Caro Jeremy,
non so perché ti sto scrivendo questa
lettera e non so se tu la leggerai mai, però ho davvero bisogno di mettere nero
su bianco ciò che provo.
Io e te ci conosciamo
da tanto tempo, eppure ora come ora non ci sono parole per noi. Oggi ti ho
rivisto per la prima volta dopo anni e non sono riuscita a far altro che
mormorare un flebile ‘ciao’, imbarazzata come mai mi era accaduto con te. Siamo
sempre stati così affiatati, abbiamo combinato di tutto durante gli anni dell’infanzia
e preadolescenza. Ti ricordi quando facevamo il mercatino dell’usato per
strada? Avevamo venduto tutti i nostri fumetti! Incredibile, col senno di poi
ho rimpianto infinitamente quel momento. Vorrei averli indietro, quei
giornaletti. E quel giorno in cui ce l’eravamo presa con Jorge
Burnt? Aveva una faccia da idiota quando scoprì che
avevamo gettato nella spazzatura la sua fionda! E la signora Beatrice Malone? Lei
sì che sapeva come farsi rispettare, vero?
Tutto era fantastico,
allora, non credi anche tu?
Ma adesso, certo,
adesso è diverso. Adesso per noi sono rimasti solo dei saluti che non so se, da
parte tua, siano sinceri o solo di circostanza. Potresti pensare che devi
salutarmi, che ti tocca perché comunque ci conosciamo, che comunque tra noi c’è
stato qualcosa.
Ma cosa?
Non lo so, non lo so
più. A quei tempi mi sembrava che fossimo amici, che tra noi ci fosse un
rapporto di complicità e che nutrissimo un certo affetto l’uno per l’altra,
nonostante ci fosse April che faceva da pacere ai nostri continui battibecchi. Ti vedevo come un
fratello minore, perché allora non eri certo come sei adesso, tu lo sai bene.
Sei cambiato, sei
diventato un ragazzo, quasi un uomo. E io, impacciata come sono, non riesco a
nascondere del tutto l’imbarazzo che provo nel rivedere il tuo viso, quei
capelli che ti rendono bellissimo e affascinante. Mi sento bruciare dentro
quando la tua risata mi è giunta alle orecchie, quando il tuo saluto ha
spezzato la monotonia dei miei giorni. Non mi aspettavo assolutamente di
provare certe sensazioni, non per te, almeno.
Dal giorno che quella
stronza di Cassandra mi ha fatto credere che tu le avessi fatto un torto, da
quel preciso – fottuto – giorno, tu non sei mai più stato lo stesso, con me. Sei
diventato freddo, hai evitato accuratamente di giocare o parlare troppo con me,
nonostante fossimo legati da April e gli altri. E allora,
per me, fu un duro colpo. Solo ora me ne rendo conto, solo ora che non abbiamo
niente da dirci, che non abbiamo più niente su cui battibeccare, nessuno da schernire…
Siamo solo Grace e
Jeremy, due ragazzi che non hanno più nulla a che vedere, se non qualche vago
ricordo di infanzia che li ha – a mio avviso e solo mio avviso – legati, almeno
per un po’.
Oggi, dopo tanto
tempo, mi sono accorta che è stata tutta colpa mia, che Cassandra è sempre
stata odiosa e falsa nei nostri confronti, credo che fosse gelosa del rapporto
che noi tutti avevamo, del fatto che non la volessimo tra i piedi. E, invidiosa
com’era, ha pensato di colpire noi due e ci è riuscita.
Ho sbagliato tutto,
ero così stupida e idiota, una vera e propria imbecille!
Se solo ci ripenso,
mi prenderei a schiaffi. È stato doloroso starti antipatica per tanto tempo,
mentre April continuava a frequentarti perché lei era
sempre stata dalla tua parte, giustamente.
Forse ero gelosa, non
so precisamente cosa provassi, ero solo un’insulsa ragazzina deficiente, non
potevo comprendere tanti dei sentimenti che ora mi appaiono così chiari e ben
definiti.
In primis, c’è il
rimpianto. Avrei voluto comportarmi diversamente, avrei voluto non credere a Cassandra,
avrei voluto essere diiversa, magari come April. O forse non come lei, ma meglio di lei. Ma ormai,
quel che è fatto è fatto, non si può più tornare indietro.
Poi, c’è l’imbarazzo,
quello che oggi non mi ha permesso nemmeno di chiederti come stai.
Al seguito, il
desiderio irrefrenabile di poter ancora recuperare – o meglio, ricostruire –
quel rapporto che io stessa ho distrutto.
Eravamo dei bambini,
è vero, eppure quell’episodio è bastato ad allontanarci, probabilmente per
sempre.
E io, Jeremy, non
voglio che questa sia realtà, voglio che il futuro possa avere in serbo per noi
qualcos’altro, qualcosa di diverso e maturo, qualcosa che potrebbe assomigliare
all’amicizia che non abbiamo mai coltivato, quell’amicizia acerba che si basava
su giornate infinite passate a combinarne di tutti i colori, come solo gli
infanti sanno fare.
Ripeto, non so se
queste parole arriveranno alla tua attenzione, ma se mai dovesse accadere,
sappi che io ci sono, sono pronta a riprendere da dove abbiamo interrotto o, se
preferisci, ricominciare daccapo e vedere come va. Ma forse tu non hai lo
stesso interesse, non lo so e non ho nemmeno il coraggio di chiedertelo, entro
nel panico più totale al solo pensiero di dirti più del solito ‘ciao’.
Non so cos’altro
dire, perciò ti lascio.
Con affetto,
Grace