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Autore: Heavenly Hell    13/03/2013    1 recensioni
Esiste un modo per salvare l'anima di Lord Voldemort, non tutto è perduto: ciò che l'ha portato a disprezzare e sminuire il potere dell'amore, ciò che l'ha portato a diventare crudele, ciò che l'ha portato a compiere azioni malvagie e a macchiare la sua anima ora lo aiuterà a salvarsi prima della fine. Lord Voldemort sarà pure senza cuore, ma Tom Riddle un cuore lo possedeva, freddo e duro, ma pur sempre un cuore.
Genere: Erotico, Generale, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Albus Silente, Alphard Black, Nuovo personaggio, Tom Riddle/Voldermort, Un po' tutti
Note: Lime, OOC | Avvertimenti: Tematiche delicate | Contesto: Dai Fondatori alla I guerra, II guerra magica/Libri 5-7
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Villa Malfoy non era mai stata così affollata: alcuni Mangiamorte facevano la guardia ai confini, altri ai portoni, e altri ancora prendevano posto nel grande salone, sgombrato per accogliere gli ospiti. Già, "ospiti", dei poveri babbani indifesi che senza aver commesso nessuna azione ostile nei confronti di Lord Voldemort e dei suoi Mangiamorte si ritrovavano imprigionati senza alcuna ragione, delle persone ingenue, ignare del fatto che la morte li stesse attendendo con ansia. Erano tutti riuniti, tutti pronti ad eseguire gli ordini del capo, che in quel periodo stava sperimentando un nuovo tipo di divertimento, un'alternativa alla solita "caccia al Potter", un nuovo e macabro gioco di cui Lord Voldemort e i suoi seguaci sembravano esser dipendenti, come se fosse una droga. Gli unici a non apprezzarlo erano i Malfoy, specialmente Draco, che nonostante non fossero dei santi non adoravano quel tipo di divertimento, al contrario della parente Bellatrix Lestrange, che ogni volta che completava le sue opere al cospetto del suo signore emetteva una sorta di mugolio, un mugolio di piacere, una disgustosa voglia di uccidere ancora, e ancora, e ancora.
Quella sera erano più del solito, quei poveri babbani indifesi; erano stati prelevati con la forza dalle loro dimore, dal lavoro, dalla strada, per essere portati alla Villa ed essere privati della loro preziosa vita; vennero torturati, e poi spogliati per essere umiliati ulteriormente, tutto secondo i desideri del Signore Oscuro. Era risaputo che Lord Voldemort fosse malvagio, ma da quando lo sterminio dei babbani aveva avuto inizio aveva perso quell'ultimo pizzico di senno che gli era rimasto. Era seduto su una grande sedia in legno con le rilegature argentate e i cuscini neri, una sedia che ricordava molto un trono regale, e attorno a lui stavano tutti i suoi Mangiamorte. Avery si avvicinò titubante, seppur soddisfatto, e dopo aver accennato un inchino si rivolse all'Oscuro.
- Mio signore - iniziò - ne abbiamo preso altri due, un vecchio e una ragazza, siamo a quota 42 stanotte. Possono bastare? - chiese con lo sguardo rivolto verso il pavimento. 
- Avery, come sempre posso ritenermi soddisfatto del tuo lavoro. Per oggi vorrei tenermi "leggero" - rise di gusto, seguito dai suoi seguaci - i 42 che abbiamo bastano. Codaliscia, vai a prenderli, è quasi ora! - pronunciò le ultime parole con desiderio, fremeva dalla voglia di vedere le luce abbandonare quegli occhi babbani. Era sicuro di sé, Lord Voldemort, fiero del suo operato, nulla poteva scalfirlo, era invincibile. Quella sera, però, qualcosa doveva decisamente andare storto, perchè tutta quella sua sicurezza gli aveva impedito di smascherare l'intruso tra tutti quei babbani. La giovane ragazza, l'ultima che Avery aveva catturato, si chiamava Jennifer, e non era una babbana. Aveva tentato in tutti i modi di raggiungere Lord Voldemort, e fino a quel momento non c'era riuscita. L'occasione le si era presentata su un piatto d'argento: venuta a conoscenza del nuovo giochino dell'Oscuro, si dichiarò babbana ai Mangiamorte, fu quasi troppo semplice. Da tempo ormai aspettava quel momento, e il suo imminente arrivo la rendeva si, nervosa, ma anche molto soddisfatta. I babbani erano tutti rinchiusi nelle celle sotterranee, buttati li come spazzatura, denudati e sporchi, come secondo tutti meritavano di essere. Jennifer se ne stava in un angolino, rannicchiata a pensare a come avrebbe rivelato a lui la verità, a come lui avrebbe reagito, e a come poi sarebbe finita; si mordicchiava le unghie impaziente, tentando di non dare troppo nell'occhio; i capelli, disordinati, le ricadevano sul viso; guardava con impazienza la porta che li chiudeva dentro quell'angusto sotterraneo, cercando di estraniarsi da quelle persone, che gridavano, si lamentavano e cercavano in tutti i modi di fuggire. Codaliscia con un colpo di bacchetta aprì la porta, e con l'aiuto di altri tre Mangiamorte portò i prigionieri nel grande salone. Jennifer cercò di stare nascosta il più possibile, evitando lo sguardo di chiunque, non voleva essere uccisa prima di aver mostrato a Lord Voldemort il perchè della sua visita, se così poteva essere chiamata. L'Oscuro fece il suo ingresso, salutando tanto educatamente quanto disinteressatamente i suoi seguaci, andandosi a posizionare al centro della sala, e guardando con disgusto i babbani che aveva di fronte, e poi rise, amaramente, con quella classica nota di scherno solita della sua voce. 
- Signori miei - si rivolse ai suoi Mangiamorte - anche oggi siamo qui riuniti a rendere onore alla nostra razza, la razza magica. Questi poveri babbani, perchè si, purtroppo loro non ne hanno colpa, ci "onorano" della loro presenza, sono venuti da noi, venuti a morire, quasi supplicandoci, no? E noi, da persone corrette li accontenteremo! - un boato di risate invase il salone, e subito, con un semplice gesto della mano, Lord Voldemort chiamò al suo cospetto Draco Malfoy, che si avvicinò con cautela.
- Draco, ti ho osservato ultimamente, e con dispiacere ho notato che questa nuova attività non ti aggrada, o forse sbaglio? Ho pensato che forse tu, il più giovane tra noi, volessi essere, diciamo, messo in luce, e quale migliore occasione del dare inizio ai giochi? - mentiva, mentiva spudoratamente. Sapeva benissimo che Draco e la sua famiglia non si "divertivano" nel veder morire tutti quei babbani, e non vedeva l'ora di umiliare i Malfoy ancora di più, provando agli altri che non erano poi così tanto forti come volevano far credere di essere.
- Bene Draco, dimmi: cosa vedi?
- B-babbani.
- Beh, tecnicamente, ma in realtà, cosa sono loro?
- F-feccia, mio signore.
- Ottimo! Bene, bene, scegline uno e apri le danze - Draco sussultò, spaventato, e tornò al suo posto, non avendo il coraggio di uccidere. Il padre lo guardò con amarezza, la madre con comprensione.
- Oh, Draco - continuò Lord Voldemort, per niente sorpreso - che peccato -.
 D'un tratto uno dei babbani, un uomo anziano, fece qualche passo avanti e si rivolse all'Oscuro.
- E' uno scherzo? Chi è lei? Che cosa vuole da noi? Siamo forse tornati alla seconda guerra mondiale, lei è forse una patetica copia di Hitler? Lasciateci andare, liberateci screanz.. - non fece in tempo a terminare l'ultima parola che Bellatrix Lestrange si era già scagliata contro di lui e aveva lanciato l'anatema. L'uomo cadde a terra, senza vita, e mentre gli altri 40 babbani urlavano disperati, lei, Jennifer, continuava a stare in silenzio, cercando di passare inosservata. Ad uno ad uno tutti i babbani morivano, ormai erano rimasti in 5, due ragazze di circa 25-30 anni, un uomo adulto di circa 40 anni, un ragazzino di 12 anni, e lei, Jennifer. Lord Voldemort si fece avanti, col solito ghigno stampato in faccia.
- Bene, ne sono rimasti 5, e vi chiederete tutti come mai sono rimasti proprio loro. Saranno pure babbani, amici miei, ma ognuno di loro ha qualcosa di particolare che ha attirato la mia attenzione: le due giovani che si tengono per mano pare siano "compagne", e fin qui nulla di male, anche nel nostro mondo l'omosessualità è ben diffusa, la differenze è che nel mondo dei babbani viene vista molto spesso come un abominio*, e questo ci fa capire quanto la mente dei babbani sia limitata - affermò compiaciuto, ottenendo il consenso di tutti - fatto sta... - continuò - che queste due ragazze si amano, il che è molto diverso. Bene, chi vuole avere l'onore? - Bellatrix fece per scagliare la maledizione, ma un lampo di luce verde proveniente da dietro di lei colpì le due ragazze, che morirono mano nella mano. L'oscuro signore si voltò, cercando di capire chi fosse il responsabile. Severus Piton, ancora con la bacchetta in mano, si fece avanti, e allora fu così che Lord Voldemort, sempre più compiaciuto, lo strinse in un abbraccio maledetto
- Severus, appari sempre nei momenti migliori, ottimo lavoro - Piton non era cattivo, ma per mascherare la sua copertura doveva compiere gli atti più osceni, almeno così Silente gli aveva chiesto prima di morire. 
- Sempre al suo servizio, mio signore - rispose Piton, che aveva notato i restanti malcapitati. L'uomo stringeva il ragazzino a se, coprendolo, nascondendolo, proteggendolo. 
- E qui? Cosa abbiamo? Un giovane padre, forse? - chiese Lord Voldemort, ma l'uomo non rispose.
- Rispondi feccia, il Signore Oscuro ti ha posto una domanda! - gridò Bellatrix.
- Z-zio. Vi prego, prendete me, non lui, non fategli del male solo perchè è diverso, abbiate pietà, vi supplico!
- Ci supplichi? Avete sentito amici? Ci supplica - risero tutti in coro, quasi come da copione, suscitando ancora più terrore nei due. 
- E sentiamo? Perchè il bambino sarebbe diverso? Oltre al fatto di essere un babbano, cos'ha di diverso? 
- Babbano? Cosa? No, lui ha solo quella strana capacità, non fategliene una colpa, i suoi genitori l'hanno abbandonato per questo, e lui non ha mai reagito, v-vi prego, non infliggetegli un ulteriore tortura... - Lord Voldemort si avvicino con cautela ai due, osservando il bambino con attenzione. Era magro, gli occhi erano fissi nel vuoto, e continuava respirare affannosamente. Voldemort allora, prese il volto dello zio tra le dita della mano sinistra, e con fare minaccioso gli porse altre domande
- Capacità? Quale? E' un mago, forse? Ha mai fatto accadere qualcosa di str...
- NO! Lui lo vede, sa cosa capiterà, conosce il nostro futuro, non fategli del male! - A quelle parole Lord Voldemort sussultò, aveva tra le mani un possibile veggente, non se lo sarebbe fatto scappare. Uccise all'istante lo zio, sotto gli occhi indifferenti del bambino. Subito si rivolse a lui, con cautela.
- Ciao piccolo, come ti chiami? - Il bambino non rispose, si limitò a guardarlo e a sorridergli. Un sorriso sghembo, quasi malato, una semplice espressione, e tutti i presenti si spaventarono, persino Lord Voldemort, persino Jennifer, di cui tutti apparentemente si erano dimenticati.
D'un tratto, il bambino, si voltò verso di lei, la indicò, e poi si rivolse a Lord Voldemort.
- Lei. - "oh, diamine... ci voleva anche il bambino veggente tra i piedi"  pensò Jennifer - Lei - Lord Voldemort guardò prima lui, e poi lei. Aveva i lunghi capelli che le coprivano il viso, era sporca, nuda, e accovacciata nell'angolo più remoto del grande salone. 
- Lei che cosa?
- Lei non è quello che sembra, lei è forte, lei ha, lei ha, ha, HA MENTITO! BUGIARDA! 
- BELLATRIX PORTA QUI LA RAGAZZA! - ordinò Lord Voldemort - avanti, dimmi come ti chiami, ti aiuterò!
- Jackson, sono Jackson! Io lo so, lei non morirà, lei potrebbe aiutarti, e lo farà, è arrivata Tom, è qui per te - Lord Voldemort sussultò, immediatamente fece portare via il bambino in una delle stanze della villa, quel bambino era prezioso, troppo prezioso per essere ucciso. Bellatrix ancora stringeva la ragazza, puntandole la bacchetta contro.
- Se quel bambino ha ragione, tu non morirai, ma sono davvero curioso di conoscerti. Sai giovane, la cosa che più mi ha colpito di te è che mentre gli altri si consolavano a vicenda tu te ne stavi rannicchiata in solitudine, senza alcuno spirito di sopravvivenza tipico di qualsiasi umano, e vorrei anche capire il perchè, soprattutto dopo le parole del nostro nuovo amico - Lei non disse niente, si limitò a scostarsi i capelli dal viso, portando la testa indietro. Lord Voldemort non era mai stato colto così di sorpresa: quegli occhi, quelle labbra, quel viso, non gli erano per niente sconosciuti
- Non è possibile, NON PUO' ESSERE! Riportatela nelle segrete, subito!
- M-m-ma, mio signore... ? - si fece avanti Yaxley, confuso - So che non dovrei chiederglielo, non avrei il diritto, ma.. perchè? 
- Esatto, non ne hai il diritto! Rimani comunque un servo devoto al tuo Signore, come tutti voi del resto, perciò vi basti sapere, che questa ragazza potrebbe avervi ingannato, potrebbe non essere una babbana, e uccidendola del sangue magico sarebbe potuto esser sprecato inutilmente, quando noi invece possiamo trarne beneficio. Yaxley, portala nelle segrete, questa signorina dovrà conferire con il sottoscritto, prima di andare incontro al suo destino - il mangiamorte obbedì, e nel frattempo Lord Voldemort congedò i suoi sostenitori, avviandosi verso la camera del bambino, seguito dalla sua fedele Nagini, dalla quale non osava separarsi. Jackson, il bambino, se ne stava seduto sul bordo del letto, rivolto verso la grande finestra che, nonostante il buio, dava la possibilità di godere del panorama che ornava la grande reggia dei Malfoy. Lord Voldemort entrò senza bussare, e, data la fretta e senza indugi, si diresse direttamente dal bambino. 
- Jackson, giusto? Sei un ragazzino speciale sai, non sei diverso, e il tuo povero zio babbano l'aveva quasi capito. Sono loro i diversi, i babbani, i tuoi genitori e chiunque ti abbia ripudiato. Nel nostro mondo quelli come te sono davvero pochi, e sono molto, molto preziosi. Sei una persona speciale, una sorta di veggente, giusto? Ma a differenza dei veggenti tu vedi passato, presente e futuro, dico bene? - Il bambino, ammaliato dalle parole di Lord Voldemort, ascoltava con attenzione, e provava conforto nel parlare con quell'uomo che, seppur sconosciuto, era l'unico che lo trattava come una persona, l'unico che conosceva il suo dono, l'unico che lo aveva definito speciale
- Io adesso non so se tu sia veramente uno di loro - continuò - ma ciò che mi hai detto mi ha fatto riflettere, e perciò ti ho tenuto in vita, potresti esserci utile. Ti prometto che, qualora mi aiuterai e io tornerò al potere come una volta potrai vendicarti di tutti coloro che ti hanno fatto del male, potrai stare con noi, tuoi simili! - il bambino di tutta risposta sorrise, e lo abbracciò, e nonostante Lord Voldemort non fosse una persona sdolcinata e in cerca d'amore, rimase colpito da quel gesto, e soprattutto soddisfatto, perchè ancora una volta aveva influenzato e portato dalla sua parte qualcuno che l'avrebbe sicuramente reso ancora più forte. 
- Bene, ottimo. Ora, giovane Jackson, voglio conoscere meglio la tua storia, e poi farti qualche domanda, ok? Ho molta fretta, perciò ti chiedo di stare fermo e rilassarti... LEGILIMENS - pronunciò l'incantesimo, e subito si trovò catapultato nel mondo del piccolo Jackson. Vide come i genitori, una coppia di babbani di basso rango, senza soldi e disperati, lo trattavano in maniera disumana, chiamandolo in tutti i peggiori modi possibili, vergognandosi di lui, picchiandolo e nascondendolo dagli altri; vide come lo zio l'aveva portato via da quell'ambiente infernale, salvandolo in qualche modo, e cercando di capire la sua situazione; vide ciò che il bambino vedeva, diceva ed era in grado di fare e vide come aveva cercato di far ragionare i mangiamorte che erano andati a casa loro per rapirli. Lord Voldemort vide tutto, e poi uscì dalla sua mente. Il bambino era confuso, ma allo stesso tempo estasiato, mai avrebbe creduto ad una cosa simile.
- Magia, lo sapevo, esiste davvero! 
- Si, esiste piccolo Jackson, e ora che so chi sei e cosa sei in grado di fare posso finalmente chiederti alcune cose, me lo permetti, vero?
- Certo Tom! - Lord Voldemort sussultò per la seconda volta nell'udire il suo nome, e con sguardo cupo fissò il bambino, che impaurito, si aggrappò al letto.
- Non ti farò del male, però devi sapere che nessuno mi chiama più così, io son** Lord Voldemort, adesso.
- Io son Lord Voldemort. T-Tom O-orvoloson... Riddle.
- Esatto. Ma se rimarrai con noi, potrai chiamarmi Tom, se proprio lo ritieni necessario. Ora, Jackson, sai dirmi chi è la ragazza che hai chiamato "bugiarda"? Puoi rivelarmelo? - il bambino si tappò la bocca, poi si prese la testa con le mani, e iniziò a gridare.
- NO, NON LO DEVO DIRE! NON POSSO! 
- Shhh - Lord Voldemort gli tappò a sua volta la bocca - Sarà il nostro piccolo segreto, avanti Jackson! 
- Se te lo dico lei non potrà aiutarti, e tu non ti farai aiutare. Lei può salvarti, è molto forte, ti stava cercando, e non vuole farti del male, no, lei vuole solo aiutarti, fidati di me.
- E come, sentiamo, mi potrebbe aiutare? 
- Se te lo dico lei forse morirà, e tu non ti salverai MAI.
- In cosa mi aiuterà? C'entra Harry Potter?
- HARRY POTTER? Lui è vivo! "Nessuno dei due può vivere se l'altro sopravvive", e lei può cambiare tutto! - Lord Voldemort subito si avviò verso la porta, lasciando il bambino con lo sguardo fisso nel vuoto, e pensando a come quella ragazza sarebbe riuscita ad aiutarlo a sconfiggere Harry Potter. Jackson, dopo che Lord Voldemort aveva già lasciato la stanza, si voltò verso la porta, quasi come se si stesse rivolgendo direttamente a lui.
- Lei ricomporrà la tua anima -.
Nel frattempo che Lord Voldemort si avviava verso le segrete, Yaxley stringeva le catene attorno ai polsi di quella ragazza, che impassibile lo guardava.
- Sarai fortunata se non morirai stanotte, sudicia babbana, il mio signore ti ha voluta risparmiare... per ora - Yaxley rise di cuore, mentre lei sorrideva leggermente. 
- Yaxley, giusto? Si da il caso che io sia meno babbana di quanto lo sia tu, ti ricordi della tua povera bisnonna Mildred, vero?
- E tu come... - non fece in tempo a terminare la frase che Lord Voldemort fece il suo ingresso. Yaxley si zittì, non avrebbe mai voluto che qualcuno venisse a sapere delle sue discendenze babbane, sarebbe stato un disonore, era comunque erede di una grande famiglia di maghi, e il suo nome avrebbe perso importanze se una notizia simile sarebbe saltata fuori. Impallidì all'improvviso, tanto che Lord Voldemort tra sé e sé si chiese il perchè di quel colorito e di quell'espressione strana.
- Yaxley puoi andare, parlerò io con la ragazza. - Il mangiamorte se ne andò, continuando a guardare stupito quella ragazza, sotto gli occhi curiosi dell'Oscuro.
- Non so cosa tu abbia fatto per ridurre in quello stato uno dei miei mangiamorti più forti e meno emotivi, ma la cosa non mi sorprende. Come ti chiami? Esigo che tu mi dica il tuo nome.
- Perchè? Non ti piace il mistero, Voldemort? 
- COME OSI?!
- Ok, ok, scusa. Sono Jennifer, e prima che tu possa pensare che sia lei, Ward. Jennifer Ward.
- E allora chi sei? E perchè sei uguale a lei?
- Sono sua nipote, la figlia di suo figlio, e sono anch'io una strega, posso provartelo quando e dove vuoi, e..
- FIGLIO?! No, è impossibile, è morta quando aveva..
- ..18 anni, lo so. Ma sai, ha avuto un bambino appena finita la scuola, mio padre.
- Cosa? 
- Per questo sono qui. Tu, Voldemort, potresti essere l'unico parente che ho in vita, e per quanto la cosa possa dispiacerti, spero che sia così, vorrei aiutarti.
- L'unico parente in vita? 
- Si, strano vero? Siamo due orfanelli!
- Non è questo il momento di scherzare! Fammi capire: tuo padre era un mago?
- Si, lo era, è morto quando avevo 5 anni insieme a mia madre, il "come" penso sia superfluo, e comunque.. tu potresti essere mio nonno. Non preoccuparti, non ti chiamerò mai nonnino o roba simile, d'altronde, sapendo chi sei, non te lo meriti e sono sicura che non me lo perdoneresti - abbozzò un sorriso, ben accolto da Lord Voldemort, che sembrava essersi ricomposto dopo il suo giochino - ma tornando a noi, per evitare inutili inconvenienti e somministrazioni di Veritaserum, per darti la prova della mia sincerità ti faccio dono di questi preziosi ricordi appartenenti a mia nonna, che lei poco prima di morire ha lasciato a mio padre, e che io ho avuto al compimento dei miei 17 anni. Sai, non sarò ricca, e nemmeno la mia famiglia lo è mai stata, ma i ricordi sono... 
- ...le cose che ci rendono più ricchi, lo diceva anche lei. Non so se fidarmi di te, qualcosa però mi dice che devo assolutamente farlo. Tuttavia, per avere una prova inconfutabile ho bisogno di guardare nella tua mente... - Jennifer, per niente sorpresa, non obiettò, e si lasciò leggere - LEGILIMENS! - e fu così che Lord Voldemort capi che ciò che la ragazza aveva detto era pura verità, e oltre a ciò colse subito la grande somiglianza tra se stesso, quando ancora era un giovane di bell'aspetto, e l'uomo che lei chiamava "papà", un'incredibile somiglianza.
- Bene, sembra proprio che quel bambino avesse ragione: non morirai, o almeno, non per mano mia o dei miei amici. Seguimi, ti condurrò in una stanza, lavati, riposati e domani mattina verrò a farti visita. Ora, mia cara Jennifer, tu sei la cosa più preziosa che io possiedo in questo momento, oltre ai ricordi di cui tu stessa mi hai fatto dono. Non mi sorprende che tu sia sua parente, me la ricordi in tutto e per tutto, e non solamente per l'aspetto -
Lord Voldemort la liberò, e sotto gli occhi sbalorditi dei suoi seguaci, la condusse nella stanza più vicina alla sua. Lei, d'altro canto, non poteva desiderare di meglio: era sotto la protezione di Lord Voldemort, era ospite nella villa di una delle più ricche famiglie di maghi al mondo, e soprattutto il suo piano stava andando a buon fine.
È stato quasi troppo facile, pensò mentre camminava accanto al Signore Oscuro, e quando passò accanto a Yaxley si prese pure la libertà di fargli un sorrisetto accompagnato da un occhiolino, cosa che lasciò ancora più di stucco il mago, ancora sconvolto dalla loro conversazione avvenuta nelle segrete. Arrivati alla stanza, Lord Voldemort la congedò, e lei, dopo essersi assicurata di essere sola e non spiata, si affrettò a lavarsi e vestirsi, per poi aprire un diario apparso dal nulla, e leggere qualche pagina. 
Eh si Tom, pensò dopo aver chiuso il diario, non sei affatto cambiato! 

 



Note:
*volevo che almeno nel mondo magico l'omosessualità non fosse vista come qualcosa di abominevole, ecco tutto. :)
**ho voluto scrivere "io son Lord Voldemort" piuttosto che "sono" o "son io" per renderlo meno forzato e più semplice da anagrammare per il bambino.

 



Spazio autrice:
Eccoci... Beh, vi ricordate della mia stori Cursed? L'ho cancellata. Ahahahah no dai, ho solo deciso di rrileggerla e di riscriverla per migliorarla e renderla più interessante. Ho cambiato un po' il carattere del nuovo personaggio da me creato, Jennifer, e come potete vedere non c'è nessuna descrizione fisica, e mai ci sarà! Perché? Mah, diciamo che il mio desiderio era quello di poter fare in modo che chiunque, maschio o femmina, adulto o ragazzo, potesse immedesimarsi nel personaggio ed essere catapultato nella storia, senza essere condizionato da colore di capelli e occhi, peso, altezza, carnagione e così via. Spero che questo primo capitolo vi sia piaciuto, continuate a seguire la storia! Un abbraccio forte forte... Heavenly Hell❤

  
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