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Autore: danyazzurra    03/03/2013    11 recensioni
So che può sembrare una storia su Harry Potter, ma non lo è. E' solo l' introspezione, spero fatta in modo leggero e non patetico, di un momento difficile della mia vita.
Genere: Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: Tematiche delicate
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A tutte le persone che combattono quotidianamente e che sperano di vincere la battaglia più importante della loro vita.

 
Quando senti la parola Tumore al cervello, tutto intorno a te sparisce.
Non riesci neanche ad ascoltare. Benigno. Maligno. Non ascolti, non senti.
Immagini già il momento in cui dovrai dire addio alle persone che ami. Immagini momenti difficili, mesi passati in mezzo alla Chemioterapia per finire stesa in un letto a consumarti lentamente.
Questa almeno è stata la mia reazione.
Vedevo il dottore parlare e mio marito guardarlo accigliato, ma dentro le mie orecchie continuava, soltanto a risuonare la parola Tumore.
Tumore, sì con la maiuscola, perché alla fine questo è il timore di tutti.
Quando a volte, hai un piccolo disturbo, un malessere che perdura, la mente anche inconsciamente va là, dritta a quella parola.
Nel mio caso era un mal di testa forte, troppo forte, per troppi giorni e troppo spesso.
Allora mi sono decisa a fare un’ analisi specifica e il risultato è stato quello più temuto.
Quello che non crederesti mai. Non a trent’ anni. Non appena sposata e con il sogno di allargare la famiglia.
Ma purtroppo la vita non è sempre come ti aspetti.
La vita è come una scatola di cioccolatini, diceva un film, non sono molto d’ accordo, ma prendiamola così.
E così mi sono ritrovata in mezzo ai dottori, neanche sicura di sapere cosa ci facessi.
Nel giro di quindici giorni sono stata letteralmente rivoltata come un calzino e mi hanno proposto di fare una Craniotomia.
Craniotomia, un termine che fino a quel momento avevo sentito solo in una delle mie serie Tv preferite.
Mi faceva strano pensarci e persino parlarne.
Non credevo neanche che fosse realmente una cosa che stava accadendo a me.
Andava tutto così in fretta. Il mondo non si decideva a fermarsi.
Gli amici mi circondavano d’ affetto, mi facevano regali di in bocca al lupo, mi mandavano sms incoraggianti.
Ma continuava a non sembrarmi vero.
Non riuscivo neanche a piangere, perché mi sembrava un’ assurdità.
Mi sembrava quasi di vivere la cosa dall’ esterno, perché affrontarla dall’ interno, mi faceva troppa paura.
Le persone attorno a me continuavano a dirmi di guardare la cosa positivamente, in fondo ero stata fortunata.
Fortunata ad averlo scoperto in tempo, fortunata che si potesse togliere, fortunata…quel termine cominciava a snervarmi, perché, sì probabilmente ero stata davvero fortunata, ma per me la fortuna sarebbe stato non averlo proprio.
Mi sembrava così strano che mio marito mi riempisse di regali, che mi tenesse continuamente stretta a sé, che continuasse a consolarmi.
Consolarmi per cosa?
Andava tutto bene. Non avevo niente.
Il Neurochirurgo aveva detto che sarebbe stata una semplice operazione.
Avrebbero asportato il Tumore e lo avrebbero analizzato, poi, se tutto fosse andato come doveva avrei avuto solo una piccola cicatrice.
Quindi che cosa mi stava succedendo? Niente.
Era come quando da ragazzina mi avevano tolto l’ appendice, solo che adesso mi avrebbero tolto un’ appendice alla testa.
Per assurdo la cosa che mi spaventava maggiormente era l’ idea che mi rasassero i capelli.
I miei lunghi capelli biondi. Non li tagliavo da anni, mi ero sposata da pochi mesi ed erano così belli e così lunghi.
Invece quindici giorni dopo la diagnosi, mi ritrovai a dovermi ricoverare.
I miei lunghi capelli biondi, erano corti e castani, così che si notasse il meno possibile la differenza.
La sera prima mi rasarono i capelli e mi tranquillizzarono sul fatto che avrei potuto fare una sorta di riporto.
Un riporto? Come gli uomini senza capelli? E dire che la mia parrucchiera aveva sempre detto che con tutti i capelli che ho avrei potuto farci una parrucca.
Inutile dire che non riuscì a dormire. L’ operazione era fissata per le sette e mezzo della mattina e stetti per buona parte della notte al telefono con mio marito o le mie amiche.
Mi portarono con l’ ambulanza a fare un’ ultima analisi e io nei momenti morti, fumai una sigaretta dietro l’ altra, tanto ormai più che essere all’ ospedale cosa potevo fare?
La mattina dopo ero pronta, lavata con il disinfettante e con indosso un camice verde.
Le gambe tremavano un po’, ma non c’ erano problemi tanto mi avrebbero fatto salire sul lettino.
Quando passai davanti alla sala d’ attesa, salutai mio marito, mia madre, mio padre e mia zia.
La mia zia preferita, la mia testimone di nozze, quella zia che non mi abbandona mai.
C’ erano tutti e sentivo la mia sicurezza vacillare.
Perché c’ erano tutti e perché quelle facce preoccupate, nascoste dietro finti sorrisi?
Il dottore aveva detto che sarebbe andato tutto bene. O no?
E se così non fosse stato? E se i miei ricordi fossero andati persi? E se non avessi capito più niente?
In quel momento sentii davvero la consapevolezza invadermi.
E tutto crollarmi addosso.
Non era un’ appendice. Era il cervello e quando si tocca il cervello, tutto, potrebbe andare male.
Guardai gli occhi verdi di mio marito e gli dissi “ Quando esco, chiedimi di Harry Potter”
Lui sorrise annuendo “ chiedimi chi è Harry Potter” ribadì, prima che mi portassero via.
Immagino già cosa starete pensando, Harry Potter e non la data del vostro matrimonio o il luogo del vostro incontro?
No, Harry Potter, perché potevo confondermi su date e numeri ma se non avessi più saputo chi era Harry Potter, allora, sarei stata davvero fottuta.
Mi svegliai con un forte mal di testa e la sensazione di non sapere neanche, se in quel momento ero davvero al mondo.
La maledetta anestesia mi aveva stordito.
Mi girai piano verso mio marito e lui mi disse “ Chi è Harry Potter?”
Sinceramente non ricordo cosa gli risposi, perché mi riaddormentai subito, ma lui mi racconta sempre che quando passò il Neurochirurgo per assicurarsi che stessi bene, gli dissi: “ Dottore sa chi è Harry Potter?” e mi riaddormentai di nuovo, ignara del viso stupito del dottore che a detta di mio marito era tutto un programma.
Ora sono passati tre anni e finalmente riesco a parlarne tranquillamente.
Il Tumore fu tolto e per fortuna era benigno, quindi non necessitai della Chemio.
Prendo ancora dei farmaci, devo fare continuamente dei controlli e i mal di testa non mi abbandonano, ma sono sempre meno frequenti.
I miei capelli sono ricresciuti, non che ci fossero dubbi, e li ho portati, castani, neri e rossi, ma mai più biondi.
Era una sorta di paura, di trauma.
Oggi sono andata dalla parrucchiera e le ho detto di farmi un po’ di colpi di sole, lei mi ha detto di aspettare e di ricominciare schiarendo il capello, ma alla fine sono dettagli.
Si ricomincia da capo e adesso, posso cominciare a pensare ad ampliare la famiglia.
Posso cominciare a pensare di essere davvero stata fortunata a uscirne con il minor danno possibile.
Posso ritenermi fortunata a poter scherzare sulla cosa, quando mi dicono che non mi hanno lasciato neuroni sani, o che hanno giocato a palla con l' unico neurone che avevo, adesso, finalmente, scoppio a ridere e sto allo scherzo.
Perchè finalmente posso lasciarmi il tumore, sì con la minuscola, alle spalle. Adesso mi sento più positiva, perchè è una cosa che non si dimentica, un trauma che ci portiamo dietro, ma alla fine sì, è possibile anche lasciarselo alle spalle.
COMMENTO: SONO STATA MOLTO INDECISA SE PUBBLICARE O NO UNA COSA DEL GENERE, ANCHE PERCHE’ MOLTE PERSONE CHE MI SEGUONO E’ COME SE MI CONOSCESSERO E INSOMMA E’ UNA COSA MOLTO PRIVATA E NEANCHE MOLTO ALLEGRA, AVEVO ANCHE PENSATO DI DIRVI CHE E’ FRUTTO DELLA MIA FANTASIA…MA PERCHE’ MENTIRE, NON CREDO DI DOVERMI VERGOGNARE…ANZI VOGLIO OMAGGIARE LE “ PURTROPPO” MILIONI DI PERSONE CHE CI PASSANO, PERCHE’ QUESTE COSE SONO PIU’ COMUNI DI QUEL CHE SI PENSI…INOLTRE SCRIVERE MI HA SEMPRE AIUTATO A SUPERARE I MOMENTI DIFFICILI, QUINDI HO PENSATO CHE FOSSE ARRIVATO IL MOMENTO DI SCRIVERE E DI CONSEGUENZA SOMATIZZARE ANCHE QUESTO…IN FONDO, COME DICE LA MIA DOTTORESSA PER SUPERARE UN TRAUMA DOBBIAMO PARLARNE E NON NASCONDERCI…QUINDI ECCOMI QUA !! E POI ORMAI STO BENE E IL 24 /02 SONO PASSATI TRE ANNI…QUINDI FESTEGGIAMO : ))  UN BACIONE A TUTTI !!

   
 
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