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Autore: odile12    06/03/2013    4 recensioni
Cosa succederebbe se un giorno Santana Lopez si ritrovasse con un orologio capace di riportarla indietro nel tempo?? Qualcosa potrebbe cambiare??
"Quando era ormai quasi arrivata a destinazione, l’ispanica, scivolò su qualcosa di piccolo. Cadde in una grossa pozzanghera, sporcandosi il vestito verde e blu di acqua e fango. Meraviglioso, pensò, appoggiando una mano sull’asfalto bagnato per rialzarsi. I suoi occhi neri come la pece si fermarono su una piccola macchia dorata che galleggiava a pochi millimetri dal suo piede e che doveva essere l’oggetto incriminato.
Imprecò per qualche istante, e lo afferrò. A prima vista sembrava una bussola, anche se in realtà la nebbia e la pioggia battente le impedivano di vedere bene. Ma chi poteva aver perso una bussola nel parcheggio di un piccolo locale di Lima?!"
Genere: Comico, Introspettivo, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash, FemSlash | Personaggi: Quinn Fabray, Santana Lopez | Coppie: Quinn/Santana
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Capitolo 6

La latina alzò gli occhi al cielo. Era almeno la quinta volta che riprovavano la canzone, e non ne poteva davvero più. Quinn continuava a camminare avanti e indietro per la stanza con gli spartiti in mano.
- Sembri agitata. Perché lo sei? E’ una stupida esibizione al Glee – disse Santana, aggrottando le sopracciglia. Negli ultimi giorni i rapporti fra lei e Quinn erano cambiati, e si erano davvero avvicinate molto. Ormai Santana non fuggiva più quando vedeva la bionda avvicinarsi alla sua camera per chiacchierare, anzi, la aspettava ogni sera. Era come se ci fosse un tacito accordo tra di loro. La latina prendeva qualcosa da sgranocchiare nella dispensa, e passavano ore ed ore a chiacchierare di fronte alla tv. Dopo il litigio di qualche tempo prima, non avevano neanche avuto più un battibecco, e non c’era stato neanche uno schiaffo tra di loro! D’accordo, forse qualche battibecco sul fatto che Santana lanciasse le bambole di Quinn sotto al letto c’era, ma nulla di grave dopotutto.
- E’ che voglio fare sempre le cose alla perfezione – rispose qualche istante dopo la bionda, alzando le spalle. Santana si appoggiò al pianoforte, osservandola. Era sempre stato quello il problema di Quinn. Il suo desiderare troppo da se stessa. Non voleva mai essere meno che perfetta, e questo non la spingeva a vivere a pieno la sua vita.
- La perfezione non esiste –
- Ma ci si può avvicinare –
La latina rimase interdetta per qualche istante. Sul momento non sapeva davvero cosa risponderle. In realtà credeva che avesse ragione. Tutti avrebbero dovuto provare ad arrivare alla perfezione, ma credeva che la sua mania fosse diventata quasi un’ossessione. La pressione che la ragazza sentiva su se stessa era evidente anche agli occhi di una persona qualsiasi. La pressione di essere una brava cheerleader, di avere bei voti a scuola, di essere la figlia casta, pura e perfetta. Santana non sapeva se al posto suo ce l’avrebbe mai fatta a reggere. Il cellulare di Quinn vibrò, e la bionda lo estrasse dalla tasca. La luce del display illuminò il suo viso, e la sua fronte si corrugò, evidentemente concentrata su ciò che stava leggendo. Santana rimase immobile, ed iniziò a disegnare dei cerchi immaginari con la mano sul pianoforte.
- Andiamo - disse improvvisamente Quinn, prendendo l’ispanica per un braccio e trascinandola verso l’uscita. L’incontro al Glee le attendeva!




**********************

I compagni le osservavano, seduti sulle loro poltroncine. Si erano messi comodi, probabilmente per applaudire meglio alla fine della loro esibizione, pensò Santana. Sapeva che sarebbero state brave. Erano due settimane che provavano quel pezzo, e dovevano assolutamente vincere. Il professore si alzò, dirigendosi verso le ragazze con un’eccitazione e una felicità degne di un bambino.
- Bene ragazze! Voi siete le prime! Oggi abbiamo avuto l’auditorium, e prima di iniziare vorrei presentarvi la celebrità speciale che decreterà i vincitori, e illustrarvi il fantastico premio! – disse tutto d’un fiato l’uomo riccioluto. Santana fece una smorfia.
- La signorina Pillsbury sarà il nostro “illustrissimo e celebre” giudice, e il premio sarà una cena per due al Bel Grissino, vero professore? –
Il professor Shuester rimase a bocca aperta. Non credeva di essere tanto prevedibile, anzi, era convinto che il suo fosse un piano davvero molto originale! La signorina Pillsbury entrò in sala. Il suo respiro era come sempre irregolare, e sembrava sempre agitata, come se i germi che si trovavano nell’aria fossero pronti a sbranarla da un momento all’altro. Si accomodò accanto al professore. Quinn si schiarì la gola.
- La canzone che abbiamo scelto è Heaven, di Bryan Adams. Siamo state subito d’accordo sulla scelta, fondamentalmente perché crediamo ambedue che non esista canzone più romantica di questa. Speriamo che la nostra esibizione vi piaccia. –
- Bazzecole, certo che gli piacerà! Saremo senz’altro le migliori, e saremo come due squali in una vasca di girini. E’ inutile che si illudano di essere tanto bravi e talentuosi, io credo che qui nessuno possa dire di essere alla nostra altezza, o di avere abbastanza talento da farsi notare in mezzo ad una massa di ragazzini anonimi – rispose Santana, alzando un sopracciglio con un sorrisetto sghembo. Le sue erano sottili provocazioni. Voleva svegliare i suoi compagni, che sembravano essere stati in letargo per troppo tempo.
- Santana! Noi tutti siamo qui per non essere giudicati, d’accordo? – ringhiò il professore, in risposta all’ispanica. Rachel si mise subito in piedi, sulle sue gambe corte quanto quelle di un nano da giardino, e parlò, appoggiando il professore, con il suo tono di sufficienza.
- Capito spara-sentenze che non sei altro?! – Sul volto della latina comparve un sorrisetto. Incrociò le braccia, pronte a lanciare la bomba.
- E allora perché lei è il primo a non trattare tutti allo stesso modo, professor Shue? –
Il professore spalancò gli occhi, e rimasero tutti a bocca aperta. Per la prima volta qualcuno aveva detto la verità senza paura. Il professore sembrava improvvisamente teso, a disagio, mentre il leggero chiacchiericcio dei ragazzi si alzava nell’auditorium. Mr Shue strinse le labbra.
- Andate ragazze, adesso è il momento di cantare –
Rimasero al centro del palco, mentre le luci si abbassavano, illuminando leggermente i loro volti. La canzone che avrebbero cantato era molto struggente e malinconica. Uno di quei brani che, dopo il primo ascolto non dimentichi mai, e che riescono a scavarti nel cuore. La storia parla di un amore, anzi parla dell’amore. Quell’amore che ci fa sentire completi, che elimina quell’insoddisfazione che spesso abbiamo nei confronti della vita. Un sentimento vissuto, raggiunto, che permette di dare un senso diverso a molte cose, e permette appunto di raggiungere il paradiso. Santana fece un cenno ai musicisti, e subito il suono della chitarra si propagò nell’auditorium.
“[…]Baby you’re all that I want
When you’re lyin’ here in my arms
I’m findin’ it hard to believe
We’re in heaven

And love is all that I need
And I found it there in your heart
It isn’t too hard to see
We’re in heaven

Oh, once in your life you find someone
Who will turn your world around
Bring you up when you’re feelin’ down
Ya, nothin’ could change what you mean to me

Oh there’s lots that I could say
But just hold me now
Cause our love will light the way

I’ve bin waitin’ for so long
For somethin’ to arrive
For love to come along [...]”
La voce dolce e delicata di Quinn, e quella più aspra di Santana, creavano un connubio perfetto. Le loro voci rappresentavano un po’ quelle che erano loro due in fondo. La latina spostò lo sguardo verso l’amica, e i loro occhi si incrociarono. La luce, bassa, illuminava il volto di Quinn, creando un effetto di chiaro-scuro davvero soprendente. Mentre la osservava in tutta la sua bellezza, Santana notò qualcosa che non aveva mai visto prima: il colore degli occhi della sua amica non era né castano né verde. I suoi occhioni erano di un colore indefinito, a metà, forse castani e leggermente screziati di verde, ed erano così magnetici e stupendi, che l’ispanica, mentre cantavano, sentiva che non sarebbe riuscita a distogliere lo sguardo. Probabilmente non vi aveva mai prestato davvero attenzione, ma forse perché in un certo senso aveva sempre cercato di evitare lo sguardo di Quinn. Ogni volta che la bionda la osservava sentiva che riusciva a leggerle dentro, e non voleva che questo accadesse con nessuno. Ma adesso era diverso. Non sapeva perché, ma sentiva che si poteva fidare. Anche Quinn, accanto a lei, teneva gli occhi fissi su quelli della latina. Erano così neri, così apparentemente impenetrabili. Eppure sentiva che prima o poi sarebbe riuscita a leggere quella ragazza e a capirla fino in fondo. Una volta, durante una prova, Quinn aveva confessato a Santana che a volte si sentiva come un’esclusa. La latina, inizialmente, era sembrata stupita, perché in fondo lei aveva tutto: una media alta a scuola, il cheerleading, degli amici, il glee, la popolarità, eppure, la bionda, aveva capito che l’ispanica comprendeva cosa volesse dire. Lo capiva perché spesso era accaduto anche a lei. Molti aspetti della sua personalità avevano sempre allontanato gli altri da lei, in primo luogo il suo essere tanto stronza. E proprio dopo che Quinn le ebbe detto come si sentiva, Santana, capì che erano più vicine e simili di quanto si potesse immaginare. Ambedue si nascondevano dietro ad una corazza. La chimica fra di loro era sempre più evidente anche ai ragazzi in auditorium, che si scambiavano qualche sguardo perplesso. I loro compagni canticchiavano, e chiudevano gli occhi, cullati da quella canzone. Quinn aveva sempre pensato che quello fosse uno di quei brani che si dedicano una sola volta nella vita, e seppur inconsciamente, loro lo stavano facendo l’una con l’altra. La canzone arrivò alla fine. I loro sguardi ancora uno dentro l’altro. Erano a meno di due dita di distanza, e i loro nasi quasi si sfioravano. D’un tratto la luce si accese in tutto l’auditorium. Le due ragazze si voltarono di scatto, come se si fossero svegliate da un sogno. Quinn sorrideva, mentre i compagni applaudivano, malgrado si sentisse un po’ confusa. Santana si sentiva… scombussolata. Era incredibile come le cose fossero cambiate facilmente. Era incredibile come le loro strade si fossero improvvisamente incrociate solo grazie ad uno sguardo.



**********************

Santana era seduta da circa un’ora su una sedia, nella choir room, con le gambe piegate vicino al petto. Le stringeva forte con le braccia, probabilmente perché credeva che così avrebbe potuto sopprimere e schiacciare letteralmente tutti quei sentimenti che sentiva nei confronti di Quinn. Ma sapeva che per quanto potesse stringere, quella sensazione di scombussolamento che provava allo stomaco non sarebbe andata via. Nascose per qualche istante la testa fra le ginocchia, e chiuse gli occhi. Non capiva come fosse potuto accadere. Con Quinn poi. Dopo pochi istanti la bionda varcò la soglia. Il suo passo era così leggero che l’ispanica non si era neanche accorta dell’ingresso dell’amica. Ma in fondo faceva sempre così, la coglieva sempre di sorpresa.
- Santana – la chiamò a voce bassa Quinn, sedendosi accanto a lei. La latina alzò di scatto la testa, e si voltò in direzione della bionda.
- Quinn –
Rimasero per qualche istante ferme, ad osservare gli strumenti che c’erano di fronte a loro. C’era un’aria tesa, come se ambedue volessero dire qualcosa, ma non ne avessero il coraggio. Dopo pochi istanti, fu la bionda a prendere la parola.
- Come hai capito di essere lesbica? –
La latina aggrottò le sopracciglia, mostrandosi perplessa. In realtà aveva capito dove volesse arrivare, ma non si aspettava una domanda così diretta da parte dell’amica. Dal suo canto, Quinn, era sempre più agitata. Non era facile per lei parlare di quell’argomento, soprattutto in quel momento.
- Perché me lo chiedi? –
La bionda si morse un labbro, interdetta. Non poteva dire quello che aveva sentito durante la canzone. Sapeva che anche l’ispanica aveva provato la stessa sensazione, lo aveva capito dal suo sguardo. Allora perché le faceva tutte quelle domande?
- Santana.. –
Rimasero mute per pochi istanti. Dopo qualche momento, Quinn, decise di farle una domanda che le avrebbe voluto fare da tanto tempo.
- Parlami della tua ex ragazza –
La latina sussultò. Non era l’argomento di cui desiderava parlare in quel momento.
- Brittany era… -
- Brittany? –
La ragazza dai capelli corvini si morse il labbro inferiore. Aveva davvero detto Brittany?
In realtà non sapeva con precisione cosa dire. Adesso che aveva questo nuovo rapporto di amicizia con la bionda, rapporto che avrebbe desiderato trasformare in qualcos’altro, Santana sentiva che la sua storia con Britt aveva tutto un altro significato. La verità era che lei si era sempre e solo chiusa su Brittany.
- Sì, era quello il suo nome, ma non voglio parlarne ora. –
- Ma lei com’era? Come ti dimostrava il suo amore? –
Santana odiava la sua insistenza. Com’era Brittany? Lei era… ingenua. E…
- Mi piaceva molto, io la amavo e.. - si bloccò, non sapendo come rispondere alla seconda domanda. Come le dimostrava il suo amore Brittany? Come si comportava? Forse, in realtà, il loro era sempre stato un rapporto che dipendeva più dalla latina che dalla sua fidanzata. Santana non amava pensare che fosse a senso unico, ma era innegabile che fosse sempre stato solo così. Brittany le aveva sempre voluto solo bene. Punto.
- Ed era un po’ assente – concluse la latina. La cheerleader bionda continuava ad osservarla. Aveva capito che non voleva parlarne. L’ispanica stava cercando in tutti i modi di evitare l’argomento, con le sue risposte schive. Quinn dal suo canto, avrebbe tanto desiderato parlare con lei, capire come fosse fatta, ma la ragazza dagli occhi neri come la pece non glielo permetteva.
- Parlami di te ogni tanto Santana.. non lo fai mai –
- Tu invece a volte parli fin troppo, come non hai mai fatto prima – rispose quasi senza pensarci. Ed era vero, non si era mai aperta tanto con lei in tutti quegli anni. Avevano sempre parlato, e si erano sempre dette un sacco di segreti, ma non erano andate mai così a fondo.
- Prima quando? – chiese perplessa la bionda. Non ricordava un “prima” fra di loro.
- Lascia stare – disse velocemente Santana, abbassando ancora una volta lo sguardo sulle sue scarpe.
- E’ che mi fido di te. Sei riuscita a conquistare la mia fiducia sin da subito, e credimi, è raro, quasi impossibile - Ed era vero. Di solito per gli altri era Quinn Fabray la cheerleader, quella popolare, tutt’al più l’amica. Era raro che la bionda si lasciasse scoprire, anzi, probabilmente non era mai accaduto con nessuno. Era come se ci fosse un recinto intorno a lei, e Santana era l’unica che era riuscita a superarlo. Quinn si era affidata come lei non aveva mai fatto con nessuno, neanche con Brittany, eppure sentiva che era pronta, adesso. Era pronta a fidarsi della ragazza che era accanto a lei. Aveva capito che da Quinn avrebbe potuto avere qualcosa che non avrebbe mai avuto da Britt. Già, perchè la verità era che Brittany non l’aveva mai davvero amata. Erano sempre state solo amiche. Si era sempre accontentata con lei, e adesso era stanca di accontentarsi, perché adesso era davvero innamorata di qualcuno che ricambiava i suoi sentimenti.
Santana si sporse verso la bionda che era accanto a lei. I loro volti erano vicinissimi, e Quinn riusciva a sentire il respiro leggero di Santana sulle sue labbra. Questa volta non si sarebbero allontanate. Fu un momento. Nel breve istante in cui le loro labbra si sfioravano, Santana, sentì un’improvvisa sensazione di calore avvolgerla. Quinn rabbrividì al contatto con le labbra morbide di Santana. Un istante quasi perfetto. E fu in quel momento che Santana capì una cosa. Che in un modo o nell’altro lei e Quinn sarebbero sempre state legate. Come amiche, fidanzate o anche nemiche, era destino. Come diceva la canzone “I’ll be standing there by you”.




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Commento

Ok, mi ritrovo qui un'altra volta a chiedere perdono per il ritardo IMMENSO! Giuro che cercherò di non fare più ritardi del genere, è che ultimamente non ho avuto un momento tranquillo, e soprattutto il pc per scrivere in pace. Ma eccomi ancora qui, con questo capitolo che NON ho riletto e potrebbe seriamente fare pietà e compassione. Spero che non sia così in ogni caso. Che dire.. io Heaven cantata da loro me la immagino così --->> http://www.youtube.com/watch?v=E0wW9RwpG7M solo con le loro voci *__* non sarebbero stupende? Aspetto le vostre recensioni.. accetto anche un commento superbreve eh XD giusto per sapere cosa ne pensate! E poi.. boh, penso che rileggendolo sicuramente troverò qualche cosa che non mi piace a nei prossimo giorni lo modificherò un pochino ahahah ma questo lo faccio sempre, l'ho fatto pure con i vecchi in realtà.. A presto ^^

  
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