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Autore: Britin_Kinney    09/03/2013    1 recensioni
"Perché te la prendi tanto?" chiese sospettoso il biondo.
"Perché anche se sono un servo, conservo il mio orgoglio e la mia dignità. Potreste anche prendermi qui, in questa grotta, fare del mio corpo ciò che vorrete ma, ricordatevi che la dignità non potrete togliermela, mai".
Artù gli prese il viso tra le mani, costringendolo con non poca difficoltà a guardarlo negli occhi e prestare la massima attenzione alle sue parole.
"Ascoltami io non volevo..." uno sguardo particolarmente significativo da parte del servo, gli bloccò le parole in gola.
Merlin accerchiò i suoi polsi con le mani e le tolse dal suo viso, facendole scivolare lentamente lungo i suoi tratti giovani.
"Torno a Camelot" annunciò con voce rotta il moro.
"Ma fuori piove ancora e... ed è pericoloso" fece Artù.
"Preferisco andare adesso, grazie per l'interessamento"
Genere: Erotico, Romantico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Merlino, Principe Artù, Un po' tutti | Coppie: Merlino/Artù
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessuna stagione
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Il mio Rifugio sei tu
Capitolo 5


Il mattino seguente, Merlin, si alzò prima che Gaius si svegliasse, si vestì e prima che potesse far altro, afferrò la bisaccia e si recò in tutta fretta nelle cucine del palazzo, quando entrò c'era solo Fran, la cuoca, che sorseggiava lentamente del tè da una specie di tazza in legno.
-Merlin...- salutò lei, non appena vide il ragazzo -che ci fai qui, così presto?- gli domandò.
-Sono venuto a prendere la colazione per il principe e le vivande, oggi Sua Maestà andrà a caccia- rispose sollevando la bisaccia che teneva stretta tra le dita.
-Capisco... bene, prendimi un vassoio, sono...-
-Lo so...- la interrupe il giovane, educatamente -grazie-
Merlin prese il vassoio destinato a contenere la colazione dell'erede al trono e lo poggiò sul tavolo. Fran, lo riempì subito adagiando un piatto sulla base di argento, lo riempì con la solita colazione che il principe soleva consumare e dopo aver sistemato un calice pieno di vino dolce sul vassoio, fece cenno a Merlin di passargli la bisaccia. Riempì anche quella e dopo aver fatto una buona scorta di cibo, Merlin, se andò salutando e ringraziando la cuoca.
Si legò la bisaccia alla cintura, afferrò saldamente i manici del vassoio e salì le scale per arrivare alle stanze di Artù. Non appena si trovò di fronte al viso la porta degli appartamenti del principe, fu tentato di tornare indietro, ma poi si fece coraggio e bussò.
-Avanti...- si sentì dire da dentro, Merlin sollevò gli occhi al cielo:Ho le mani occupate!
avrebbe voluto obbiettare. Tuttavia, scelte di tacere e aprire comunque la porta.
-Sire- lo salutò seccamente, con un falso inchino.
-Mettilo pure sul tavolo- ordinò Artù, senza degnarlo di uno sguardo mentre le sue mani erano impegnate e legare strettamente la cintura in vita.
Merlin chinò il capo, obbedendo. E nel posare il vassoio sul tavolo di ciliegio, non si accorse di averlo sbattuto, seppur leggermente sul legno pregiato. Nel silenzio del primo mattino, il suono dell'argento contro il legno, risuonò tra di loro.
Artù fermò le mani che armeggiavano sulla cintura di cuoio e volse lo sguardo alla figura esile del servo.
-C'è qualche problema, Merlin?- domandò, sottolineando il suo nome com'era solito fare.
-No, sire- ribattè il valletto con indifferenza.
-Sicuro?- insistette l'erede.
-Sì, sire. E semmai ci fosse qualche problema, non ve ne dovete dare pensiero- mise in chiaro il moro, prima di uscire, però, corresse il suo atteggiamento -spero che la vostra giornata sarà lieta, arrivederci, sire-
Mentre si avviava, Artù, lo richiamò. Merlin esitò, ma poi si decise a voltarsi.
-Sì, sire?-
-Grazie- mormorò, guardando fisso di fronte a sé, Merlin chinò il capo senza rispondere e uscì dalla stanza.
Quando tutto fu pronto Merlin, non visto, si mise a guardare il principe da una delle finestre al primo piano del castello, quelle che davano sul cortile che si affacciava sull'uscita secondaria del regno.
Vide un ragazzino biondo, probabilmente Jasper, avvicinarsi a passo spedito verso la figura dell'erede al trono, quando fu accanto a lui, vide il principe poggiare una mano sulla spalla del ragazzo.
I due si sorrisero a vicenda e poi montarono entrambi sui cavalli. Il principe partì per primo e Jasper lo seguì subito dopo.
Sulla guancia di Merlin scese una piccola lacrima indesiderata che si premurò di scacciare con la manica della giacca.
Perché piangere per un bastardo come Artù?
Perché lo ami, Merlin.
Sciocchezze, lui è solo il mio padrone. Punto.

  
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