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Autore: YeahBuddy_OneD    12/03/2013    4 recensioni
Non capivo il motivo di tutta quel euforia. Perché dei ragazzi dovrebbero essere felici di rimanere chiusi in un castello a studiare per tutto l’anno? Forse i professori appena entri da quel portone ti lanciano un incantesimo che ti fonde il cervello per farti studiare di più?
Niall-NuovoPersonaggio / Larry 
Genere: Avventura, Fantasy, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Niall Horan, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Come poteva un angelo non sognare di volare?
 
 

POV NIALL
 
Paura. L’unico sentimento che mi scorreva tra le vene, paura di perderla. Era appesa al mio braccio e lo spazio che c’era tra lei e terra era infinito. Sapevo che non sarei riuscito a tenerla a me ancora per molto.
-Ti prego resisti!
Le urlai mentre cercavo ancora di farla alzare. Tutti i presenti si voltarono verso di noi.
Non dovevo, non potevo lasciarla andare, non così, non ora!
-Niall…
Un suo sospiro mi fece aprire gli occhi e incrociai per qualche istante i suoi occhi imploranti. Il marrone scuro si stava piano piano schiarendo, facendo uscire da qualche lacrima dalle palpebre.
Stava per finire la frase, quando sentì una pressione sul manico di scopa su cui ero seduto. Con una forza inaudita la scopa si rigirò su se stessa e lasciai andare la mano a Ginny.
La vidi cadere per metri senza nulla che la fermasse. Il panico che mi scorreva all’interno delle vene era intenso. In  preda al panico urlai il suo nome. 
Prima che cadesse a terra dal pubblico si alzò una voce.
-ARRESTUM MOMENTUM!
Harry si era alzato e con una bacchetta aveva fermato la Tassorosso prima che potesse toccare terra.
Si fermò a pochi centimetri da terra per poi toccarla pochi secondi dopo.
Senza pensarci due volte inclinai la scopa verso il basso e corsi verso di lei. Sentì delle voci chiamarmi per farmi ritoranre alla mia postazione, ma orami ero arrivato al punto di non ritorno.
Mi fermai a pochi centimetri da terra per poi scendere con un piccolo salto dal manico di scopa. Lei era lì di fronte a me. Distesa a terra con gli occhi chiusi, probabilmente svenuta.
Ero il primo ad essere arrivato. Mi avvicinai al suo corpo ma non mi mossi, non riuscivo ad avvicinarmi, era troppo fragile.
Lentamente mi inginnochiai a terra e presi la sua mano. Quel piccolo gesto mi fece ritornare in mente il giorno nella foresta nera, ero così imbarazzato in quel momento, avrei voluto solamente scomparire. Non era da me essere timido, ma quella ragazza che ora avevo sotto i miei occhi priva di senso riusciva a manovrarmi.
-Ginny.
La scossi leggermente.
-Ginny svegliati!
Questa volta le presi il viso col palmo della mano dandole leggeri schiaffetti con la mano.
Probabilmente, anzi sicuramente, non era esattamente la procedura più adatta per far svegliare una persona svenuta.
D’un tratto sentì dei passi che mi fecero alzare la testa improvvisamente.
Verso di vidi correre la professoressa McGranit seguita da Harry, Louis ed El. La mora correva di corsa verso l’amica e si inginocchiò accanto a me.
-Ginny,Ginny, cazzo non farmi questi scherzi!
La voce di Eleanor era spezzata dalla preoccupazione, non riusciva a dire una parola senza dei lunghi sospiri d’ansia.
Cominciò a darle qualche piccola spinta per farla rinvenire, ma i suoi occhi erano ancora chiusi. 
Nel frattempo La McGranit si avvicinava con passo svelto verso di noi. Fece dei piccoli segno con la mano per farci segno che ci dovevamo allontanare.
Io a mia controvoglia dovetti togliere la mano da quella di Ginny e alzarmi. Puntai gli occhi su Eleanor che invece era ancora chinata sul corpo dell’amica. Ero preoccupatissimo, non sapevo come gestire la situazione. Con molta calma e naturalezza misi le mani sulle spalle della mora. E cercai di allontanarla da lì. Prima fece resistenza poi decise a lasciarla andare. Si mise accanto a ne in piedi.
 -L- levatevi.
Balbettò leggermente la professoressa per poi chinarsi accanto al corpo senza sensi.
Anche lei come noi le prese la mano la scosse leggermente per le spalle. La mia attenzione però fu indirizzata su un riccio che stava proprio dietro alla donna senza muoversi. Harry teneva le braccia incrociate al petto e fissava la scena impassibile. Ma c’era qualcosa che non quadrava. La guardava con un velo di preoccupazione, sentimento che non avevo mai riscontrato nel Serpeverde. Per qualche secondo mi balenò in testa un idea. E se ci fosse qualcosa tra loro? Il solo pensiero mi fece salire un brivido dietro la schiena. Era paura? Paura di cosa? Paura per lei? Paura di lei? Paura dei sentimenti che potesse provare?
No, non poteva essere così. Quei due si odiavano e si lanciavano frecciatine ogni cinque minuti, non potevano piacersi e avevano litigato. Lo sapevo perché pochi giorni fa mentre  io e Liam eravamo seduti nel cortile davanti all’entrata, Harry è venuto verso di noi lanciando insulti contro la Tassorosso. Non ci volle dire perché avessero litigato, ma la situazione sembrava abbastanza seria.
-Voi due fuori dal campo. 
La voce della donna accanto chinata davanti a noi mi fece voltare verso di lei.
-Tu, Horan, ritorna a giocare.
Disse alzando il viso verso il mio facendo un gesto verso la mia scopa che nel frattempo era poggiata a pochi metri di distanza.
Cercai di bloccarla. Non volevo lasciare Ginny in quelle condizioni e in più sarei stato sicuro che non sarei riuscito a concentrarmi per tutta la partita.
-Professoressa io non cr…
-Vai ho detto!
Mi bloccò ed io con una frustrazione sempre più incalzante presi la scopa dietro di me e mi alzai in volo.
Arrivai in mezzo agli altri giocatori che nel frattempo non si erano fermati. Puntai il mio sguardo verso Sean che mi fece un segno con la testa per dirmi che non c’era bisogno che mi preoccupassi per il mio comportamento di pochi minuti prima.
Io annuì ma prima di ritornare al gioco guardai verso il basso, giusto il tempo di vedere Harry e El che uscivano dal campo e Ginny su una barella trasportata da Gazza e la Cox fuori dal campo, verso il castello.
 
 
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Ed’ora mi ritrovavo lì, seduto su uno stupido sgabello dell’infermeria accanto al suo letto. Gli occhi nocciola erano chiusi e i capelli castani erano sparsi in modo disordinato sulla fodera nel cuscino. Sapevo perfettamente che non era in pericolo ma una strana sensazione d’ansia mi faceva battere all’impazzata il cuore.
In quelle poche settimane che l’avevo conosciuta era diventata un chiodo fisso nella mia testa che non si decideva ad uscire. Nessuna ragazza che avessi mai conosciuto mi aveva fatto provare quella confusione interna come aveva fatto lei; confusione, che mi aveva fatto rivalutare completamente me stesso.
Non riuscivo ancora a dare una spiegazione a quel calore che mi invadeva appena la vedevo.
Mi scappò un sorriso ricordando la prima volta che la vidi.
Camminava per la sala grande dirigendosi verso il cappello parlante. Continuava a guardare avanti senza dare un’occhiata agli alunni che continuavano a fissarla. 
Si era vociferato molto sull’arrivo di una nuova alunna, ma come al solito, pensai che fossero solo delle voci. Insomma quale persona entrava ad Hogwarts direttamente al settimo anno? Ma quella bolta il mio istinto mi aveva tradito. 
Ricordo i commenti che erano volati tra tutti i ragazzi della casa, se li avesse sentiti la McGranit ci avrebbe espulsi all’istante. Come un deficiente passai tutta la serata a fissarla, non tanto per le sue curve, ma per il fatto che mi affascinava. Insomma era stato tutto molto misterioso riguardo al suo arrivo e la cosa mi incuriosiva.
La cosa più inaspettata è stato averla nello stesso corso di Incantesimi. Era seduta a pochi metri più lontano da me vicino ad Eleanor. Accanto a me invece avevo Sean che stava raccontando di come Melody Green di Corvonero si fosse accorta che le stava guardando ininterrottamente la scollatura della camicetta. Non era difficile  non notare Sean, visto che mancava solo che gli crollava la testa sul suo seno. Lui e la discrezione vivevano su due pianeti differenti.
Io invece cercai di essere molto più discreto, ma la verità era che non ero neanche io capace ad esserlo. I miei occhi erano continuamente attratti dalla figura pochi metri lontano da me. Riuscì a vedere solo il suo profilo. Nel frattempo cercavo di seguire quello che mi diceva il mio compagno di banco, che in quel momento invece  era passato su un discorso che aveva come protagonista il miglior manico di scopa da utilizzare nelle partite. 
La mia attenzione però era altrove, completamente altrove. Alzai nuovamente lo sguardo dal libro verso di lei, ma quella volta non incrociai il suo profilo, ma i suoi occhi. Non riuscivo a distinguere la pupilla dall’iride per quanto erano scuri. Erano di un magnetismo che mi stava portando quasi in avanti con il busto per raggiungerla. 
Mi resi conto di quello che stavo facendo e riabbassai lo sguardo. Mi aveva sicuramente preso per un cretino e di certo lo ero.
La prima volta che poi ci parlai, lì si che fui un completo idiota.
La incrociai al settimo piano che stava guardando fuori dalla finestra. Mi avvicinai per chiederle perché stava lì. Insomma era l’una passata ed era alquanto strano che una Tassorosso si trovasse vicino al dormitorio dei Grifondoro all’ora di pranzo. Era così carina era spaventata e disorientata. Lei in quel momento rispose che si era persa abbassando lo sguardo imbarazzata. Io le dissi che non c’era problema e che l’avrei potuta accompagnare io. Lei annuì e mi seguì. Le dissi per rassicurarla che anche io al primo anno mi perdevo sempre, cosa che peraltro era vero.
Lei mi sorrise, ecco penso che da quel sorriso io non capì più nulla. Era un sorriso così innocente e dolce. Per qualche strana ragione il mio cuore cominciò a battere all’impazzata. Se si stava zitti probabilmente si sarebbe potuto sentire. Per fortuna arrivammo in tempo alla sala grande. In quel momento finalmente seppi il suo nome, Ginny, Ginny Ellis. 
Da quel giorno quel nome mi rigirò intesta senza sosta.
Mi feci molte domande da quel giorno. Cosa provavo? Perché non riuscivo a staccare gli occhi da lei? 
Il momento nella foresta fu solo la conferma che stavo diventando pazzo, poco a poco sempre più pazzo….di lei. 
In quel piccolo istante che le nostre mani si toccarono una scarica mi partì dal collo fino ad arrivare all’estremità della schiena. Una sensazione di calore partì dal mio stomaco per poi espandersi per tutto il corpo e cominciò a invadere ogni cellula. Maledì il momento in cui ritrassi le mie dita dalle sue per poi far finta per tutto il tragitto che non avessi sentito niente e che fosse stato solo uno sbaglio. Lei ugualmente per tutto il tragitto non volle dire nessuna parola, forse anche per lei era stato un tantino strano. Più la guardavo e più la vedevo bellissima. 
Il solo ricordare quella parola fece passare i miei pensieri al giorno in cui la vidi volare sul manico di scopa la prima volta. I suoi movimenti fluidi accompagnavano la scopa con lei. Per pochi instanti non sembrarono  più due corpi separati, ma uno solo. Non capì perché non voleva volare inizialmente, come poteva un angelo non sognare di volare?
Senza ripensamenti da parte di Josh, fu subito presa in squadra. L’allenamento che doveva seguire però era il doppio di quello normale. Non tanto perché era una ragazza, ma tanto per il fatto che non avesse nessuna base. 
Io la vidi nel suo primo giorno di allenamenti, se dovevo dire la verità la vidi anche prima che giocasse.
 Ero andato la per vedere come se la cavava, ma per non farmi vedere volevo usare la porta che si prendeva dagli spogliatoi per arrivare al grande tendone dove si riunivano le squadre prima dell’inizio di una partita. Appena entrai notai una figura che si stava levando i vestiti. Mi bloccai per qualche secondo prima di passare nello spogliatoio della mia squadra. Non ero andato la per guardala spogliarsi, e il mio buon senso mi diceva di andarmene, ma i miei occhi non si decidevano a staccarsi dalla ragazza che era di spalle di fronte a me.
Si levò lentamente sia la gonna che la maglietta, rimanendo così solo in bianche ria intima. Se non fosse stato per il mio autocontrollo, probabilmente sarei andato lì, l’avrei baciata e avrei certamente tolto il resto dei vestiti dalle sue curve.
Feci appena in tempo a togliermi dallo stipite prima che lei potesse voltarsi e vedermi. 
Mi fiondai subito negli spogliatoi e poi mi misi a guardare gli allenamenti. 
Ginny riuscì ad avere il controllo per quasi tutta la partita, anche se commetteva un po’ di falli qua e là. Non glieli avrebbero passati se li avesse fatti in partita.
Era da giorni che non ci parlavo e avevo bisogno di sentire la sua voce, non mi importava nulla di quegli stupidi allenamenti, Josh l’avrebbe avuta per se in un altro momento. 
D’un trtto mi balenò un idea in testa. Uscì dalla tribuna e chiamai  il cercatore che scese giù. Gli dissi che la McGranit lo voleva perché uno del ministero lo stava cercando. (Quando poi  venne a sapere che era stata una bugia mi maledì in tutti i modi possibili).
 Lui in fretta e furia scappò lasciando me e Ginny da soli.
In pochi minuti ci ritrovavamo entrambi su un manico di scopa a sfrecciare per la foresta. Gli avevo lanciato una sfida che lei aveva accolto senza rifiutare. Era un lato di lei che mi affascinava. Non voleva essere mai sentirsi dire che era una perdente o che era debole e tutto questo mi faceva divertire molto di più.
Arrivati sul lago nero e cominciai a schizzarla. Era un semplice e bellissimo gioco che però mi faceva salire una gioia dentro che non provavo da tempo. Il sentire quella risatina cristallina che si veniva a creare quando le minuscole goccioline si andavano a infrangere sul suo viso era una cosa unica. 
Senza accorgermene mi diede una spinta e caddi in acqua. Lei scoppiò a ridere seguita a ruota da me che nel frattempo cercavo di buttarla in acqua. Sembravamo due bambini che giocavano tra di loro per la prima volta e sì, mi stavo veramente divertendo. 
Prendendola alla sprovvista poi mi sedetti sul davanti della sua scopa e cominciai ad andare verso il castello. Lei per la velocità attorcigliò le braccia intorno al mio torso e poggiò la testa sulla mia schiena. Riuscivo a sentire i l suo respiro attraverso la mia camicia bagnata e le sue piccole braccia attorno a me mi fecero capire una cosa: io dovevo proteggerla. Era indifesa e troppo fragile per restare da sola. Io dovevo stare accanto a lei, io dovevo stare con lei.
Niente me l’avrebbe portata via niente e nessuno, ma contemporaneamente avevo paura che questo potesse accadere.
Mi era bastato solamente vedere come Zayn ci flirtava all’entrata del cortile. Di come i loro corpi si avvicinavano l’uno all’altro e di quale chimica fosse tra di loro. In quel momento strinsi i pugni, se Zayn si fosse avvicinato anche di altri cinque millimetri sarebbe morto. 
L’unico sentimento che provavo in quel momento era gelosia. Nessuno mi poteva portare via ciò che era mio, nessuno! Ma Ginny non era mia, o almeno non ancora. 
Pensai ripetutamente a cosa avrei dovuto fare oggi alla partita. Mancava poco troppo poco prima che la perdessi. Era una sensazione che mi partiva dallo stomaco. Tutti avevano messo gli occhi su di lei, persino Josh aveva detto che se fosse rimasta single le avrebbe chiesto di uscire. Il tempo mi sfuggiva via dalle mani come sabbia e tra poco sarebbe finito.
Quando ci ritrovammo nella stanza del pre-partita ,usai tutto il coraggio che avevo in corpo per sussurrarle quelle poche parole vicino all’orecchio. Lei doveva capirlo, se non così, non sapevo come. Mentre muovevo le mie labbra vicino alla sua pelle la vidi irrigidirsi e sulla sua pelle si formò un sottile strato di pelle d’oca. Speravo solo che fosse per quello che intendevo io.
Ma la domanda vera era cosa intendevo io? Cosa volevo io da lei? Perché la volevo come se per me fosse indispensabile per vivere?
Ed ora quelle domande mi rimbombano in testa come una campana. Ora mentre le stringo la mano e lei è distesa fragilmente sul letto.
 
Un rumorio di passi mi fece sciogliere le dita dalle sue. Mi girai verso l’entrata dove vidi Louis camminare verso di me mentre continuava a guardare fisso la ragazza accanto a me. A pochi metri da noi spostò lo sguardo su di me e fece un leggero segno con la mano.
-Ehi.
Io sorrisi e ritornai a fissarla. Non riuscivo a staccarle gli cocchi di dosso come al solito, sarei stato capace di stare ore e ore a guardarla. Ogni suo piccolo gesto o sorriso o sfida mi mandavano fuori di testa; ogni sua piccola cosa mi mandava fuori di testa.
Lo strusciare di una sedia mi fece rialzare gli occhi su Louis che nel frattempo si era seduto accanto a me.
-Da quanto è che stai qui?
Mi domandò. Io alzai ed abbassai le spalle.
-Una mezzora ,credo.
Notai un particolare che mi lasciò abbastanza perplesso.
-Dove sono gli altri?
Quello sorrise amareggiato. 
-Liam è con Eleanor, lei è ancora sotto shock.
Disse indicando con la testa la porta.
-Harry è con la McGranit a discutere dell’Arresto Momentum che ha lanciato, mentre Zayn ,come cercatore della squadra che si dovrà scontrare contro di noi nella prossima partita, è a parlare con Josh e stanno discutendo se Ginny dovrebbe giocare la prossima partita.
-Lei non giocherà! 
Affermai duramente. Il moro mi fisso sorpreso e comincio a spiegarsi.
-Sai benissimo che lo farà. Non possono esclud…
-Cazzo Louis stava per morire!
Affermai bloccandolo prima che finisse la frase. Sapevo benissimo quello che stava per dire. I giocatori venivano scelti in base alla loro bravura e la prossima partita per i Tassorosso sarebbe stata molto difficile e una in squadra come Ginny serviva. Ma avrei impedito con tutte le forze che giocasse.
-Lo sanno benissimo! E prenderanno anche questo in considerazione! 
Mi urlò contro allargando le braccia.
-Non penso che Zayn e Josh siano così dementi da farla giocare! Merda Niall! Anche loro tengono a lei!
Urlò tirandosi su dalla sedia.
Io abbassai lo sguardo, sapevo benissimo di non essere l’unico a tenere a lei.
 Mi fidavo cecamente del giudizio di Zayn e Josh g, ma se quello fosse stato sbagliato, io non glielo avrei mai perdonato.
Sentì una mano poggiarsi sulla mia spalla. Rialzai il viso e trovai  Louis che mi fissava con sguardo comprensivo. Stava per dire qualcosa, ma si tratteneva. Si mordeva il labbro per non parlare, quasi come avesse paura delle conseguenze.
-Ti piace non è vero?
Sgranai gli occhi di colpo. Allora era questo. Mi piaceva, io provavo dei sentimenti per una ragazza che a malapena conoscevo, eppure mi sembrava di conoscere da una vita.
Louis era appena riuscito a sbattermi davanti agli occhi quello che provavo per Ginny e mi sembrò la cosa più perfetta e limpida del mondo.
Sorrisi tra me e me.
-Credo proprio di si.





Spazio autrice: TADAN! Capitolo pov Niall! Chi se lo aspettava? Devo dire che è stata una vera impresa scriverlo, visto che il flusso di pensiero non è il mio forte e questo è stato anche un motivo del mio rallentamento. 
Finalmete sappiamo cosa prova il nostro Nialler e che farà?
Bhè piccolo spoiler:
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Nel prossimo capitolo ci sarà il colpo di scena più importante della storia! E non aggiungo altro... Muahahahahahah 

Vorrei di nuovo ringraziarvi a tutte, per continuare a leggere la Ff e a supportarmi con le vostre recensioni (Mi raccomando, ne voglio tante per questo  Xx )
e sopratutto devo assolutamente ringraziare che mette la storia tra le seguite, preferite e da ricordare xx

Un bacio,
G.

 
  
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