La mattina seguente, la vita ad
Harvard tornò alla
normalità.
La Rossa era vicina al parto, grazie
al Cortexiphan, e
Lincoln le stava vicino il più possibile.
Il Dottore, per tenerla al sicuro,
l’aveva fatta trasferire
all’interno del TARDIS, dove avrebbe trovato tutto
ciò di cui avrebbe avuto
bisogno. L’altra Olivia le faceva compagnia, ogni tanto,
cercando di distrarla
dagli effetti collaterali della sostanza che le era stata iniettata,
soprattutto nei momenti in cui Lincoln si assentava.
Intanto, all’esterno,
Charlie stava controllando una mappa
olografica della Freedom Tower. Accanto a lui, River apportava delle
modifiche
alla stessa, colmando i vuoti lasciati dalle descrizioni fatte da Tony,
Henrietta, Peter e Jack, gli unici che, al momento, erano riusciti a
entrare.
“Come sarebbe che non ci
sono vie d’accesso all’ultimo piano
che non siano sorvegliate da meno di due Lealisti?”
domandò l’uomo fissando
l’ologramma “E’ impossibile, non possono
avere così tante guardie! Ci saranno
almeno una decina di punti di accesso, tra ascensori e scale
antincendio!”
“Dolcezza, credimi,
è così.” rispose la riccia, sorridendo
“Credi davvero che la fuga di Tony e Etta non abbia allarmato
gli Osservatori?
Senza contare che il loro capo li ha incontrati.”
Charlie sospirò e dovette
ammettere che la donna aveva
ragione. Inoltre ci sarebbero sicuramente state delle trappole, per
impedire
loro di entrare, e doveva tenerne conto.
Peter si avvicinò, tenendo
una tazza di tè fra le mani, per
osservare i progressi. Prese una matita e indicò
l’ultimo piano dell’ologramma.
“Su questo piano cosa
c’è?” domandò.
“Quello… in
teoria dovrebbe essere l’ufficio di Henry. In
pratica non so esattamente come è fatto, non sono mai
riuscita ad arrivare fin
lassù.” commentò River.
Peter annuì, fissando
l’ologramma, concentrato, mentre la
donna giocherellava con una piccola moneta d’argento,
facendola girare sulle
mani e sparire a piacimento, con piccoli giochi di prestigio.
L’uomo venne
attirato da quelle manipolazioni e le osservò per qualche
minuto, prima di
afferrare la moneta e analizzarla attentamente.
“Mezzo dollaro
d’argento. Sembra pure vecchia…” disse,
rigirandosela e facendo gli stessi giochi che faceva la riccia poco
prima “dove
l’hai trovata?”
“E’ un cimelio di
famiglia. Apparteneva a mio nonno. Mi ha
anche insegnato qualche gioco di prestigio quando ero
bambina.”
Peter bloccò la mano,
alzando gli occhi sul viso di River,
sorpreso e confuso allo stesso tempo.
“Come si chiamava tuo
nonno?” chiese.
“Entrambi i miei nonni
avevano lo stesso nome, ma è spoiler,
mi dispiace.” rispose, cripticamente, River.
L’uomo sospirò.
Già i giorni precedenti aveva ripetuto più
di una volta a tutti coloro che le facevano una qualsiasi domanda per
il futuro
quella parola: spoiler. Era frustrante non avere risposte complete; si
guardò
intorno, osservando gli altri ribelli, indaffarati nei loro compiti. Lo
sguardo
si fermò sulla figlia, impegnata
nell’immagazzinamento di alcune provviste, che
in quel momento si stava concedendo una breve pausa in compagnia del
fratello
di Rose. I due ragazzi sembravano essersi legati molto nel periodo di
prigionia; osservò quel gioco di sguardi e i movimenti dei
due. A Peter sembrò
di vedere sé stesso e Olivia anni prima, prima che lui
conoscesse la verità
sulla sua provenienza, prima di Jacksonville. Sorrise tra sé
quando Jack si
avvicinò e li divise, con la scusa di far portare a Tony uno
scatolone nel
magazzino, e si ritrovò a pensare a come erano cresciuti i
due ragazzi.
Due figli dei due mondi, con un
genitore di un lato e uno dell’altro,
cresciuti in un mondo in guerra, dove hanno dovuto imparare a
sopravvivere. Si
chiese che tipi fossero i genitori di Tony, ma dalle descrizioni di
John e Rose
aveva capito che la madre doveva essere stata una donna forte,
così come il
padre doveva essere un uomo forte, Peter Tyler, uno dei capi della
Resistenza
inglese.
La mente di Peter prese a lavorare
vorticosamente, appena
focalizzò il nome del padre di Tony. Spalancò gli
occhi e tornò a fissare la
riccia di fronte a lui. le sue parole rimbombarono nella sua testa: i miei due nonni avevano lo stesso nome.
Senza dire una parola allungò la mano e la poggiò
sulla guancia di River, in
una leggera carezza.
La donna non si mosse, fece un
leggero sorriso e lasciò che
la mano dell’uomo sfiorasse la sua guancia.
“Tu…”
sussurrò Peter, guardandola negli occhi “hai detto
che
i tuoi nonni… non può essere… tu
sei…”
Non fece in tempo a metter voce ai
suoi pensieri che Olivia
corse fuori dal TARDIS, guardandosi intorno, preoccupata e allarmata,
quindi la
bionda corse verso Lincoln e gli disse qualche parola in privato.
Subito l’uomo corse nella
cabina, trafelato, mentre Olivia
si avvicinava a Peter, preoccupata.
“Peter,
dov’è tuo padre?” domandò
“C’è bisogno di lui nel
TARDIS: il bambino di Olivia sta per nascere.”