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Autore: irina de liben    02/03/2013    0 recensioni
Ricordo ancora alla perfezione il giorno in cui sentii per la prima volta il sapore del sangue che macchiava la mia arma, in cui la guerra dei miei antenati divenne la mia.
Il giorno in cui divenni un assassino.
Genere: Azione, Storico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Ezio Auditore, Flavia Auditore, Marcello Auditore, Nuovo personaggio, Volpe
Note: nessuna | Avvertimenti: Violenza
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The Revenge




I suoi antenati avevano formato un piccolo ma temibile esercito, divenuto famoso per le stragi che compiva vagando per le campagne e massacrando tutti i nemici che incontrava sul suo cammino [...]
E così erano stati chiamati "Hashashin". Il loro nome era diventato sinonimo di morte in quasi tutte le lingue del mondo e aveva dato origine al termine "assassino".

 

Dan Brown

"Angeli e Demoni".

 

 

 

Prologo

 

 

L'Inganno

 

Il cielo notturno senza stelle fissava ostile i tre uomini incapucciati, appollaiati a mo' di avvoltoi sul davanzale della finestra dell'ignaro signorotto, che dormiva avvolto nelle coperte di seta ottenute con la truffa e l'inganno, come d’altronde anche tutti gli altri beni che possedeva.

-Xavier, sei pronto?

Il ragazzo annuì, strofinandosi la mano, un gesto che ormai gli era divenuto abituale.

-Voglio la mia vendetta e la voglio adesso!

Il più anziano degli uomini fece scorrere l'indice sull'elsa della lama celata, attento a non sfiorarne i bordi.

-Potrei chiederti la stessa cosa, Chase Hook.

-Ruffus, non dovevi aiutarci?

-Vi ho cresciuto, ragazzini, vi ho resi ciò che siete. Non voglio che il frutto della mia vecchiaia venga abattuto stanotte.

 

Xavier lo guardó con una simpatia non lontana dall'affetto, e si figuró il suo volto rassicurante ricoperto dalla peluria castana sbiancata in diversi punti dalla canizie, che aveva imparato a conoscere nei minimi particolari.

 

-Abbi fiducia in me, maestro.

 Ruffus sorrise:

-Lo sai che non sono degno di tale titolo.

 -Lo sei più di tanti altri.

 Chase sospirò:

 -Possiamo procedere?

 -Da' pure il segnale.

 

Il giovane assassino sguainò lo stiletto e fece riflettere la luce lunare sulla lama argentea facendo in modo che venisse proiettata in un vicolo inghiottito dall'oscuritá, le cui ombre si mossero al comando.

Xavier ridacchió, assaporando l'imminente fine dei suoi antichi avversari, e infiló una spilla nella serratura della grande finestra a due battenti, che cedette subito.

-Chase, va' subito nella biblioteca e recupera la pergamena, io, Cesare e Marcello sorveglieremo l'ingresso. Xavier... Buona fortuna.

-Fortuna? Mi ha abbandonato tanto tempo fa.

 Ruffus gli posò una mano sulla spalla:

 -L'Ordine non ti abbandonerá mai- promise e scomparve nella notte.

Xavier avanzò con estrema cautela nella camera da letto arredata secondo i costumi dei nobili dell'epoca, e provó un forte disgusto davanti a tanta opulenza.

"La cittá pullula di braccianti e senzaterra che ammazzerebbero per un pezzo di pane. Stanotte ammazzeró te, per avere tolto tutto a quella gente...Per avere tolto tutto a me! "

La brezza estiva faceva muovere le tende come se fossero dotate di vita propria, penetrando nel mantello dell'assassino e facendolo rabbrividire dal freddo e dall'eccitazione per la carneficina che avrebbe compiuto a breve. Mosse tre flebili ma sicuri passi verso il baldacchino dove stava dormendo la sua vittima e sorrise al pensiero della sua gola squarciata, della giustizia che finalmente sarebbe stata fatta.

"Ho aspettato questo momento per anni".

Uno schiocco secco e metallico accompagnó l'attivazione della lama celata, che brilló di luce sinistra, come se anche l'arma attendesse impaziente di tagliare la carne dell'uomo addormentato.

Xavier scostó la tenda del baldacchino e posó lo stivale accanto al guanciale, per avere un punto d'appoggio sufficientemente stabile.

"Addio, lurido Templare!"

Xavier sferró un solo fendente, laddove si doveva trovare la gola della vittima, ma il materiale che taglió era di consistenza del tutto diversa dalla carne umana.

 Un turbine di piume si sollevó in aria, riempiendo la stanza di bianco.

-Che cazzo...?!

Poi qualcosa di grosso strattonó Xavier per il cappuccio, scaraventandolo contro la credenza dove sbatté malamente la testa.

-Cosa credevi di fare, ragazzino?

L'assassino tentó di rialzarsi, ma la contusione lo aveva stordito.

-Pensavi davvero che fossi cosí ingenuo da farmi uccidere nella mia stessa casa? Da non sospettare i vostri piani ridicoli?

Xavier boccheggió, ma l'uomo gli assestó un calcio nelle costole.

-Stanotte sarai tu a morire, Xavier Solemann. Ti uccideró, proprio come noi abbiamo ucciso tuo zio!

 

Il ricordo rievocato dale parole dell’uomo arrivó con la stessa letale precisione di un fulmine...

 

-Zio! Cosa vi hanno fatto?

Il vecchio era allo stremo, non sapeva come dire al ragazzino dai capelli color sabbia che se ne stava andando, non sapeva chi si sarebbe preso cura di lui.

-Avvicinati...

Il ragazzino aveva gli occhi pieni di lacrime:

-Zio, vi prego, alzatevi! Dobbiamo andarcene da qui!

La neve tutt'intorno era una poltiglia rossa, cadaveri erano sparsi ovunque e nel bosco si nascondeva ancora quella donna orribile dallo sguardo crudele...

-Dammi la mano, nipote.

Lui tiró su col naso e porse la mano sinistra allo zio, per ricevere la sua ultima benedizione.

-Che tu possa avere una vita lunga e felice. Rendi onore alla tua famiglia, da' gloria al nostro nome come io e tuo padre  abbiamo fatto prima di te, combatti per la Luce e la Giustizia e che questo marchio ti ricordi sempre chi sei.

-Zio io non capisco!

Il morente non rispose, ma chiamó a se le ultime forze per raccogliere da terra il suo pugnale...

Ed infilarlo con forza nella carne del ragazzo, per incidervi il suo futuro.

-AAAAAAAAAHHHHHH!!!

Il ragazzino si afferró la mano, per contrastare il dolore e fermare l'emorragia.

-Zio...Cosa mi hai fatto? Zio? Ti prego rispondimi! Zio Rapier...?Zio?! ZIO!

Tremando, il ragazzino scoprí la ferita per guardarla meglio, solo per desiderare poi di non averlo mai fatto.

In mezzo ai fiotti di sangue, rosso come la rabbia che s'impossessó del giovane, spiccava chiaro il simbolo degli Assassini...










Note dell'autrice

Ciao, sono Irina de Liben e come prima storia qui su EFP ho pensato di pubblicare quella a cui tengo di più, ovvero la storia della vita da Assassino di Xavier Solemann a vent'anni circa dalla morte di Ezio Auditoire, alla cui figura mi sono ispirata per modellare quella di Xavier che, da ragazzino rabbioso ed assetato di vendetta diventerà uno dei più grandi assassini della storia dell'Ordine.

Spero vi piaccia e...

Nulla è reale, tutto è lecito!

Irina de Liben.

  
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