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Autore: BebaTaylor    10/03/2013    1 recensioni
«Tutto bene?» mi chiede Sara attorcigliandosi una ciocca dei capelli biondi sul dito indice della mano destra.
«Tutto bene, non preoccuparti.» rispondo anche se non è vero.
Come posso spiegare la situazione a Sara e a Maddalena? Come posso dire loro che ho mentito? No, io non ho mentito. Loro non mi hanno mai chiesto “Ehi, visto che hai vissuto a San Antonio non è che conosci Jared Padalecki?” No, loro non mi hanno chiesto mai nulla. Io ho semplicemente omesso un piccolo particolare. Sempre se conoscere un attore famosissimo sia un piccolo dettaglio. Riprendo in mano il cellulare e mi collego a internet. Trattengo un imprecazione quando, nero su bianco, mi appare la news che Jared è veramente in Italia a girare un film, Afferro una bottiglietta d’acqua dallo zaino e bevo a piccoli sorsi.
Genere: Commedia, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Jared Padalecki
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Niente di quanto narrato in questa fanfiction è reale o ha la pretesa di esserlo. È frutto della mia fantasia e non vuole assolutamente offendere la persona in questione. I personaggi originali appartengono alla sottoscritta.


Trentasei Giorni


Capitolo Sedici
*9 Agosto*


Se speravo che questi pochi giorni lontano da Mark cambiassero Sara mi sbagliavo di grosso.
Ha piagnucolato per tutto il tempo, lamentandosi che gli mancava, che voleva vederlo, che non sopportava di non sentirlo ogni cinque nano secondi... una rottura di scatole.
Io invece non mi sono lamentata di nulla, escludendo le punture di zanzara e il mal di gambe per le troppe passeggiate; ho sentito Jared ogni sera.
E basta.
Mi è mancato?
Sì, ma non lo ripetevo sempre, anzi, non l'ho mai detto.
Siamo tornate ieri sera che era quasi mezzanotte, e Sara voleva andare da Mark e alla fine ci è andata.
Ora sono le dieci del mattino e lei non è ancora tornata.
Affari suoi a questo punto. Io mi godo il sole.
Prendo il bicchiere con l'acqua e menta e ne bevo un po'. Credo di aver provato di tutto per far passare sta fissa a Sara ma non ha funzionato nulla. b Mi dico che passerà. Spero solo che prima non peggiori.
Mi sdraio di nuovo e cerco di rilassarmi, oggi non preparo neppure il pranzo, un panino e via. Se Sara torna e non ha mangiato che si arrangi.
Chiudo gli occhi e mi impongo di pensare più di lei.
«Sei sola?»
Mi metto a sedere e sorrido. «Ciao Jared.»
Lui si siede accanto a me. «Sara non c'è?» domanda.
Perché mi chiede di lei? Perché?
"Non essere gelosa!"
«No, no c'è. È con Mark.» rispondo. «Non l'hai vista?»
Lui scuote la testa, posa un braccio sulle mie spalle e mi bacia una guancia.
«Veramente no. Mark è uscito presto questa mattina, ha lasciato un biglietto sul tavolo.»
Apro la bocca, non mi aspettavo una roba del genere.
«Cosa? E dove sono?» domando. Jared alza le spalle.
Respiro profondamente e prendo in mano il cellulare e chiamo Sara; parte la segreteria. O è spento o non prende. Poso il cellulare e sbuffo.
«Cosa c'è?» mi chiede Jared attirandomi a sé.
Lo abbraccio e poso la testa sulla sua spalla. «Nulla.» mormoro anche se non è vero.
Lui mi bacia la fronte e mi abbraccia. «Non è vero.»
Sospiro, ha ragione lui. Non è vero. Quel "nulla" è una bugia.
Solo due settimane fa le cose erano diverse. E prima che venissimo qui erano completamente diverse. Totalmente diverse.
Tutta colpa di Mark.
"La smetti di pensare a loro due? Sei un'idiota, sei con Jared e li ti sta abbracciando!" Forse la voce nelle mia testa ha ragione. Sono una scema.
Mi rilasso contro di lui e lascio che mi accarezzi la schiena, lo fa così bene...
«È per colpa di Sara che sei triste?» mi chiede, le sue labbra scendono lungo la mia guancia.
«Sì...» rispondo e volto il viso per incontrare le sue labbra, lo bacio, e poso una mano sulla sua nuca, attirandolo verso di me.
Non ci sono più problemi, ora.
Ci siamo solo io e lui.
Lui e io.
Tutto il resto non conta.
Tranne il telefono che suona. Mi stacco di malavoglia da Jared e prendo il cellulare.
«Buongiorno.» dico.
«Prendi le chiavi della macchina.» esclama Sara, «Stiamo arrivando.»
Sbuffo. Non si fa sentire e ora pretende la mia macchina?
«Dove devi andare?» chiedo, anche se so già la risposta; Jared mi posa le mani sulle spalle e inizia a massaggiarle lentamente, disegnando piccoli cerchi con i pollici.
«Devo uscire con Mark.» mi risponde.
Chiudo gli occhi godendomi il massaggio e le labbra di Jared che mi sfiorano il lobo.
«Mmh... no.» dico, mentre le mani di Jared scendono lungo la schiena e mi slacciano i lacci del costume.
«Sei una stronza!» strilla lei, ma io non ci bado più di tanto, Jared mi sta baciando il collo; chiudo la chiamata e mi volto verso Jared.
«Entriamo?» sussurro.
Lui annuisce e sorride, si alza e mi porge la mano, io gliela stringo e mi alzo.
Chiudo la porta a chiave e saliamo in camera. Sara può andarsene a quel paese.
"Brava!"

***

Sara è arrabbiata con me perché non le ho prestato l'auto. E si è incazzata ancora di più quando ha scoperto che l'avevo chiusa fuori di casa.
Mi ha detto che non era giusto.
Però chiudere me fuori da casa mia è giustissimo, invece.
Non riesco a capire perché sta succedendo tutto questo. Perché lei si stia comportando così, in questo modo. Non ha quindici anni!
Chissà che cosa le avrà detto Mark, quali promesse e avrà fatto... tanto sono sicura che non le manterrà. Ha la faccia da stronzo menefreghista.
E io dovrò raccattare i cocci del cuore di Sara, quando lui glielo spezzerà.
"Smettila di andare in paranoia per lei!"
Eh, voce nella mia testa, non è mica così semplice. È, o dovrei dire era?, la mia migliore amica.
"La pianti? Vorrei ricordarti che Jared è di sopra, nel tuo letto. Nudo."
Eh. Giusto. Giustissimo.
Finisco di lavare le mani e le asciugo, prendo la panna montata, i cucchiaini, le due ciotole con la macedonia e torno di sopra, spero che non cada nulla.
Arrivo alla porta della camera e la trovo accostata, strano, ero convinta di averla lasciata aperta... mi ci appoggio contro e mi blocco. Jared sta parlando con qualcuno, è al cellulare, presumo.
Mi blocco quando lo sento pronunciare il nome di sua moglie. Mi ero quasi scordata di lei.
"Non quasi. Ti eri completamente dimenticata di lei."
Lui urla qualcosa. "Non posso.", ha detto. Chissà a cosa si riferisce.
"Fatti gli affari tuoi."
Aspetto qualche secondo e poi entro. Jared si avvicina e prende la bomboletta della panna spray in mano, io poso le altre cose sul comò.
«Eri al telefono con Gen?» gli chiedo.
"Zitta mai, eh?"
Mi taglierei volentieri la lingua.
Lui alza le spalle, «Sì.» risponde.
"Taci!"
Non dico nulla, spruzzo un po' di panna sulla frutta, prendo un cucchiaino e mi siedo sul letto.
Anche lui si siede, vicino a me. Mi abbraccia rischiando di far cadere la mia ciotola. «Scusa.» mormora prima di baciarmi una guancia.
Io sorrido anche se non capisco perché si sia scusato.
"Taci. Per favore."
Taccio, contenta?
Il cellulare suona, è ancora Sara.
«Cosa vuoi?» le chiedo
. «Entrare.» risponde lei.
«No, sono impegnata.» rispondo appoggiandomi alla testiera del letto e poso la ciotola sul comodino.
Jared si avvicina con la panna, mi alza la maglietta e ne spruzza un pochino sul mio ombelico.
Cosa?
«Mi hai sentito?» strilla Sara.
No, sono troppo occupata, sto cercando di capire cosa vuole fare Jared. «No, scusa. Ripeti.» dico a Sara. Jared mi guarda malizioso si china sulla mia pancia e inizia a leccare la panna.
"Riattacca! Subito! Ora! Adesso!"
«Dammi almeno le chiavi della macchina!»
«Sono impegnata.» rispondo. Spingo il tasto rosso e lascio cadere il cellulare sul letto.
Giochini erotici con la panna? Mai provati prima d'ora. Cosa mi ero persa...

***

È quasi mezzanotte, Jared è andato via da un pezzo e Sara sbuffa peggio di una vecchia locomotiva a vapore.
Cazzi suoi.
Se non mi avesse chiuso fuori di casa non l'avrei lasciata fuori.
In ogni caso è stata una giornata fantastica.

Salve! Spero che anhe questo capitolo vi sia piaciuto :)
Ho saltato i giorni in montagna. Jared non c'era, non aveva senso scriverli.
Comunque siamo a metà. Ancora sedici capitoli, epilogo compreso.

   
 
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