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Autore: Daleko    08/03/2013    1 recensioni
«Sorellona? Dove sei?»
Il televisore era spento.
Genere: Comico, Commedia, Science-fiction | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: Incompiuta
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Capitolare Uno
Nel mulino che vorrei...


Cordelia si guardò intorno. Si trovava in un campo di grano; sgranò gli occhi e, con tranquillità, sbottò un «ma dove cazzo sono?».
«Bonjour finesse!» disse una voce alle sue spalle. Cordelia si voltò, spaventata. Una fata la guardava, sospesa a mezz'altezza. Aveva intenzione di urlare/imprecare/fuggire, ma a quella vista si intenerì. «Owww, sei Trilly?» chiese con la voce da demente, solitamente riservata ai cuccioli.
«Ma quale Trilly dei miei stivali! Sono DALEKO1!» esclamò compiaciuta la fatina.
«Ahm... Ehm... Sì... Certo» mormorò a disagio Cordelia, voltandosi dall'altra parte. «Qual è il tuo nome, invece?» chiese a sua volta alla ragazza. «Cordelia, in ogni caso... Dove mi trovo?» chiese nuovamente. «Beh, non si capisce?» domandò a sua volta la fata, con una capriola. «NEL MERAVIGLIOSO MONDO DEL MULINO BIANCO!» urlò quindi, spalancando braccia e gambe in una perfetta X.
Cordelia sbatté le palpebre un paio di volte fissando il mulino che, in effetti, dava bella mostra di sé al centro del campo.
«...e cosa ci faccio, qui?» chiese nuovamente, con meno convinzione. «Come cosa ci fai qui! Colazione, no?» rispose la fata, come se fosse la cosa più ovvia del mondo. «Ah» disse semplicemente l'altra, non sapendo cosa rispondere.

Si incamminarono, quindi, verso il mulino. «Ma quindi è una cosa tipo... Io dico cosa voglio e quella compare?» chiese Cordelia, facendosi spazio tra le spighe di grano. Daleko la guardò in cagnesco, sbattendo freneticamente le ali per stare al suo passo. «Se mi tiri fuori un "nel mulino che vorrei c'è un divano e Sasha Grey" ti affogo nel fiume» rispose, continuando a guardarla male. Cordelia si chiese come avrebbe potuto forzarla a stare sott'acqua se era poco più grande di una mosca obesa, ma preferì non indagare.

Dopo pochi minuti, arrivarono all'entrata del mulino. La porta si aprì magicame… Ah, no. L'aveva aperta
«ZORRO!!!!» esclamò in un urletto da fangirl Cordelia, saltellando istericamente. «OH MIO DIO! OHMMMIODHHIOOOH! MA IO SONO UNA TUA GRANDIIIIFFFIMA MFFMF» urlò finché poté, ritrovandosi d'un tratto con un flauto in bocca2.
«Mmphpfh… Mmhmh… Buono.. Gfaffie» disse masticando, mentre l'uomo annuiva. «Buongiorgio Dalì! È una nuova?» chiese alla fatina, che andò ad appollaiarsi sulla gallina appollaiata3.
«Sì, mi annoiavo e sai com'è…» indirizzò un occhiolino all'uomo, che annuì.

Quando la ragazza finì di mangiare, si rivolse con un sorrisone al cioccolato verso l'uomo che la guardava incuriosito. «Com'è che ti chiami, quindi?» le chiese, distogliendo lo sguardo dai suoi denti.
«Cornelia» rispose per lei la fatina, con un'altra capriola a mezz'aria. «CORDELIA» ribatté la ragazza, guardando male la piccola-fastidiosa-luminosa Daleko che, dal canto suo, fece spallucce.
«Cornelia… Cordelia… Siamo là» buttò lì con tono annoiato, prima di uscire fuori dalla finestra.
L'uomo s'intristì. «Oh, andate già via?» chiese, guardando la fata.
«NO!»
«Sì» rispose invece Daleko, guadagnandosi un'altra occhiataccia dalla ragazza.
«Dobbiamo andare, sususu, cammina, che arriviamo tardi!» esclamò, disegnando un cerchio nell'aria. La ragazza, uscita a malincuore dal mulino (e dalla vicinanza dal flau… Ehm… Dall'uomo) si avvicinò incuriosita.
«E dov'è che andiamo?» chiese, titubante.

«Come dove» rispose la fatina, mollandole un calcio. La guardò essere risucchiata dal buco, per poi tuffarsi anche lei.
«Non è ovvio?» fu l'ultima cosa che si sentì, prima che il buco si richiudesse.

«Aaah, Rosita… Dammi un abbraccio!» disse sconsolato l'ometto rimasto solo, adocchiando la confezione di biscotti.
La gallina lo guardò incuriosita. «Cooo?»

«…che vita di merda.»







1 Si legge "Dalìko". Imparate, bambini, imparate!
2 Ovviamente parliamo della merendina. Non pensate a male, c'è il target verde!
3 Ahahahah, ho fatto la battuta! Ho fatto la battut... Ok, niente.
   
 
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