Edward era pressoché scioccato dalla mia decisione. Restava lì, immobile a fissarmi senza riuscir a capire perché avessi preso questa decisione così azzardata. Fare l’esca. Era un’idea del tutto inconcepibile per lui che mi aveva salvato la vita un sacco di volte. Stavo gettando tutto il suo lavoro tra le fauci di Victoria e della vendetta. Ero impazzita, a rigor di logica, ma posso giurare con la lucidità eccessiva che lo stavo facendo per la mia famiglia, per qualcosa in cui credevo, qualcosa che va oltre l’affetto. Era il mio sangue a legarmi a loro. Erano le nostre vite così simili a farmi sentire parte integrante di loro. Io ero tutto per loro. Ero l’unica umana a conoscere la loro realtà, ero l’unica che poteva capirli. Io ero la loro unica vera amica.

«Mi dispiace ho deciso, Edward. Io li aiuterò, che tu lo voglia o no» non ero mai stata così decisa e ferma in un’opinione con lui. Il ragazzo che amavo. In cuor mio sentivo di aver preso la scelta giusta, ma avevo paura. «Lo vedremo proprio, Bella… Lo vedremo!» disse lui con un fil di voce pressoché piena d’ira e rabbia. Si alzò dal divano e uscì da casa mia. Io rimasi impettita senza dare il minimo segno di debolezza anche se non avrei mai voluto farlo arrabbiare. Qualcosa mi dice che mi impedirà in tutti i modi di fare da esca e di aiutare i miei cugini, facendo del male anche a loro se necessario. Ma credo che non si sarebbe mai spinto a così tanto; Carlisle glielo avrebbe impedito. E anche Alice prevedendo le sue mosse. Ma il mio invisibile sesto senso mi spingeva a non abbassare la guardia.

Scarlett e Nicholas mi osservarono per un po’. Erano sorpresi, pressoché allibiti dalla mia reazione. Nick non muoveva muscolo, teneva il capo chino fissandosi i piedi. Rivivere quei dolorosi ricordi deve essere stato tremendo. Insopportabile forse.

Scar si mordeva il labbro inferiore, incerta se parlarmi o tacere. Era nel dubbio. Alla fine scelse la prima. «Bella, non devi per forza fare da esca… E’ molto pericoloso.» disse nella speranza di indugiarmi a cambiare idea. Scossi il capo «Ho preso la mia decisione, Scar. Io lo farò, lo farò per voi… Siete i miei cugini, siete sangue del mio sangue, e siete gli unici a capirmi davvero… E penso sia la stessa cosa per voi» terminai lì udendo la porta. Era arrivato Charlie. «Passato buon pomeriggio ragazzi?»



I giorni passarono lenti. Luglio volgeva al termine. Edward non si faceva vedere da due settimane, ma io non demordevo. Stavolta non avrei fatto la debole. E poi non ero sola, c’erano Scar e Nick con me. C’erano i miei cugini. Passavamo i giorni giocando a monopoli, andando a Port Angeles, chiacchierando sulla scuola, incontrando Angela, Mike e Jessica. Ingannavamo il tempo nell’attesa di nuove da Victoria.

La notte dell’ultimo giorno di Luglio io non riuscivo a dormire. «Scar sei sveglia?» sussurrai. Mia cugina si voltò verso di me e annuì stropicciandosi gli occhi «Non per molto…» disse sorridendo lieve. Io ricambiai. Era da un paio di giorni che una domanda mi assillava. «Posso chiederti una cosa?» dissi mantenendo un tono della voce basso. Lei annuì. «Ecco voi per diventare vampiri dovete essere morsi da questi… Ma Victoria è solo una, può mordere solo uno di voi… L’altro che farà?» vidi Scarlett arricciare il naso «Bella domanda, cugina… Davvero ottima!» si alzò e si mise seduta fissandomi. «I mezzosangue diventati vampiri sono immuni al veleno per un arco di tempo pari a ventiquattrore… Io, o mio fratello, potremmo morderci a vicenda diventando ambedue effettivamente vampiri.» ora mi era tutto più chiaro e annuii. «Grazie per la delucidazione Scar» dissi rimettendomi comoda; mia cugina mi imitò augurandomi la buona notte. Peccato che quella notte non fu tanto buona.

Sognai Victoria che mi trovava e rideva. Mostrava i suoi denti affilati ed io indietreggiavo lenta. «Non hai scampo ragazza-vampiro, non puoi sfuggirmi…» e con un balzo felino me la ritrovai addosso. Io istintivamente mi riparai tra le mie braccia. Tutt’un tratto mi ritrovai a vagare nel buio. Accanto a me c’era un cane… Non era un cane, era un lupo, era Jacob! Mi conduceva nel buio. Apparve dal nulla Edward. Jacob in forma di lupo ringhiò, il vampiro rimase fermo, mi tendeva la mano come aveva già fatto in un sogno precedente. Ed io dovevo scegliere tra Jacob e Edward. Non ebbi il tempo di scegliere che una voce mi svegliò…

«Bella! Scendi immediatamente!» era la voce piuttosto allarmata di Scar. Indossai un paio di jeans vecchi ed una maglietta a maniche corte (il sole era coperto dalle nuvole ma nell’aria c’era umidità calda). Corsi in bagno per lavarmi viso e denti e nel giro di due minuti ero già per scendere.

Ero arrivata al penultimo gradino. «Che succede, Scar…?» la voce mi morì in gola non appena mi trovai Edward di fronte con due ragazzi della sua stessa età. «Ma cosa diamine…?» non riuscivo a capire chi fossero quei due sconosciuti, e soprattutto che ci facessero a casa mia.

«Ha lo stesso odore che aveva Scar, quando l’ho conosciuta…» disse il ragazzo biondo. «Simile per ovvie ragioni a quello di Nick… Hai ragione fratellino, è proprio una Swan!» aggiunse timidamente la ragazza.

Io avevo già visto quei ragazzi. Li avevo visti nell’album di Scar. Erano i gemelli Whitewolf. Mark e Luna Whitewolf erano appena arrivati a Forks.