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Autore: Anaire_Celebrindal    02/03/2013    5 recensioni
Anno 455 della Prima Era della Terra di Mezzo: Fingolfin, il Re Supremo dei Noldor ha appena sfidato Morgoth... e lo ha quasi sconfitto: il Signore Oscuro si è ritirato nella sua fortezza e ha affidato la guerra al suo luogotenente Sauron, scomparso nel nulla; ma nel Beleriand cresce una nuova minaccia che non viene da Angband. Si susseguono misteriosi attacchi ai danni dei principi dei Noldor, a opera di sicari provenienti dal Doriath... ma chi si nasconde dietro il nome e l'identità di un semplice elfo grigio?
Dal testo:
"Aveva perso la cognizione del tempo e dello spazio quando riuscì a vedere di nuovo uno squarcio di cielo.
Ormai allo stremo delle forze, Ereinion si accasciò sul suolo erboso, a pochi metri dagli ultimi arbusti di quella foresta scura. Tossì a ripetizione, sputando fiotti di sangue. Si sforzò per tenere gli occhi aperti. Sentì altri passi, rumore di voci che si chiamavano tra loro, ma sentì che non sarebbe riuscito più a combattere.
È la fine.
Ereinion chiuse gli occhi e respirò profondamente.
Questa è la fine di Gil-galad."
Genere: Avventura, Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altri, Gil-galad, Melkor, Sauron, Sorpresa
Note: What if? | Avvertimenti: Spoiler!
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'L'ombra del Doriath '
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La sera era appena calata. L’elfo aprì la pesante porta di legno della stanza. Entrò nell’ambiente, con passo svelto e nevrotico. Tirò un pugno alla parete.
Il suo viso impassibile si contrasse in una smorfia di rabbia e dolore. I suoi occhi scuri lampeggiarono di collera e sorpresa, nel buio. Avvertì la presenza di qualcun altro, nella stanza.
 -Chi sei?- disse, voltandosi. 
La figura, ammantata di grigio, indossava un cappuccio calcato sul viso. Era seduta sul davanzale della finestra con aria casuale, ignorando il fatto che questa si trovava a decine di piedi d'altezza. L'elfo si mosse in avanti, esponendosi alla luce della luna. Evidentemente lo straniero non aveva intenzione di fargli del male, altrimenti lo avrebbe già fatto.
 -Come sei arrivato qui?- insisté. La sua mano corse all'elsa della spada, mentre il sangue colava sul pavimento dalle sue nocche ferite.
 -La città è meno protetta di quanto tu non creda, figlio del Nan Elmoth- replicò l'altro, con un tono di nero sarcasmo.
Il mantello ondeggiò e una punta luccicante si affacciò dalle pieghe della stoffa.
 -Ho distolto il mio sguardo dalle foreste oscure- ribatté l'elfo, stringendo le labbra, astioso -la mia casa è Ondolindë.- 
A quelle parole, la figura balzò giù dalla finestra. Sguainò un pugnale sottile e lo puntò alla gola dell’elfo. 
 -Non pronunciare quel nome o la sventura ti seguirà come un’ombra.
 -Lo fa già- rispose l'altro con un sorriso beffardo -ora dimmi cosa vuoi, o vattene. 
 -Voglio proporti un patto- disse l'individuo incappucciato, togliendosi il mantello con un gesto secco. Era uno dei Sindar, un elfo dalla carnagione chiara e dalla testa bruna, con gli occhi chiari come il mare. Era una mosse imprudente mostrarsi in viso, ed egli lo sapeva, ma sembrava godere dell'incoscienza di una tale manovra.
 -Mithor* è il nome del mio signore, ma voi lo conoscete come Dúnedhil-warthol**... -continuò l’elfo grigio -per il momento non è necessario che tu sappia il mio nome. Lo saprai solo se acconsentirai alla proposta del mio signore.-
 -Dimmi allora qual è questa proposta, ma se è contro i miei principi ti pentirai di essere entrato in questa città- disse gelidamente l'altro.
 -Non lo farò, stanne certo- il pugnale luccicò di nuovo alla luce delle stelle, mentre il Sinda lo faceva roteare abilmente tra le dita -questo oggettino mi proteggerà da eventuali... opposizioni, non so se mi spiego- ghignò. 
 -Ti spieghi benissimo- disse l’altro, l’espressione imperscrutabile. 
 -Il mio padrone ti propone di fare un lavoro per lui- sussurrò il Sinda -ti ripagherà a sufficienza dei tuoi servigi. Dovresti solo... dare una mano a noi. Dall’interno.- 
 -Per fare cosa?-
Il tono casuale non mascherava la curiosità e l'apprensione.
 -Uccidere il re- l’elfo grigio sorrise -lui e la sua famiglia. Non preoccuparti, se ci aiuterai ti risparmieremo, perché tu sei figlio della foresta oscura. Ma se rifiuterai il nostro aiuto... beh, qualche goccia di sangue dei padroni di Endor sarà sprecata.- 
 -Padroni di Endor? Nessuno è padrone di Endor.-
 -Questo è quello che tu credi... la città dai sette nomi ha annebbiato la tua mente. Aiutaci a eliminare coloro che sono venuti dal mare... o verrai eliminato con loro. Io conosco già la tua storia... so che conservi odio nel tuo cuore, so che controlli le tue emozioni e leggo nel tuo passato; ma tu dimmi il tuo nome, così che io possa dare giusto onore o giusta vendetta contro un signore che posso nominare.- 
 -Il mio nome è quello che vuoi?- disse l’altro elfo, indietreggiando lentamente. Uno sguardo di troppo e il Sinda gli si lanciò contro, mirando alla gola; ma l’elfo scuro era pronto e sguainò una spada nera come la morte, che non rifletteva la luce delle stelle.-
 -Il sangue di Aman scorre per metà nelle mie vene e non ho intenzione di rinnegarlo. Scoprirai che non è facile cogliere impreparato Maeglin, figlio di Aredhel Ar-Feiniel, la Bianca Signora dei Noldor.-
La spada nera guizzò nell’oscurità: un urlo soffocato fendette la fredda aria notturna e il sangue dell’elfo grigio si sparse sul pavimento.
 -Questa spada proviene dalle foreste che ami tanto- sussurrò Maeglin al Sinda morente -con questa lama io adesso ti uccido, perché nessuno- strinse la presa sulla spada -ripeto, nessuno può entrare a Gondolin senza il permesso del re.-
 -Manda al tuo re tanti saluti da Elu Thingol- biascicò l’altro, con un ghigno.
Maeglin piantò la lama nel cuore dell’elfo. Il coltello sottile cadde tintinnando sul pavimento. 
 

 
Note: 
*: Signore Grigio, nome con cui Mithor era conosciuto a Menegroth.
**: Colui che dimentica gli Elfi dell'ovest, nome con cui Mithor era conosciuto presso i Sindar.
Nota dell'autrice: Spero che questa storia, nata da un'ispirazione momentanea, vi piaccia (penso di no, ma la continuerò lo stesso). In effetti mi è dispiaciuto molto che ci fossero così poche FF sulla Prima Era e sul Quenta Silmarillion,  così ho voluto rimediare con una piccola serie (nessuno mi uccida, spero che non mi odierete). Perdonate la mia scarsa conoscenza di Quenya e Sindarin, se trovate errori in lingua elfica o italiana siete pregati di farmeli notare, così li correggerò la prossima volta.
Sono accettati anche commenti negativi (soprattutto quelli, dagli errori si impara molto), ma adesso mi congedo, prima che queste note diventino un po' troppe. Alla prossima!
   
 
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