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Autore: Laila    15/03/2013    6 recensioni
Akane sembra sparita nel nulla. Per scoprire cos'è accaduto Ranma and Co. dovranno intraprendere un viaggio molto particolare e vedersela con le loro fantasie interiori, nulla sarà davvero ciò che sembra e più si avvicineranno alla metà, più saranno consapevoli di dover restare uniti perché stavolta il rischio da scongiurare è enorme.
Genere: Azione, Drammatico, Suspence | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Akane Tendo, Akari Unryu, Ranma Saotome, Ryoga Hibiki
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Confession


L'opposto della solitudine non è stare insieme

è stare in intimità.”

(Richard Bach)

***



Aveva una gran voglia di sfregarsi le mani e si trattenne a malapena. Ce l’aveva in pugno.

Ah! Se solo sapesse!

Per tutta la sera, quell’idiota non si era accorto di stare parlando con lui, anche se in quel momento era più giusto definirsi al femminile. Per giunta, si era convinto che Rumiko fosse davvero sua cugina.

Gongolando ancora per la sua fortuna, Ranma gli mise una mano su una spalla: -Tutto, voglio sapere tutto! Liberati la coscienza e vedrai che dopo ti sentirai molto meglio!

-Ah... Akari, Akari. Che cosa le ho fatto... – si lamentò il ragazzo.

-A cosa ti riferisci, cuginetto?

Ryoga si drizzò sullo schienale e riprese ad incolparsi. -Lei andrebbe fino in capo al mondo per me... ed io l’ho fatta soffrire così tanto e... – si contorse per un conato e, giunto alla fine del divano, dette di stomaco.

Sentì le budella attorcigliarsi per il disgustoso odore, ma decise di mostrarsi gentile ancora per un po’ e gli passò un fazzolettino per pulirsi.

-La bambina non è sua? – chiese, mentre il girovago si riprendeva dalla sbronza.

-È tutto così assurdo che se te lo spiegassi nemmeno mi crederesti!

Gli accarezzò la schiena cercando di sembrare incoraggiante, poi uscirono traballando dal locale. L’aria era ancora più calda all’esterno.

-È iniziato tutto quando il nostro matrimonio è saltato.- spiegò il disperso. -Akari la sera stessa è venuta a stare da me, era scappata di casa. Questo non ha fatto altro che peggiorare le cose... con la sua famiglia, soprattutto suo nonno, non voleva che io diventassi suo marito...

Non commentò, annuì invitandolo a proseguire e Ryoga non si fece pregare, pareva che non aspettasse altro che continuare il suo sfogo.

-Lei non ha mai voluto farmene una colpa, anche se più il tempo passava e più Akari diventava... triste. E suo nonno non la cercava ancora. Così le ho detto: “Basterà convincerlo che ci amiamo.” E lei mi ha risposto: “Non è facile come sembra.” E ancora io: “Facciamo un bambino, quale segno migliore di questo? Neppure tuo nonno potrà tenerti il muso tanto a lungo, se avremo un bambino!”

Alla notizia, Ranma lo fissò stupefatto, increspando le labbra in un sorrisetto: -Tu e Akari... ci avete dato dentro, eh! Ma allora sei davvero un porcello!

Gli dette dei colpetti di gomito sul fianco, ma Ryoga si allontanò turbato e iniziò a spettinarsi nervosamente i capelli fra le mani. -Non è andata come credevamo, io... - lasciò perdere il discorso gettandosi a sedere sul marciapiede.

Così non andava bene, si stava richiudendo in se stesso. Accostò una mano all'orecchio del disperso cercando di farlo reagire. -Sei impotente per caso?

Ryoga gli schiaffeggiò il palmo e rilanciò:

-Certo e tu sei vergine!

Arrossì. Non si aspettava che il beffeggiatore venisse sbeffeggiato, il gioco non era più divertente.

Anche Hiroshi e Daisuke, i suoi compagni di classe, non lo sopportavano. Pensavano che non avesse tutte le rotelle a posto, considerato che lui e Akane non si decidevano a consumare quello che era stato fin da subito evidente agli occhi della classe.

Era vergine e non ci trovava nulla di scandaloso. Aveva sempre voluto dare la precedenza al suo addestramento e all'apprendimento di nuove tecniche da sfoggiare agli incontri di lotta.

Gli unici commenti provocanti che aveva mai rivolto alla sua fidanzata erano stati: “Fianchi larghi” e “seno piatto”.

Lei non capiva che la chiamava così per attirare la sua attenzione.

Forse era un po' sadico osservare quanto Akane prendesse sul serio quelle insignificanti ingiurie, fino a starci male. Sbagliava a prendersela tanto e a dimenticare in fretta quelle poche volte che le diceva la verità, che era carina.

Carina da far male, quando lo colpiva con l'asse del tavolo o il suo grosso martello di legno.

Non era un fidanzamento facile il loro, ma lui non avrebbe forzato le cose, c'erano già troppi familiari a sospingerli l'uno verso l'altra, malgrado tutto voleva davvero essere all'altezza del titolo che gli avevano conferito, quello di “fidanzato”.

E non avrebbe sopportato che un altro giorno, sommandosi al peso dei precedenti, aggravasse la solitudine che anche lei, come lui, doveva provare.

Inclinò la testa da un lato.

Si accorse di essere stato assorto troppo a lungo, quando Ryoga continuando a fissarlo, anticipandolo di un istante, riprese la parola.

-Scusa Rumiko. Che stupido che sono! Sono solo un ubriaco chiacchierone. Una ragazza come te avrà già trovato il ragazzo, ci scommetto.

Si nascose la bocca con la mano, ma poi lo informò:

-L'avevo.

Ero fidanzato con un maschiaccio che è misteriosamente scomparso...

Non capiva perché non gli fosse riuscito di inventare una storia più articolata. Immaginava che il coetaneo l'avesse sorpreso in un momento in cui la sua recita era uscita dalle righe.

Ryoga fece un sorriso di circostanza.-Meglio sola che mal accompagnata.

Certo! E una mela al giorno toglie il medico di torno!

Come gli era venuta in mente una banalità simile? Possibile che quel suino fosse così impermeabile ai problemi altrui e altrettanto pieno dei suoi? Cercò di calmarsi, o il suo piano sarebbe saltato prima di averlo spremuto a dovere. Lo spettacolo doveva continuare.

-Eh già, meglio soli a volte! - annuì rispondendo al suo sorriso idiota con una voce ancora più squillante del previsto.

-Non ti fidanzare, credimi, è meglio.- e annunciandolo Ryoga aveva un'aria stralunata, più che saggia.

-Ora non dire così! - Lo tirò su dal marciapiede.-Tu e Akari siete una coppia...- s'interruppe vedendo Ryoga in lacrime, poi sentì le sue braccia stringersi intorno alla schiena per cercare conforto.

O forse, qualcosa di più?

***



Smontò da Katsunishiki sentendosi mancare.

Suo nonno se ne stava in piedi, col futon arrotolato sotto al braccio grinzoso davanti all'ingresso di casa.

La osservò con aria di sfida, finché non spostò lo sguardo da lei alla piccola Akane, stretta nell’imbracatura che portava.

-Nonno cosa ci fai qui a quest'ora? - Non era quella la domanda che avrebbe voluto porgli, ma non era riuscita a celare una certa ansia.

-Oh, non ti preoccupare, non sono come quel ragazzo che hai quasi sposato, posso orientarmi anche al buio nella mia città... ma se non mi vuoi, me ne vado.

Fece per voltarle le spalle, ma con una mano lei lo trattenne.

-No. Aspetta! - sapeva esattamente come convincerlo.

-Vieni dentro o ti buscherai un malanno. Ho tante cose da dirti.

Dopo aver borbottato qualcosa tra sé e sé, infatti, l'anziano capitolò.

***



La strinse e pensò alla ragazza che amava più di se stesso.

All'inizio i suoi rapporti con Akari erano stati semplicemente meravigliosi. Era rimasto rapito dalla sua bellezza e legato da ogni suo assenso.

E spesso non aveva nemmeno bisogno di chiedere, era lei stessa a prendere l'iniziativa.

Sentiva la sua voce rotta dai sospiri invitarlo a perdersi in lei e la passione sopraffarlo. Nemmeno nei suoi sogni l'aveva amata tanto come in quelle notti insonni.

I primi mesi erano stati così, su di giri. Quando avevano provato ad avere un bambino, però, la stanchezza gli aveva teso un agguato.

-Ryoga! Che ti prende? - sua cugina si divincolò con destrezza dal suo abbraccio.-Insomma, vuoi dirmi cosa ti sta succedendo?

Magari il suo corpo voleva solo mostrargli qualcosa che la sua mente si rifiutava di accettare. Non era pronto a quello sconvolgimento chiamato vita. Bel riconoscimento gli aveva dato il suo corpo dopo anni e anni di duro allenamento per tenerlo in forma.

-Perché non sono capace di... di darle dei figli! Eppure io e Akari ci abbiamo provato e riprovato, ma non è servito. – ecco l'aveva detto!

-Ma come, ne sei sicuro?

-Purtroppo sì.

Alla sua risposta, Rumiko si sfregò il mento assumendo un cipiglio più adatto ad un uomo alle prese con la propria barba. -E sei andato da un esperto? Per, per... quel problema che mi dicevi?

Le spiegò che in un primo momento aveva lottato contro se stesso, ma che alla fine si era deciso a vedere un andrologo.

-Mi ha detto che è lo stress, il mio livello di testosterone è basso e mi ha dato delle compresse da prendere. - tirò su col naso.

-Sai, ancora non le ho comprate... non ho trovato la farmacia. Dove diavolo sarà?

Forse stava parlando troppo, ma si sentiva stranamente a suo agio con lei.

-E Akari lo sa?

-Ma sei fuori? Lei, poverina, non sapeva più che parole usare per dirmi che stava bene con me e che capiva! Ma io... non lo so, dentro di me ho sempre saputo che mentiva! E non ce la facevo più, così me ne sono andato per un po'. L’ho abbandonata per salvare quel che rimaneva della nostra relazione! - emise un lungo sospiro dal petto.

-Non riuscivo più a toccarla, sai...

-Mi dispiace, non ne avevo idea...

Rumiko avanzò svelta al suo fianco: -Ma questo significa che Akane non è tua figlia, è vero?

-Perché continui a chiedermelo? Che vuoi da me? – alzò la voce. Non si sentiva più sulle nuvole, segno che stava tornando a poco a poco sempre più lucido. -Non credi che potrei essere un buon padre? - chiese poi regolando il tono ad un livello normale.

La guardò negli occhi azzurri, identici a quelli di Ranma. Dopo aver aspettato invano una risposta riprese a lamentarsi.

-La bambina ci ha salvati. Tutto potrà finalmente aggiustarsi per il meglio con lei!

-Ma com'è possibile che sia vostra figlia? – lo incalzò ancora.

Non rispose, così Rumiko continuò imperterrita a fargli il terzo grado: -Ryoga, se Akane non ti appartiene, le stai facendo del male tenendola con te. Forse là fuori qualcuno la sta cercando e si preoccupa per lei.

Lo sapeva e in fondo non gliene importava niente. Ranma aveva rovinato il giorno più bello della sua vita, potevano mangiarselo gli Oni. Era la legge del karma. Ma per la famiglia Tendo era diverso, per loro, a volte, provava rimorso.

Si strinse nelle spalle. –Questo sarebbe vero se Saotome sapesse che quella bambina è Akane... ma lui non lo saprà.

Sì, stavolta sarà lui a soffrire!

Aveva appena finito di parlare che qualcosa gli calò sugli occhi, coprendogli la vista. Si accorse che era la sua bandana.

Sentì poi delle mani tirarlo su da terra e spingerlo a muoversi contro la sua volontà.

Vieni con me, Ryoga! La notte è ancora giovane! – che scherzi aveva in mente sua cugina?

-Rumiko, che diavolo stai facendo?!

Passarono alcuni minuti, ma la presa che gli torceva il braccio non accennava a diminuire e il suo braccio si cominciava a intorpidire. Udì un tintinnio, come di monete.

-Ecco a lei signora e signore, buon divertimento nel nostro onsen! – disse quello che doveva essere il gestore delle terme.

-Grazie! – rispose Rumiko, sospingendolo ancora per una decina di metri.

Una lampadina s’illuminò nella sua testa.

-Un momento... guarda che sono un uomo impegnato! – cercò di togliersi la bandana con la mano libera, proprio mentre sua cugina lo spingeva a terra con una ginocchiata incredibilmente forte sul fondo schiena.

Franò sul pavimento, erano nella sala delle docce, se non l'avesse visto coi suoi occhi, il getto freddo dell'acqua lo avrebbe comunque aiutato a capire.

La sua altezza si ridusse sotto il peso flaccido dei vestiti, fino a che non ne fu sommerso. Cercò di uscire da quell'ammasso informe grugnendo col naso in cerca di uno sbocco d'aria. Fu un'impresa ardua ma insistendo lo trovò e vide Rumiko gettare a terra gli occhiali, disfare il suo chignon e svestirsi senza alcuna grazia. Alla fine rimase a petto nudo, mostrandogli il pezzo di sotto, un paio di boxer giallo-blu.

Lei lo acciuffò e dirigendosi fuori dello spogliatoio, lo scaraventò senza troppi complimenti nella vasca termale adiacente.

Uscì con la testa dall'acqua.

Qualche secondo dopo, era Ranma ragazzo a riemergere, di fianco a lui.



----

Oni: demoni.

Onsen: terme giapponesi, che si possono trovare all'aperto o al chiuso in delle strutture, qui sta più per piscine pubbliche.

Karma: traducibile come "atto", "azione", etc.. Il karma indica, presso le religiose indiane, il generico agire volto a un fine, inteso come attivazione del principio di "causa-effetto" questa legge vincola così al samsara ovvero al circolo delle rinascite.

Ryoga Theme song:Six degrees of separation –The script

   
 
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