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Autore: sniper6kk6    27/09/2007    3 recensioni
- Senti.... ti va di fare un giro nel parco? - azzardò il ragazzo dopo qualche secondo, già sicuro che Luna avrebbe rifiutato. La ragazza invece era del parere contrario, perché disse con entusiasmo:
- è una splendida idea Ron!! Così posso vedere se qualche creatura sconosciuta se ne va a gironzolare di notte per il parco di Hogwarts! - e incominciò a correre in direzione del parco, trascinando il ragazzo con sé. (Ron/Luna)
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Luna Lovegood, Ron Weasley
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Come ogni mattina, Ron era stato svegliato dal suo amico e compagno di stanza. Riluttante, si era alzato, lavato, vestito e infine era sceso per fare colazione. Come da copione, aveva incontrato la sua amica Hermione e stavano chiacchierando tranquillamente, gustando la colazione preparata nelle cucine poco prima.


- Ciao Harry! - Ron si voltò per vedere la proprietaria di quel saluto fuori dalla solita routine, mentre anche Harry alzava la testa pigramente per vedere chi fosse. La figura che il rosso si trovò di fronte però lo lasciò leggermente stupito e perplesso allo stesso tempo. Si trattava di Luna Lovegood. Aveva sempre con sé il giornale che suo padre produceva, Il Cavillo, e come al solito era vestita in modo stravagante. Notò però che c’era qualcosa di particolare in quell’abbigliamento, quasi fosse più..... elegante del solito.


- Buongiorno Luna, hai già fatto colazione? - disse Hermione, prima che Ron potesse rispondere al saluto.


- Ancora no, ma stavo giusto per andarci. Ero passata a salutarvi ma vedo che siete impegnati a divorare la colazione. Ci vediamo a lezione. - disse indicando la forchetta piena di pancetta che Ron quasi in catalessi teneva in mano. La ragazza soffermò qualche istante lo sguardo sul rosso, dopodichè si avviò velocemente verso il tavolo di Corvonero con l’espressione sognante, tipica della sua persona. Tutto questo avvenne prima che Ron potesse realizzare la situazione, accorgendosi solo dopo di essere rimasto con un’espressione a metà tra l’ebete e il riflessivo, ma soprattutto con la forchetta ancora a mezz’aria.


- Com’è stravagante quella ragazza - constatò Harry prima di riprendere avidamente a mangiare le uova che aveva nel piatto. Anche Ron riprese a mangiare, rimanendo però immerso nei suoi pensieri, senza ascoltare quello che Harry e Hermione dicevano. Era rimasto perplesso da quella visita non proprio consueta. Aveva già visto qualche volta Luna Lovegood, e di solito era il primo a farsi notare, chiamandola col soprannome che lui stesso gli aveva dato: Lunatica. Eppure quella mattina non era riuscito ad articolare nemmeno due parole, o per lo meno non in tempo per essere udite dall’interlocutrice. La cosa che lo lasciava veramente perplesso era che l’aveva guardato prima di andarsene. Ora, non è che fosse la cosa più strana del mondo, ma non era.... da Luna. Lei, quando parlava, difficilmente guardava chi le stava di fronte, o perchè era sempre indaffarata a fare qualcos’altro, oppure perché aveva il tipico sguardo alla Luna, vacuo e senza meta, quasi sognasse ad occhi aperti.


La giornata si svolse senza particolari avvenimenti, perlomeno fino a dopo la cena. Tutti e tre si trovavano nella Sala Comune: Harry e Ron stavano giocando agli scacchi magici, mentre Hermione leggeva uno dei suoi soliti libri da mille o più pagine.

- Scacco matto! - sentenziò Ron, orgoglioso di aver stracciato il suo amico per l’ennesima volta.


- Ok ok, hai vinto. Batto in ritirata finchè posso - disse Harry sconsolato, avviandosi con fare stanco verso le scale del dormitorio maschile.


- Immagino che il caro Ronald abbia già assolto ai suoi compiti studenteschi, per potersi permettere tutti questi momenti di svago - sentenziò Hermione alzando la testa dal tomo che stava leggendo.


- Per tua informazione non esiste solo la scuola o i libri da mille pagine -. Ron sapeva che questa frecciatina gli sarebbe costata una probabile, ennesima litigata con Hermione, ma d’altronde non poteva neanche sopportare che l’amica lo spegnesse ogni qualvolta avesse un momento di gloria personale.

Come previsto, Hermione non si sottrasse alla stoccata.


– So bene che non esistono solo libri e studio. Sei tu invece che non ti rendi conto che esistono. Se compissi il tuo dovere regolarmente, probabilmente non avresti una media di voti così scarsa! -


- Sembri mia madre. Stesse parole, stesso tono. Personalmente preferisco godermi una giornata rilassante, piuttosto che massacrarmi sui libri! -. Per tutta risposta Hermione chiuse di scatto il libro e fece per dirigersi verso le scale del dormitorio femminile, ma poi, ripensandoci, si fermò.


- È inutile che io continui a rimproverarti per la tua carenza di studio, quindi lascierò che tu ci sbatta la testa in prima persona. Chissà mai che sia la volta buona che mi darai ragione -.

Detto ciò, la ragazza salì velocemente le scale del dormitorio e scomparve dalla visuale del ragazzo. Lui in un primo momento aveva avuto quasi una sensazione di liberazione: per una volta era riuscito non solo a scampare una ben più devastante litigata con l’amica, ma era anche riuscito a strappare una mezza “vittoria”. Riflettendoci meglio, però, si rese conto che in fondo Hermione... aveva ragione: stava trascurando un po’ troppo i suoi obblighi scolastici. Questo però non lo convinse a mettersi a fare il tema di pozioni, anche per ragioni di orgoglio (non si sarebbe mai permesso di fornire prove che avvalorassero la tesi della sua amica). D’altra parte, senza avere la possibilità di occupare la serata con una litigata, non sapeva cosa fare; decise quindi, dato che l’ora lo permetteva, di gironzolare un po' per il castello. Prese così a camminare verso la Sala Grande, dopo essere uscito dalla Sala Comune, percorrendo così uno dei tanti corridoi del castello.

Intanto gli tornò alla mente la scena della colazione, e si domandò perchè aveva avuto quella reazione nel vedere una ragazza che sì, era un po’ stramba, ma non così tanto da lasciarlo a forchetta a mezz’aria. Un dubbio, o per meglio dire una possibile spiegazione si insinuò nella sua mente, prontamente scacciata, come fosse stata molesta. La questione però rimaneva aperta e quella sembrava, purtroppo o per fortuna, la spiegazione più logica alla sua reazione. In in un certo senso era attirato da quella figura dai capelli biondi; più che altro era incuriosito dalla sua personalità e continuava a chiedersi perchè quella ragazza fosse così strana. Non era tanto la stranezza esterna, la collana fatta di tappi di burrobirra e tutti gli altri gingilli, bensì il fatto che fosse sempre così.... assente: ogni cosa scivolava addosso a quella ragazza come se fosse seta. Non capiva come ci riuscisse, come potesse lasciarsi alle spalle tutto con tanta facilità.

Intanto continuava a vagare per i corridoi e, in uno di questi, scorse una figura immersa nella lettura della rivista che aveva in mano. Era appoggiata ad una colonna e non dava segno di essersi accorta della sua presenza. Il ragazzo invece si era accorto anche troppo della ragazza che non era altri che Luna, l’unica ragazza della scuola che portava la bacchetta appoggiata all’orecchio.


- Ehi Luna, che ci fai qui a quest’ora? - incominciò il rosso. Luna alzò lo sguardo, quasi come se si fosse risvegliata da uno stato di trance.


- Stavo leggendo Il Cavillo per le ultime novità su delle strane creature che sono state avvistate in Scozia - disse mentre scrutava il ragazzo da capo a piedi, quasi dovesse fargli una radiografia.


- E come mai leggi quella rivista proprio qui? - domandò curioso il rosso, mentre guardava con un po’ meno interesse le presunte creature avvistate in Scozia.


- Ci vengo sempre, è un posto così tranquillo - disse indicando con lo sguardo i due lati del corridoio che era completamente vuoto.


- Vuoto di notte, perché di giorno invece è un vero casino! -

- Senti.... ti va di fare un giro nel parco? - azzardò il ragazzo dopo qualche secondo, già sicuro che Luna avrebbe rifiutato. La ragazza invece era del parere contrario, perché disse con entusiasmo:


- è una splendida idea Ron!! Così posso vedere se qualche creatura sconosciuta se ne va a gironzolare di notte per il parco di Hogwarts! - e incominciò a correre in direzione del parco, trascinando il ragazzo con sé.


Arrivati a destinazione Ron disse:


- Certo Luna che sei proprio una ragazza strana -, aggiungendo subito dopo

– in senso buono ovviamente -.


A Luna però sembrava che la rettifica non servisse, dato che rimase praticamente indifferente alla prima affermazione del ragazzo; solo alla seconda affermazione, però, si fermò e si girò, fissando intensamente per qualche secondo il ragazzo con i suoi occhi azzurri.


- Grazie Ron - disse, sfoderando un mezzo sorriso e riprendendo a camminare, come se nulla fosse accaduto.

- Sei la prima persona che me lo dice in faccia, gli altri di solito si limitano a deridermi alle spalle - A questa affermazione Ron intravide una breccia nella fortezza che Luna si era creata attorno.


- Devo ammettere che più di una volta ho fatto anch’io la mia parte - disse Ron, in quel momento che oramai era diventato una specie di confessione a cielo aperto. Intanto camminavano lentamente ai lati delle alte mura del castello.


- Però adesso sei qui a parlarne con me, un dettaglio non indifferente -. A quell’affermazione Ron abbassò gli occhi: effettivamente si trovava fuori con Luna e ci stava chiacchierando assieme. Non che prima non se ne fosse accorto, ma adesso ne aveva la piena coscienza e la cosa lo rendeva leggermente nervoso, anche se non sapeva il perché. Provava ammirazione per quella ragazza, così eccentrica, eppure così attenta ai gesti degli altri.


- Vieni con me!! - disse Luna dopo qualche secondo, prendendo la mano del ragazzo evidentemente sorpreso e portandoselo dietro ancora una volta, rischiando più di una volta di farlo finire per terra. La ragazza invece si dirigeva veloce verso la Foresta Proibita, terminando la sua corsa al limitare della stessa.


- Questo è un altro posto dove mi piace venire spesso. Di solito è qua che si vedono le creature più interessanti -


- Ma ci credi così tanto all’esistenza di queste creature che nessuno ha mai visto? -


- Non è vero che nessuno li ha mai visti. Mio padre passa tutta la giornata a cercare testimoni degli avvistamenti, quindi esistono per forza!! - Fu la secca risposta della ragazza.


- Non volevo mettere in dubbio il lavoro che fa tuo padre... -


- Mio padre è l’unica persona che mi rimane della famiglia. Devo poter credere a quello che pubblica, altrimenti tradirei in qualche modo la sua fiducia - disse abbassando lo sguardo e diventando tutt’a un tratto pensierosa. Anche Ron rimase in silenzio qualche secondo, riflettendo sul fatto che se fosse stato in un altro momento, in un altro luogo, avrebbe sparato una battuta che sarebbe andata a sommarsi alle decine di altre battute inappropriate e fuori luogo. Eppure in quel momento non ci riusciva, c’era qualcosa che lo bloccava, che lo faceva sentire... in colpa anche solo per le parole che aveva pronunciato poco prima, provocando quella reazione “inconsueta” di Luna.


La ragazza d’altra parte sentiva quasi di essersi liberata. Non era mai riuscita ad andare oltre la morte di sua madre e si era sempre nascosta dietro alla sua stravaganza. Eppure, subito dopo averne parlato col ragazzo, aveva sentito quel peso evaporare.

Tuttavia, al pensiero della madre, lacrime leggere incominciarono a solcarle il viso. Accorgendosene, il rosso fu preso da un leggero senso di panico.


- I-Io non v-volevo veramente dire la f-frase di prima... – disse tentando di giustificarsi e avvicinandosi un po’ per tentare di capire quanti danni era riuscito a fare in due minuti.


Per tutta risposta la ragazza, all’avvicinarsi di lui, gli si strinse al petto, incominciando a piangere ancora più forte, quasi quelle lacrime dovessero lavare tutto il dolore represso in quegli anni. Ron avvolse le braccia attorno le spalle di lei, stringendo un po’ la presa, quasi a volerla far sentire al sicuro.


- Va tutto bene... – tentò di rassicurarla Ron.

Dopo qualche minuto, Luna finalmente smise di piangere, continuando però di tanto in tanto a singhiozzare. Ron cercò il suo sguardo


- Tutto passato? – chiese.

La ragazza, con il volto ancora semi-nascosto, si limitò ad annuire.


- Sai... – incominciò Ron con un’audacia che non aveva mai tirato fuori prima – ...la Luna non si riesce a vedere bene se non c’è il sereno – ,arrossendo poi dalla testa ai piedi, senza però che fosse visto, dato che era buio.


La ragazza sollevò la testa fino a incontrare il suo sguardo e disse, stando al gioco,

– Adesso... adesso il cielo è molto più limpido -, arrosendo anche lei subito dopo aver pronunciato quella frase.


Il ragazzo incominciò ad avvicinarsi al viso della ragazza, che nel frattempo compiva la medesima azione.


- Vorrei assaggiare un pezzo di Luna... – fu l’ultimo commento di Ron prima di annullare la distanza tra di loro, dando vita ad un bacio molto delicato, ma al contempo pieno di passione, espressione di sentimenti che nessuno dei due si era reso conto di avere nei confronti dell’altro. Lui aveva spostato le mani sulla vita, per poterla stringere a sè, mentre Luna teneva una mano sul viso di Ron.

Dopo qualche minuto, i due si staccarono leggermente, un po’ affannati ma felici, ma soprattutto entrambi rossi come due pomodori. Tuttavia non lasciarono l’abbraccio fino a quando non decisero di tornare al castello per andare finalmente a dormire.

A un certo punto del tragitto del ritorno però, mentre Luna era immersa nei suoi pensieri, il rosso si fermò di colpo, girandosi e guardandola serio negli occhi


- Qundi adesso..... siamo una coppia? –


- Beh... immagino proprio di sì... – fu la risposta di Luna.

Subito un sorriso ricomparve sulla faccia di Ron, che riprese di nuovo a camminare come se non avesse chiesto niente e non si fosse mai fermato per fare la domanda.


- Certo che a volte sei proprio strano!! – fu l’osservazione di Luna mentre riprendeva anche lei a camminare come se nulla fosse successo, in direzione del castello.

  
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