L'odore della pioggia
settembrina
invade le mie narici, mentre il cielo, che va
schiarendosi di minuto in minuto, viene illuminato dai tiepidi raggi
del sole.
La gente cammina per le strade della città: c'è
chi va in ufficio, chi porta i
figli a scuola, chi fa colazione nei bar. Ed ecco che l'aroma del
caffè
fuoriuscente da questi ritrovi si mischia a quello della pioggia,
creando una
piacevole fragranza.
Sono tentato di fermarmi e fare colazione, ma sono le otto meno dieci e
non
voglio assolutamente rischiare d'arrivare in ritardo il mio primo
giorno alla
Wammy's house.
In fondo sono sempre Light Yagami, il miglior studente del Giappone. Le
mie
doti sono finalmente state riconosciute anche dai professori di questo
rinomato
istituto e non posso permettere che il mio comportamento presenti
imperfezioni,
anche se ciò significa partecipare ad eventi di secondaria
importanza e non
inerenti propriamente al contesto scolastico.
I grandi e maestosi cancelli sono già aperti, pronti ad
accogliere studenti nuovi
e veterani, genitori e professori, in uno spazio verde, decorato da
fiori
esotici e alberi centenari, attrezzato con panchine e tavoli.
Continuando ad avanzare, le alte mura della prestigiosa scuola mi danno
un
senso di sicurezza. Sono così elettrizzato all'idea di
studiare qui, che mi
sembra di poter toccare il cielo con un dito. Già vedo il
mio futuro; diventerò
il miglior detective che la storia ricordi, darò il mio
contributo per
salvaguardare coloro che lo meritano...
Sto sognando ad occhi aperti e quasi non mi accorgo che le grandi porte
di
legno lavorato si sono aperte ed un uomo sull'ottantina, in giacca e
cravatta,
sta sorridendo alla folla.
"Signore e signori", annuncia con voce pacata e profonda, facendo
tacere il mormorio dei presenti. "Io sono il preside della Wammy's
house,
è un piacere per me, oggi, vedere i vostri volti felici
all'idea di varcare le
soglie del mio non propriamente modesto istituto". Dice provocando un
risolino tra la gente, ammassatasi in un unico punto, solo per
ascoltare il suo
discorso, e mentre drizzo le orecchie e mi alzo sulle punte per vederlo
meglio
e non perdere nemmeno una delle sue parole, tre furie mi vengono
incontro.
Faccio appena in tempo per evitare un ragazzo di cui, a causa della
velocità,
distinguo solo il rosso fiammante dei capelli, che altri due mi
arrivano
addosso, facendomi arrivare steso sul terreno e rovinando la mia nuova
divisa
scolastica. Cerco di mettere a fuoco la situazione, sbattendo un paio
di volte
le palpebre, ma mi è impossibile, poiché ho un
braccio non mio sulla faccia che
non accenna a smuoversi.
"Near!" Ruggisce il presunto proprietario dell'arto, "Se trovo
il mio letto a castello occupato dalle tue cose, giuro che le uso come
legna da
ardere! Mi hai sentito?" La pressione sul mio viso si accentua, per poi
sparire, uno dei due pesi morti si è tolto, e finalmente
posso vedere una
figura longilinea allontanarsi di fretta e furia. Cerco d'alzarmi ma
sono
ancora bloccato. "Che dici?", domando nel disperato tentativo di
respirare.
"Mi stai soffocando". E finalmente sono libero da ogni
zavorra.
Il ragazzo che mi sta di fronte mi porge la mano, un aiuto. "Ti prego
di
scusarli".
Titubante, l'accetto, per poi squadrare il giovane da capo a piedi.
La corporatura non è affatto massiccia, anzi, da
ciò che mostra sembra gracile;
la pelle è nivea, non è difficile intravedere le
linee formate dalle
vene, mentre il volto è, anch'esso, fine, le labbra non sono
altro che una
sottile linea, il naso è dritto ed elegante, mentre gli
occhi sono contornati
da profonde occhiaie, ma non è questo il particolare che
attira la mia
attenzione, il loro colore, è di un rosso acceso.
Nonostante lo shock iniziale, riesco a sembrare indifferente al
"particolare", e impongo alla mia mimica facciale un sorriso falso
quanto l'anello di fidanzamento di mia madre, che mio padre tenta
ancora
disperatamente, di sfacciare per vero, soltanto che io sono in grado di
mentire
mille volte meglio.
"Cose che succedono". Rispondo amichevole, facendo spallucce.
"Non capita tutti i giorni d'essere travolto da due furie". Dice lui
sorridendo lievemente e portandosi una mano dietro la testa, poi una
lieve
smorfia appare sul viso e il tono della voce muta in uno
più formale.
"Mi scuso, non mi sono ancora presentato. Il mio nome é
Beyond Birthday,
piacere". Si presenta, facendo un lieve inchino col capo.
Sorrido a mia volta. "Light Yagami, piacere di fare la tua con..." ma
la mia voce viene coperta dagli applausi dei presenti, il preside ha
finito il
suo discorso.
Guardo deluso i volti felici della gente, avrei voluto ascoltare anche
io.
Sospiro e ritorno a rivolgere l'attenzione a Beyond Birthday, ma il
ragazzo si
è come volatilizzato.
Inarco un sopraciglio, era qui fino ad un secondo fa.
Scuoto la testa.
E va bene, forse non ho potuto ascoltare il discorso del preside, ma
non lascerò
che il mio entusiasmo venga smorzato, ho ancora tanto da
fare,
nonostante oggi non sia il primo giorno di scuola,
perciò, mi
mischio alla folla che si accalca all'ingresso dell'edificio.
Angolo dell'autrice
Avendo già una fic in corso, non so quando
aggiornerò questa, sicuramente non
più di una volta a settimana.
Ho deciso di pubblicarla perché l'idea mi ronzava in testa
già da un po',
quindi spero possa piacere.
Mi piacerebbe ricevere almeno due recensioni, giusto per sapere se vi
ho
incuriositi un po'. Lo yaoi ci sarà, ma ogni cosa
al suo tempo.
A presto!