Can't get enough

Capitolo 1 - Con l'alcool si dimentica tutto

 

James P.O.V.

Camminai lungo il corridoio con passo strascicato, era tardi e non c'era un anima in giro. Infilai ancora più a fondo le mani nelle tasche dei miei jeans neri e imprecai sottovoce. Non avevo la minima voglia di andare a quella stramaledettissima festa, non dopo quello che era successo quel pomeriggio.

Dopo qualche curva arrivai finalmente nel corridoio del settimo piano, davanti all'arazzo di Barnaba il Babbeo, più nero di prima. Mi apparve davanti una porta elegante di legno scuro, la aprii ed entrai nella Stanza delle Necessità.

Improvvisamente una musica fortissima mi inondò le orecchie e ovunque posassi lo sguardo c'erano ragazzi e ragazze che ballavano o bevevano seduti ad un lunghissimo bancone a bordo pista, che circondava tutta la sala. Di fronte era stato sistemato un piccolo palco, dove in quel momento dei ragazzi stavano suonando un pezzo rock, mentre una ragazza con dei capelli corvini e delle ciocche fucsia cantava.

Ciondolai in qua e in là salutando amici e compagni di corso, restai per un po' con loro a bere e a scherzare, ma prima che me ne rendessi conto tutti erano spariti per gettarsi nella mischia o per appartarsi in qualche angolo con una ragazza. Io non mi sentivo dell'umore giusto né per l'uno né per l'altro, quindi stetti al bancone a godermi in pace il mio whisky incendiario. Da quell'angolino potevo vedere quasi tutta la sala, così tra un sorso e l'altro lasciai scivolare il mio sguardo tra la folla che ballava ammassata sulla pista, che all'aumentare della gente diventava sempre più vasta. Spostai lo sguardo sulla band, e stetti a osservare per qualche minuto la cantante del gruppo, una Grifondoro del mio anno, o perlomeno le ciocche color fucsia tra i capelli scuri che oscillavano ogni volta che scuoteva la testa. Cantava molto bene, ed era piuttosto carina, ma lo sguardo mi cadde inevitabilmente sulla scollatura della sua camicia. Miseria! Ma erano vere quelle?

Dopo un'altro sorso mi costrinsi a guardare altrove, e tra alcune figure impegnate a pomiciare su alcune poltroncine dall'altra parte della sala la vidi. Ceryl Oxford. La mia ragazza. O almeno, la mia ex-ragazza. Da esattamente cinque ore. Si stringeva convulsamente ad un ragazzo del sesto anno, e sembrava impegnatissima a prosciugargli le riserve di saliva, anche se lui non era da meno.

Perfetto. Mollato da poche ore e la mia ex mi aveva già rimpiazzato. Mandai giù un altro sorso di whisky incendiario.

Intanto la band stava facendo un pausa e dopo aver messo una canzone di sottofondo la cantante si avvicinò alla mia postazione e si sedette sul sedile accanto a me, senza neanche guardarmi. Prese un bicchiere di Whisky e si appoggiò con i gomiti al bancone, dandogli le spalle. Abbandonò la testa all'indietro, chiudendo gli occhi e fece un gran sospiro.

Anche se ero piuttosto annebbiato dell'alcol riuscì a mettere a fuoco abbastanza bene la sopracitata scollatura, che ora era più vicina era ancora più intrigante. Le guardai le labbra, erano così belle e invitanti...

Senza ragionare più di tanto le fui subito sopra e la baciai con ardore. Cercavo le sue labbra violentemente, pensando costantemente al vuoto che mi aveva lasciato Ceryl e al suo tradimento. La ragazza con i capelli corvini rimase sorpresa qualche secondo, poi fece pressione sul mio petto e mi spinse via. Io tornai a sedere di scatto vergognandomi di me stesso, mentre lei si portò una mano alle labbra, senza parole, e mi guardò con un paio di stranissimi occhi gialli.

"P-Potter! C-cosa...?"

Io mi misi a singhiozzare e l'abbracciai di slancio, per poi scoppiare a piangere.

"C-Ceryl! P-perché mi hai lasciato?"

La ragazza non sapendo cosa fare mi accarezzò piano la testa. Probabilmente aveva capito che non ero decisamente in me quella sera. Mi accennò un sorriso e vidi il suo sguardo leggermente preoccupato e inaspettatamente dolce.

"Me ne vuoi parlare?"

E così le raccontai tutto. Tutto quello che era stata Ceryl per me, quanto l'amavo, e tutto il dolore che mi aveva procurato nel cuore. Mi sfogai, e piansi come mai avevo fatto. Lei stette con me tutto il tempo, a consolarmi e accarezzarmi la testa.

Era piacevole stare tra le sue braccia, inspirare il profumo della sua pelle, e ascoltare il battito del suo cuore in quel dolce tepore, così, senza rendermene conto, mi addormentai.

Mi risvegliai il giorno dopo nel mio baldacchino. Avevo un mal di testa terribile e pochi ricordi offuscati della sera prima. Immagini confuse miste al tepore e all'odore della pelle di una ragazza. Ma quale ragazza?

Imprecai, non riuscendo a ricordare niente, e mi diressi verso il bagno, barcollando fino al lavandino.

Mi sciacquai la faccia e mi guardai allo specchio, spaventandomi quasi vedendo in che condizioni ero ridotto.

Ringraziai Merlino che fosse sabato e decisi di tornare a letto, per finire di smaltire la sbornia.

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Salve a tutti! Eccomi qui con il primo capitolo di "Can't get enough"!

Sto lavorando a questa storia da un po' di tempo e mi sono finalmente decisa a pubblicare il primo capitolo.

Sono arrivata a scrivere fino a metà del quarto capitolo, ma non sono esattamente costante, quindi non prometto assolutamente di aggiornare regolarmente. Ci potrebbero essere periodi dove pubblico due capitoli in una settimana e periodi dove non scrivo niente per mesi. Vi prego di non odiarmi o ignorare per principio questa storia!

Spero che il primo capitolo vi sia piaciuto.

baci,

Littleoak

(Ricordate: una recensione al giorno toglie l'autore di torno!)

Disclaimer: I personaggi e il mondo di HP non appartengono a me (ovviamente) ma a J.K.Rowling