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= Non Hai Paura? = $
Il castello era
circondato dal silenzio della notte. Un silenzio a mio parere quasi opprimente.
Correvo per i corridoi del primo piano, veloce più che potevo. Stavo spingendo
il mio corpo fino ai suoi limiti più estremi, le gambe stavano per cedermi ,
gocce di sudore ricoprivano il mio corpo e il cuore batteva così forte e veloce
,che non sapevo per quanto tempo ancora avrebbe resistito . Ma non mi importava
,non in quel momento. Dovevo raggiungere la mia meta prima che fosse troppo
tardi.
Ero arrivato nei
sotterranei, mancava poco. Ancora qualche svolta,poi avrei visto il ritratto che
portava alla sala comune della mia casa, avrei pronunciato la parola d’ordine
con un filo di voce , quel tanto che bastava per farmi passare, e con il poco
fiato che mi restava avrei fatto un ultimo sforzo per salire di corsa la
scalinata di destra che conduceva al dormitorio dei ragazzi e sarei andato nella
zona degli studenti del settimo anno. Ed eccola li.
Seconda porta a
sinistra … stanza di Draco Malfoy.
E’ davvero una
fortuna che i capo-scuola Serpeverde abbiano delle stanze tutte per sé. Non
avrei ammesso ospiti indiscreti in un momento così delicato. Fissai la porta di
legno scuro e pregiato di fronte a me. La mia mano poggiata sul freddo metallo
del pomello tremava come il resto del mio corpo. Sapevo che non era solo per lo
sforzo fisico appena compiuto . Avevo paura. Una paura tremenda di scoprire
quello che avrei trovato al di là di quella porta. Mi diedi dello stupido quasi
subito. Avevo fatto tanto per arrivare la e mi perdevo in un bicchiere d’acqua
come uno stupido Tassorosso.Le vacanze di natale erano vicine, troppo vicine e
sapevo che presto i nostri genitori ci avrebbero comunicato la data della nostra
iniziazione come mangiamorte. La fine della nostra libertà e la distruzione di
una,anche se piccola, speranza di avere un futuro. Ma non credevo così presto.
Poco prima di lanciarmi in una corsa ai limiti dell’impossibile, mi trovavo
nella guferia quando la lettera arrivò. Sapevo, che in quel momento la stessa
lettera nera che io stringevo con forza tra le mani ,era arrivata anche a lui.
Ero preoccupato , terrorizzato da ciò, ma lo ero ancora di più dalle precarie
condizioni psicologiche e fisiche del mio migliore amico. Da piccoli ci eravamo
fatti forza a vicenda, riuscendo a sopravvivere grazie all’aiuto dell’altro che
non permetteva alla nostra volontà di cedere alla prima difficoltà. Ma Draco ne
aveva passate troppe. Con un padre come Lucius non è facile. Non lo è per
niente. Temevo che questo sarebbe stato troppo per lui. Di solito era Draco che
alimentava le nostre speranze di una vita migliore .Mi diceva che prima o poi ce
l’avremmo fatta a ribellarci. E per quanto poco ci credessi mi piaceva vedere i
suoi occhi accendersi di una determinazione quasi folle, così forte. La sua voce
pronunciava parole quasi felici, cariche di aspettative e sogni. E quasi quasi
cominciavo a crederci anche io, almeno un pochino. Era bello credere che tutto
ciò potesse diventare un giorno reale. Ma da un po’ aveva smesso di credere,
rassegnandosi. Quando poi mi aveva confessato di essere innamorato ero
felicissimo. Quando mi disse di chi lo fui un po’ meno.
Harry Potter ecco
chi aveva rubato il cuore di Draco Malfoy.
A quanto sembrava
anche il moretto ricambiava, e in me si accese di nuovo una piccola speranza.
Forse questo amore sarebbe riuscito a superare tutti gli ostacoli, sconfiggendo
le ombre che piano piano avevano oscurato le nostre vite. E l’impavido eroe e il
suo bellissimo principe avrebbero finalmente vissuto felici e contenti. Ma noi
non siamo personaggi di favole, e questa non è la solita storia per bambini dove
il bene sconfigge il male e gli innamorati riescono a coronare il loro sogno
,vivendo per sempre felici e contenti. Il male fa parte di noi e a volte c’è chi
ne viene sopraffatto. Anche se non per sua scelta. E io avevo paura di essere
quel “chi”, che non riesce a tornare a galla, annegando nel mare profondo e nero
delle tenebre, col timore che quando sarebbe accaduto, avrei trascinato con me
anche Draco.Purtroppo il suo rapporto con Harry aveva lasciato disperazione nel
suo cuore,perché sapeva cosa avrebbe perso una volta accettato il destino che
era stato deciso per lui. Forse chissà, se il giovane Griffondoro fosse arrivato
prima nella sua vita ci sarebbe stata una possibilità in più. Non gliene faccio
una colpa perché non poteva sapere le cose come erano in realtà . E ora temevo
per il peggio. Soffrivo perché forse dietro quella porta, avrei trovato un
ragazzo di soli 17 anni che aveva smesso di lottare.
Preso un grande
respiro varcai la soglia.
La stanza era buia e
fredda. Man mano che i miei occhi si abituavano all’oscurità,seduto sotto la
finestra ,appoggiato al letto, intravidi la sua figura illuminata dalla tenue
luce argentata della luna. Come un guscio vuoto senza vita, immobile, stava
rannicchiato sul pavimento, con le ginocchia accovacciate al petto e il viso
nascosto nelle braccia che circondavano le sue gambe. Mi avvicinai
lentamente e mentre mi inginocchiavo al suo fianco calpestai qualcosa che emise
un fruscio di carta accartocciata. Presi in mano il pezzo di carta. Come temevo
era la lettera di suo padre.
Presto verrò a
prenderti.
Finalmente potrai riscattare tutti i
tuoi errori, servendo il signore oscuro, come suo fedelissimo
mangiamorte.
E forse non sarai più una vergogna
per me e tua madre.
Tuo
padre,
Lucius
Malfoy
Il mio cuore batteva
impazzito, tremante allungai il mio braccio ed accarezzai quei setosi capelli
d’argento. Lui alzò la testa e girò il viso verso di me. Quello che vidi mi
lasciò sconcertato.
-Non hai paura?-
Una semplice domanda
sussurrata al freddo vuoto della stanza. La sua unica risposta fu un sorriso. Il
primo vero sorriso che vidi apparire su quel bellissimo volto diafano,dopo tanto
tempo.
Un sorriso
dolce,disarmante…di rassegnazione.
Il dolore che
l’aveva sopraffatto per tanto tempo, era stato così grande ,che quello nuovo non
avrebbe fatto la differenza. Sarebbe stato solo dolore aggiunto ad altro dolore.
E forse non aveva più la volontà per sentirlo o anche solo contrastarlo. Mi resi
conto che non vi era paura , ne malvagità in quegli occhi grigi,sfumati verso
l’azzurro, che mi fissavano decisi e che io ricambiavo veramente forse per
la prima volta. Compresi che quelle iridi che sapevano incutere tanto timore e
metterti soggezione, erano in realtà quelle di un ragazzo normale ma speciale nella sua normalità. Un
giovane ragazzo che credeva di non avere scelta, che il suo destino fosse già
scritto. Che non credeva di poter amare, tanto meno di poter essere a sua volta
amato. E quando invece aveva
trovato questo sentimento unico e fantastico, in un ragazzo alto, moro dagli
occhi smeraldo e stupendo…Quando finalmente era riuscito ad aprire il suo cuore
a cui era stata data la possibilità di cambiare, di decidere qualcosa di meglio
per la propria vita , scelse di proteggere le persone che aveva imparato ad
amare , sacrificando la sua unica possibilità di libertà….
-Sta
arrivando…e forse LUI mi darà quello che tu non sei riuscito a
darmi-
La sua voce era
calda e profonda. Non tradiva nessuna incertezza e non vi era nessuna forma di
accusa nei miei confronti. Ma forse di rimprovero nei suoi. Mi aveva chiesto di
liberarlo. Mi aveva pregato di dargli la pace eterna , e benché ne fossi capace
e pur avendone la possibilità, non lo feci. Non potei farlo .Non sarei riuscito
a macchiarmi di una colpa tanto grande. E se pure non avrei mai potuto negare
qualcosa , a quegli occhi che supplichevoli e pieni di speranza mi scrutavano,
gli negai l’unica cosa che egli mi abbia mai chiesto.
Lui riusciva sempre
a comprendere gli animi delle persone che aveva di fronte. Riusciva a leggere le
tue emozioni , era una sua dote ,una delle tante a mio parere. Sapevo che era un
ragazzo pieno di sorprese, benché non sia mai riuscito a comprendere se stesso.
Forse non è riuscito a farlo nemmeno alla sua fine. Che brutta espressione per
indicare la scomparsa di una persona : “alla sua fine..”. Probabilmente sarebbe
più corretto usare la parola inizio.
L’inizio di un nuovo percorso che purtroppo non affronteremo insieme ,mio caro
Draco. Almeno non per il momento. Forse notò il timore nei miei occhi per quello
che sarebbe successo dopo,inevitabilmente.
-Che sia mio padre, il signore oscuro o la
persona che amo ad uccidermi , non ha importanza. Mi sto spegnendo Blaise.
Lentamente le forze mi stanno abbandonando. E nel chiederti di porre fine alle
mie sofferenze sono stato egoista ,lo sono stato ancora una volta. Ho pensato
solo a me stesso ,a quello che io avrei ricevuto , non a quello che avresti
provato tu nel farlo. Anche se non sarei stato io a soffrire ,l’avresti fatto
tu. Ed è pur sempre dolore, altro dolore.…Scusami-
Mi sfiorò la mano ,
stretta nella sua ,nel pronunciare le sue scuse e il suo tocco fu leggero ,
piacevole ma stanco, e riuscii comunque a trasmettermi tutta la sua dolcezza.
Questa sensazione di pace e serenità mi colpì nel profondo. Ma mai come lo
avevano fatto i suoi occhi di ghiaccio diventati freddi ,decisi ,pieni di una
consapevolezza che li rendeva vivi. Mi
stupì di come il ghiaccio potesse prendere fuoco,alimentando una fiamma che
bruciava ardente e furiosa , senza che questa accennasse a diminuire di
intensità. Ero convinto che concentrandomi , sarei riuscito a sentire lo
scalpiccio delle fiamme che prendevano vita , con forme delicate, veloci nel
loro movimento su quella grigia lastra ghiacciata, e sentire in contemporanea il
calore delle fiamme avvolgere non solo il mio corpo ma anche la mia anima,
creando una sensazione nuova , piacevole, che riusciva a togliermi il respiro.
Tutto questo mi faceva sentire vivo come non lo ero mai stato. E per la prima
volta riuscì a percepire ogni più profonda emozione e sensazione, che quel
giovane corpo di fronte a me voleva che io percepissi e comprendessi
.
Mi riscossi dal mio
torpore solo al suono della sua voce soave.
- Blaise io sono debole , lo sono sempre stato.
Non sono mai riuscito a dire no a chi prendeva decisioni al posto mio ,
incurante dei mie pensieri o di ciò che provassi nel sentirmi usato, maltrattato
e a volte anche odiato per qualcosa che non facevo ,o facevo male , e per
qualcuno che non ero ma fingevo, DOVEVO fingere di essere. Non sai quanto
intensamente ho odiato il cognome che porto , perché non potevo più sopportarne
il peso. Quanto crudelmente ho
odiato gli altri perché potevano avere quello che io non ho e mai potrò avere ,
e non si accorgevano di quanto io ne soffrissi. Non sai quanto pietosamente ho odiato me
stesso per essermi rifugiato dietro una maschera di freddezza e cattiveria
credendo, sperando potesse proteggermi, ma mi sbagliavo. Per tanto tempo non mi
sono guardato allo specchio per paura di vederci il riflesso di mio padre. E
quando ho trovato qualcuno che credeva in me, a cui poter aprire il mio cuore ,
era ormai troppo tardi , perché avevo già da tempo rinunciato a vivere. Me ne
sono reso conto, solo quando ho allontanato quell’amore che avevo atteso da
tutta una vita e che credevo non esistesse, né che avrei mai potuto vivere. Ma
ti prego fa sapere a lui che l’ ho amato con tutto me stesso e che continuerò a
farlo sempre e comunque. E dovunque
io sarò non smetterò mai di farlo ne di chiedere il suo
perdono-
Mi si strinse il
cuore nel sentire quelle parole, e nonostante si potesse percepire palesemente
tutta la loro amarezza , non ve ne era traccia alcuna sul suo volto, dove si
ergeva un sorriso bellissimo, il più bello di tutti perché sincero e pieno
d’amore. Per la prima volta, vidi che a piegare le sue dolci labbra non era
stata una smorfia di dolore, perché questo non era presente in alcun modo a
scalfire quell’opera d’arte, che nessun pittore sarebbe riuscito a dipingere, ne
uno scultore sarebbe stato in grado di imprimere nel marmo, perché sarebbe
risultato vano il tentativo ,e vuoto anziché vivo il risultato,ne il
rimpianto. Ma era stata la felicità
a far nascere quel sorriso. Perché anche se per poco era riuscito a vivere
davvero la sua vita. Mai parole così forti sembrarono così vere. Ma su un’unica
cosa non ero d’accordo con Draco e non lo sono tutto ora. Lui non è mai stato
debole, ma forte perché nonostante tutto, è riuscito a vincere il suo più grande
timore.
Quello
di non riuscire ad amare.
E il suon sguardo
deciso , il sorriso sincero e le sue bellissime parole, nella loro semplicità,
ne erano la prova .Calde lacrime
scesero a bagnare il mio viso, mentre ammiravo quel ragazzo bellissimo che mai
come in quel momento mi sembrò un angelo. E compresi, che forse realmente, non
avrebbe mai potuto chiamare casa, questo mondo crudele e corrotto dall’odio,
sfociato in guerre inutili, portatrici di morte e sofferenza. Mentre mi diceva
“Addio” anche dai suoi occhi scesero delle scie d’acqua salata, come ad
accarezzare le sue guance, cercando di lenire in parte il suo dolore. Non
dimenticherò mai il suo volto, che anche mentre piangeva, portava sulle labbra
quel sorriso che da solo esprimeva, quello che nemmeno mille e più parole
potranno mai esprimere. Ma che rimarrà per sempre nel mio cuore, impresso come
il ricordo più bello e prezioso.
In qualunque posto
tu ti trovi ora Draco, sarai libero di fare le tue scelte e stare finalmente
vicino alle persone che ami.
Blaise
Zabini.
05 Giugno
1998.
Fine!