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Autore: ScandalousLaRabiosa    14/03/2013    4 recensioni
Dedicata alla passione per questo anime mia, di Sutcliffe_Beast e di Cyborg18 Fanning. Mi scuso, ma l'ho cancellata per sbaglio! :P
Fede, Elena e Marta vengono erroneamente catapultate nel mondo di Dragon Ball e dovranno mettercela tutta per tornare nel loro mondo, ovviamente con l'aiuto dei nostri eroi! ;D
Genere: Avventura, Comico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Goku, Nuovo personaggio, Vegeta
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Appena la luce fioca che filtrava dagli alti nuvoloni del cielo le fendette gli occhi, li serrò infastidita e diede forti colpi di tosse. La polvere, l'addome schiacciato e anche un probabile attacco di stomaco che l'avrebbe fatta vomitare l'avevano scombussolata.

Nonostante ora fossero fuori dalle macerie e lei fosse a gattoni per terra, dolorante ma viva, Vegeta non dava cenno di voler lasciare la presa sul suo polso.

La sua idea, come già aveva pensato, si era rivelata molto avventata, ma era stata efficace.

Tutto il piano del castello era andato in frantumi, manco fosse stato fatto di vetro, per la grande esplosione provocata dall'eccesso di potere, ma l'alieno era ufficialmente morto.

Prese respiri profondi, neanche fosse stata troppo tempo in apnea sott'acqua.

-Non farlo mai più, intesi?- la intimò Vegeta, pulendosi il sangue che gli colava da un lato della bocca con il dorso della mano libera.

-Un semplice “Grazie” era più che sufficiente. Vi abbiamo salvato!- replicò lei mettendosi in piedi con grande difficoltà, visti i giramenti di testa, finendo con l'accasciarsi addosso al principe, che la sostenne con uno sbuffo.

Aveva perso troppo sangue dalla ferita alla testa. Non capiva ancora come potesse rimanere cosciente. Prese nota di curarsi il taglio appena fosse tornata a casa.

-Meno male: state tutti bene!- Piccolo era in un lato della ormai ex sala con i due bambini leggermente feriti.

Quei tre si erano preoccupati prima di tutto di proteggere il macchinario esagonale che aveva trasportato le ragazze lì: se anche quello fosse andato in pezzi, sarebbero tornati al punto di partenza.

Elena atterrò sostenendo Gohan con un braccio intorno alla vita.

Anche se il ragazzo era ancora trasformato, era più sudato di prima e più pallido, con il volto atteggiato ad una smorfia di dolore.

Ha resistito fino all'ultimo, ma ora basta: è giunto al limite. Constatò Marta, provando una punta di preoccupazione che si rifiutò di accettare.

Appena Gohan ed Elena toccarono terra, il sayan fu attraversato da un brivido che lo scosse e da uno spasmo, i suoi capelli tornarono del loro colore naturale, poi cadde a carponi per terra ed iniziò a tossire sangue, tutto tremante.

-GOHAN!- urlò Elena accucciandosi di fianco a lui.

Piccolo scattò e fu di fianco ai due.

I bambini rimasero interdetti davanti a tale scena, con le bocche spalancate.

Allora Marta si scordò dei suoi giramenti di testa e di quanto fosse debole e corse dal piccolo Goten, lo prese per le spalle e lo abbracciò forte, costringendolo a voltarsi dall'altra parte e di vedere quella scena orribile di suo fratello che vomitava sangue.

Il piccolo cercava di opporre resistenza, ma molto debolmente.

-Goten! Goten guarda me! Andrà tutto bene, non guardare!- gli ripeteva mentre il bambino la fissava bianco e visibilmente spaventato.

-Fallo sdraiare!- ordinò Piccolo ad Elena.

-Ma così la pelle ferita sarà a contatto con il terreno lercio!- obbiettò lei con le lacrime agli occhi.

-Prima dobbiamo pensare a farlo smettere di sputare sangue, altrimenti le cose potrebbero peggiorare!

La ragazza lo prese e lo fece sdraiare, ma le cose non sembrarono affatto migliorare: Gohan iniziò ad avere strane convulsioni che lo fecero piegare in due. E l'emorragia sembrò solo peggiorare.

Elena andò nel panico: la vista di Gohan in quello stato le faceva torcere le budella e tutto quel sangue le dava i brividi e una voglia irrefrenabile di rimettere tutto il cibo che aveva mangiato negli ultimi giorni. Ma doveva ragionare, doveva trovare una soluzione, un qualcosa che lo facesse stare meglio... Ma cosa?! Lei era solo una quattordicenne che fino a qualche settimana prima scene del genere le aveva viste solo in televisione. Non aveva nemmeno qualche potere curativo, o un qualche attrezzo...

-Dobbiamo portarlo da Dende, e alla svelta!- disse Marta, sempre non lasciando andare Goten.

Ma Elena non la sentì nemmeno.

Iniziò a frugare freneticamente nelle tasche dei pantaloncini, alla ricerca di qualcosa.

Era la sua ultima speranza, non poteva averlo perso in tutte quelle trappole o nell'esplosione, le tasche erano troppo stretto.

Quando tutto sembrava perduto, lo trovò e lo tirò fuori con il cuore più leggero e speranzoso: un fagiolo di Balzar un po' ammaccato comparve fra le sue mani.

Sostenne Gohan per le spalle, cercando di ignorare tutto il sangue di cui era ricoperto e che stava sputando anche addosso a lei.

-Gohan! Gohan fai uno sforzo! Gohan mangialo!

Il ragazzo, fra un conato e l'altro, riuscì a prendere il fagiolo, a masticarlo alla bella e meglio e ad ingoiarlo.

-E quello dove lo hai preso?- chiese Piccolo stupito.

-Quando sono andata al Palazzo del Supremo a recuperare Fede mi sono fermata prima un po' a curiosare fra le cose e nell'abitazione di Balzar e, alla fine, visto che non la smettevo di fare domande sui suoi fagioli, me ne ha regalato uno da portare a casa come ricordo.- spiegò tutto d'un fiato senza staccare manco un secondo gli occhi dall'amico.

Tutti rimasero qualche secondo con il fiato sospeso, mentre il ragazzo restava ad occhi chiusi, come in meditazione.

Alla fine si buttò all'indietro con un grosso sospirò, prendendo ad ansimare.

Passò lo sguardo sui presenti a fatica, sudatissimo.

-Grazie Elena, mi hai salvato...- disse quasi rantolante rimettendosi seduto.

Sulla sua schiena non c'erano più i segni profondi degli artigli del loro nemico, ma piccole linee, simili più a delle righe fatte con una biro rossa.

Prima che potesse riprendersi del tutto, le cinque dita di Elena si abbatterono di netto sulla sua faccia come una frusta, lasciando tutti spiazzati.

Non che un colpo del genere gli avesse fatto male, semmai era la ragazza ad averne risentito, ma a Gohan fece comunque uno strano effetto ed Elena non sembrava averci dato tanto peso.

-Non. Farlo. Mai. Più. Non provare mai più a spingerti a tanto così ferito, perchè poi ti finisco io. Chiaro?- la ragazza aveva le guance solcate da una miriade di lacrime: era chiaro quanto si fosse spaventata.

Abbracciò il mezzosangue ancora stordito con tutta la forza che aveva. Il ragazzo non aveva ancora ben capito, ma accettò volentieri l'abbraccio dell'amica e lo ricambiò, per poi essere sommerso anche da quelli di Goten e Trunks.

Marta tirò un sospiro di sollievo e Piccolo gli fece una breve ramanzina sulla sua avventatezza e roba che Elena non gli avesse già detto. L'unico a rimanere impassibile fu Vegeta, ma Marta sapeva bene che in realtà anche lui era felice che il ragazzo non avesse avuto la peggio.

Poco importava: avevano sconfitto quell'alieno di poco valore e avevano salvato la macchina per riportarli a casa. Ora non restava che chiamare Bulma, visto che tutto si era risolto per il me...

-Dov'è Fede?

Una domanda che seccò la gola e strinse il cuore in una fitta dolorosa di Elena e Marta.

La castana alta si guardò intorno e solo allora notò quel dettaglio tanto importante: la sua amica mancava all'appello. E di lei non ve ne era traccia intorno a loro.

-FEDE!!!- gridò Elena iniziando a spostare diverse rovine della sala, trascinata dalla forza della disperazione, mentre Marta andava dalla parte opposta e chiamava l'amica ad alta voce. Al richiamo si unirono anche i bambini, e spostarono anche le macerie meglio possibile.

-Possibile che nessuno di voi abbia pensato a trarla in salvo, dannazione?!- chiese Marta con la voce rotta dalle lacrime. Nessuno le rispose, solo abbassate di occhi colpevoli, come quelli di Piccolo e Gohan.

Vegeta si mise a distruggere un tot di macerie alla volta, con una potenza abbastanza ridotta, per evitare di colpire la ragazzina, se ci fosse stata sotto.

-Non sento la sua aura. Non la sento...- si rese conto Elena, cadendo in ginocchio, con uno strano vuoto per tutto il torace, quasi niente di tutto ciò fosse reale.

Qualcuno da dietro la scosse: era Gohan.

-Elena, calmati.

-Mi calmo un cazzo! La mia migliore amica è là sotto chissà dove e non ho idea se stia bene o se sia...- non riuscì a terminare la frase che iniziò a singhiozzare e a piangere come una bambina.

-L'aura di Fede è debole in principio perchè è umana. Il fatto che tu non la senta potrebbe anche dire che lei sia solo svenuta.- cercò di rassicurarla.

Come faceva ad essere così calmo? C'era di mezzo la vita di una persona e lui reagiva quasi il problema di lei fosse stato un'unghia spezzata. Certo, lui c'era dentro da quando aveva quattro anni, in situazioni del genere, e chissà quante volte si doveva essere sentito come lei in quel momento senza poterlo esternare. Però...

Fede... dove sei?

 

Riprese pian piano coscienza.

Aveva un mal di testa tanto forte da non riuscire ad aprire gli occhi. Sembrava che il suo cranio dovesse aprirsi da un momento all'altro.

Poi le pizzicava tutto il torace, il mento e la gamba, che si ricordò con non poca fatica che aveva rischiato di perderla perchè quasi carbonizzata.

Non aveva la forza per muovere un singolo arto, per verificare se in effetti stesse davvero bene, o anche solo se fosse intera.

Plic.

Questo rumorino era assolutamente assordante, anche se attutito dal suo stesso braccio, che ad ogni impatto sembrava dolorosissimo e troppo freddo per i suoi gusti.

Ma che mi sta succedendo? Dove sono?

Fu solo quando ebbe la forza per formulare questi pensieri e quando non ne potè più di quei continui plic che aprì gli occhi, ignorando la sua testa dolente.

Passò gli occhi intorno, ma era solo buio, molto buio.

Contò mentalmente fino a trenta, poi cercò di mettersi seduta meglio possibile, finchè non trovò dietro di sé una strana parete irregolare su cui poggiarsi.

Si tastò i punti in cui aveva bruciore, trovando delle strane scottature. Grazie al cielo non sembravano tanto gravi.

Prese un respiro profondo e fece mente locale su ciò che era successo prima che avesse perso i sensi: era finita nel mondo di Dragon Ball, all'incirca una settimana prima, di questo era certa; erano andati tutti insieme, i guerrieri e le sue amiche, al castello che le aveva portate in quella dimensione, avevano incontrato gli alieni, artefici di tutto, aveva avuto luogo una lunga battaglia con animali geneticamente modificati, poi con l'alieno...

Si, poi Marta gli ha scaricato addosso l'energia del Micro-Sole e io ho concluso tutto tirando lo spara-scariche addosso al nostro nemico... finì, constatando che di dopo non aveva nessun ricordo.

Si sfregò le mani sulle braccia. Lì dentro faceva molto freddo, ed era anche umido.

Ma che fine avevano fatto tutti? Marta, Elena e gli altri stavano tutti bene? L'alieno viola-fucsia era morto? Il suo servo era ancora sotto sorveglianza di Goten e Trunks?

Come poteva rispondersi a quelle domande se stava lì impalata?

Passò le mani sul muro irregolare, quasi in alcuni punti fosse spezzato e in altri ci fosse solo metallo, per poi passarle in alto e constatare che sopra la sua testa c'erano solo quindici dita da un soffitto praticamente identico al muro.

Ma dove sono finita?

Non sembravano esserci interruttori ne porte e lo spazio in cui si trovava era molto ristretto.

Appena i suoi occhi si abituarono all'oscurità, notò che l'area era più larga che alta: riusciva a tenere le gambe distese e avanza spazio sufficiente a contenere una per...

Si appiattì di scatto contro la parete alle sue spalle, cercando quasi di poterla trapassare e andarsene da lì.

Di fronte a sé c'era qualcuno, una figura piuttosto alta e massiccia, che non riusciva a distinguere bene, con la quale era bloccata in pochi metri quadrati senza uscita. Sulla sua testa qualcosa lanciava una fioca luce dorata.

Non aveva idea di chi fosse, ma il solo pensiero che poco prima avevano rischiato tutti di morire le aveva lasciato uno strano senso di inquietudine dentro.

Iniziò a tastare la parete e il suolo, in cerca di qualcosa con cui eventualmente difendersi, senza mai distogliere lo sguardo dalla figura di fronte a se. Eppure questa non sembrò minimamente intenzionata a muoversi.

Ci fu un movimento sul suo viso e Fede ebbe quasi l'impressione che stesse sorridendo, probabilmente delle sue azioni patetiche.

-Meno male, ti sei ripresa in fretta.

Quelle parole le fecero perdere un battito, provocandole un brivido lungo tutta la spina dorsale.

Non poteva essere.

Eppure, ora che l'aveva sentito parlare, tutto le sembrava più chiaro: la voce, il corpo, i capelli, il bagliore sopra la sua testa... come aveva fatto a non pensarci prima?

La sua voce fu poco più di un sussurro strozzato, spezzato dall'incredulità e da un probabile scoppio di pianto:

-Goku...

Il sorriso del saiyan si allargò di più.

-Che sollievo! Sono riuscito a salvarti in temp...

Il ragazzo non riuscì a finire la frase che venne intrappolato nella tenaglia d'acciaio che era l'abbraccio di Fede.

Lo slancio lo fece cadere all'indietro, facendogli prendere una testata.

-Goku! Oh, Goku!- iniziò a singhiozzare la ragazza. Il suo amico era reale, era davvero lì. Poteva toccarlo, parlarci...

Il saiyan sorrise dolcemente e l'abbracciò stretta a sé, aspettando che i singhiozzi emozionati della ragazza si calmassero.

Le asciugò due lacrime appena nate con un dito, con il suo solito fare fraterno.

-Sei qui...- sussurrò lei, sempre sedutagli in braccio.

-Si, ho dovuto disobbedire agli ordini di Re Kaioh. Quando tornerò dovrò sorbirmi una bella sgridata...- sospirò Goku, grattandosi la nuca con il suo solito fare semplice.

-Perchè sei sceso dall'aldilà? Non ti è permesso...

Il suo amico sorrise dolcemente, passandole una mano fra i capelli.

-Non potevo sopportare l'idea di vederti morire.

-Eh?- chiese lei non capendo.

-Se ti avessi lasciata lì, così vicino all'esplosione, saresti morta carbonizzata, o comunque per la pressione dell'onda d'urto...

A quelle parole Fede ricordò lo scoppio, il calore, le urla... si tastò il petto scottato, dando così una spiegazione alle ustioni lievi sul suo corpo.

-Mi hai salvato?- chiese stolidamente.

-Si, sono riuscito a trasportarti poco lontano, purtroppo.- si passò una mano fra i capelli ribelli e fece un sorriso imbarazzato:- Certo, se non fossi intervenuto ti avrei avuta ancora un po' per me, tempo giusto di trovare le Sfere del Drago, però avete fatto tutta questa fatica per arrivare qui e non mi sembrava giusto nei tuoi confronti mettermi da parte in un modo così egoista.

Nonostante il ragazzo sembrasse vergognarsi particolarmente di questi pensieri, fecero sentire bene Fede: le voleva così bene che avrebbe passato volentieri altro tempo con lei...

-Anche a me sarebbe piaciuto passare più tempo con te, nonostante per una settimana abbia avuto il pensiero fisso di voler tornare a casa...- disse a bassa voce, poggiando la testa sulla spalla forte del guerriero, che sembrò apprezzare il gesto.

-Cambiando discorso, dove siamo, di preciso?- chiese lei non lasciando l'amico.

-Siamo sotto le macerie del castello.- rispose tranquillamente Goku, quasi stesse parlando del tempo.

La ragazza alzò di scatto la testa, per fissarlo con uno sguardo corrucciato, non capendo se fosse serio o stesse scherzando.

Il saiyan sospirò:-Quando hai colpito l'alieno hai provocato un'esplosione tanto forte che ha fatto venire giù l'intera stanza. L'unico modo che avevo per trarti in salvo in tempo era di costruire una sorta di riparo fra le macerie.

Ora che tutti i tasselli andavano al loro posto nel puzzle, sentiva quasi l'aria mancarle: non era delle migliori notizie quest'ultima.

-E gli altri stanno bene?- chiese lei cercando di distrarsi dal fatto di trovarsi praticamente sepolta viva con un suo amico.

Goku volse lo sguardo verso un lato della stanzetta, con fare concentrato.

-Si, le aure dei miei figli, di Trunks, Vegeta e Piccolo ci sono tutte. E ne sento anche altre due più basse...

Fede sospirò, sollevata da quella certezza:- Saranno Elena e Marta. Meno male, stanno tutti bene....- tornò a guardare il suo amico, più seria questa volta:- Scusa, ma perchè ci hai sepolti qua sotto? Non dubito della tua straordinaria forza e velocità per spostare un paio di massi, per non parlare del teletrasporto...- si ritrovò molto confusa da questo interrogativo.

Goku l'abbracciò forte lisciandole i capelli.

-Volevo avere un po' di tempo per parlare con te, senza essere disturbato dagli altri.

La ragazza spalancò gli occhi: Goku teneva così tanto a lei da rinunciare a scambiare quattro chiacchiere addirittura con i suoi figli e i suoi amici, che non vedeva da sei anni? Va bene che l'anno seguente si sarebbero rivisti e lui sarebbe resuscitato, però questo lui non poteva saperlo...

Il ragazzo non lasciò passare altro tempo perchè i suoi pensieri continuassero a scorrere, che le sollevò il viso con due dita sul mento e la guardò negli occhi, con sguardo fermo e deciso, ma allo stesso tempo dolce e fiero come il sorriso che aveva sulle labbra.

-Fede, sei stata bravissima: hai combattuto bene e ti sei fatta valere, per essere solo un'umana, per giunta adolescente! Sono fiero di ciò che hai fatto. È merito tuo se ora tutto si è risolto per il meglio e potrai tornare a casa insieme alle tue amiche.

La ragazza rimase senza parole: il guerriero più potente dell'Universo si stava congratulando con lei, le stava facendo i complimenti per come aveva combattuto, nonostante in confronto a lui non fosse niente.

-Oh Goku...- mormorò Fede sorridendo.

Il ragazzo sorrise a sua volta, sospirando.

-Bene, ora che ti ho detto tutto ciò che volevo dirti, credo sia ora di tornare da Re Kaioh e di lasciarti andare nella tua dimensione.- disse facendo spostare Fede.

Quelle parole provocarono una stretta nel cuore della ragazza: quella consapevolezza, di non potere più vedere il suo eroico amico, la dilaniava. E questa sua ultima visita, unita al fatto che si stavano per lasciare proprio in quel momento, appesantiva solo il carico. Ma doveva essere forte: aveva già pianto abbastanza e aveva già preso la sua decisione.

-Sarà meglio che ti copri le orecchie e chiudi gli occhi.- la avvertì, mentre poggiava una mano sul soffitto.

Fede lo fece, capendo subito dopo perchè: Goku creò un potente ed abbagliante ki-blast che fece saltare in aria tutto quel piccolo covo in cui erano riuniti poco fa, alzando un polverone incredibile seguito da un rombo assordante.

Appena sembrò essere tornata la calma in quei pochi metri quadri, aprì piano gli occhi, facendoli abituare a quella luce che sembrava fortissima, nonostante il cielo fosse sempre nuvolo.

Goku era ancora seduto lì di fronte a lei, fermo che la guardava.

Solo allora Fede si rese conto che doveva essere un completo disastro: vestiti strappati, ricoperta di sangue, polvere e terra dalla testa ai piedi, capelli spettinati e umidi, ferita... finendo con il rassegnarsi al fatto che in quella dimensione non poteva avere aspetto migliore. In fondo quel guerriero l'aveva vista già in stati simili, quindi...

Il saiyan le stampò un bacio sulla fronte, sopra le sopracciglia.

-Te lo prometto Fede: ci rivedremo. Non importa fra quanto o in che dimensione: questo non è un addio. È solo un arrivederci temporaneo.

Non sapeva quanto potesse essere mantenuta quella promessa, ma la fece stare bene e Goku la rese quasi credibile. Quel ragazzo, in fondo lo sapeva già, era davvero capace di tutto.

Goku si mise due dita sulla fronte e con l'altra mano fece un cenno di saluto.

-Buon ritorno a casa, Fede. Alla prossima.

E scomparve, lasciandola con uno strano sapore dolce amaro alla bocca dello stomaco.

-Arrivederci, Goku. 

  
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