Finito di lavorare mancavano due ore al rientro dei loro amici: - ti va di fare una passeggiata … - propone Ulrich - sì perché no- risponde Yumi. La mora chiuse le porte e uscirono, erano per mano, non se ne erano neanche accorti, mentre Yumi cominciava a raccontare ciò che faceva in Giappone un gelataio per attirare la loro attenzione urlò, in giapponese, - hei fidanzatini non è che vi va un gelato- Yumi si girò, e sempre in giapponese- parla con noi?- si -rispose il gelataio con un sorriso. Yumi guardò Ulrich che non capiva niente, e con un po’ di imbarazzo rispose- non siamo fidanzati … siamo solo amici … - amici … - replicò il gelataio- da quando in qua gli amici si tengono per mano … non mi importa, sono affari vostri, volete un gelato- Yumi che non s’era accorta che si tenevano per mano, arrossò di colpo e guardò Ulrich - vuoi un gelato?-gli chiese la mora- se lo vuoi tu a me va bene …- rispose il suo amico con disinteresse, poi ironicamente continuò - io però vorrei un bel dizionario di giapponese perché non ha capito niente di quello che vi siete detti, ma niente niente nente … – Yumi si mise a ridere, ora era il gelataio che non capiva quel che dicevano, quel buon uomo capiva però che con loro non avrebbe fatto nessun affare così se ne andò. Yumi si girò e continuò a raccontare- guarda lì c’è la mia vecchia scuola … - - cosa ha detto il gelataio?-la interruppe serio Ulrich, evidentemente aveva visto che era arrossata- pensava che fossimo fidanzati… ci tenevamo per mano… - neanche dopo quello che si erano detti lei e il gelataio si erano mollati la mano,si tenevano stretti come legati. Si erano messi a guardare quelle due mani intrecciate come se fosse un’opera di un famoso artista, quando Ulrich alzò la testa, anche Yumi notandolo, alzò la testa – sai … a me non dispiace tenerti la mano- concluse Ulrich; questa conclusione spiazzò Yumi, cosa doveva fare, stare zitta o dire “anche a me” optò per quest’ultima che le sembrava più attendibile. Continuarono la passeggiata, mano nella mano, su è giù per le strade, ridendo, guardando e parlando. Venne l’ora di tornare a casa, - Yumi non è che hai un'altra scusa … io mi sono divertito con te e vorrei che un altro pomeriggio fosse così … - incalzò Ulrich scherzando – non c’è bisogno di mentire … diciamo loro la verità … - rispose Yumi, poi abbassando la voce – diciamoci la verità -. Ulrich non disse niente e entrò in casa, Yumi si aspettava una reazione diversa che il silenzio… Il ragazzo salì le scale a passo spedito, la mora pensava che si fosse arrabbiato per quello che gli aveva detto; invece quando Yumi gli prese il braccio per fermare il suo andamento, gli arrivò un bacio improvviso. Un bacio, veloce, sulle labbra, che sapeva semplicemente di bacio. -ma… - fece per dire Yumi, quando suonò alla porta, era Odd, Jeremi e Aelita in rientro dalla loro scampagnata al supermercato. -ne parliamo dopo… non voglio che Odd sappia che ci siamo baciati- l’aveva detto semplicemente, il campanello suonò di nuovo. Preoccupati di cosa non dovevano dire a Odd si erano scordati di aprigli la porta. Si precipitarono ad aprigli, tutti e tre avevano un sorriso gioioso sul volto; la spesa, per fortuna, non si erano sbagliati a farla. La serata si concluse ridendo e scherzando.