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Autore: redeagle86    14/03/2013    3 recensioni
Un nuovo torneo apre le sue porte, facendo da sfondo ad un'avventura incredibile. Tra personaggi vecchi e nuovi, misteri e imprevisti, a scendere in campo non saranno solo i bey!
Genere: Avventura | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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cap30
30. L'una per l'altra

-Ecoci arrivati: questo è il nostro Istituto- annunciò Artemis, indicando l'imponente edificio che svettava su una collina. -Qui vengono addestrati i Sognatori. E qui hanno preparato il tuo bit-power, Hilary. Sei pronta?
-Lo spero.
-Tranquilla, sono sicuro che non avrai problemi. E in ogni caso, Fouchy ti darà tutto l'aiuto possibile, come i tuoi amici del resto. E noi- la rassicurò il giovane. Pareva tranquillo, come se stesse per fare una scampagnata. D'altra parte non era lui quello che di lì a poco si sarebbe scontrato con una creatura misteriosa.
-Non farci caso- le sussurrò Luce. -Artemis è così anche quando combatte i demoni. È il suo carattere.
-Non vorrei deludervi.
-Ehi, non devi dimostrare niente a nessuno. Già il fatto di esserti proposta è segno di grande coraggio: ora dipende tutto da Aluka.
La giapponese annuì, sentendosi sempre più tesa: si era fatta carica di una responsabilità forse troppo grande. Ma c'erano i suoi amici con lei e con loro era più forte, o almeno lo sperava.
La cosa certa era che doveva provarci: no, non si sarebbe arresa senza nemmeno tentare. Ragazzi della sua età rischiavano ogni giorno la loro vita per permettere all'umanità di continuare ad esistere. Voleva fare la sua parte e non fingere di non saperne niente: lo doveva ai Dreamers.
-Fouchy, siamo a casa!- gridò Chandler, varcando l'immenso portone istoriato, seguito dal gruppo. Solo Cassandra si fermò ad osservare i disegni sul legno: al centro la runa del Pensiero, il loro simbolo, e intorno gli stemmi dei più grandi Sognatori del passato. Il leone e la leonessa rampanti, simbolo dei McCallister; la torre circondata di stelle degli Hightwer; il glicine della famiglia di sua madre... E la cometa che passava sopra una collina, lo stemma di Artemis. Sfiorò un taglio che incideva proprio la coda della stella: ricordava ancora quando vi era stato impresso, tanti anni prima...
-Cass, tutto bene?
-Sì, sì, certo. Andiamo.

-Hilary, finalmente ci conosciamo di persona- esordi Fouchy, stringendo la mano della giapponese. -Sappi che ammiro molto la tua decisione.
-Mi auguro di avere successo.
-Io ne sono certo. Tu e Aluka sembrate fatte l'una per l'altra. Venite: il bit-power è in un'altra sala.
-Fouchy, ti dispiace se non mi aggrego?- intervenne Artemis. -Vorrei far visita a mia madre, sai...
-Non hai bisogno di domandarlo. Vai pure e salutamela.
-Grazie, ci vediamo più tardi. A dopo- li salutò il giovane, andandosene.
-È molto malata, per questo va da lei- spiegò Chandler. -Non sta scappando, né vi sta mancando di rispetto.
-Nel pomeriggio passeremo anche noi: è sempre felice di vederci- propose Cassandra, ricevendo l'approvazione dei compagni. La madre di Artemis era stata una donna vivace ed energica, ma la morte di Alester, il suo primo figlio, era stata un colpo durissimo che non era mai riuscita a superare: si era ammalata gravemente ed ora quasi non lasciava il letto. I ragazzi le erano molto affezionati: aveva sempre una buona parola per ognuno di loro.
-Questa è la nostra sala di allenamento: mi rendo conto che non c'è paragone con quelle a cui siete abituati, ma sono solo i Dreamers ad usare i beyblade. Normalmente qui si esercitano con le armi.
La palestra che si apriva davanti ai blader era sicuramente insolita: su una metà erano stati sistemati due campi per i bey, mentre nell'altra metà era collocato un tappeto e sulla parete faceva bella mostra una fornita collezione di armi da taglio.
-Cavoli- commentò Takao. -Le sapete maneggiare tutte?
-Sì, anche se ognuno ha le sue preferite.
-Io non saprei nemmeno da che parte cominciare- proseguì Max, fissando le spade.
Fouchy nel frattempo aveva preso da un mobile il bit e lo aveva consegnato ad Hilary.
-Montalo sul tuo bey e poi prova ad evocarlo.
-Magari in una sfida- si offrì il giapponese. -Che ne pensi, Hil?
-D'accordo. Chi ci fa da arbitro?
-Io!- si propose l'americano, mettendosi tra loro. -Blader, in posizione... Tre, due, uno... pronti...
-LANCIO!
I due bey schizzarono nel campo, lanciandosi subito all'attacco senza risparmiarsi un solo colpo: Drafo e Dragoon parevano impegnati in un vero combattimento ufficiale.
-Drago Azzurro!- evocò il moretto, liberando il suo animale sacro. -Tornado della vittoria!
-Drafo!
Una luce bianca si diradò dal bit di Drafo, avvolgendo tutto l'ambiente nel suo chiarore accecante. Quando si diradò, Hilary era svenuta.
-Hilary!- urlò l'amico, correndo al suo fianco dove c'era già Kei: il russo l'aveva presa tra le braccia, controllando che non fosse ferita. Ad una prima occhiata sembrava aver solo perso i sensi.
-Hilary... Hilary... - la chiamò.

Hilary si ritrovò in un luogo stranissimo e credette seriamente d'essere morta. Stava galleggiando nell'oscurità...
Hilary...
Non aveva idea da dove provenisse quella voce. Forse da qualche parte dentro di lei, ed era calda e rassicurante.
Non sei morta, stai tranquilla. Sei in un posto dove possiamo parlare tranquillamente...
Lentamente comparvero due fiammelle blu. Avevano un colore splendido che scaldava il cuore e faceva credere che nulla potesse andare storto.
Qui le cose vanno diversamente rispetto a fuori...
-Fuori dove?
Fuori dalla tua testa e dalla tua anima. Il posto in cui ora giaci svenuta, tra le braccia del tuo ragazzo che sta ripetendo preoccupato il tuo nome.
-Siamo... nella mia testa?
” rispose, mentre le luci blu prendevano consistenza, la consistenza chiara e precisa di due occhi che si inquadravano pian piano in quella che sembrava l'enorme testa di un drago bianco. Era splendida.
-Aluka... - Il nome affiorò sulle sue labbra come se vi fosse sempre stato.
O almeno la forma che mi hanno dato.
-Tu mi sei apparsa in sogno.
Volevo metterti in guardia da Nastia, ma non ne ho avuto la possibilità. Ora è in mano del nemico, vero?
-Mi dispiace.
Non dispiacerti, non tutto è perduto.
L'immenso corpo andava definendosi nell'oscurità: un'enorme lucertola alata, dalle zampe possenti e file di denti acuminati in bocca. Ma Hilary non ne aveva paura: per lei era magnifica.
-Vuol dire... che mi aiuterai? Lotteremo... insieme?
Credevi che ti abbandonassi?” Il drago assunse un'aria stupita. “Nastia è una parte di me, la peggiore. Da sola non posso ricacciare lei e le sue tenebre nel loro angolo. Io sono sicura che unite, con il potere dei Sognatori e dei tuoi amici, trionferemo. Tu che pensi?
La nipponica sorrise: pensava di essere una nullità a confronto di una simile forza, invece Aluka voleva essere la sua compagna, la sua arma.
-Che gli Engel Eisig saranno presto sconfitti.
Allora torniamo dall'altra parte. Insieme.
-Insieme.

-Hilary- disse Kei, notando un tremore nelle sue palpebre.
La sedicenne aprì a poco a poco gli occhi, vedendo il velo d'ansia sparire dalle ametiste del giovane: cercò la sua mano, stringendola e trovandovi quel calore che solo lui sapeva trasmetterle. Il fuoco della Fenice.
-Hil, stai bene?- domandò Takao, apprensivo. -Ti fa male qualcosa? Ti senti qualcosa di rotto?
-No, rilassati- lo rassicurò la giapponese, alzandosi. -Sono pronta a riprendere.
-Ma... sei sicura?- intervenne Max. -Forse dovresti...
-Sono sicura- affermò, lasciando la mano di Kei che non si oppose: aveva rinunciato praticamente da sempre a cercare di impedirle di fare ciò che voleva.
-Tre, due, uno... pronti...
-LANCIO!
-Drafo!
E sotto gli sguardi ammirati e allibiti, il bit-power di Hilary fu davanti a loro. I Sognatori si guardarono, rivolgendosi poi a Fouchy: anche lui aveva sul viso la stessa espressione.
Un'espressione che non poteva essere interpretata diversamente dal trionfo.
Sì, forse ora potevano davvero accarezzare l'idea di un successo.

°§°§°§°§°

Hilary era fiera di sé stessa: era riuscita ad integrarsi con Aluka e poteva dare un aiuto concreto alla battaglia. Aveva fatto passi da gigante in quel periodo: da mascotte e preparatrice tecnica dei Bladebreakers, era diventata una blader degna di partecipare al campionato mondiale e di classificarsi per la finale. E adesso quella conquista...
Si complimentò per la sua vittoria, approfittando di quel momento di dolcezza che Kei le aveva concesso: sdraiati sul letto, stavano abbracciati in silenzio, sperando che la normalità non durasse solo pochi minuti. Erano accadute troppe cose assurde in troppo poco tempo e non avevano avuto che qualche ora per accettarle.
La brunetta controllò l'ora: era quasi mezzanotte e doveva tornare in camera sua, o chissà cosa avrebbero immaginato Takao, Koji e il prof. Inoltre, anche la Neoborg probabilmente voleva dormire: erano stati discreti fino ad allora, lasciandoli soli.
-È meglio che vada- sussurrò, sciogliendosi dalla sua stretta e mettendosi seduta, imitata da lui. -Anche domani sarà una giornata dura. Buonanotte.
-Buonanotte- replicò il russo, posandole le mani sulle spalle e baciandola.
Hilary sentì il tocco delle sue labbra, all'inizio leggero, e gli intrecciò le braccia attorno al collo mentre quelle di Kei la circondavano. Il bacio smise di essere delicato e divenne ardente: le mani del diciassettenne le scivolarono lungo la schiena, avvertì la pressione dei suoi palmi sulle scapole... poi il ragazzo si staccò delicatamente, tirandosi indietro. Sorrise nel vederla arrossire, imbarazzata da quel gesto o semplicemente sorpresa.
La fanciulla si alzò, quasi inciampando nei propri piedi e raggiunse la porta, salutandolo ancora una volta prima di uscire. Si appoggiò al legno, riprendendo fiato: doveva ammettere che Kei sapeva come farle battere il cuore a mille. Quando fu quasi convinta di avere di nuovo un aspetto normale, si avviò verso la sua camera, imbattendosi in Yuri e Boris che andavano verso la loro stanza. Li salutò appena, accelerando il passo e facendo comparire un sorrisino divertito sulle labbra di Boris.
-Kei, che hai fatto a quella ragazza?- domandò infatti, varcando la soglia. -Non sarai stato così poco romantico da...
-Da?- incalzò l'altro, fissandolo. Anche il capitano lo stava guardando.
-Da farlo qui... è un posto così deprimente per la prima volta.
Kei restò senza parole: per replicare a una simile, colossale, gigantesca stupidaggine bisognava essere allo stesso livello di chi l'aveva pronunciata. E, ad un terribile omicidio, preferì il silenzio: almeno non imbrattava le pareti di sangue.
-Boris, va a dormire che è meglio- concluse Yuri, scuotendo la testa.

°§°§°§°§°

-Bentornati a casa, miei angeli glaciali.
I quattro ragazzi si inginocchiarono al cospetto del loro capo, certi di averlo reso soddisfatto.
-Marina, avvicinati. Dai ai tuoi compagni il premio che meritano per il loro ottimo lavoro.
La russa impugnò il bey e alzò un braccio al cielo.
-Siete stati i migliori accumulatori di energia: grazie a voi, la forza di Nastia ha raggiunto il massimo. Che il potere si riunisca!- esclamò, sottraendo le forze agli Engel e alle loro trottole.
I tre ragazzi si accasciarono al suolo privi di sensi, sotto il sorriso diabolico del loro capitano.
-E ora spiegami di nuovo il tuo piano, Marina. Lo trovo molto interessante.
  
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