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Autore: Papillon_    13/03/2013    5 recensioni
Strawberry, dopo la battaglia con profondo Blu e una perdita devastante, ha deciso di lasciare il Giappone. Sta via per cinque lunghi anni, ma nel profondo del suo cuore sa che, alla fine, dovrà tornare. Perchè ha un nuovo piccolo, dolce motivo per farlo. E forse, anche se lei non lo vuole ammettere, perchè non ha dimenticato quel bellissimo biondino dagli occhi color dell'oceano.
Ma il tempo è un nemico temibile e cambia ogni cosa. E questo Ryan e Straw lo sanno.
Questa è una storia d'amore, di coraggio; una storia di scelte che possono cambiare la vita e il mondo.
Fin dove siamo disposti a spingerci per salvare la persona che amiamo?
Genere: Introspettivo, Romantico, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Ichigo Momomiya/Strawberry, Mint Aizawa/Mina, Ryo Shirogane/Ryan, Un po' tutti
Note: Missing Moments, What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Capitolo 35
Destinazione
 
Strawberry
 
Mi sembra di aver aspettato questo giorno da tutta una vita. Ora che è arrivato non mi fa quasi più paura. Ha fatto molto più male l'attesa, devo ammetterlo.
E' proprio come dicono: ciò che conta è il viaggio, non la destinazione.
 
Non c'era tempo di fare colazione, quel mattino di Luglio. Non c'era tempo per i baci, per gli ultimi abbracci, per le parole d'addio.
A malapena sorrisi a Ryan, quel maledetto mattino di Luglio.
Perché, dannazione, non sarebbe finita così. Non poteva finire così.
Katherine era quella che mi spaventava di più. Non parlava, e non sembrava minimamente turbata. Avrei dovuto lasciarla sola per un sacco di tempo, e
 
E se non torni, sorellina?
Forse non avevo nemmeno il coraggio di guardarla. Mi ero ripromessa che saremmo state insieme fino alla fine, che l'avrei protetta, che le avrei riportato indietro mamma e papà. Certo, io ce l'avrei messa tutta, ma se avessi fallito? Non volevo nemmeno prenderlo in considerazione.
Era difficile continuare a ripetersi ce la devo fare, perché noi dovevamo farcela, altrimenti saremmo stati distrutti. Non c'erano vie di mezzo: o noi, o loro. E forse era questa la cosa che più mi spaventava.
Da piccola avevo sempre creduto che le favole non esistessero. Invece esistevano, esistevano eccome, e comprendevano buoni e cattivi. Nella nostra però alla fine non c'era nessun bacio e nessun castello; c'era solo una battaglia alla quale non si poteva sfuggire.
Non mi perderai.
Avrei voluto credergli. Avrei voluto credere al mio uomo che aveva un cuore immenso e che ogni volta mi sollevava e mi guariva. Lui, l'amore della mia vita, che mi aveva raccolta e fatta sua. Avrei voluto, voluto...
Ma non c'era più tempo.
 
E così io, Kat e Ryan salimmo in macchina diretti alla chiesa in periferia, quella in cui Pam andava sempre. Secondo Zero, quella era l'entrata principale per le catacombe, dove risedevano tutti i vampiri. La croce nera.
Il piano era molto più complicato di quanto avessi immaginato. Mentre io e Ryan saremmo scesi per prendere la spada – già cominciavo a odiarla e nemmeno l'avevo vista – Zero e Mina ci avrebbero guidato tramite un computer attraverso le vie della città sotterranea. Pam, Lory e Paddy sarebbero state pronte a entrare in azione non appena avessimo recuperato la spada. Gli alieni, per ultimi ma non meno importanti, sarebbero rimasti a controllare che nessun nemico interferisse dall'esterno.
Ah, certo, la piccola Kat sarebbe rimasta ad adeguata distanza dal pericolo insieme a Kyle, munito di armi anti-vampiro e di radar per poterci contattare.
La R-8 di Ryan fece una manovra brusca, nel momento in cui entrò nel parcheggio della chiesa ormai sconsacrata. Scesi tenendo per mano Kat, che non sembrava davvero avere paura. Ryan mi cinse la vita, e mi diede un leggero bacio sulla guancia.
-Rilassati, angelo. – mi sussurrò con voce roca. Era fantastica, sublime, in grado di farmi sentire meglio. Ma non mi avrebbe condotta fuori da quella situazione, lo dovevo ammettere.
Lo ringraziai con un dolce bacio sulle labbra. Veloce, ma nostro, in tutto e per tutto.
Erano tutti ai loro posti, ma nessuna di noi era già trasformata. Probabilmente aspettavano che Kat andasse via insieme a Kyle.
-Ci siamo – mormorò Zero. -Possiamo procedere.
Presi un bel respiro e mi chinai a guardare gli occhioni di mia sorella. -Piccola mia, è arrivato il momento. Ricordi tutto quello che ti ho detto?
Fece segno di sì con la testa, portandosi il pollice alle labbra. Era così piccola, così indifesa, la mia Kat...
La abbracciai, affondando il viso tra i suoi capelli. Non volevo si accorgesse che stavo cominciando a piangere.
-Andrà tutto bene. – le promisi.
Mi strinse con le sue braccia esili.
-Ti voglio bene, sorellina.
-Io di più – ammisi, cercando di reprimere un singhiozzo. Alzai gli occhi, e per poco non svenni sul corpicino della mia bambina. Tutti si stavano salutando, come se fosse l'ultima volta che si vedevano. Pam piangeva silenziosamente tra le braccia di Kyle. Il marito le teneva una mano sulla schiena, e le sussurrava di non preoccuparsi.
Mi si strinse il cuore.
Lasciai andare la piccola che corse immediatamente in braccio a Kyle. Pam, commossa, osservava la scena tenendo una mano sulla pancia. E in quel momento, mi sembrò...diversa.
-Prendete posizione. – ordinò Zero. -E buona fortuna. Guai a voi se non tornate tutti interi.
Prese per mano Mina e andò con lei dentro la macchina di Ryan. Loro ci avrebbero seguito da lì dentro; da quello che avevo capito, quel marchingegno era in grado di garantire abbastanza campo al computer e alle radio con le quali avremmo comunicato.
Per un istante, mi parve di vedere Lory che stringeva la mano a Pyle. La cosa mi fece felice e al contempo mi sollevò. Che Lory si fosse finalmente accorta dei sentimenti dell'alieno? Me lo auguravo con tutta me stessa.
Qualcuno mi costrinse a voltarmi e mi abbracciò dolcemente, anche se per poco tempo. Non era Ryan, era Ghish.
-Sta' attenta. – mi sussurrò.
Mi vidi riflessa in un mare di miele e ricordi. Mormorai: -Promesso. - mentre mi auguravo che tutto andasse davvero per il meglio.
Guardai Ryan. Non mi sembrava per niente arrabbiato. Aveva capito che per me esistevano solo lui e i suoi occhi, che non volevo nient'altro.
I tre alieni si alzarono in volo, e io non facevo altro che spostare il mio sguardo dai volti fiduciosi dei tre ragazzi ai visi sconvolti di noi mew mew, che li guardavamo diventare sempre più piccoli nel cielo.
 
-Mi senti, Straw? - chiese Mina dall'auricolare. La sentivo forte e chiara.
-Abbastanza, è come se ti avessi qui.
-Beh, allora è un sollievo, no?
Ryan si stava sistemando il suo apparecchio. -Zero, alza un po' il volume. Di più...ok, così è a posto.
-Perfetto. – ora a parlare era il vampiro. -Potete entrare, ragazzi.
Ryan mi prese per mano, e, senza guardarmi, entrò nella chiesa.
-Non c'è anima viva. – sussurrò Ryan.
-Meglio – rispose immediatamente Zero. -Procedete verso l'altare, a passo veloce, se vi è possibile.
Ubbidimmo e in un attimo ci ritrovammo dietro all'altare.
-Ottimo, il portale è sotto di voi. Migliaia di anni fa quel portale non era circondato da una chiesa, era in mezzo ai campi. - Zero ridacchiò. -Potete immaginare d'inverno, quando c'era la neve, che fatica trovarlo...
Non ero in grado di captare la sua ironia. Non ne ero proprio capace, visto ciò che mi aspettava.
-Sei pronta? - mi chiese Ryan.
Annuii.
Non aprimmo con difficoltà la specie di botola. Quello che ci diede più fastidio fu la polvere che sollevò.
-Bravi. Ora scendete.
Senza fiatare, scendemmo le scale che si ergevano davanti a noi. Non c'era nessuno in vista, nemmeno qui.
-Siamo sicuri che sia l'entrata principale? - chiese Ryan.
-Beh, è quella che usavo di più io. Sei fortunato che non c'è ancora nessuno, Shirogane, non trovi?
Ryan evitò di rispondere, probabilmente solo perché c'ero io. Mi afferrò di nuovo la mano, e stavolta ci guardammo, pur continuando a camminare. Misi in quello sguardo tutta la fiducia che provavo per quell'uomo, che mi sorrideva e mi faceva sentire protetta anche ora che tutto era buio e spaventoso.
-Non morderti il labbro, angelo.
Che?...Non lo faccio apposta!
-Ehi, ragazzi... – ci rimproverò Zero. -Per favore, concentratevi.
Ridemmo silenziosamente tutti e tre.
Quando le scale terminarono, un nuovo mondo si erse davanti a noi.
 
Non credevo di aver visto niente del genere in tutti i miei anni di vita.
Quella non era una semplice cripta, quello ero un mostro di architettura. Mi immaginai una schiera di demoni intenti a costruire la loro dimora, e inevitabilmente mi ritrovai a essere loro devota. Enormi colonne in marmo sorreggevano un soffitto altissimo, che mi ricordava molto le cattedrali gotiche che avevo studiato molto tempo prima a scuola. Certo, c'era molto buio e forse quello era l'unico motivo che rendeva tutto estremamente inquietante, ma pur sempre magnifico.
Le case erano piccole e rudimentali, ma davano l'idea di essere accoglienti. Le abitazioni davano un idea completamente diversa dal soffitto, ma nell'insieme, eravamo di fronte a una vera e propria città sotterranea. Rabbrividii al solo pensiero di cosa sarebbero stato in grado di costruire quelle creature una volta salite in superficie, dove c'era luce, petrolio, carbone e molte altre risorse naturali.
Io e Ryan ci stringemmo senza nemmeno farlo apposta. Ormai eravamo nel bel mezzo del villaggio di Zero ed era pieno di gente, e nella mia testa continuavo a ripetermi di non pensare a cosa in realtà quelle persone fossero. Eravamo vestiti più che potevamo, con mantelli che addirittura coprivano il volto: non volevamo sentissero il nostro odore o che potessero riconoscerci da vecchie battaglie.
-Procedete verso nord. – disse Zero. Grazie a Dio l'auricolare lo potevamo sentire solo noi, ma Zero parlava piano ugualmente. Chissà, se avesse alzato il tono di voce magari lo avrebbero sentito, avevano sensi così sviluppati...
Dopo pochi minuti, ci trovammo di fronte a una specie di chiesa. Mi domandai se anche i vampiri andavano a messa, ma poi cambiai idea, non volevo fare domande stupide nei momenti sbagliati.
-Entrate lì dentro.
Una volta entrati ci accorgemmo che non c'era nessuno. Poteva essere davvero una chiesa, per quanto mi riguardava, ma allora dovevamo muoverci, perché sarebbe potuto arrivare chiunque da un momento all'altro.
-Bene, adesso andate dietro all'altare. Ci sono due porte, voi entrate in quella a destra.
Obbedimmo, e ci trovammo in una stanza buia che puzzava di umido e vecchio. Tutto sommato, essendo un gatto, avevo la sfortuna di sentire gli odori perfettamente. Ryan fu costretto ad accendere una torcia, perché non vedevamo nulla. Ed ecco, davanti a noi si trovava una specie di sarcofago enorme. Era l'unica cosa che c'era in quella stanza.
-Apritelo. - ordinò la voce di Zero solennemente.
Io e Ryan ci mettemmo l'uno di fronte all'altra con le mani sul coperchio del sarcofago. Contammo fino a tre e tirammo verso l'alto. Dentro c'era una meravigliosa statua di marmo, che raffigurava una donna bellissima con le mani raccolte in preghiera.
-La spada ce l'ha in mano lei.
Osservammo le mani della donna. Io e il biondo corrugammo entrambi la fronte.
 
-Non c'è nessuna spada, Zero.
Nessuna risposta. Era vero, la donna non aveva in mano la spada, sembrava semplicemente che pregasse.
-Merda. Allora vuol dire che ce l'ha già lui!
In quel momento il coperchio del sarcofago si chiuse improvvisamente, e io sussultai. Mi misi di fronte a Ryan dandogli le spalle, in modo da difenderlo, proprio come avevo fatto tanto tempo prima, nella battaglia con Profondo Blu.
 
La porta si apre.
Il respiro si ferma.
L' uomo che entra con passi eleganti, con in mano la spada che stavamo cercando è uno dei vampiri più belli che abbia mai visto. Dev'essere Jared, è proprio come Zero ce l'ha sempre descritto, e devo ammettere che fa tanta paura, più di quanto avessi mai immaginato. E' il vampiro più potente insieme a Zero, e questo gli da un certo vantaggio su tutti noi.
E per un attimo ho talmente tanta paura che mi sento cedere le gambe, ma devo lottare. Questo essere non toccherà Ryan, quindi finchè riuscirò anche solo a muovere un dito lo difenderò.
Ed è una promessa.
 
-Sono così contento di avere degli avversari validi come voi – mormorò il vampiro. Io ero pronta col mio ciondolo in mano, per trasformarmi non appena si fosse distratto. Ma dovevo essere sicura che Ryan fosse al sicuro, e per ora non lo era.
-Oh, cercavate questa? - chiese, guardandomi, alzando la spada che aveva tra le mani. -Mi 'spiace tanto, ma penso che siate un tantinello in ritardo.
Parlava con un tono di voce così tranquillo, superiore...se fosse stato abbastanza veloce, e io pensavo che lo fosse, avrebbe potuto ucciderci in pochi secondi. Ne era capace. Sì, perché era uguale a Zero, e io avevo visto Zero all'opera, per cui sì... ne era capace.
Improvvisamente, la sua mano gelida mi sfiorò la guancia. Ryan tirò fuori la pistola.
-Non la toccare.
Quasi non finì la frase, che Jared con una semplice occhiata lo scaraventò addosso alla parete.
-Ryan! - la mia voce era colma di panico. No, Dio, no...
Jared mi afferrò dai capelli e mi costrinse a sedermi sopra il sarcofago. Si infilò tra le mie gambe e io quasi non gli urlai in faccia. Non capivo cosa volesse farmi, ero bloccata tra le sue braccia troppo forti per una donna fragile come me...
-Adesso stai ferma, va bene?
Ansimavo in preda all'ansia. Lui cominciò ad annusarmi il collo, la spalla, poi arrivò dietro all'orecchio. Merda, se solo avessi potuto trasformarmi!
-Adesso ti morderò, piccola, perché hai proprio un buon sapore...
Udii dei colpi di pistola, e Jared si staccò di colpo. Era stato Ryan, che continuava a colpire, a colpire...Jared incassava ogni colpo con una smorfia di dolore. Ne approfittai per trasformarmi e ad ogni colpo di Ryan io aggiungevo anche una buona dose del mio fiocco di luce. E per un folle attimo, pensai addirittura che potevamo farcela.
 
-Siete ridicoli.
Jared era rimasto in piedi. Anche se perdeva sangue, anche se sembrava che dovesse cedere da un momento all'altro, respirava, ed aveva anche la forza di sorridere.
Quando la spada appartiene a qualcuno, quel qualcuno diventa il re indiscusso. Ma i suoi poteri vengono amplificati è c'è il rischio di morire. Non sempre poi la spada rappresenta una salvezza o un punto di forza: è in grado di farti diventare una persona orribile solo perché sei accecato dal potere.”
In un attimo, Jared sparì e dal soffitto cominciò a piovere una terribile cascata di acqua. Inspiegabilmente, la porta era scomparsa e il sarcofago anche. Non c'era niente a cui appigliarsi, c'era solo acqua, che stava riempiendo piano piano quella stanza come se fosse una bottiglia di vetro. Nella confusione persi anche gli auricolari.
Corsi verso Ryan-. -Dobbiamo uscire di qui! - urlai.
Lui mi prese tra le braccia. Ormai già non toccavamo più il fondo, quindi dovevamo nuotare.
-Ryan...-dissi in preda ai singhiozzi. Era già molto debole. Chissà quanto aveva sofferto prima, quando Jared lo aveva sbattuto contro la parete.
Mi baciò la fronte con vigore. -Non deve finire per forza così, angelo.
Mi parlò da sopra il viso, dove non potevo vedere realmente i suoi occhi. Lo strinsi ancora di più. Se doveva finire, allora sarebbe finita per entrambi. Ce ne saremmo andati insieme...
Con la testa sentivo già il soffitto. Ryan, che era più alto di me, doveva piegarsi per respirare.
-Ti amo, lo sai vero? - mi disse, guardandomi intensamente. -Lo sai, angelo?
-Lo so da sempre. – scoppiai a piangere.
L'acqua mi travolse. Mi riempì la bocca, e piano piano percepii di averne ingerita parecchia. Mi aveva stordita. Ora la gola mi bruciava e non riuscivo più a vedere niente, sentivo solo la mano di Ryan che non lasciava la mia. Aveva già chiuso gli occhi e si era lasciato cadere negli abissi, trascinandomi giù con sé.
Sentivo le forze abbandonarmi. Era vero, non avevo mai creduto che potesse finire così...ma in ogni caso ci avevo provato. Sapevo per certo che anche senza di me le mie compagne ce l'avrebbero fatta. Dovevano farcela...
Strinsi Ryan al mio petto e aspettai la luce, che arrivò quasi subito.
Morire, dopotutto, non era nemmeno così atroce.
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Eccoci qui, ragazze mie! First of all (prima di tutto, cit. la mia prof. di inglese XD) vi chiedo scusa per non essere venuta ieri, mi odio, credetemi! Ma questo è stato davvero un brutto periodo per via della scuola e sono riuscita solo oggi a sistemare il capitolo con le ultimissime cose. Perdonatemi **
Poi...poi niente. Vi chiedo di non disperare e vi avviso che il prossimo sarà il penultimo capitolo. Ok, sto piangendo in questo momento!
Un bacione a tutte coloro che mi seguono ancora dal lontano Luglio. Insieme ne abbiamo passate tante, e ancora tante ne dobbiamo vedere. In particolare dedico il capitolo alle mie quattro lettrici “per eccellenza”, che non mancano mai a un appuntamento: Brillantina Chan, Raf 96, Silvia the best e Ryanforever. E un grazie speciale anche a te, Ang3l, che mi lasci sempre delle recensioni bellissime, che mi fanno riflettere molto **
Un abbraccio stretto,
Je <3
   
 
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