, poi tirò un pugno violento al muro dietro di lei, che fece cadere alcuni calcinacci pallidi al pavimento.
Era triste, e non stentava ad ammetterlo. Una lacrima dispettosa le scese dall’occhio. L’asciugò rabbiosamente. Riprese a respirare tranquillamente e si tolse la collana che le aveva messo lui. Non l’avrebbe mai più messa.
Si passò uno spesso strato di matita sotto gli occhi, come le aveva spiegato Chichi tempo prima (Il nero ti valorizza gli occhi tesoro. Sei bellissima così.), poi il suo fidato mascara e il suo ombretto blu. Dopo qualche minuto era pronta. Uscì dal bagno, imponendosi il portamento più freddo che possedeva, scese le scale e si trovò Goten davanti, che la fissava sbalordito da tutta la sua bellezza. Le sorrise, sorriso che lei non ricambiò, se non con un’occhiata raggelante.
<< Che ore sono? >> Si limitò a chiedere freddamente. Il sorriso gli morì sulle labbra, guardò l’orologio con una sorta d’ansia, ma si tranquillizzò.
<< Manca ancora mezz’ora. >> Rispose, quasi scocciato dell’atteggiamento che gli riservava l’amica. Ma poi si ricordò che era stata solo colpa sua, e si diede mentalmente dello stupido.
<< Possiamo andare. >> Nihal si chinò sulla poltrona a prendere il golf bianco, poi si incamminò verso la porta di casa.
Il tragitto da casa a chiesa fu talmente silenzioso, che anche una mosca, tra loro, fece il rumore di un aereo al decollo.
Arrivarono in chiesa che mancavano 5 minuti all’inizio del battesimo.

XXX

H 8.30 Casa Brief.
<< Trunks, Soana, Vegetaaaaaaaaaaaaaaaaaaa!!!!!! Muovetevi! >> Bulma spalancò la porta della Gravity Room e si mise a guardare trucemente i componenti della sua famiglia che si allenavano.
<< Cosa vuoi donna? Se non fosse perché mi metti a posto la stanza ti avrei già eliminata. >> Ringhiò un Vegeta tutto sudaticcio e malandato. Non ce la faceva più a tenere testa al figlio e all’altra sayan insieme. Stavano crescendo.
<< Se, se, pensala come vuoi. Comunque, meglio che vi muovete, perché tra un’ora e mezza c’è il battesimo della piccola Pan. Gohan e Videl ci hanno gentilmente invitati e non possiamo mancare. Voi due, giacca e cravatta, è un ordine. Mentre tu, Soana, perché non metti quel vestitino rosa che hi comprato con tua sorella? >> Sorrise amabilmente alla sayan, per poi fissare con uno sguardo che non ammetteva repliche il figlio e il marito, che dal canto loro avevano gli occhi fuori dalle orbite per quanto erano sorpresi. Li spinse tutti fuori a forza, con i due sayan che borbottavano qualcosa di incomprensibile, sul fatto che era ingiusto.
Dopo 10 minuti, Vegeta era fuori in cortile con le mani nelle tasche dei pantaloni neri gessati che gli aveva affibbiato la moglie, a vegliare che la piccola Bra, di quasi un anno e mezzo, non cadesse e si rovinasse il vestito.
Bulma era nel bagno della sua camera che finiva di mettersi il mascara, quando… << ESCI IMMEDIATAMENTE DAL BAGNO, TRUNKS! >> …perse il controllo del mascara e si striò tutta la palpebra d’oro. Respirò profondamente e cominciò a ripulirsi. Era di nuovo pronta con il mascara impugnato saldamente, quando suo figlio, ovviamente, non fu da meno.
<< TU CI METTI 10 ANNI PER LAVARTI TUTTA E ALTRI 20 PER ASCIUGARTI I CAPELLI, FAI FARE PRIMA A ME! >> Bulma esasperata lasciò cadere il mascara nel lavandino. Sbuffò. Ma siamo sicuri che quello lì è mio figlio? Va bene che è anche di Vegeta, ma che diamine… credevo di avergli insegnato che non deve urlare al mattino presto!!
<< Appunto perché ci metto un mucchio ad asciugarli, fai fare prima me, tu ci metti poco. >> Soana incrociò le braccia sotto al seno, come faceva spesso anche la gemella quando erano arrabbiate o scocciate. Continuarono a battibeccare come due bambini fino a quando Bulma, con i nervi a fior di pelle, entrò in bagno e con un gesto della mano portò il tanto agognato silenzio.
<< Tu, entra nella doccia e vedi di darti una mossa. – indicò Soana che esultò. – Mentre tu… fai cosa devi fare mentre lei è nella doccia. >> Concluse indicando il figlio. Sorrise a quei due ragazzini che le ricordavano tanto lei e Vegeta all’inizio della storia, quando ancora si volevano strappare tutti i capelli ogni volta che si vedevano anche solo con la coda dell’occhio, e si chiuse la porta alle spalle.
Trunks e Soana si fissarono allibiti, poi contemporaneamente i loro sguardi saettarono sull’orologio e, sempre insieme, trasalirono. Lei entrò di filato nella doccia vestita, mentre l’altro si avviò verso la loro camera di corsa. Spalancò la porta con un botto e si mise a cercare nell’armadio per trovare un vestito decente, che non fossero jeans a vita bassa strappati e magliette extra large, per il battesimo. Ci mise un buon quarto d’ora e capì anche perché le ragazze ci mettevano così tanto a scegliere i vestiti da mettersi. Quando li portò in bagno, trovò la sua compagna di stanza solo con un asciugamano che, a detta del giovane sayan, non lasciava nulla all’immaginazione. Divenne tutto rosso d’imbarazzo, prima che lei collegasse. Sospirò, si sistemò meglio l’asciugamano e lo esortò, ad occhi chiusi, ad entrare nella doccia.
Lui non se lo fece ripetere due volte e scattò vestito nella cabina.
Soana sorrise, scosse lievemente la testa e prese in mano il phon, pronta ad asciugarsi i capelli. Da quando aveva 5 anni li aveva lasciati crescere ed ora lei e sua sorella li avevano lunghi più o meno uguali fino a metà schiena. Dopo una decina di minuti, i suoi capelli furono asciutti, lisci e setosi come sempre. Si truccò con l’ombretto nero e la matita nera, come le aveva insegnato la gemella molto tempo prima. Non era tipo da trucchi costosi, lei, le bastavano il suo ombretto e la sua fidata matita.
Infatti dopo 2 minuti scarsi era semplicemente perfetta. Gli occhioni gialli risultavano più luminosi e profondi di quello che erano già. E chi la conosceva, poteva tranquillamente dire che quegli occhi potevano illuminare una strada di notte molto meglio dei lampioni. Trunks, che era rimasto ad osservarla truccarsi in silenzio, rimase a bocca aperta nel vederla quasi pronta. Doveva trovare solo il vestito.
Soana si voltò di scatto, scoprendo che il suo coinquilino stava fissando il suo riflesso con uno strano sguardo.
<< Faccio così schifo? >> Gli chiese ironica. Lui scosse la testa, si riappropriò della sua solita espressione e le sorrise.
<< Al contrario, sei bellissima. >> Ammise, scrollando le spalle. Il suo orgoglio di Principe, non gli permetteva di dire altro. E anche se era migliore di suo padre sotto questo punto di vista, se avesse dovuto dirle tutto quello che pensava di lei in quel momento il suo già limitato orgoglio ne sarebbe rimasto irrimediabilmente danneggiato. Così, optò per fermarsi prima di distruggere con un unico, stupido, gesto, la loro amicizia.
Soana, dal canto suo, rimase non poco sorpresa dal complimento fattole dall’amico. Lo fissò intensamente negli occhi azzurri, che tanto le piacevano, e vi lesse solo tanta, tantissima confusione. Contemporaneamente scrollarono le spalle e si diressero alla porta del bagno. Contrariamente da quello che avrebbe pensato, Trunks non fece nessuna storia a lasciarla passare per prima, così decise che avrebbe investigato poi sul suo comportamento strano.
Entrarono l’uno dopo l’altra nella loro camera, e lì si divisero. Trunks filò in bagno con tutta la sua roba, mentre Soana rimase nella camera. Si infilò la biancheria velocemente, poi buttò l’asciugamano sul letto a due piazze e vi si buttò accanto a peso morto, con la faccia premuta contro il cuscino. Trunks si stava comportando stranamente e lei avrebbe scoperto che cos’aveva. Dopotutto, per quanto a volte lo odiasse veramente tanto (non era raro che smettessero di rivolgersi la parola, per una futile litigata, per giorni interi.), le piaceva di più il vecchio Trunks, quello orgoglioso ed irritante. Sorrise, davanti alla sua confusione e, dandosi mentalmente della stupida, si alzò dal letto, dirigendosi stancamente all’armadio. Spalancò le ante e si mise ad osservare l’interno del mobile con molta attenzione. Si mise le mani sui fianchi spazientita, e sbuffò. La pazienza non era mai stata il suo punto forte, voleva tutto e subito, era anche per quello che Vegeta l’aveva accettata, riconoscendola come sayan e simile a lui.
Trunks uscì dal bagno perfettamente vestito e vide il fisico morbido e longilineo della coinquilina, sbuffare e fissare l’armadio con sguardo inceneritore. Indovinate? Divenne tutto rosso e sgranò gli occhioni azzurri. Soana si girò molto lentamente e lo squadrò da testa a piedi. Non lo aveva mai visto vestito così elegantemente e doveva ammettere che gli donava parecchio il vestito gessato.
<< Okay, molla di fissarmi e vieni a darmi una mano. Eddai, che devo trovare in fretta il vestito rosa!! >> Si incamminò verso di lui e gli prese la mano, per portarlo nuovamente davanti all’armadio aperto. Il vestito che cercava era identico a quello della sorella, solo che cambiava il colore. Si era messa apposta il reggiseno a fascia bianco, per non far vedere le spalline. Lo trovò sotto alla maglietta della gemella. Se lo infilò velocemente, si sistemò lo spacco sulla coscia e prese il suo golf nero. Andò al suo comodino, aprì l’ultimo cassetto ed estrasse una collana di stoffa a girocollo. Se la mise, si sistemò il bracciale che le aveva regalato Trunks per il suo decimo compleanno e gli stampò un bacio sull’angioletto che c’era raffigurato. Trunks sorrise.
<< Non lo togli mai, eh? >> Le chiese, cominciando a scendere le scale.
<< Me l’ ha regalato una persona speciale. >> Gli rispose lei dolcemente in un sussurro, superandolo sui gradini. Saltò sul pavimento e corse in cucina. Trovò un biglietto scritto da Bulma.
Tesori, sono Bulma. Io, Bra e Vegeta siamo andati, voi potete prendere la moto nel garage, Trunks sa usarla. Ci vediamo in chiesa, baci!
<< Trunks!!!!!!!! >> Strillò sgranando gli occhi gialli facendoli diventare grandi quanto due tazze da tè.
<< Che vuoi? >> Lui le si affiancò, lesse il biglietto e imprecò.
<< Dobbiamo andare in moto. >> Constatò lei, cercando di mantenere la calma. Trunks annuì con gli occhi chiusi. Adorava andare in motorino, ma non era quella la cosa che lo preoccupava. C’era anche lei.
<< E dobbiamo andare insieme. >> Continuò lei. Di nuovo, il primogenito Brief annuì sconsolato. Doveva rassegnarsi all’idea che avrebbe dovuto viaggiare in moto con l’amica dietro.
<< Okay, quanto abbiamo? >> Chiese, respirando profondamente.
<< 20 minuti. Ce la fai? >> Il motorino non è un problema, Nana… lui annuì. Il viso di Soana si illuminò e corse in garage, tenendo per mano il coinquilino. Afferrò un casco, se lo infilò e ne lanciò un altro a Trunks, che si sedette sulla moto. Lei gli si sedette dietro, gli allacciò le braccia al petto e si rilassò, appoggiando la testa sulla sua schiena. Pieno di una nuova e sconosciuta energia, Trunks partì, più veloce del vento. Arrivarono alla piazza della chiesa che mancavano solo 5 minuti all’inizio della cerimonia.

I quattro giovani sayan si incontrarono davanti al portone della chiesa. Nihal, falsa come una bugia, fu solare e salutò la gemella e l’amico con un bacio sulla guancia. Soana fece lo stesso con Goten, ma lo vide estremamente giù di morale. Non fece in tempo a guardare se Trunks c’entrava qualcosa, che la sua gemellina l’aveva presa sotto braccio. << Forza, entriamo! >> Esclamò la blu, trascinando la gemella nell’edificio. In silenzio, andarono a sedersi dietro ad Angel, Nelgar e la piccola Alex.
Nihal aveva insistito per stare vicino alla gemella, al fondo della panca, così da evitare qualsiasi contatto con Goten, difatti lui si era messo all’altro opposto.
<< Ciao Soana! Ciao Nihal! Finalmente una cugina! >> Alex si girò, con i suoi grandi occhi ambrati e i capelli neri in due trecce, verso di loro. Aveva da poco compiuto 8 anni e le due gemelle le facevano spesso da baby-sitter assieme ai gemelli di Kyra e Chris, Zephyr e Krystal, che avevano 7 anni.
Nihal le sorrise dolcemente e le mise una mano sui lunghi capelli neri.
<< Già tesoro, sei contenta eh? >> Le stressò l’occhio, complice, mentre Soana ridacchiava. La bambina però sembrava imbronciata. Passava lo sguardo dorato da Nihal a Goten e viceversa, senza tuttavia capire il perché.
<< Sì, molto! Ma perché non sei vicina a zio Goten? Perché lui è giù di morale? Perché tu sei triste? >> Era un amore quella bambina, certo, fino a quando non cominciava a guardarti negli occhi e a leggerti dentro, come solo una bambina innocente saprebbe fare. Era così, Alex, testarda, dolcissima, sincera, con strane proprietà curative e la straordinaria, quanto irritante, capacità di capire al volo lo stato d’animo delle persone. Semplicemente adorabile, ma a volte troppo diretta. Nihal balbettò qualcosa, terrorizzata perché non sapeva risponderle, quando, come un angelo venuto dal cielo per aiutarla, la voce di Angel bloccò la nuova raffica di domande che stava per partire dalle labbra della bambina.
<< Alex. Girati adesso, che tua cugina sta per essere battezzata. >> Bisbigliò la giovane donna, strizzando l’occhio alla ragazzina dietro di lei. La sayan ricambiò grata. L’unica cosa che era cambiata in lei, in quei lunghi 8 anni, era il numero delle candeline sulla torta, perché per il resto Angel aveva ancora il fisico asciutto e la bellezza straordinaria di una diciannovenne.
<< Nana… >> La voce di Nihal era poco più di un sussurro e la diretta interessata non l’avrebbe mai sentito se la gemella non fosse stata appoggiata a lei.
<< Da? >> Rispose, sempre in un sussurro, la ragazzina dai capelli rosa.
<< Goten mi ha baciata… >> Un flebile sospiro, che però conteneva una grandissima notizia.
<< C-cosa? >> Balbettò la gemella. Se foste andati a cercare sul vocabolario “Rimanere senza fiato”, avreste sicuramente trovato la foto di Soana che si strozzava con l’ultimo respiro prima della notizia. Nihal sospirò, mentre la gemella cercava aiuto nello sguardo di Trunks.
In quel momento entrarono nell’edificio il prete ed un aiutante. Videl e Gohan si alzarono in piedi, tenendo in braccio la piccola Pan avvolta in un asciugamano. Ai loro lati, Chris e Kyra, che facevano da padrino e madrina, si guardavano attorno febbrilmente, eccitati e spaventati.
I loro due gemelli erano stranamente fermi e composti. Zephyr, con i suoi grandi occhi blu e i capelli biondi, tamburellava nervosamente sul ginocchio della gemella. Krystal, gli occhioni grigi della madre e i capelli castani legati in un’elegante coda alta, osservava tutto intorno a lei, impaziente di correre e giocare nel giardino con il fratello.
Il prete finì di parlare, prese Pan in braccio lasciando l’asciugamano in mano a Videl, e la immerse completamente in acqua. La tirò su un paio di volte, finché non la fece sdraiare su un fasciatolo. Videl, Gohan, Kyra e Chris si avvicinarono e la vestirono da cerimonia con un lungo vestito bianco. Da lì in poi il prete parlò solo ai genitori, consacrando una decina di volte Pan nel bel mezzo del discorso.
Uscirono dalla chiesa in massa, perché l’aria si stava facendo rarefatta e Vegeta aveva cominciato a dare segni di nervosismo parlando ad alta voce con epiteti non molto idonei al luogo e alla situazione. Ovviamente, le prime ad uscire furono le due gemelle, Nihal per mano con Alex e Soana con i gemelli Zephyr e Krystal.
Si avviarono al parchetto dietro alla chiesa, fatto apposta per i bambini. Le due gemelle si sedettero sulla panchina davanti alle altalene, dove Alex si stava dondolando lasciando ondulare liberamente i capelli al leggero venticello del mattino.
<< Quindi… ti ha baciata. >> Constatò ancora scossa, mentre osservava Zephyr rincorrere la sorella che girava intorno allo scivolo.
<< Già… >> Sospirò Nihal. Odiava sentirsi persa e vulnerabile, purtroppo era quello che era in quel momento.
<< E… com’è stato? >> Si voltò verso la gemella e le sorrise. Capiva lo stato d’animo della sorellina e quindi doveva aiutarla. Di certo non le sarebbe stata d’aiuto se avesse cominciato ad inveirle contro, dicendole che era stata una stupida a baciare Goten, conoscendo la sua fama di Play Boy, perciò si trattenne. Ma il suo migliore amico l’avrebbe pagata cara, carissima.
<< È stato… è stato… è stato… >> Le vennero gli occhioni a cuoricino e si portò le mani al petto, tenendosi il cuore che sembrava volersene andare dalla sua sistemazione. << È stato? >>
<< Sì. È stato bellissimo, tantissime emozioni contemporaneamente… fantastico… devi provarlo. >> Si guardarono negli occhi tanto simili quanto diversi e scoppiarono a ridere.

XXX

<< Goten, tesoro, dov’è Nihal? Non la vedo più. È uscita dalla chiesa e non l’ ho più vista. Vai a cercarla? >> Chichi guardò storto il figlio minore, intento a chiacchierare con una ragazzina dai lunghissimi capelli biondi, fuori dalla chiesa.
<< Ora non posso mamma, non vedi che sono occupato a parlare? >> Lui, in risposta, indicò la sua compagna di chiacchiere, che per giunta era la sua ragazza. Chichi la squadrò con occhi critici da capo a piedi, sicura di averla già vista da qualche parte. << Non me ne frega un accidente, tesoro. Tu adesso vai a cercarla e puoi anche portarti la tua amica dietro. >> Fece un gesto di stizza con la mano e Goten rispose con un sonoro sbuffo scocciato.
Trunks intanto osservava la scena. Il suo migliore amico aveva qualcosa, sicuramente. E altrettanto sicuramente, Nihal c’entrava qualcosa, visto che in chiesa erano stati seduti divisi. Si avvicinò all’amico scotendo a testa, lo prese per un braccio e si incamminarono verso il retro della chiesa. Ovviamente, Sissi li seguì a ruota trotterellando.
<< Si può sapere che hai amico? >> Gli chiese a voce bassa, così che Sissi non lo potesse sentire.
<< Nulla, dovrei avere qualcosa, scusa? >> Si irritò ancora di più il moro, digrignando i denti e contraendo la mandibola.
<< No,non dovresti. Però ce l’ hai e, visto che ce l’ hai da quando ci siamo incontrati, suppongo che c’entri Nihal. Allora, vuoi parlare tu o devo tirare ad indovinare? >> Trunks si girò a fissarlo negli occhi, mentre l’altro sbuffava sonoramente.
<< No, no, te lo dico. Uff, l’ ho baciata! >> Ammise ad un soffio dal suo orecchio. << Che cosa? >> Strillò il Brief. Goten gli intimò con lo sguardo di fare silenzio, ma Sissi era già accanto a loro, curiosa più che mai.
<< Che succede? >> Chiese infatti, avvicinandosi al suo ragazzo, che cominciò a sudare freddo.
<< Che cosa Goten? Hai già finito il gioco che hai comprato ieri? Sei un fenomeno, amico! >> Gli batté una mano sulla spalla, giusto per dare credibilità alla balla che aveva appena inventato per salvargli il fondoschiena. Goten sorrise e si grattò i capo, fingendosi imbarazzato.
Allora Sissi, delusa dalla magra scoperta, ritornò a trotterellare a distanza da loro, ignorandoli bellamente.
<< Sei un idiota, Goten! Che le hai detto dopo? >> Gli strattonò la spalla, sibilando come un serpente. Conosceva bene Nihal. Era una delle poche persone a cui volesse veramente bene e per cui avrebbe dato la vita.
<< Che era stato tutto un errore. Io sto con Sissi. >> Sussurrò l’altro, quasi mortificato di aver fatto arrabbiare il suo migliore amico di sempre.
<< Ha pianto? >> Trunks bloccò le imminenti mille spiegazioni dell’amico con una sola, semplice, dolorosa, domanda. Nihal aveva pianto? Non lo sapeva. Era uscito dal bagno senza chiederle se stava bene o altro. L’aveva lasciata sola a gestirsi la situazione autonomamente, quando invece sarebbe dovuto, probabilmente, restare con lei ed aiutarla. Scosse la testa, sussurrando che non lo sapeva. Si mise le mani sul viso. Si sentiva un idiota ed un insensibile. Aveva giocato con il cuore di una ragazza, per di più della sua migliore amica, e sapeva che l’avrebbe pagata cara. Nihal quando voleva e quando aveva le sue ragioni, sapeva essere davvero cattiva. E forse l’aveva fatta piangere. Lei, la sua migliore amica, la sua coinquilina e, da qualche tempo, il suo pensiero fisso.
Quando entrarono nel parco dietro alla chiesa, si trovarono davanti ad una scena quasi surreale. Nihal e Soana stavano comodamente scherzando sedute su una panchina, mentre davanti a loro Zephyr, Krystal e Alex giocavano a rincorrersi. La moretta si fermò di botto. Si voltò a guardare negli occhi Trunks e Goten, per poi abbandonare il gioco di rincorrersi per andarsi a sedere su una altalena.
<< Senti… forse è meglio che aspetti qui. >> Goten allungò il braccio per fermare la bionda, si voltò e le stampò un bacio sulla fronte, per poi avvicinarsi alla sua coinquilina. << Non ti avvicinare. >> Ringhiò Soana, quando lui le fu davanti. Nihal fissava il vuoto davanti a lei, le gambe incrociate e il mento appoggiato alle palme delle mani aperte, come quando era piccola.
<< Nana, lasciali parlare. >> Intervenne Trunks, avvicinandosi all’amico. Come aveva previsto, Soana non lo ascoltò neanche, così dovette prenderla in braccio e portarla di peso da Sissi. Sempre sotto previsione, fu che la ragazzina non aveva la minima intenzione a lasciare la gemella da sola con Goten, e che quindi si era dimenata come un’ossessa, con la furia distruttrice negli occhioni gialli. Chi toccava sua sorella e le faceva del male doveva pagarla cara. E ormai, questo l’avevano capito tutti.
<< Era da una vita che non mi chiamavi Nana… tranquillo, ho capito, lo farà fuori lei. >> Esclamò Soana, rimettendosi a posto il vestito. In quel momento, Trunks non fu tanto sicuro che fosse prudente lasciare il suo amico solo con Nihal.
<< Nana? Soprannome carino, ma non ti si addice. >> Proruppe Sissi, affiancandosi a Trunks.
<< Non ho voglia di litigare, Sissi. >> Le sibilò la sayan in risposta. Odiava Sissi con tutto il cuore e da sempre. Più precisamente, da quando alla gita di 8 anni prima la bionda aveva fatto vedere a tutti il suo taglio lungo il braccio, che ora si curava bene di coprire con una crema.
<< Ma non stiamo litigando! >> Si indignò l’altra, avvicinandosi ancora di più al sayan, che assisteva impotente.
<< Senti, l’ultima volta che abbiamo parlato, è stato 8 anni fa, quando tu hai fatto vedere il mio taglio a tutti. Poi, come se non bastasse, mi era arrivata pure una sberla da tua sorella. Non posso di certo dire che era stata una conversazione piacevole… >> Sospirò, ravvivandosi i capelli con una mano. Sissi sorrise.
<< Non dirmi che ce l’ hai ancora per quello! >> Esclamò, fingendosi sorpresa. Si avvicinò di più a Trunks, e questo non andò giù a Soana.
La sayan socchiuse gli occhi, digrignò i denti e serrò la mascella, visibilmente arrabbiata. Trunks, pronto ad ogni evenienza, si immedesimò nel suo alter ego che sollevava di peso Soana e la allontanava, tenendola in braccio, dal parco della chiesa. Poi si ricordò di un piccolo, insulso particolare. Lei era una ragazza. Una ragazza bellissima, testarda, orgogliosa come pochi, con, oltretutto, un corpo da favola. Chissà quanti altri ragazzi avrebbero voluto portare in braccio Soana. A quel pensiero si irrigidì, comprendendo che era geloso della sua amica. Non osava pensarla con altri. Stava bene solo con lui, anche quando litigavano. Spesso sua madre gli diceva che assomigliavano a lei e Vegeta da giovani, ma lui non ci credeva, anche perché credeva impossibile che lui e lei sarebbero rimasti insieme per la vita. Eppure, in quel preciso momento, non riusciva a non pensare ad un futuro in cui Soana non ci fosse stata. E quella consapevolezza gli arrivò addosso come un pugno allo stomaco. Finalmente aveva capito. Ma, ovviamente, quando si rese conto di essere circondato da un mondo pulsante di vita, era troppo tardi, perché Soana e Nihal si erano coalizzate contro Goten e Sissi.
<< Fate proprio una bella coppia, uno più stronzo dell’altra. >> Sibilò Nihal, rossa di rabbia in viso.
<< Già, certo, quando ti fa comodo isono il tuo migliore amico, altrimenti sono solo uno stronzo qualunque. Bene, però non mi sembra che ti sia dispiaciuto ‘sta mattina! >> Urlò Goten, in preda al panico. Le gemelle e il suo migliore amico sgranarono gli occhi nella sua direzione. E si unì pure lui, dopo aver collegato l’assurdità che le aveva urlato contro.
<< No, scusa, non volevo… lo sai che non lo penso davvero… >> Tentò di scusarsi, avvicinandosi alla sayan offesa. Questa, però, abbassò il viso, cosa che non era mai successa. Le sue spalle cominciarono ad alzarsi e ad abbassarsi sempre più velocemente, fino a quando non fu chiaro a tutti che era riuscito a farla piangere. L’unica persona che era riuscita a farla piangere così, era stata suo padre, e di certo non aveva di che vantarsi quello in cella. Nihal non piangeva mai. Sembrava la ragazza più glaciale che si potesse immaginare, eppure a volte pure gli ice-berg si sciolgono. Ma lei no, sembrava che si fosse costruita una barriera, dove faceva scivolare tutto come pioggia e tornare più bella dopo il temporale. Infatti era così. Un muro le contornava il cuore e fino a quel momento nessuno l’aveva mai distrutto.
Goten ce l’aveva fatta con una semplicissima frase.
<< Oddio… Nihal, ti prego, scusami… lo sai… lo sai che non lo penso veramente…. >> Riprovò. Le mise una mano sulla spalla, ma lei gliela scansò malamente, alzano lo sguardo nei suoi occhi neri. Aveva il viso tutto rosso, le guance rigate dalle lacrime nere, gli occhi tutti contornati.
<< Tesoro! L’ hai fatta piangere!!! >> Sissi si avvicinò al suo ragazzo posandogli una mano sulle spalle, orgogliosa dell’accaduto. Ma lui gliela tolse, sconvolgendola.
<< Lasciami, vattene, tra noi è finita. >> Sillabò il moro acidamente. Sissi scrollò le spalle e se ne andò borbottando qualcosa di incomprensibile, irata e furiosa.
La situazione si stava facendo pesante.
Nihal fissava con odio Goten, con gli occhi viola gonfi di lacrime, pensando al modo migliore per ucciderlo facendogli passare atroci sofferenze.
Goten che la guardava sull’orlo delle lacrime di frustrazione. Si odiava per quello che aveva fatto, si odiava semplicemente perché era lui e perché era un maschio. Aveva fatto del male alla sua migliore amica e forse qualcosa di più… l’aveva trattata male in pubblico, dopo tutte le volte che lei lo aveva ascoltato parlare di ragazze e cose simili, che lei non aveva mai capito veramente. Perché Nihal era Nihal… era la più bella del secondo piano, e probabilmente anche del terzo. Insieme alla gemella, era la ragazza più sospirata della scuola eppure lei non aveva mai accettato nessun invito. Lei non era fatta per stare con altri. Lei doveva esserci sempre, per lui e questo l’aveva capito troppo tardi.
Trunks e Soana si scambiavano sguardi tragici. Sapevano che il loro amico l’aveva combinata grossa, veramente grossa, e molto probabilmente lei non l’avrebbe mai più perdonato. Ad un certo punto, a sorpresa di tutti, Nihal si mosse.
Si avvicinò al moro, sempre fissandolo trucemente con gli occhioni viola tristi e gonfi. Quando gli fu davanti, gli sorrise quasi con pena, e poi… lo baciò appena, sulle labbra. Un contatto che durò neanche due secondi, perché la sayan si staccò immediatamente, facendo ritornare negli occhi la furia cieca. Lo schiaffo arrivò improvviso sulla sua guancia. Tutto si sarebbe aspettato da lei, ma non quello. Goten si tastò la guancia rossa con un’espressione quasi scandalizzata. Era sicuro che se avesse potuto, gli avrebbe pure rifilato un cazzotto, ma a quanto pareva si era limitata ad un ceffone, e i ceffoni di Nihal non si auguravano a nessuno.
La gemella fissò Soana negli occhi e le sorrise, con gratitudine per non essersi messa in mezzo. L’altra ricambiò.
<< Nana… - cominciò ansante e con la voce leggermente incrinata. – di’ a Chichi che sto bene… - prese un respiro profondo – e che sono andata là. Spiegale che non deve preoccuparsi e dille che tornerò per cena. Cioè… forse, credo… spero… va beh, vado >> Le stampò un bacio sulla guancia per poi alzarsi in cielo, tenendosi la gonna in messo alle gambe.
Alex, a sorpresa, spalancò le sue candide ali da pipistrello e la seguì, senza dar peso a Soana, che le urlava di scendere e che era pericoloso per lei. << Nihal, aspettami. >> Urlò la bambina, sbattendo con più foga le ali per raggiungere la sua sorellona.
<< Alex… testona… lo sai che non sei ancora pratica… >> Nihal rallentò quel tanto che bastava per far sì che la bambina le si affiancasse. Le scompigliò, tirandole dolcemente una treccia.
Alex sorrise, sia con gli occhi che con le labbra. A volte, quella piccola peste si faceva capire di più con gli occhioni ambrati che con le parole.

<< Giuro che io ti ammazzo! Mia sorella non era così arrabbiata da quando papà ha ammazzato la mamma!!!!!!!!!!!!! Cosa diamine ti è saltato in mente, razza d’idiota! Potrebbe ucciderti se solo volesse e ne avrebbe tute le buone ragioni!! >> Ringhiò Soana a Goten. Quello voltò lo sguardo verso Trunks, appoggiato ad un palo con le braccia conserte. << Trunks aiutami… non è colpa mia… non volevo… >> Balbettò il moro in preda al panico. << Non è colpa tua? NON È COLPA TUA?????? Tu l’ hai baciata, tu le hai detto quelle cose e, sempre e soltanto tu, l’ hai fatta piangere. Ti sembra poco?? Non so davvero cosa ti sia preso, miseriaccia. Ti sei scavato la tomba da solo, sai? Nihal non è una semplice sayan! Non ho idea di come faccia, ma è anche mezza elfa, rimbecillito di una scimmia in putrefazione. Gli elfi sono una razza guerriera, mi era parso di avertelo spiegato. Forti quanto i sayan, e a volte anche di più. Tu sei già morto, prega solo che la parlantina di Alex la distragga, altrimenti sei finito. E ancora complimenti, bravo, veramente un grande amico. Lei si fidava e le hai pugnalato le spalle. Tsè! >> Applaudì con stizza, si voltò e si diresse alla chiesa, dove probabilmente c’erano ancora tutti intenti a festeggiare la piccola Pan. Zephyr e Krystal la seguirono immediatamente, trotterellando e tenendosi per mano come bravi fratellini, ignari di quello che era appena successo.
<< Trunks… tu hai visto… hai visto le labbra di Nihal… è solo colpa loro… te lo giuro, io non c’entro… non volevo… >> Cadde in ginocchio, coprendosi il viso tra le mani. In quel momento gli saettarono in mente tutte le immagini di una Nihal sorridente e raggiante, pensando che quei sorrisi e quegli occhi dolci li aveva riservati solo a lui. Era solo colpa sua se aveva rovinato la loro lunghissima amicizia. Le labbra rosse della giovano sayan non c’entravano un accidente.
<< Tu volevi invece. >> Goten alzò lo sguardo sul suo amico, strabuzzando gli occhi neri. << Non volevo che litigassimo, io e lei. >>
<< No… ma non dicevo fino a lì… dico, che tu lo volevi, cioè volevi baciarla. >> Spiegò il lilla, andandosi a sedere sulla panchina che fino a qualche minuto prima ospitava le due gemelle. Goten gli si affiancò immediatamente.
<< Forse… Boh, è stato naturale… cioè, lei non è come Sissi… o Rekla… Lei è Nihal… la mia Nihal… >>
<< Ti piace Nihal… vero? Oh, non ti preoccupare… ora puoi rimediare… lei non si sarebbe mai offesa se fosse stato qualcun altro a dirle quelle cose… questo dimostra che prova qualcosa per te… e non dico solo semplice amicizia. >> Spiegò Trunks, gesticolando come faceva quando era concentrato a parlare. Solo allora Goten si permise un sorriso.
Finalmente aveva capito tutto. Aveva capito di piacere alla sua migliore amica, e che lei piaceva a lui. Con il bacio di quella mattina, aveva solo messo in chiaro che non si erano indifferenti.
<< Dov’è andata? >> Chiese a bruciapelo all’amico, balzando in piedi.
<< Non lo so. Andiamo da zia Chichi, probabilmente Nana non l’ ha ancora raggiunta. >> Si alzò dalla panchina, infilò le mani nelle tasche e si avviò fuori dal parco affiancato da Goten, supereccitato all’idea di mettersi con Nihal, sempre se lei avesse accettato, ovviamente.
Tornarono davanti alla chiesa e non fecero fatica a notare la sayan dai capelli rosa, farneticare con Chichi, gesticolando come solo una ragazza che andava di fretta poteva fare. Trunks la guardò spiegare animatamente tutta la faccenda, ovviamente tralasciando che suo figlio era solo un maschilista senza un minimo di cervello, e sorrise. L’amico lo osservò con sguardo indagatore, poi gli strattonò la manica della giacca per farlo tornare alla normalità.
<< Tu mi aiuti con Nihal, io ti aiuto con Nana. Ci stai? >> Gli porse una mano, trattenendo a stento una risata per la sua faccia buffa. L’altro, per tutta risposta, passò lo sguardo scettico dalla sua mano al suo viso sorridente.
<< Non ci tengo, hai combinato abbastanza casini per oggi, non credi? >> Lo canzonò, dandogli uno scappellotto sulla nuca. Ci sarebbe stato tempo per lui e Soana, ma prima doveva aiutare il suo amico casinista.
In quel momento Soana smise di parlare con Chichi, per dirigersi da Bulma, che teneva in braccio Bra tutta scalpitante. Trunks e Goten le si affiancarono.
<< Ciao Trunks. >> Salutò la sayan, senza minimamente calcolare l’altro amico. Del resto, lui non si era aspettato di certo qualcosa di meglio dalla gemella impulsiva della ragazzina che gli piaceva.
<< Senti Nana… devo chiederti un aiutino… >> Propose il moro, afferrandola per il polso. Soana lo fissò negli occhi neri e vi lesse solo disperazione e una nuova lucina dentro. Sospirò.
<< Poi mi spiegherai perché non riesco mai ad essere arrabbiata con te. Ma non farci l’abitudine. – gli pungolò una spalla, sorridendogli dolcemente. – Avanti, sputa il rospo. >> Lui le sorrise radioso e cominciò a spiegarle il piano.

XXX

<< Perché sei arrabbiata con zio Goten? >> Chiese a tradimento Alex. Scese in picchiata e atterrò sulle gambe di Nihal. La sayan e la piccola vampira erano sedute sull’orlo di uno scoglio. Sotto di loro, il mare impetuoso si abbatteva violentemente sulla parete di roccia, spruzzando il viso di Nihal di salsedine. Questa inspirò profondamente una boccata d’aria di mare, per poi voltarsi all’interno della grotta. Lei e la gemella ci passavano tanto tempo dentro, tanto che l’avevano resa simile ad una casa. C’era un tavolino rustico in legno, un paio di stuoie per dormire, una cassapanca e una mensola, con dei cibi essiccati sopra.
Sulla parete più interna, era accostata una porta in legno, che non era altro che un pezzo di corteccia staccato da un albero, che nascondeva una cascatella ed un torrente, che usavano come bagno.
<< Perché credi che sia arrabbiata con lui? >> Nihal inarcò un sopracciglio blu, fingendosi sorpresa, quando invece non lo era minimamente.
<< Perché tu hai gli occhi tristi e ce li aveva anche lo zio. >> Scrollò le spalle la moretta. << Allora? >>
<< Va bene, ma non credo che potrai capire. Mi ha baciata e poi ha detto che è stato solo un errore. Ha giocato. >> Snocciolò, fingendo indifferenza, mentre era tremendamente doloroso parlarne.
<< Però… tu hai risposto o no? >> Alex piantò gli occhioni d’ambra in quelli viola della sayan e la fissò intensamente.
<< Sì… però… >>
<< Quindi non sarebbe successo se tu non avessi risposto. Giusto? >> Nihal annuì, fissando la bambina aggrottare la fronte per concentrarsi.
<< È colpa tua quanto sua. Sua perché non doveva baciarti se stava con un’altra. Tua perché hai risposto. Non puoi rimproverarti se non sa cosa provi. >> Spiegò Alex. La sayan la fissò confusa negli occhi, ancora quasi del tutto convinta della sua piena innocenza, quando due importantissime constatazione le fulminarono la mente. La prima era che la piccola vampira era un genio. La seconda era che, pur costandole molto, Alex aveva ragione e che le piaceva da morire Goten. Scoppiò a ridere istericamente, tenendo stretta la bambina tra le sue braccia, che dal canto suo non ci capiva più un accidente. << Hai ragione Alex. Hai maledettamente ragione, piccola peste. Ora andiamo a farci un bagno! >> Si alzò in piedi tenendo in braccio la bambina e si tuffò nel mare sotto di lei. L’acqua era torbida, sporca, ma Nihal si sentì immediatamente più pulita quando sentì l’acqua gelida punzecchiarle il viso. Odiava le alghe che c’erano lì, le davano un senso d’angoscia perenne. Infatti, quando andava lì con la gemella, faceva esplodere una piccola sfera di energia per depurare l’acqua e allontanare le alghe da lei. Ma quel giorno, con quel preciso stato d’animo, quelle sottospecie di foglie di insalata marcite, erano solo una flebile soddisfazione.
Alex seguiva Nihal in acqua, sbattendo in più pure le ali, lunghe ormai quasi due metri ciascuna. Giocavano, si schizzavano, ridevano e scherzavano e quando Soana le raggiunse, sbiancò.
<< Ma che caspita state facendo voi due? Alex! Nihal! >> Urlò infatti quando riconobbe le sagome della figlia di Angel e della sua gemella, in acqua tremanti.
In risposta Nihal le afferrò la caviglia e la trascinò in acqua, senza troppi complimenti. Quando Soana tornò in superficie, aveva i capelli tutti appiccicati alla fronte, ornati da una decina d’alghe, il vestito zuppo e tutto appiccicaticcio aderente al suo corpo e un’espressione a dir poco scocciata in viso. Si osservò meglio, sbuffò, ma subito dopo scoppiò a ridere, seguita dalle altre.
<< Il bagno, perché? >> Fece ingenuamente la blu, fissando negli occhi la gemella, che scosse la testa e tornò alla grotta. Sperò con tutta se stessa che i suoi amici non la vedessero in quello stato pietoso.
Alex e Nihal la seguirono quasi subito, per poi cominciare a togliersi le alghe dai vestiti. Soana spalancò la corteccia e invitò la gemella a lavarsi per prima. Questa sorrise e si infilò dentro senza fiatare. La rosa le chiuse la corteccia alle spalle, vi si appoggiò e sospirò. Corse fuori e tornò subito dopo con Trunks e Goten per mano, sotto gli occhi confusi della piccola Alex.
<< Ascolta piccola. Ora Goten e Nihal devono stare soli. Vieni a fare un giro con me e Trunks, fuori dalla grotta? >> La si inginocchiò di fronte e la guardò negli occhi. Alex increspò le labbra e arricciò il nasino, però annuì, con un sorriso furbetto.
<< Però, voglio andare sopra le nuvole. >> Soana e Trunks si irrigidirono, ricordando perfettamente sia l’alba che il tramonto visti da sopra le nuvole, alla gita di 8 anni prima. La sayan inspirò profondamente, strinse la mano di Trunks nella sua e prese per mano la bambina, che le sorrise radiosa. Si incamminarono verso l’ingresso della grotta, quando la sayan si ricordò di avere il vestito tutto appiccicaticcio e aderente al suo corpo, ma non ci badò più di tanto. Dopotutto stavano andando sopra alle nuvole e lì si moriva di caldo. Si sarebbero asciugate in un minuto. Si alzarono in volo tenendosi tutti e tre per mano.
<< CHE COSA DIAMINE CI FAI TU QUI?????? MERCOLEDì SERA, NANA!!!!!!!!!!!!!! >> << A quanto pare si sono visti… >> Sussurrò Soana. Si voltò indietro per controllare se dall’esterno la grotta poteva sembrare anormale, ma non c’era nulla di strano, se non sua sorella che smanettava in aria nella sua direzione ovviamente arrabbiata.
La rosa aveva avuto un attimo di paura a lasciare il suo migliore amico in pasto ad una Nihal arrabbiata, per di più con lui. Però qualcosa le diceva che sarebbe andato tutto bene e di certo non era il buon senso, dato che aveva lasciato l’amico non del tutto sicura di trovarlo intero al ritorno. Sperò con forza che la gemella non massacrasse di botte Goten, perché sarebbe stata perennemente in vantaggio. Ormai lo sapeva da qualche anno, Nihal era un sayan-elfo. L’aveva scoperto una volta quando sfogliava avidamente i libri della biblioteca di casa sua. Amava leggere. Per sbaglio, o forse più semplicemente per gioco, si imbatte in un libro rilegato in pelle tutto nero, con delle borchie argentate sulla copertina. Prese a leggerlo, memorizzando tutto all’istante, e scoprendo così che la sua adorata gemellina era una mezzosangue tra le due razze guerriere più potenti dell’universo. Gli elfi vivevano in compagnia, tipo quella di Jodel, in un mondo parallelo, raggiungibile solo grazie a pochi punti sulla Terra. Evidentemente sua madre era una sayan e nessuno glielo aveva mai detto. Se solo avesse saputo che poteva combattere e che era più forte di suo marito avrebbe posto fine a tutto quello, molto prima, prima che il loro padre prendesse il sopravvento e la uccidesse.
Aveva anche scoperto perché suo padre picchiava sua madre. Molto probabilmente, anzi sicuramente, aveva beccato la moglie tradirlo con un altro.
Ma Soana di lei non sapeva un accidente. Cioè, sapeva che Nihal era la sua sorella gemella, perché da super sayan nessuno le avrebbe mai riconosciute se avessero portato lo stesso vestito. Sapeva di dipendere in tutto e per tutto dai Brief, dalle urla di Vegeta ai dolcetti di Bunny e così via. Però sulla sua vita passata, sulle sue reali origini era ignorante. Per questo che ogni tanto si trovava in biblioteca a cercare disperatamente un segno della sua esistenza. Probabilmente era anche lei un mezz’elfo come Nihal, ma qualcosa le diceva che non era così, perché era diversa. Si trovò a pensare a quando era stata aggredita dagli uomini di Erin. in ogni ricordo cercava qualcosa che l’aiutasse. Però in quello non aveva mai scavato a fondo, perché troppo doloroso ricordarlo. A quel punto era arrivato il momento. Ricordò una mano fredda afferrarle il polso e poi tapparle la bocca. Ricordò che trascinarono lei e sua sorella nel postaccio. Ricordava ancora tutto alla perfezione, come se fosse successo il giorno prima e non 8 anni prima. Ricordò il terrore. La morsa al cuore e alla gola, che le impedivano di parlare. Improvvisamente sentì un fischio fortissimo alla testa. Lasciò le mani di Trunks e di Alex, per tenersi la testa. Perse quota. Si sentì precipitare, senza più alcun controllo delle sue facoltà. Tra il frastuono della sua mente e i suoi mugolii sommessi, sperò ardentemente che una nuvola spessa fermasse la sua caduta. E qualcosa accadde. Una nuvola, per l’appunto, le si parò sotto e la sostenne, mentre lei si dimenava cercando di far scomparire quel fastidioso fischio dalle orecchie. Si massaggiò le tempie, ripetendosi che aveva passato di peggio, come quando suo padre a 5 anni la picchiava, e il dolore parve abbassarsi. Non aveva idea di cosa fosse. Non le era mai capitato. << Stai bene? >> Una voce vellutata, le arrivò alle orecchie, seppur ben sigillate sotto le sue mani.
<< Sì… io… io credo di sì… ma dove sono? >> Rispose socchiudendo le palme delle mani per sentire nuovamente quella voce.
<< Sei su di me, cara, tua madre mi ha pregato di salvarti. >>
<< Mia madre? Ma è morta… lei… lei è morta 8 anni fa… >>
<< Ascolta tesoro, vuole parlarti. >> La soffice nuvoletta rosa non parlò più, ma la portò in alto, molto più in alto, dove l’aria era rarefatta e si faceva fatica a respirare.
<< Dove mi stai portando? >> Provò a chiedere, ma non ricevette risposta. Allora si accasciò, pregando che Trunks non fosse in pensiero e che Alex stesse bene.
Arrivarono dove l’aria non c’era quasi più, quando la nuvoletta si fermò di scatto, facendo perdere quasi l’equilibrio alla sua ospite, che si aggrappò saldamente a… a dire il vero non sapeva a che cosa, però si aggrappò e così non cadde a terra. Stranamente per l’altezza, era tutto buio e Soana non riusciva a vedere nulla. D’un tratto un corpo vaporoso le si fermò davanti. Era sua madre. Era bellissima, come se la ricordava lei. I capelli rosa e gli occhi viola chiaro, quasi lilla. La sayan scoppiò a piangere senza ritegno, singhiozzando pesantemente e sforzandosi di tenere gli occhi aperti.
<< Mamma… ma sei… Viva? >> Chiese, quando ebbe recuperato un po’ del suo orgoglio. << No tesoro. Sono morta, hai ragione. >> Le sorrise dolcemente. Quanto le erano mancati quei sorrisi? Tantissimo, nonostante Bulma cercasse in tutti i modi di farla sentire a casa. Non era la sua mamma e non lo sarebbe mai stata.
<< E allora… perché sono qui? Io… perché posso vederti? >> Riprese, più confusa di prima.
<< Voglio parlarti della tua missione amore mio. Dovrai riferire poi tutto a tua sorella. Voi piccoli sayan insieme agli adulti, siete incaricati di salvare la Terra. Ma tu devi sapere, tesoro, che tu e tua sorella non siete destinate solo a questo. Puoi vedermi perché ho assunto una specie di corpo. – a quelle parole gli occhioni gialli di Soana si illuminarono della speranza che la loro mamma potesse tornare in vita. - Lo so cosa pensi piccola ma non potrà mai succedere. Io non posso tornare in vita. Ho dei lavori da fare qui, sai? Non fare quella faccia, dai… sei molto più bella quando sorridi. Ecco, così, brava. E comunque, stavo dicendo che tu e Nihal non siete destinate solo a questo. Voi siete le guardiane della natura. Nihal della fauna, mettiamola così, tu della flora. Potrai venirmi a parlare solo una volta al mese, perché mantenere una forma compatta disperde molte energie. Ricorda che anche tua sorella può venire solo una volta al mese, ma dovete venire quassù perché io, purtroppo, non posso scendere da voi. Avete nelle mani molto potere, dovete usarlo per fare del bene. Mi dispiace, amore, ma è ora che tu vada. Bacia tua sorella da parte mia. Toh, guarda. Ma chi è quel ragazzino? Si sta avvicinando troppo… e c’è anche una bambina… chi sono piccola? >> Spiegò tutto d’un fiato la donna di fumo, per poi sporgersi di sotto. Effettivamente c’erano due figure che si stavano avvicinando.
<< Lui credo che sia Trunks. Sai, abito con lui. E l’altra è… beh, è complicato da spiegare con le parentele, sappi solo che è Alex. >> Rispose Soana con un sorriso. << Ah… il tuo fidanzatino. Finalmente tesoro è da tanto che ti osservo da qui. Tua sorella è stata molto più svelta di te. Beh, vai da lui! Avanti, non vorrai farlo preoccupare?!?! >> La donna sorrise maliziosamente, mentre la figlia diventava rossa di vergogna.
<< Mamma, sei pazza. Ti voglio bene. ci vediamo poi tra un mese, ciao!! >> Le sorrise candidamente, per poi lasciarsi cadere giù in picchiata verso i suoi amici.
Ovviamente, Trunks appena la vide l’abbracciò, lasciandola di stucco, per poi cominciare a discutere.
<< Non sono più una bambina, Trunks! E poi è privacy, mi dispiace. >> Disse ad un certo punto, sull’orlo dei nervi.
<< Beh, sei poco più di una bambina se è per questo. Mi hai fatto preoccupare, ora dimmi che ti è successo. >>
<< Te l’ ho detto. È privacy, amico mio. >>
<< Dimmelo. >>
<< NO. >>
<< SI. >>
<< NO. >>
<< SI. >>
<< Basta voi due, vi prego! >> Esclamò una voce poco sotto di loro. Era Nihal, che sorridente stava guardando la sorella e il suo migliore amico litigare come sempre.
<< Nihal! Non ci crederai mai, ho parlato con mamma! >> Soana perse quota velocemente e abbracciò forte la gemella.
<< Cosa? >> Fece Nihal, sgranando gli occhi viola. Soana annuì e sorrise eccitata, mentre si metteva a girare in volo abbracciata alla gemella.

A fine giornata, fu semplicemente tutto perfetto. Rimasero a pranzo e a cena da Videl, per il battesimo, e quando tornarono a casa si distesero immediatamente tutti nei propri letti. Nihal e Goten come fidanzati. Soana e Trunks come amici. Ma nei cuori dei due sayan c’era accesa una scintilla luminosa. Quella notte non dormirono distanti come sempre. Dormirono abbracciati, come innamorati consapevoli di esserlo, quando non lo sapevano ancora. Dormirono abbracciati, perché sapevano che tra loro qualcosa era cambiato, nel profondo dei loro cuori.
Quando il mattino dopo si svegliarono, non si imbarazzarono, ma si sorrisero… ma questa… è tutta un’altra storia. ^.-

Finalmente è finitaaaaaa! Miseria, l’epilogo è di 17 pagine di word. Wow, ho superato me stessa. ^^ beh, che dire, spero che sia piaciuta. Ah, già, dimenticavo. Da quello che ho capito in DB non ci sono le cerimonie religiose che ci sono da noi. Però l’ ho dovuta mettere, perché mi serviva. Sapete, è la prima FF che finisco e non è neanche la prima che inizio. ^^ Allora, so che è una novità, ma ringrazio chi mi ha tenuta tra i preferiti, ovvero: anemone333, ary22, black91, Cavolovai, chiara46, hilaryssj, marisa91, pink princess, tara e _videl_. Ora, grazie veramente di cuore a chi ha seguito la mia storia dall’inizio, veramente troppo gentili. Me commossa, sigh. Poi, passo ai ringraziamenti normali. Ary22: Non disperare cara! Ho finito una storia, ma ne sto cominciando un’altra… solo che non è su DB. Mi verrà poi nuovamente l’ispirazione e ne scriverò una nuova. Grazie tante di tutti i complimenti, troppo gentile. Tara: Ecco il tanto atteso epilogo. Ho voluto farla finire con Goten, Soana, Nihal e Trunks, giusto perché a Gohan e Videl gliene ho fatte passare veramente troppe. ^^ fammi sapere, oki? Tvb e grazie davvero per il sostegno morale. ^^ Chiara46: L’ho detto. Questa volta provo nella sezione di FF su celebrità. Va beh, è una prova. ^^ Comunque, grazie tantissime dei complimenti. ^^ Ale ssj5: Anche se sei nuovissima, grazie tantissime! Non ci posso fare nulla, sono femminista al massimo. È nella mia natura ^^. Videl love Gohan: Ti sono andata a pescare nel first chap. Grazie tantissime anche a te. ^^ bacioni!! Molto bene. Direi che ho finito. Ancora un grazie a tutto per il sostegno e per i colpimenti, è anche merito vostro che mi avete fatto continuare e, infine, concludere questa storia. Thank you very much! Danke, danke. Bye bye, ci vedremo poi o forse mai più. Con estremo affetto, che non è l’estrema unzione anche se starebbe meglio, vostra Barbycam. p.s. scusate l'Html ma fa capricci. Spero capiate lo stesso.
  
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