Libri > Harry Potter
Ricorda la storia  |      
Autore: Serpedoro    29/09/2007    5 recensioni
« Black » constatò.
Al richiamo quello sussultò girandosi a guardarlo. « Lestrange… » esalò in un sospiro di sollievo non appena lo riconobbe.
Genere: Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Rabastan Lestrange, Regulus Black
Note: AU | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun contesto
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A






Ehilà!
Ci vuole del genio a sparire per quasi un anno, proprio quando la gente comincia a leggerti e a recensirti, ma evidentemente oltre ad avere una vena buonista che sorge infida nei momenti meno attesi, ho anche una vena autolesionista… Chissà!
E vabè, bando alle ciance e passiamo alle cose serie: ho la bellezza di nove persone da ringraziare! *-*
Partiamo dalla storia più vecchia “My Little Lord” recensita da Glowen: grazie infinite, sono felice che la mia storia ti sia piaciuta al punto da mettermi tra i preferiti! *-* Segue quindi Kagome chan per “Una giornata come le altre”: Come si può non amare Severus?! Grazie per il tuo incoraggiamento, spero solo di non arenarmi per un altro anno!
Ed ora le sette donzelle che hanno recensito “Luna crescente”! Ragazze pensavo di essere la sola a desiderare un Remus dotato di spina dorsale, ma grazie ai vostri commenti ora so di essere in ottima compagnia! Ma andiamo nel dettaglio…
ginny16: Grazie, grazie, grazie! Per il brava e per la spinta emotiva!
Miki_TR: Tesoro, tu sei il mio impareggiabile sostegno. E mi vergogno fino al midollo, perché sono indietrissimo con le tue recensioni (anche con quelle di Suni! @_@) e sono mesi che non ti sento neanche via mail, ma ho letto la storia ed ovviamente è stupenda e… Ok, entro la settimana avrai tutto, promesso! Grazie, l’affetto che percepisco leggendo le tue parole è un tesoro dal valore inestimabile.
*angel of thunder*: Grazie infinite per il tuo commento, breve, ma decisamente intenso e… Grazie! Sul serio, di cuore!
Kay78: Che dire? Hai scritto tutto quello che ho provato e che mi ha portato e mi porta a scrivere di Remus in un certo modo, hai compreso al millesimo ogni sillaba che ho scritto e l’hai condivisa fino in fondo, l’ho sentito concretamente e… Cavolo! Hai mai pensato di scrivere? Perché sei riuscita a farmi venire i brividi con una recensione e non sto scherzando e non lo dico solo perché la storia era la mia. Meravigliosa. Tu e le tue parole.
Nike87: Grazie mille per i complimenti, sono felice che l’ultima frase ti abbia fatto sorridere di gusto, è stata una soddisfazione scriverla!
mike: La corona della mia testa, nonchè il coperchio del mio cuore! I tuoi commenti sono sempre strepitosi, quasi quanto la mise che avevi in mio onore al rientro da Londra! Facezie ed alta moda a parte, hai la capacità straordinaria di farmi: gonfiare il petto d’orgoglio, arrossire come un fragile virgulto, luccicare gli occhi e sorridere come un’ebete in contemporanea. Una vera impresa nell’insieme, ma d’altro canto, sei o non sei la mia diletta? Ti adoro!
Joy: Quando leggerai questa storia, sappi che come sempre amo le tue recensioni e ogni dettaglio che cogli e ogni emozione che esprimi e che dopo mesi che non mi faccio viva mi sento una grandissima ca***! Senza scherzi. Sei uno dei tesori più grandi che abbia avuto la fortuna di incontrare in rete e ti ringrazio per ogni parola ed ogni minima cura e attenzione, insomma per essere te!

Ragazze, ciò che ho adorato di più è stato vedere le piccole sfumature che avete notato, ognuna diversa dalle altre e tutte comunque sempre esatte… E l’ha adorato anche Remus, che vi ringrazia di tutto cuore con un profondo inchino per la vostra attenzione e per il vostro affetto nei suoi confronti!
Grazie infinite anche a tutte le persone che hanno semplicemente letto, siete state davvero tantissime! E grazie anche a daitya, Limnia_Black, Loxaris e Luciferix , che insieme a Kay78, Miki_TR e Nike87 hanno inserito la storia nei loro preferiti. E naturalmente un gigantesco grazie anche a tutti quelli che hanno inserito altre mie storie nei preferiti o addirittura me fra gli autori: troverò il giusto spazio per rendervi merito, promesso!!!

Ora, a tutti quelli a cui non poteva importare di meno di questi ringraziamenti: vi lascio finalmente alla nuova storia!
I protagonisti sono due personaggi a cui avete già dimostrato in precedenza il vostro affetto e che faranno la gioia di Joy che li voleva leggere assieme! Che dirvi di più? Attenti a quei due e… Buona lettura!












Rabastan Lestrange, seduto comodamente su uno dei davanzali dell’aula in cui si trovava, stava fumando una sigaretta perso nei propri pensieri, quando il tonfo sordo della porta che veniva chiusa lo riscosse.
Ad entrare era stato un ragazzino dai capelli neri; stava respirando profondamente, nel tentativo di riprendere fiato da quella che sembrava una lunga corsa, e Rabastan lo sentì sussurrare un incantesimo per sigillare la porta, evidentemente ignaro del fatto di non essere solo.
Conosceva quel ragazzino, era più piccolo di lui e apparteneva alla sua stessa Casa…
« Black » constatò.
Al richiamo quello sussultò girandosi a guardarlo. « Lestrange… » esalò in un sospiro di sollievo non appena lo riconobbe.
« Che stai facendo? » chiese l’altro corrugando le sopracciglia stranito.
Il sollievo divenne repentinamente disagio.
« Io… Non volevo disturbarti, non mi ero neanche accorto che ci fosse qualcuno. Adesso- »

«
NON TI SERVIRÀ A UN ACCIDENTE NASCONDERTI, REGULUS! ESCI FUORI O SARÀ PEGGIO PER TE! »

Nel sentire quella voce rabbiosa, Rabastan si girò di scatto ad osservare la soglia, ma udì solo il rumore di porte che, nel corridoio, venivano aperte e chiuse in successione con una certa violenza.
« Capisco… » sussurrò un istante dopo, distogliendo lo sguardo dalla porta ed evitando con discrezione di guardarlo, concentrando tutta la propria attenzione sul mozzicone che stava spegnendo sotto la suola della scarpa.

« TI HO DETTO DI USCIRE FURI, PICCOLO IDIOTA! »

Era vicino. Molto vicino.
Di sottecchi guardò l’espressione mortificata del ragazzo. Stringeva i pugni fino a sbiancare le nocche e si mordeva quasi a sangue un labbro, lo sguardo a terra, e ciononostante la sua testa continuava a restare alta…
La porta vibrò pericolosamente senza aprirsi: era arrivato.
In cerca di una via di fuga, il più piccolo dei Black incrociò incidentalmente lo sguardo del suo compagno di Casa; con un’occhiata obliqua, Rabastan gli indicò la catasta di mobili che giaceva a fondo dell’aula e Regulus, senza avere il tempo di domandarsi perché mai dovesse aiutarlo, scattò prontamente nascondendosi dietro a quell’ammasso di banchi rotti, giusto una frazione di secondo prima che suo fratello entrasse.

« FINITUS! » tuonò il Grifondoro bloccandosi di colpo, sorpreso, non appena fatto il suo ingresso. « Lestrange… »
« Black » rispose questi con un impercettibile cenno del capo. « Mi è parso di capire che stai cercando qualcuno » aggiunse con una nota di sfottò. « Posso aiutarti? »
L’altro strinse le labbra e socchiuse gli occhi, valutandolo. « Mio fratello » rispose asciutto. « L’hai forse visto? »
« Certo che l’ho visto » rispose con ovvietà. « Fa parte della mia Casa »
« Intendevo in quest’aula » fece a denti stretti.
Rabastan si prese il suo tempo. Tirò fuori il portasigarette d’oro brunito ed estrasse una sigaretta portandosela alla bocca. « Perché, ha l’abitudine di venire qui? » domandò con fare colloquiale, aspirando il primo tiro, facendo bruciare carta e tabacco senza che la punta della bacchetta li avesse sfiorati, o lui avesse borbottato alcun incantesimo.
Irritato da quell’ostentata dimostrazione di potere, dalla sua calma snervante e dalla situazione, il primogenito dei Black incalzò seccato « Allora? È qui? »
Regulus meritava una lezione, questo era certo, indipendentemente da quanto Rabastan Lestrange potesse essere irritante, avere tempo da perdere o voglia di giocare.
« Che motivo avrei per nasconderlo, Black? » domandò il secondogenito Lestrange.
« Come hai detto tu, fa parte della tua Casa »
« Hai sbagliato Lestrange, Black » rise fragorosamente il Serpeverde. « Io non sono così “patriottico”! Riprova in un’altra aula, forse sarai più fortunato e… cartamente troverai un membro della tua famiglia… » concluse sprezzante.
Il Grifondoro serrò la mascella, incassando suo malgrado il colpo e con lo sguardo torvo, si limitò a chiudere con forza la porta alle proprie spalle senza un cenno di saluto.
Rabastan poteva comprendere quella stizza fino a un certo punto; perché per quanto non lo entusiasmasse quella liaison che avrebbe portato irreparabilmente a imparentare le loro famiglie, lo entusiasmava ancora meno palesare le proprie riserve su quella che era considerata unanimemente, nel loro ambiente, come un’unione vantaggiosa.
No. Non ci teneva ad essere la voce solista fuori del coro. E tantomeno, poi, se si trattava di ritrovarsi magari a “duettare” con quel preteso ribelle…

« Grazie »
Dimentico della sua presenza, si girò in direzione del “sacro” compagno di Casa e scuotendo il capo « Non ce n’è bisogno, non mi hai chiesto niente »
Date le contingenze, avrebbe parato le spalle al piccolo Black anche se fosse appartenuto a Tassorosso.
… o forse no…
Comunque era stato catartico schernire quell’arrogante. Aveva sortito l’effetto che era stato fallato da altro… Prese un altro tiro e storse il naso fissando la sigaretta.
Melissa e passiflora. Sembrava di fumare una delle serre della Sprout…
« A maggior ragione, no? » fece l’altro timidamente.
Scosse le spalle con noncuranza; riflettendo vagamente sulla possibilità che anche il più piccolo dei Black, forse, avrebbe dovuto essere alloggiato ai piani alti del castello, sebbene… « Per curiosità, come mai lo stavi evitando? »
Il ragazzo sorrise amaramente a quella delicatezza, perfettamente consapevole di essersi nascosto.
« Si stava facendo bello coi suoi compagni a spese mie. Raccontando cose che non avrebbe dovuto raccontare… » principiò sfuggendo lo sguardo, il viso distorto dalla rabbia al solo ricordo. « E ti stava rincorrendo per continuare? » ribattè ironico Lestrange, ma quando vide l’espressione di feroce vittoria sul viso del ragazzino, il suo interesse divenne reale.
Sollevando il mento inorgoglito, quello affermò « Gli ho fatto scivolare i calzoni alle caviglie: ha ruzzolato per tutta la rampa del terzo est »
Il moto di risa fu spontaneo e crescente, sorpreso e deliziato, e quando si placò, Rabastan, con un’evidente scintilla di ammirazione nello sguardo, chiese sinceramente perplesso « Perché? »
Il sorriso sulle labbra di Regulus si spense e chinando appena la testa, con asprezza « Avresti dovuto sentire cosa stava raccontando… »
« Non intendevo quello. Perché sei scappato, allora » specificò.
Regulus lo guardò esterreffatto « Scherzi? Mi avrebbe ammazzato! Sirius quest’anno ha i G.U.F.O., io sono appena al secondo anno. Avrebbero trovato i miei pezzi fino al campo di Quidditch… » concluse abbassando gli occhi.
« Forse » acconsentì l’altro. « E forse avrebbero trovato i suoi fino alla Guferia »
« Che intendi dire? »
« Intendo dire che ci sono tre anni fra voi, ma tu l’hai fatto rotolare giù da una scalinata col deretano al vento lo stesso » e prima che l’altro potesse intervenire « Se pensi che temporeggiando gli anni che vi separano si accorceranno, stai davvero sbagliando, perché diventeranno mille e quando te ne renderai conto sarà troppo tardi » sputò con risentimento.
Un risentimento che a Regulus parve eccessivo per la situazione e che lo portò a scostare il proprio sguardo da lui, ma anche a riflettere: non aveva mai considerato le cose da quel punto di vista…
« Tu perché sei venuto qui » chiese a un tratto, aggrottando lievemente la fronte, focalizzando solo in quel momento le cicche che decoravano il pavimento polveroso e consumato. Decisamente troppe perché potessero essere frutto solo di una pausa dallo studio o un attimo di relax, e troppo recenti perché non fossero sue.
L’altro rimase in un assorto silenzio, lo sguardo distante… dopodichè, disse con tono neutro « Ho avuto una discussione con Rodolphus » e muovendo il portasigarette verso di lui « Penso tu possa capirlo »
Regulus si irrigidì come se l’avesse schiaffeggiato con quella distratta confidenza. Abbassò gli occhi guardando fissamente le sigarette che gli venivano offerte; sebbene quella di Lestrange, dato l’atteggiamento, sembrasse più una provocazione che altro e… un lampo di comprensione lo colpì.
« Sì… » rispose in un soffio e quando l’altro mosse di nuovo il portasigarette verso di lui, come esortandolo a prenderne una, sollevò una mano in segno di rifiuto e, addirittura indietreggiando di mezzo passo, aggiunse come a giustificare la sua prima risposta « Posso capirlo »
Lestrange allontanò il portasigarette dalla sua portata con estrema naturalezza, come se niente fosse, e prima di riporre l’oggetto nella tasca del suo pastrano, estrasse un’altra sigaretta portandosela con noncuranza alle labbra, accendendola stavolta col mozzicone quasi esaurito della precedente.
Senza dire una parola, Regulus si diresse verso la soglia e una volta giunto « Grazie » ripetè prima di chiudersi la porta alle spalle, « Di tutto » aggiunse voltandosi a guardarlo un istante. Giusto il tempo di vederlo scrollare con indifferenza le spalle come unico cenno di risposta, gli occhi ostinatamente puntati al filo di fumo che sprigionava dalla sigaretta.


Nonostante non vi fossero suddivisioni di alcun tipo, i posti a tavola risultavano pressocchè fissi, distribuiti secondo un ordine di sottogruppi che si erano formati naturalmente a mezzo di parentela, conoscenza o, più semplicemente, per anno di corso.
« Rabastan, dovresti fumare di meno, davvero. A parte il fatto che tanfi di melissa lontano un miglio, dovresti sapere che Rodolphus non dice mai sul serio… »
« Se ti da tanto fastidio il mio “tanfo di melissa”, perché non respiri dall’altra parte, Bellatrix? » rispose tagliente il ragazzo, girando innervosito la testa in dirittura dell’ingresso e vedendo così, casualmente, Sirius Black, il volto cinereo, che avanzava verso il tavolo di Grifondoro con i capelli infinitamente più corti di quanto non fossero stati al pomeriggio.
Rapido, fece scorrere lo sguardo al fondo della loro tavolata fino a che non incontrò quello del piccolo Regulus, che sorridente lo salutava sventolando compiaciuto una mano completamente fasciata.
Un breve, stupito, singulto di risa lo scosse e le sue labbra si piegarono in un ammirato sorriso.
Forse era tardi, sì. Ma non per tutti…










  
Leggi le 5 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Harry Potter / Vai alla pagina dell'autore: Serpedoro